Parrocchia dei SS.Pietro e Paolo di Luino

La forza di raccontare

da Camminiamo Insieme - anno 18, n.47 del 22/07/2001-

Rimango stupito dal bisogno di vita spirituale che molte persone avvertono e manifestano. Le occasioni, disseminate da maggio ad oggi, sono state molte. Anche in questa preparazione alla festa del Carmine l'invito rivolto ai vari gruppi, enti e associazioni, ha conosciuto una risposta differenziata ma significativa: ogni sera nella chiesa del Carmine c erano tante persone a pregare. La proposta di preghiera con brani della Bibbia, i piccoli spunti di riflessione, gli spazi musicali per rallentare, pacificare, riconciliare l'esistenza, il finale come momento contemplativo, sono stati accolti in modo favorevole, anche da chi non ha familiarità con ampi tempi di preghiera. E' risultato importante far ruotare ogni incontro attomo ad una parola da riscoprire: nostalgia di pace per le forze dell'ordine; autonomia per il personale scolastico; dubbio per il personale sanitario; scambio per le associazioni; coraggio per l'amministrazione. Vivere una spiritualità significa riappropriarsi dello spessore che segna un servizio, così da renderlo vivo e interessante, anche agli occhi dei giovani. Non solo è grande il tesoro di tradizioni religiose che sono arrivate fino a noi, ma intenso è il desiderio di partecipare, sostare, offrire spazio ad esperienze che permettano di sentire che Dio si fa trovare da chi lo ricerca. "Ogni spirito loda il Signore". Questa espressione biblica mi porta a considerare l'importanza di accogliere il tesoro di espressioni di cui l'animo umano è capace. Partecipare ad una messa o ad un incontro di preghiera significa accogliere ed esprimere attraverso i propri sensi quanto per noi accade ed è a nostra disposizione. Concretamente celebrare significa prendersi il tempo di credere, dopo aver preso coscienza della propria storia e provare a raccontare le grandi opere che il Signore compie. Se, dopo una celebrazione, continuano gli stessi discorsi, la stessa frequentazione, la stessa ritualità, è segno che non c'è stata partecipazione, pur avendo detto tante preghiere, ascoltato tante parole: non c'è niente da raccontare. Diversamente se c'è stata partecipazione ed ho qualcosa da raccontare e non lo faccio per timore di non essere compreso, avviene allora urgente il tempo della testimonianza, cioè presentare quanto è entrato nel cuore, sapendo che Dio ci precede sempre nel cuore del fratello. Questo celebrare partecipando per aprirsi al racconto o alla testimonianza è vitale anche per il nostro vivere di casa, di lavoro, di amicizia... Tanti tesori continuano a restare sepolti perchè non ci sono esploratori, cercatori. Non possiamo essere solo cercatori di interessi materiali, di fronte all'azione di Dio che manda suo Figlio Gesù a cercare le persone per raccontare i misteri del Regno di Dio. Gesù chiama tutti e non solo i preti ad essere pescatori di uomini, cioè a cavare o lasciarsi a strappare dal male, dall'indifferenza, dallo scontato, dall'illusorio. Noi stessi e gli altri abbiamo tutti bisogno di essere ricollocati sulla terra ritti e pronti per un vero e bel cammino con tutti.

don giorgio