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MESSAGGIO DEL VESCOVO

LITURGIA > OMELI ANNO A

S.E. Rev.ma Mons. BENIGNO LUIGI PAPA


Messaggio per la Quaresima 2011

Fratelli e sorelle carissimi,

con la Quaresima incomincia il periodo di preparazione spirituale alla Pasqua e,come ogni anno, sento la responsabilità pastorale di farvi pervenire il mio messaggio, tanto più che questa è l’ultima Pasqua che, come vostro Arcivescovo, trascorro tra voi. E’ un messaggio che intendo rivolgere a tutti i fedeli cristiani e anche agli uomini di buona volontà del territorio diocesano.
1.rivolgo anzitutto ai Sacerdoti, ai Diaconi, ai membri di vita consacrata, agli operatori pastorali, ai laici delle associazioni ecclesiali, a tutti i fedeli che hanno una coscienza riflessa della fede e a quanti sta molto a cuore la vita e la missione della Chiesa. A tutti costoro dico di vivere la Quaresima come tempo di discernimento spirituale finalizzato a rendere la propria vita sempre più simile a quella di Gesù. E’ nella conformità della nostra vita alla Sua che, infatti, c’è la santità e,con essa, la gioia della vita personale e la fecondità dell’azione pastorale. Il perseverante ascolto della Parola, la viva partecipazione alla liturgia della Eucarestia e della Penitenza, la pratica della carità sono la via maestra che conduce alla purificazione del cuore e all’assimilazione progressiva della nostra vita a quella di Gesù. Facciamo Pasqua con Lui!

2.con delicatezza, parlare anche al cuore di coloro che cristiani non sono e che ritengono che si possa vivere senza Dio e senza Cristo nella storia senza venire meno alle proprie responsabilità personali e sociali. A costoro mi permetto di dire che quella religiosa è una dimensione costitutiva della vita e che se si esclude Dio da essa si finisce inevitabilmente per crearsi dei surrogati di Dio che occupano il suo posto. Suggerisco anche di considerare la quaresima dei cristiani come una utile provocazione spirituale a prendere in mano la vita e verificare quale senso dare ad essa. Può darsi che le parole del rito del Mercoledì delle Ceneri: “ricordati, uomo, che sei polvere e in polvere ritornerai” oppure “convertiti e credi al Vangelo” non siano, poi, da ritenersi come residui rituali di una religione che non dice più nulla alla coscienza culturale e religiosa degli uomini del nostro tempo, ma piuttosto un utile suggerimento a fare i conti, nella impostazione della propria vita, con la precarietà della nostra condizione umana mortale e a scoprire la forza umanizzatrice della vita che è presente nel Vangelo a cui, in ultima analisi e in fin dei conti, vale la pena di porre tutta la propria fiducia. Vi invito a provare per credere.
3.anche a tutti coloro che, pur avendo avuto nella fanciullezza un’educazione cristiana, per motivazioni le più diverse hanno abbandonato la pratica religiosa,ma avvertono nostalgia di Dio e il bisogno di recuperare un rapporto interpersonale e di amicizia con Lui. A tutti costoro, con paterna sollecitudine pastorale, dico: il Signore Dio vi aspetta, pronto ad abbracciarvi e baciarvi come si legge nella parabola evangelica del Padre misericordioso (Lc 15,20).Nonostante tutto, il Signore Dio continua ad amarvi. E se talvolta, ubriachi di una presunta autonomia morale, avete fatto un uso sbagliato della libertà e avete sperimentato la nudità esistenziale e la paura (Gen 3,7.10), sappiate che,nella sua bontà, il Signore è pronto ad accogliervi nella sua casa che è la Chiesa e a far festa con voi e con tutti i suoi amici. Tornate a Cristo, non abbiate paura di ricominciare il vostro itinerario di fede e di amore.
4.posso dimenticare i detenuti nella casa circondariale di Taranto ove per venti anni, a Natale e a Pasqua ho avuto la gioia di annunciare il Vangelo di Dio e di celebrare la santa Eucaristia. A costoro voglio ricordare che Gesù è venuto “per proclamare ai prigionieri la liberazione” (Lc 4,18), che è morto per liberarci dal peccato e che la sua risurrezione dalla morte ci dice che non può esserci al mondo alcuna forma di morte che, con la potenza del suo Spirito, non possa essere vinta. Per questo posso rivolgermi a voi con fiducia e speranza e dirvi che anche nel carcere si può recuperare la dignità di persone e l’esercizio di una libertà interiore con cui ricostruire il futuro della vita. Per raggiungere questo scopo è determinante chiedere umilmente perdono a Dio del proprio peccato, e chiedere con la preghiera la grazia di assistere la vostra volontà nella ferma determinazione di osservare i comandamenti di Dio, la pratica della giustizia e la riconciliazione del cuore. Chiedete al Signore la grazia della conversione!

5.lasciato per ultime le persone che hanno il primo posto nel mio cuore: gli ammalati, i sofferenti nell’anima e nel corpo e tutti coloro che sono costretti a trascorrere il tempo della Quaresima, e non solo questo tempo, nel letto del dolore. Vorrei che mi sentiste a voi vicino, seduto accanto al vostro letto con la disponibilità a condividere la vostra sofferenza e il vostro dolore. Mi permetto di suggerirvi che c’è un modo cristiano di vivere la sofferenza e renderla una risorsa per la vita: trasformarla, con un atto di amore, da una sofferenza che si subisce passivamente a un atto di offerta che attivamente si presenta a Dio, in comunione con Gesù, per la redenzione dell’umanità. E’ una maniera privilegiata di vivere la Quaresima e la Pasqua che Dio riserva ai suoi figli più cari, perché si tratta di imitare Gesù nella modalità con la quale Egli ha affrontato la sua passione e la sua morte lasciandoci un esempio perché ne seguiamo le orme (cfr 1 Pt 2,21). Con questa operazione,che è dono dello Spirito di Gesù, voi trasformate il letto del dolore in un altare e sarete protagonisti di un miracolo che alcuni ammalati già vivono: avere l’animo pieno di gioia pur nella sofferenza.

6.e sorelle carissimi, viviamo la Quaresima come una opportunità che ci viene offerta da Dio, tramite la Chiesa, a lasciarci educare da Lui alla vita buona del Vangelo. Attraverso la parabola umana di Gesù Dio si rende nostro pedagogo e nello stesso tempo modello di vita per le parabole storiche della nostra umanità. Il tempo della vita, che Dio ci concede, deve essere da noi utilizzato per vivere bene e fare del bene secondo la Sua Volontà.

Vi benedico con affetto paterno
Aff.mo in Cristo

+ Benigno Luigi PAPA




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