Parrocchia dei SS.Pietro e Paolo di Luino
Non come a un gioco a quiz
da Camminiamo Insieme - anno 19, n.27 del 10/03/2002-
Venerdì 22 febbraio la città è percorsa da una notizia che
sconvolge: una frana sulla strada per Maccagno ha travolto delle auto provocando
delle vittime. Arrivo fino a Colmegna in auto e un addetto della protezione
civile mi tranquillizza: non ci sono vittime. Proseguo a piedi per la strada
vecchia con una salutare camminata che suggerisce ricordi della mia fanciullezza.
E' brutto, fuori posto, senza senso, strano, assurdo quell'enorme masso a
suo agio nel bei mezzo della sede stradale, alla rinfusa sassi, terriccio,
rami e quelle due auto malcapitate. Sopra la linea ferroviaria, pure interrotta,
c'è un tratto di bosco devastato. Le varie forze dell'ordine e di pronto intervento
constatano, si consultano, commentano sul pericolo di altre frane e quindi
strada chiusa.
Verso Luino ci sono solo gli addetti ai lavori, verso Maccagno
c'è un piccolo fronte di persone bloccate. Mi avvicino, chiedono notizie,
esprimono attese, dicono i loro obiettivi. Una frana e tutta una giornata
di impegni è messa in discussione, gli incontri rimandati, gli appuntamenti
mancati; i telefonini tentano di rimediare e motivano l'assenza. La voglia
di arrivare, anche tardi, tiene lì bloccati; tanto, su questo versante, non
c'è niente in programma, il lavoro è di là. Queste considerazioni mi accompagnano
mentre ritorno verso il luogo del disastro. Vicino ad un auto con il cofano
schiacciato, le parole che ritornano sono: fortuna, è andata bene, una decina
di centimetri ancora e... Ritorno verso la città e un brivido mi sconvolge
perché mi immedesimo in chi si è trovato in una situazione così terribile
mentre nella sua auto tranquillo, con un sottofondo musicale, seguendo i pensieri
che si sviluppano lungo i vari momenti della giornata All'improvviso una cosa
ti blocca con un rumore assordante, l'urlo, l'esclamazione, la folgore di
una presa di coscienza, il dolore fisico ed ora che fare, che succede Sto
nel cuore di una situazione che non è la mia, ma la sento mia. Sto con esperienza
di chi non conosco e non incontrerò mai, Altri hanno il compito di offrire
risposte che scongiurino simili disastri, io mi accorgo di essere in preghiera,
non perché dico delle invocazioni, ma perché sto come Cristo a portare quell'esperienza
davanti al Padre. La risposta arriva immediata con quelle parole ascoltate'
fortuna. E' un tipo di fortuna di cui vorrei fare a meno perche proprio quell'auto
e non l'altra che viaggiava cinquanta metri avanti? Il caso! Ora alla fortuna
si aggiunge il caso che evoca le circostanze che hanno ritardato, affrettato,
portato a decidere o ad improvvisare. C'è gente che si è salvata da un disastro
aereo perché è arrivata tardi. C'è di che perdere la testa.
Eppure stare davanti al Padre che ha a cuore la nostra esistenza
e, come risposta ci dona Gesù, è leggere i segni che la vita ci propone o
impone, lo ora lo sto facendo con questo pormi domande su domande. Mi ritrovo
discepolo, scolaro che vuoi sapere. Disordinatamente e con furia vorrei sapere
subito la risposta, quasi come ad un gioco a quiz. C'è una canzone, carica
di suggestione amara: "risposta se c'è amico chissà, sospesa nel vento sarà":
non mi è mai piaciuta, non l'ho mai accettata.
La risposta c'è e ci stiamo andando incontro ancora una volta
la passione e la morte di Gesù non sono l'ultima parola.
Come dice una canzone d'altri tempi: in quello che noi crediamo
Dio è risorto.
don giorgio
Raccolta del Camminiamo Insieme:
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