Parrocchia dei SS.Pietro e Paolo di Luino

Luce anche per la notte più nera

da Camminiamo Insieme - anno 18, n.42 del 17/06/2001-

"Ho ancora molte cose da dirvi..." così leggo nel Vangelo di domenica scorsa, mentre lo sguardo indugia sulle persone anziane e inferme che, anche con il brutto tempo, sono qui per la messa delle 12. Passando a trovarle a casa, spesso mi sono sentito dire frasi segnate da un senso di inutilità, di tempo ormai esaurito, di fatalistico abbandono, di rassegnata acquiescenza a un declino inarrestabile, di pesante solitudine. Più che la fatica fisica di trascorrere da tanti infermi, c'era in me il peso nel sentire tutto questo mondo vero e reale.E Gesù non si stanca di riproporci il suo insegnamento, di chiederci ad ogni età di essere suoi discepoli, di mantenere viva la voglia di imparare. Tutto questo perché? Anche se da ogni parte e per ogni età si insiste sull'importanza dell'aggiornamento, da praticare anche dopo il tempo scolastico, nella società attuale nessuno si sogna più di offrire nuove mete e orizzonti a chi deve vivere da "paziente".

Anche un certo moralismo, che di cristiano ha ben poco, punta tutto sul fatto che ad una certa età e in certe situazioni di infermità, l'unica cosa da fare è avere la forza di sopportare.

E Gesù a questo punto afferma di avere qualcosa da dire che prima uno non sarebbe stato in grado di capire, di fare proprio, di inserire come elemento vitale. Insomma il cristiano é chia­mato a non lasciarsi catturare da un settore, come quello dell'infermità e quindi a vivere da infermo, ma ad aprirsi, pur nella difficoltà, "alla verità tutta intera".

Sono considerazioni che compio durante l'omelia e lo sguardo non può continuare ad errare sopra le teste degli ascoltatori, eurgente guardare i volti che ora possono anche distendersi, ma poi quando I accompagnatore avrà chiuso la porta di casa e se ne sarà andato, che sarà?

Lo Spirito di verità prenderà del mio e ve l'annuncerà" sono parole che invitano a fare questa esperienza. Certo, se lascio che in me abbia il sopravvento lo stato d'animo che il momento difficile comporta, non ci sarà speranza, ma solo tentativo di sopravvivere. Aprirsi alla Spirito di verità è accogliere la realtà e concludere che c'è la via d'uscita. La presenza viva e vera dello Spirito del Signore, che non lascia solo, offrirà l'occasione per orientarsi alla verità tutta intera. Spingo lo sguardo oltre i volti degli anziani e colgo l'attenzione di adulti e giovani presenti alla messa. Con me stanno riflettendo che l'infermità è possibile in ogni momento della vita, anche in quello più vivo e brillante. E' la paralisi che blocca tante esistenze. ferme su di un settore che potrà essere altro dalla malattia, ma con lo stesso risultato.

Da ragazzo, ricordo di aver aiutato dei sacerdoti molto anziani a salire i gradini che portavano all'altare. Al preoccupato "salirò all'altare di Dio", seguiva il rasserenante :" al Dio che rallegra la mia giovinezza". Dio dà valore e gioia ad ogni età e situazione della vita, occorre solo lasciargli spazio per agire e non bloccarlo con la nostra pigrizia. Lui è la luce anche per la notte più nera.

don giorgio