Parrochia Cristo Re


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TEMPO ORDINARIO

LITURGIA > OMELI ANNO A

SECONDA DOMENICA DELL'ANNO
- A -

Domenica scorsa abbiamo celebrato con la liturgia il Battesimo di Gesù ed ancora oggi nella liturgia ritorna una figura a noi nota: Giovanni il Battista per indicare agli uomini che Gesù è il vero Agnello di Dio venuto per assumere su di se il peccato degli uomini e ridare ad essi la purezza del perdono. Giovanni il Battista è mandato per presentarcelo nella sua vera veste di Salvatore. Dio ha mandato il Battista per presentarcelo con questa missione e Giovanni ce ne dà testimonianza attraverso la voce dello Spirito Santo, che tutti ascoltano nell’atto del Battesimo di Gesù.
Isaia nella prima lettura si sente un chiamato da Dio per essere un suo messaggero che deve far conoscere il Suo Nome a tutte le genti. Ben presto la comunità cristiana vedrà in questo brano la missione riservata al Messia. Nella seconda lettura di Paolo ai fratelli di Corinto si presenta con la benedizione del Padre: i corinti, che ricevono l’annunzio della salvezza, sono coinvolti nell’opera redentivi del Cristo, per cui essi sono benedetti e pieni della grazia della salvezza.

LETTURE
ISAIA: 49,3.5-6
PRIMA CORINTI: 1,1-3
GIOVANNI: 1,29-34.


TERZA DOMENICA DELL’ANNO
- A -


Stiamo celebrando la liturgia della terza domenica dell’anno e siamo quindi all’inizio del cammino di fede di questo nuovo anno liturgico.
Oggi ci parla ancora una volta il profeta Isaia, che dall’esilio parla al popolo eletto e gli prospetta il progetto di salvezza che Dio realizzerà nel tempo futuro. La salvezza verrà dalla Galilea e si aprirà in tutto il mondo aprendo i suoi confini dal mare. Allora per tutti ci sarà un momento di luce; ricordiamo che la luce è il simbolo della vita, della gioia, e quindi della salvezza.
Il Vangelo può essere letto in quattro punti fondamentali:
Da Dio parte l’iniziativa di riavvicinare l’uomo dopo il peccato e gli dona ogi possibilità di redenzione. Il suo progetto è un progetto universale, che parte dalla Galilea e si apre al mondo;
Da Dio parte l’iniziativa di coinvolgere l’uomo in questo progetto, non solo come colui che dovrà usufruire della salvezza, ma come colui che deve collaborare perché essa raggiunga tutti gli uomini;
Gesù inizia la sua opera di annunzio partendo da un luogo sacro a Israele: dalla sinagoga, quasi per significare la continuità tra il popolo di Israele e quello cristiano;
Infine l’evangelista riporta il concetto che i miracoli che Egli compie sono perché il mondo creda nella sua opera.
Infine Paolo, scrivendo ai cristiani di Corinto, li mette in guardia dal rischio delle divisioni. Chi segue Cristo non può costruire il suo cammino fondandosi sugli uomini, anche se essi sono degli Apostoli, ma deve costruire tutto il suo cammino sulla figura e sull’insegnamento di Cristo. Con Lui non ci possono, né debbono esserci divisioni, ma devono tutti vivere la figliolanza di Dio.

LETTURE
Isaia 8,23b-9,3
PRIMA CORINTI 1,10-13.17
MATTEO 4,12-23




QUARTA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
- A-


Stiamo celebrando la liturgia della quarta domenica del tempo ordinario e seguendo la stessa liturgia ci accorgiamo che stiamo camminando con Cristo che è alle prese con l’inizio del suo apostolato. Il Vangelo, infatti, ci presenta quasi il programma del suo ministero con il discorso delle beatitudini. Lui ovviamente non è dalla parte dei forti e di coloro che si sentono al sicuro nella lorovita, ma si schiera dalla parte dei deboli, di colro che hanno bisogno e principalmente di coloro che confidano in Dio e che conducono o condurranno una vita molto vicina all’osservanza della legge e del Vangelo. Su questa scia cammina anche il profeta Sofonia.
San Paolo sottolinea che la scelta di Dio e rivolta verso gli umili, i bisognosi e verso coloro che confidano in Dio.

LETTURE

SOFONIA 2,3:3,12-13
PRIMA CORINTI 1,26-31
MATTEO 5,1-12°




SESTA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
- A -

La liturgia di questa domenica ci porta a riflettere sulle nostre responsabilità di fronte alla legge di Dio. Essa è stata data all’uomo perché abbia una guida nel suo cammino, e nel momento in cui Dio gliela consegna non usa un linguaggio di imposizione, ma di proposta: se vuoi camminare sicuro osserva questa legge, ma se invece vuoi fare un’altra scelta sei sempre libero di farla, assumendoti, però, ogni responsabilità. Dio non obbliga, ma solo propone. Noi siamo i protagonisti dell’osservanza o meno della stessa legge. San Paolo ci ricorda che noi abbiamo a scegliere tra la sapienza di Dio e quella dell’uomo. La sapienza dell’uomo è sempre più limitata, mentre quella di Dio è più completa e ci conduce con più certezza verso la buona via.
Infine nel Vangelo ci viene fatta una sintesi dell’intera legge di Dio e Gesù dichiara che Egli è venuto non per cambiare o abolire la legge di Mosè, ma per dare una maggiore completezza. La legge di Dio non può essere osservata come una qualunque altra legge, ma deve avere alla sua base l’osservanza dell’amore: è questa la perfezione della legge voluta da Cristo. Senza l’amore non si può camminare con Cristo. Egli infatti ci ha educati al cammino di amore.

Letture:
Siracide 15, 15-20
Prima Corinti 2, 6-10
Matteo 5, 17-37


SETTIMA DOMENICA DURANTE L’ANNO

- A –


La chiesa con la liturgia di queste domeniche sta aprendo dei cammini affinché il cristiano abbia davanti a sé delle certezze di vita cristiana e nel suo cammino di fede abbia un punto fermo da tenere presente. In questo modo il cristiano si sente continuamente sollecitato a seguire la via dettata dal Vangelo.

Dio nella prima lettura si pone come esempio da seguire anche se conosce la debolezza dell’uomo con cui ha stabilito un’alleanza per condurre l’uomo alla salvezza. Dio si pone come esempio di vita da seguire; a suo esempio non deve odiare, non si deve vendicare, ma deve perdonare, amare e aiutare l’uomo a rivedere delle scelte sbagliate, quando esse non corrispondono all’osservanza dell’alleanza. Sulla stessa scia cammina Cristo nella sua predicazione. L’uomo deve imitare il Padre nel suo cammino e principalmente deve essere condotto al perdono come perdona il Padre che è nei cieli.
Paolo scrivendo, ai corinti, ricorda che mediante l’alleanza stipulata nel Battesimo, l’uomo deve accogliere la vita di Dio e deve stare attento all’uso della sua sapienza o conoscenza, che è sempre inferiore a quella divina. La sapienza o conoscenza di Dio supera ogni conoscenza umana ed essaè in grado di annullare ogni sapienza umana.

LETTURE
LEVITICO 19,1-2.17-18
PRIMA CORINTI
3,16-23
MATTEO
5,38-48


VIII DOMENICA DURANTE L’ANNO
A –

Può capitare anche a noi di sentirci qualche volta soli, abbandonati da tutti e, forse anche, ci sembra di essere stati abbandonati da Dio, ed in un momento di disperazione abbiamo così dubitato della sua esistenza o perlomeno della sua attenzione verso di noi. Ma così non è stato, perché Dio ci ha fatto capire che Lui non ci ha abbandonato, ma che forse siamo stati noi a non aver percepito la sua presenza ed allora la nostra posizione è anche cambiata e noi abbiamo ripreso a vivere la nostra esperienza con Lui. E’ quanto accadde al popolo eletto che si sentiva solo e abbandonato, ma che la voce del profeta Isaia si fece sentire sottolineando che non è possibile che Lui si sia dimenticato del suo popolo eletto: può una madre dimenticarsi del suo figlio? Ci dice il profeta e se anche ciò avvenisse, Dio non si diementica mai di noi, perciò camminiamo nella sicurezza di non essere mai soli. Gesù ci ricorda, nel Vangelo, che l’insegnamento del profeta risponde a verità e che come Lui si preoccupa dei fiori del campo, tanto più si ricorderà di noi, creati a sua immagine e somiglianza.
Paolo ribadisce che l’apostolo è un amministratore dei beni celesti e come tale è soggetto al solo giudizio di Dio, dal quale nessuno può essere esentato.
Noi, come discepoli di Cristo, siamo chiamati a vivere secondo il suo santo insegnamento e ad avere il suo santo timore e a non avere timore del giudizio umano ma solo di quello divino.


LETTURE
ISAIA 49,14-15
PRIMA CORINZI 4,1-5
MATTEO 6,24-34


IX DOMENICA DURANTE L’ANNO
-A-

Il nostro rapporto con Dio non si può fondare unicamente su una ricerca intellettuale, ma deve avere anche un riscontro pratico che abbia una fattiva operosità. E’ facile dire che noi crediamo in tutto ciò che la Chiesa ci insegna, in tutto ciò che noi leggiamo nei testi sacri, ma diventa più difficile passare mettere in pratica quanto noi crediamo. Specie quando siamo chiamati a trattare con il prossimo o quando con la vita dobbiamo dare testimonianza di tutto quello in cui crediamo.
Nella prima lettura Mosè, rivolgendosi al popolo eletto, lo esorta a fare attenzione alle sue parole e ai suoi insegnamenti, essi debbono essere sempre presenti nella vita dell’uomo, devono restare sempre impressi nel proprio cuore per essere osservati e messi in pratica e avere in questo modo la benedizione di Dio. La legge di Dio è per il bene dell’uomo. Gesù esorta a non fermarsi, nel rapporto col Padre, a sole parole,ma di passare dalle parole ai fatti. Se il vivere con Gesù non ci conduce ad una operatività sarà inutile dichiararsi suo discepolo, essere discepolo significa accettare i suoi insegnamenti e vivere di conseguenza.San Paolo ai romani ricorda che l’uomo è giustificato, cioè reso santo, non dalle opere della legge, ma dalle opere che scaturiscono dalla nostra fede in Cristo, che hanno un naturale sfogo nelle opere.




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