Parrocchia dei SS.Pietro e Paolo di Luino

La Stella Polare

da Camminiamo Insieme - anno 19, n.11 del 11/11/2001-

Non posso essere parroco della Veddasca di nome, occorre che, almeno una volta alla settimana, sia pure brevemente, mi faccia vivo. Scendendo, proprio nell'avvicinarmi a una curva, mi si apre davanti il pendio della montagna: un gigantesco tappeto con i suoi verdi, gialli, marroni. Mentre un po' di vento imposta il ritmo a quelle chiome, mi fermo, scendo dall'auto per entrare in quel mondo. Lo stornire delle fronde mi invita a inoltrarmi nello stretto sentiero, lo sguardo verso l'alto, l'orecchio attento a seguire la melodia, i passi calmi per non rompere l'incanto di foglie che planano soavi, come per una danza. Trascorro da un colore ad un'altra tonalità in una pace e calma che mi incanta e placa. Lo sguardo, costretto dal sentiero che non conosco, scende e corre lungo il ruvido tronco di un castagno. Non mi piace, anche se mi incanta; l'autunno é come il tramonto, sa di fine, di canto del cigno. Sarà sublime, sarà unico, non si ripete e non cessa di stupirti, ma dopo c'è la spogliazione, c'è il freddo, c'è blocco di crescita.

Ritorno sui miei passi, meglio risalire sulla mia auto per il ritorno nel feriale, nel ripetitivo, nel normale, nell'ordinario. Qui vibro per un incontro, mi accartoccio per una incomprensione. mi disperdo con i miei pensieri, rintraccio un filo di speranza, ricevo un sorriso, percorro di fretta le strade, mi ritiro finalmente e sento che la notte è una pausa che mi rigenera e ritempra per un altro giorno che si aggiunge ai tantissimi vissuti sempre con la voglia di crescere, di avere qualche frutto da offrire, qualche mancanza da farmi perdonare. A volte mi chiedo che cosa mi succederà quando sarò incapace e bisognoso di assistenza. Mi sorprendo a chiedere di avere anche allora voglia di crescere, di imparare, di immaginare, accogliere e magari donare. Ho visto la serenità, la pace di qualcuno che era alla fine. Non era quella del bosco ma quella di uno che continua a portare con sè tanti frutti, tanti amici, magari anche nemici con cui fare la pace e comunque crescere, andare avanti. La strada ormai mi conduce davanti al lago che si allarga giù là in basso, mentre le luci lo contornano e lo accompagnano. Di fronte, sulla montagna, un angolo di sole insiste e mi attrae. Non guardo i colori, cerco la luce, cerco l'orientamento e il riferimento per il cammino.

Mi piace l'incanto e cerco lo stupore, ma ho bisogno di vivere e di sapere dove andare. Non posso stemperarmi in nostalgie e rimpianti, in attese e propositi, in desideri e fantasie: so che mi accompagnano, a volte mi fanno bene, altre volte mi rattristano. L'ultimo raggio se n'è andato, passando la consegna di luce alla luna e alle stelle. Mi ritrovo sul lungolago a cercare la stella polare. spinto dalla melodia di una canzone che il coro della messa delle 12 ci propone: "Ho bisogno di incontrarti nel mio cuore, di trovare te, di stare insieme a te. Unico riferimento del mio andare. Unica ragione tu, unico sostegno tu . Al centro del mio cuore ci sei Solo tu. Anche il cielo gira intomo e non ha pace. ma c'è un punto fermo, quella stella là. La stella polare è fissa ed è la sola. La stella polare tu la stella sicura tu. Al centro del mio cuore ci sei solo tu". Queste parole mi accompagnano e mi fanno ricercare Lui. Parcheggio l'auto in cortile. Entro in chiesa e mi fermo. nel silenzio e nel vuoto. La luce della lampada mi dice che Lui c'è ancora per orientarmi nella crescita.

don giorgio