Parrocchia dei SS.Pietro e Paolo di Luino
E' troppo bella la pace
da Camminiamo Insieme - anno 20, n.25 del 23/02/2003
"Pace a te fratello mio, pace a te sorella mia" il canto si snoda tra
le persone che hanno scelto di dedicare del tempo alla veglia per la pace
nella Chiesa del Carmine martedì 11 febbraio.
E' la sera della festa della Madonna di Lourdes ed è significativo stare
con negli occhi il bianco della tunica della Vergine, il celeste della fascia
e la semplice immagine come apparve nel lontano 1858 a Bernadette.
Questa figura contrasta con i messaggi che la società, nelle diverse
epoche, ha imposto, conducendo intere generazioni verso mete incapaci di
autentica promozione umana, anzi, a volte, trascinando verso tragiche distruzioni.
Dopo tanti anni la Madonna di Lourdes sta lì, anche questa sera, a suggerirci
la bellezza di una vita nella grazia eppure, ancora una volta, la disgrazia
di una guerra è imminente.
Dal fianco pende la corona del Rosario: il Papa ha sollecitato tutti a
impugnare questa arma per disarmare le mani che possono uccidere.
Gli occhi levati al cielo indicano spazi più alti ed ampi da ricercare
per non rimanere chiusi in orizzonti troppo angusti e incapaci di tentare
nuove strategie che favoriscano l'incontro, superando il rischio dello scontro.
Quante persone a Lourdes hanno cercato di ridare vigore a ciò che unisce,
ben sapendo che ciò che divide finisce per bloccare la storia, la vita dei
singoli e dei popoli, rimandandando ad altre generazioni, l'attesa di condizioni
più dignitose e giuste.
Stesa sul leggio e fermata dal libro della Bibbia, la bandiera della pace
con i colori dell'arcobaleno riassume ogni discorso sull'unità dei popoli,
sulla pari dignità, sulle attese e i desideri, sugli ideali e le mete, sulle
capacità e le doti di tutti. Come dire: accogli la bellezza di ogni colore,
sentilo partecipe della vita, offrigli la possibilità di esprimersi, non
accontentarti di un solo colore ne hai a disposizione tanti.
La parola PACE che in bianco si afferma al centro della bandiera è il
grido e l'attesa che da secoli tante persone invocano. Me lo suggerisce
la chiesa del Carmine con i suoi più che 500 anni di vita. Tanti soldati
armati di spada e archi, fucili o mitra sono passati davanti a questo santuario
che nello stesso tempo accoglieva la preghiera accorata di donne e anziani,
fanciulli e adolescenti in trepida attesa del ritorno dei propri cari in
guerra.
E' già tanto che non ci si uccida, non ci si distrugga, ne si apra il
corteo di violenze che ogni guerra porta con sé. Ma non è la pace.
La legge del più forte, ce lo insegnano gli antichi romani con il loro
"si vis pacem para bellum" (se vuoi la pace prepara la guerra), basterebbe
a far tacere ogni ribellione, ma non è questa la logica giusta ne vera,
lo dimostra la storia con la squallida fine, dell'Impero Romano.
Occorre riappropriarsi di quella pace che è la somma di ogni bene e questo
non solo per alcuni privilegiati, ma per tutti.
Pace è la generosa e intensa presenza di gente saggia e virtuosa che continuamente
apre nuove vie al dialogo; lancia ponti per superare divisioni; intesse
rapporti capaci di ricucire ogni strappo; ignora le provocazioni; non scende
a compromessi; porge l'altra guancia senza vigliaccheria; anticipa le attese;
non si scoraggia per i fallimenti; opera nel silenzio con fedeltà alla parola
data; scende in campo per gli ultimi; sta in un ambiente ma allarga lo sguardo
sul mondo; progetta cose semplici e valorizza piccole opere; sa leggere
il grande libro della natura e ne riceve anche un'etica; rischiara il futuro
con un oggi sereno e costruttivo.
Domenica, nell'omelia, avevo detto che per la pace occorrono e diventano
importanti anche dei piccoli gesti come il lasciare la comodità e il caldo
del proprio appartamento per uscire e incontrarsi con altri al Carmine.
Certo potevamo esserci in maggior numero, ma le tante persone sono qui
e insieme invocano la pace, già scelgono di operare in suo favore anche
a nome degli altri.
Torno a casa e, sul ballatoio, prima di andare a dormire, lascio sventolare
la bandiera della pace, mentre nell'animo riascolto per me e prego per tutti
"in pace mi corico e subito mi addormento".
Gioia di una preghiera seguita dalla possibilità del riposo e non dall'angoscia
o dal tormento di notti per noi o per altri, segnate dalla distruzione e
dalla morte.
E' troppo bella la pace per non meritarsela con qualche sacrificio.
don giorgio
Raccolta
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