Non basta più essere nella norma

da Camminiamo Insieme - anno 18, n.28 del 04/03/2001-

 

Sto imparando a dare alla mia giornata un po' di pace, calma, distensione. Qualcuno dirà: può permetterselo, non ha da timbrare il cartellino, da mandare avanti una casa. Certo, mi sono però accorto di manifestare un'eccessiva fretta, di guardare l'orologio, di voler tirare le somme di un discorso o di arrivare a concludere senza valutare i ritmi di un altro. Se aggredisco così il tempo, logoro me stesso e gli altri concludono che sono troppo preso e non ho tempo per loro. Da quando mi sono dato una regolata con precise scelte di vita, sono arrivati i primi frutti. In questi pensierini sto prendendo spunto dalla vita delle persone, più che dal grande libro della natura e dell'opera umana. Raccolgo tanti spaccati di vita che esprimono soddisfazione, dopo il periodo di prova, come con una mamma che affretta il suo passo verso il lavoro; che invitano alla ricerca di un'identità, dopo tanto affanno e ritmo serrato di cose da fare: che accentuano il bisogno di staccare per ritrovare il perchè di un vivere percepito come un insieme di fatti scontati...C'è un vivere frenetico, senza orientamento, se non quello delle cose da fare. Che ci voglia uno sguardo più ampio, un orizzonte aperto, una visione più completa, un bagaglio di valori incarnati è desiderio che affiora in tutti quando la cronaca sbatte in faccia i disperati esiti di tante esistenze, non ultima la tragedia di Novi Ligure. Tutti allora decidono per il logorio di un tran tran che fa sentire come automi o per il vuoto giovanilismo ad oltranza che cavalca le onde, sotto la spinta dei venti propizi, senza meta se non quella del divertimento, o per una normalità che certamente non è bastata a scongiurare la tragedia. Sento di essere sulla pista giusta per l'aiuto di una persona che, satura, mi dice il bisogno di lasciare tutto l'ingrovigliato mondo di pensieri, dubbi, supposizioni...Ma è possibile? E' possibile se ci si apre alla presenza di una spiritualità. La risposta non poteva che essere: ma io non sono in un convento, ma sono un prete. Spiritualità è lasciare che Dio, attraverso il suo Spirito, che ha animato la vita di tanti uomini e donne, ripeta la sua presenza viva e significativa. Permane l'errore di pensare che tutto proceda bene o male a secondo della risposta delle persone o delle cose. E invece tanto dipende dal nostro stato d'animo, dalla nostra situazione interiore. Qualcuno afferma: basta un po' di ottimismo perchè tutto vada bene, diversamente tutto andrà male. Ho visto gente, spensierata in compagnia, avere una chiusura scoraggiante in famiglia.La spiritualità non è una cosa da niente, ma è ciò che salva la vita dall'insignificanza che inevitabilmente non paga. I figli percepiscono se papà e mamma hanno qualcosa di vero e valido da porgere o nascondono il vuoto e il disorientamento con continui richiami e rimproveri che lasciano indifferenti. L'aver davanti il tempo di Quaresima con i suoi ritmi e le sue proposte di vita cristiana è occasione da non perdere. Gli esercizi spirituali parrocchiani vogliono offrire un aiuto a praticare una spiritualità laicale. Se hai dentro il desiderio di vivere oltre la normalità, vieni e vivi questo ritmo salutare di preghiera e di meditazione perchè urge un'altra vitalità.

don giorgio


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