E' importante poter contare su chi ti vuol bene
da Camminiamo Insieme - anno 18, n.23 del 28/1/2001-
Il Consiglio Pastorale Decanale si è seduto al capezzale
della famiglia per diagnosticare i mali e indicare la terapia. Se da un lato
è legittimo questo intervento, dall'altro c'è il rischio di
colpevolizzare. E' tipico del bambino distribuire le colpe, prendersela con
chi è più vicino, lamentarsi di non essere capito, esimersi
dall'impegno. Così non possono però comportarsi degli adulti
che sciupano tempo ed energie a colpevolizzare la società, la scuola,
l'oratorio, la famiglia, per cercare di salvare il proprio ambito. Per mia
irriducibile mentalità celibataria sento di non essere indicato ad
offrire suggerimenti, terapie...E allora smetto di stare al capezzale del
malato, compio quella che può sembrare pazzia e tratto la famiglia
da sano, da soggetto che ha qualcosa da fare e da dire. Mi sembra giusto che
ogni famiglia racconti se stessa. Non parlo di un raccontare a parole o di
un "mettere in piazza", ma di un inserirsi dialogico con ogni ambiente.
Non è certo dialogico il confronto se, a capo chino, chiedo e ascolto,
con la convinzione che il classico coltello è rivolto verso di me perchè
l'altra parte lo stringe per il manico. Nemmeno è dialogico l'invocare
privilegi, sconti, riduzioni, patteggiamenti, chiusura di un occhio...quando
ci sono precisi doveri, obblighi o adempimenti. Nel dialogo si accoglie e
si offre, si esige e ci si impegna, si chiarisce e si da fiducia, si fissa
una meta e insieme si realizzano gli obiettivi intermedi, si chiede aiuto
e si riconosce la competenza, si chiede stima e la si onora, si ascolta e
si risponde con la voglia di cercare e trovare la verità non astratta
ma concreta per quella persona, situazione...Ci sono momenti di partecipazione
che chiedono di essere rivitalizzati e non resi insignificanti, per rendere
evidente la premura familiare sul piano educativo non solo verso i figli,
ma anche all'interno della coppia. La comunità cristiana, come quella
civile, si accorgono che la problematica aumenta a dismisura se la famiglia
non è viva, partecipe, salda, unita. Per superare un momento di crisi
non basta chiudere gli occhi e aspettare che passi, facendo i debiti scongiuri
o recitando preghiere. E' urgente che proprio l'amore per la propria realtà
familiare porti a incontrare altri nuclei che vivono un'identica passione.
Apro quindi le braccia per accogliere soprattutto le giovani famiglie perchè
trovino ed offrano aiuto nelle varie attività parrocchiali, oratoriane,
legate alla Scuola Maria Ausiliatrice. Mi rendo disponibile a proposte, attese,
iniziative che promuovano l'incontro. Invito a considerare la ricchezza di
un cammino spirituale che, nell'ascolto della Parola di Dio, conduce a lavorare
perchè si affermi la civiltà dell'amore in un crescendo di gesti
e premure che coinvolgano anche chi può conoscere la delusione di un
matrimonio finito. E' troppo importante poter contare su persone che sono
per te, che vogliono il tuo bene, che ascoltano il racconto del tuo quotidiano,
che sanno pazientare e credere nella tua crescita e fanno tutto questo gratis
e con amore.
Credi nella tua famiglia perchè anche gli altri ci possano
credere!
don giorgio