Parrocchia dei SS.Pietro e Paolo di Luino
In quel tempo e adesso
da Camminiamo Insieme - anno 19, n.13 del 25/11/2001-
Mi alzo, apro le persiane, osservo il cielo che tarda ad illuminarsi
e lascia presagire l'arrivo del sole. Queste giornate, fredde al loro annuncio,
si riscaldano con il volgere delle ore. Qualcuno mi ha fatto rivivere il brutto
autunno dello scorso anno, mentre mi ripeteva la promessa della bellezza e
del tepore dell'autunno luinese. Lo scorso anno avvenne cosi e quest'anno
avviene diversamente o, per dirla come inizia ogni brano di Vangelo, letto
in chiesa:"in quel tempo".
Introdursi con questa espressione significa cogliere che 2000
anni fa in quel susseguirsi di fatti non si è costruita una storia insignificante,
ripetitiva, scontata, vuota. Accanto al mangiare, dormire, comprare, andare,
incontrare di ogni giorno, c'è stato un avvenimento, un qualcosa che arriva
fino a noi.
Entriamo in questo Avvento proprio con il desiderio e l'intenzione
che oggi per noi si ripeta quell'avvenimento che è Gesù. Il clima più o meno
favorevole incide sul nostro pensare,fare; la vicinanza di determinate persone
può avere un influsso positivo o negativo; l'entrare in un ambiente provoca
frustrazioni o entusiasmi; il tempo libero, il lavoro, la famiglia, gli amici
hanno un potere tonificante o devastante. Questa è la quotidiana esperienza.
Per uno che ha fede, per un cristiano l'incontro con il Gesù di "in quel tempo"
vuole avere la stessa pretesa di incidere concretamente sulla vita.
Riesco a catturare proprio questo nel mio stare oggi con l'orecchio
proteso a quel tempo, a quell'avvenimento.
Potrei, a questo punto, parlare di tante persone che raccontano
ciò che San Pietro con decisione chiamava: "rendere ragione della speranza
che anima la vita." Mi ha colpito la notizia di quelle persone che, scampate
alla morte sulle torri di New York sono state inevitabilmente coinvolte nella
sciagura aerea ad un mese di distanza Mi è arrivata, non so più da chi, questa
affermazione: non si può sfuggire alla propria ora, al proprio destino.
Esco da questo commento, per accogliere una frase non meno
enigmatica del Vangelo "due stanno in un letto, l'uno é preso e l'altro lasciato.."
Ci sono degli avvenimenti che non dipendono da me, avvengono.
Lasciarmi prendere da considerazioni fatalistiche non aiuta a vivere, al più
fa sopravvivere. Occorre prendere con serietà l'invito di Cristo :" sapete
leggere i segni dei tempi, perché non sapete leggere i segni di questo tempo?".
C'è nell'Apocalisse una visione suggestiva e inquietante:
non si trova nessuno capace di aprire il Libro, solo l'Agnello (immagine di
Gesù) scioglie i sigilli e così la storia del mondo cessa di essere sotto
il segno del fato, dell'enigma, del non sò. Andare verso il Natale è lasciare
spazio oggi a quel Figlio di Dio che, con la sua nascita e vita, dice la premura
di Dio Padre nell'accompagnare il cammino dell'uomo e del mondo verso cieli
nuovi e mondi nuovi. Non sono da attendere solo per l'altra vita, ma già ora
ci sono vicini perchè qualcuno sa accogliere l'amore che ha animato la vita
di Gesù e continuamente lo ripropone a chi gli passa accanto. Così passo nella
cronaca e vi vedo segni di speranza.
don giorgio
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