Servirà a qualcuno?
da Camminiamo Insieme - anno 18, n.19 del 7/1/2001-
All'inizio di un nuovo anno ho bisogno anch'io di uno sguardo meno
fatalista che si fregia di un "tanto è sempre la stessa cosa".
Trovo nel bagaglio della mia esperienza, compiuta in occasione della benedizione
delle famiglie, il necessario per riprendere il mio contatto vivo e vibrante
con il tempo. Mi spiego.
Si capisce che la nostra gente aspetta il sacerdote per la benedizione,tutto
è in ordine. Non sempre è possibile o facile dove ci sono
persone inferme. Eppure, sono capitato in qualche casa e ho trovato
non solo ordine e pulizia, ma soprattutto cura, premura, valorizzazione
del passato e soprattutto sguardo fermo sul futuro. Più frequente
è lui che vive l'infermità e lei lo assiste. Voglio però
prendere spunto da un lui che si prende cura della moglie che da anni
è inferma. Che il matrimonio sia per loro una cosa importante
lo si tocca con mano.
Qui c'è uno spessore di fiducia e affidamento reciproco che
stupisce. Che la salute sia un bene è ovvio, ma che terminata
questa risorsa ci sia spazio solo per la morte , è un errore.
C'è tutto un presente di vicinanza, frequenza, parola. Che uno
stia bene è importante ma non decisivo:"se non ce la facciamo
più ci ritiriamo nela casa di riposo insieme". Potrei continuare
a raccontare di tante altre esperienze. Le mie visite inattese, con
l'unico preavviso di un colpo di campanello, incontrano la consueta
accoglienza e disponibilità, con il rammarico per una visita
che si vorrebbe più lunga. Per me diventa decisivo quello che
queste esperienze provocano. Mi fanno sfuggire dalla morsa dl "tanto
è sempre la stessa cosa"o del "già fatto",
"già visto", "non succede niente", "non
cambia niente" e avanti con il corteo funebre ritmato da lamenti
e con l'unica prospettiva di non essere disturbati....