Parrocchia dei SS.Pietro e Paolo di Luino
Pentecoste ancora e sempre
da Camminiamo Insieme - anno 18, n.40 del 03/06/2001-
Sono tanti, anche troppi, i problemi che gravano sul mondo,
sui paesi in via di sviluppo, sul nostro paese, sulla società, sulle
famiglie: che significato può avere, di fronte ad una tale somma di
fatti, celebrare la Pentecoste? Questa domanda affiora in me, mentre osservo
i sacchetti di riso la cui vendita porterà un piccolo vantaggio ad
un orfanotrofio rumeno. Si fa avanti una frase che mi è rimasta impressa:
" Se tanti piccoli uomini, in tante piccole parti, facessero tante
piccole azioni di bene, certo il mondo sarebbe migliore.". Nostalgia
di un mondo più giusto e fraterno; stupore per l'ingegno di tante persone
che nei modi più diversi, dal sacchetto di riso al tempo dedicato ad
un'associazione di volontariato, offrono un po' di se stessi; amara constatazione
di una cronaca che offre sempre maggior spazio alla violenza, alla sopraffazione,
all'inganno. In questa spirale rimangono travolti bambini e anziani, risucchiati
da un desiderio sfrenato di avere. Accanto a tanti che donano, troppi pretendono,
ricattano, strappano, usano violenza... Le parole, gli atteggiamenti, le prese
di posizione, i rifiuti, le aggregazioni espresse dagli adolescenti, spiazzano
il mondo degli adulti che ritornano sul passato, accusano il benessere e il
permissivismo, per terminare con la inevitabile mancanza di ideali.
Ho trovato questa frase in Péguy, un autore francese
posto a cavallo tra il 1800 e il 1900: " Non sono un santo. La santità
si riconosce subito. Io non sono un santo, sono un peccatore, un buon peccatore,
ma un peccatore che ha tesori di grazia e un angelo custode stupefacente..."
In questo ritratto è evidente il puntare diritto non
su ciò che è motivo di forza agli occhi di tutti: denaro , intelligenza,
astuzia, orgoglio, ma sul limite, su ciò che blocca la propria vita:
il peccato. C'è ancora la chiara percezione della santità, del
vivere buono, bello, pulito, trasparente, generoso, fraterno, solidale, anche
se si impone che questa non è la mia storia . La conseguenza non è
il tirare a campare o l'impiantarsi vittima, ma la constatazione che c'è
la grazia e c'è "un angelo custode stupefacente".
Non voglio fermarmi a commentare oltre, ma indicare proprio
la Pentecoste come fatto urgente per me e penso per tutti.Curare le condizioni
per riconoscere unerrore, sbaglio, peccato, non è questione di passato,
che può essere tacciato sempre di essere roba d'altri tempi, nè
di ideali che uno può sempre ritenere più o meno bizzarri, è
questione di avere un pensiero. E Péguy si sente che ha un pensiero,
il pensiero di Cristo. Non è un disorientato, uno che procede per tentativi,
ma ha fatto una scelta di campo. Anche per lui, come per tanti altri, c'è
stata la via di Damasco, cioè il luogo dove è avvenuto il cambio
di direzione. Per me, e penso, per altri, il rischio grosso sono il compromesso,
il giustificarsi, il rimandare, lo spostare il problema o i termini della
questione, l'argomentare, il disquisire, senza comprendere che così
ci si allontana da un pensiero e si tira a campare.
Lo Spirito che ha animato la vita di Gesù e di tante
persone, ancora è a disposizione nostra, occorre fargli spazio. Concretamente
sarà già un buon primo passo stare davanti ad una pagina di
Vangelo e sentire la distanza ed invocare che il pensiero di Gesù,
il suo vivere, parli e interpelli il mio vivere.Sarà lo Spirito a proseguire,
a portarci ad una salutare confessione e poi a stare come un buon peccatore
con altri peccatori. Si può stare certi che non mancherà la
grazia di Dio e un buon angelo custode. Questo non è un abbassare il
livello, non è un ributtare lontano la gravità dei problemi,
è assumere su di sè la certezza di non essere più lasciato
a se stesso o allo sbando, ma incamminato con altri verso una via più
vera e dignitosa.
don giorgio
Raccolta del Camminiamo Insieme:
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E' questione di fascino da Camminiamo
Insieme - anno 18, n.21 del 21/1/2001-
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Dare o avere da Camminiamo Insieme
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