Parrochia Cristo Re


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CONVEGNO UNITARIO PARROCCHIALE

CATECHESI

RIFLESSIONE COMUNITARIA SULLA CATECHESI
al convegno unitario parrocchiale


All’inizio di questo incontro, ricordiamo, quanto abbiamo detto precedentemente, che il nostro cammino deve avere il carattere di unitarietà, che non significa unicità (cfr. Convegno diocesano 2009/10) ma che, essendo in tanti, abbiamo bisogno di un cammino di base unico, rimanendo sempre nella nostra particolare specificità di gruppo ecclesiale. Per cui si rimane in tanti con una sola caratterizzazione: popolo di Dio che cammina incontro al Signore.
Il Convegno diocesano di quest’anno ci ha proposto il tema dell’essere gruppi che educano col proprio cammino.
La Caritas educa;
la liturgia educa;
la catechesi educa.

Questa sera vediamo da dove prende la sua forza colui che educa per vocazione (catechisti) e dove è prospettato il suo cammino con la sua meta finale.

DIO EDUCA
Nella storia della Salvezza, il Padre parla ed educa ad una vita giusta – santa – retta; questo concetto viene messo in risalto alla luce di molti avvenimenti biblici veterotestamentari: NOE’ – ABRAMO – GIUSEPPE IN EGITTO - MOSE’ – PROFETISMO.
Dio ama il suo popolo e il suo amore lo estende a tutti i popoli; Israele ha la vocazione di coinvolgere tutti gli uomini alla salvezza; tutti devono conoscere che Dio ama ogni uomo, perché ogni uomo di qualsiasi razza, popolo, lingua e nazione è suo figlio, Israele è luce per tutti i popoli.

CRISTO EDUCA
Con Cristo abbiamo una presenza del Padre più chiara e qualificata: Cristo è la Parola viva del Padre presente in mezzo a noi. Cristo ci dice chiaramente che la Sua Parola (= insegnamento) è quella del Padre e che Lui e il Padre sono una cosa sola sul piano dell’operatività (annuncio), non così sul piano dell’entità.

LO SPIRITO SANTO EDUCA
Lo Spirito Santo è colui che darà forza alla parola (annuncio) degli Apostoli. Ricordiamo che Gesù disse: lo Spirito vi ricorderà ogni cosa e vi farà conoscere più a fondo le cose che io ora dico a voi. A proposito ricordiamo:
la missione dei settanta discepoli, che poi tornarono pieni di entusiasmo per aver visto i demoni sconfitti;
Cristo che dopo la sua risurrezione convoca i discepoli e conferisce loro il mandato di andare per il mondo e predicare ciò che da Lui hanno udito e imparato;
col Battesimo ogni cristiano è un mandato a dare testimonianza della propria fede e a dare l’annuncio della Risurrezione di Cristo.

LA CHIESA EDUCA
La chiesa oggi più che in altri tempi storici, sente forte il dovere di evangelizzatrice. Il Papa, i Vescovi e i pastori, in genere, non cessano di sollecitare il popolo di Dio ad essere veri annunciatori della Sua Parola. Ricordiamo i documenti che la stessa Chiesa emana in questo campo specifico e gli sforzi che essa oggi sta cercando di compiere; essi sono veramente tanti ad ogni livello: interventi per fanciulli – ragazzi – adolescenti – giovani – adulti. Tutti sono chiamati ad evangelizzarsi e ad evangelizzare – catechizzare. Non si può dare se non si possiede. Se possediamo la Parola, daremo la Parola; se possediamo frivolezze, daremo frivolezze.
A questo compito siamo coinvolti tutti noi battezzati, in modo particolare, perché abbiamo avuto la Parola: Cristo.

CI CHIEDIAMO
In quali ambienti dobbiamo catechizzare? Negli ambienti in cui quotidianamente viviamo, senza atteggiamenti particolari, che esprimono, qualche volta un senso di superiorità agli altri; dobbiamo dare con l’esempio della nostra vita semplice e spontanea.

Nella relazione al Convegno diocesano, Salvatore Currò, sviluppava questi concetti:
La catechesi educa se dice il Vangelo interpretando la verità dell’umano
La catechesi educa se è testimonianza di relazioni ricche e vere
La catechesi educa se è capace di sostenere un cammino spirituale in questo nostro tempo.

Tenendo presente quanto detto non resta che sentirci chiamati nel ministero dell’annuncio della Parola o:
Come mandati a compiere un servizio nella e per la comunità
Come semplici cristiani che nel silenzio e nel nascondimento parlano di Dio con le proprie opere e forze.

Questa è stata solo una riflessione per dare forza al nostro cammino cristiano quotidiano guardando sempre allo scopo della nostra vita: amare, conoscere e servire Dio e farlo amare, conoscere e servire anche dagli altri.


p. Antonio MARIGGIO'

RELAZIONE AL CONVEGNO PARROCCHIALE


Per la prima volta mi metto di fronte a voi a parlare... non sono abituato a questo... preferisco fare e non dire; le cose da fare sono tante e di parlare si parla già tanto, su tante cose, e le cose da fare, molto spesso, le lasciamo fare agli altri. Bisogna cambiare qualcosa anche se, sotto alcuni punti di vista, qualcosa sta già cambiando.
L'ambito di cui ci occupiamo stasera è la catechesi, che come abbiamo ampiamente ascoltato negli incontri precedenti, è in stretta relazione con quelli della liturgia e della carità. Fare catechesi vuol dire educare. L'educazione è il tema centrale nella vita di qualunque comunità, è la questione fondamentale del nostro tempo, è un'emergenza, è una sfida. Il contesto attuale chiede di porsi con serietà di fronte alla comprensione delle trasformazioni in atto e di esercitare con serietà, passione e autenticità il compito educativo.
Il catechista, si sa, è una persona capace di trovare il tempo, fra mille occupazioni, da dedicare alla formazione umana e cristiana della persona affidatagli.
Qual è il fine a cui i catechisti tendono?
Che i ragazzi scoprano la bellezza e la forza della fede in Gesù, vissuta nella comunità della Chiesa. Che i destinatari della loro opera accolgano con simpatia e gioia l'annuncio del Vangelo e decidano liberamente di mettere Gesù a fondamento della loro vita.
Per ottenere questi risultati è necessario innanzitutto una fattiva collaborazione con tutta la comunità parrocchiale e con le famiglie.
L'educazione alla fede dei bambini e dei ragazzi è prima di tutto compito “inalienabile e insostituibile” dei genitori; sono loro i primi ad insegnare ai figli il segno della croce e le prime preghiere.
La comunità parrocchiale già da parecchi anni, come il vescovo ci suggerisce, ha voluto coinvolgere i genitori nei momenti forti della liturgia e nel particolare percorso di preparazione ai sacramenti di iniziazione cristiana.
In passato si era verificata una forte presenza di genitori durante momenti di preghiera con i bambini e ragazzi nel periodo di Avvento e Quaresima.
Occorrerebbe, comunque, attivarsi sempre di più per creare un rapporto continuo con le famiglie.
Nel cammino catechistico della nostra parrocchia, in qualche modo, si è cercato di coniugare catechesi, liturgia e carità, con l'aiuto dei responsabili parrocchiali, degli operatori della Caritas, della Liturgia e degli adulti della parrocchia.
Si è dato rilievo alla Liturgia domenicale, all'animazione da parte dei ragazzi di ogni gruppo (catechismo – A.C.R., Araldini, Scouts) nei canti, nelle letture, nella processione offertoriale con viveri in determinati momenti dell'anno come Avvento – Quaresima.
È importante il servizio offerto dai piccoli ministranti durante la celebrazione eucaristica.
- Già da parecchi anni vengono organizzati ritiri spirituali in preparazione ai sacramenti.
sono stati inseriti nella programmazione pastorale ritiri spirituali per tutti i gruppi operanti in parrocchia durante l'Avvento e Quaresima.
Ci sono stati momenti di preghiera e di condivisione con la distribuzione di giocattoli nei giorni che precedono il Natale.
Con i preadolescenti sono stati organizzati campi scuola formativi nei conventi francescani a Manduria e ad Alessano.
Da due anni sono state rappresentate alcune scene della Passione di Gesù con una nutrita partecipazione dei ragazzi del catechismo, A.C.R., del gruppo sportivo ANSPI calcio e delle loro famiglie.
In prossimità del Natale dal 2009 è stato allestito il mercatino della solidarietà, buona parte del ricavato è stato utilizzato per l'acquisto di indumenti ai bambini rumeni della nostra parrocchia.
Da quest'anno e per gli anni prossimi, si tenderà a coinvolgere quanto più possibile le famiglie, affinché si sentano partecipanti e non spettatori e, piuttosto che subire, vivere appieno le iniziative che la nostra parrocchia offre.
Si chiederà, a partire dal primo evento che è il Natale, la partecipazione dei ragazzi e delle famiglie ai laboratori che catechisti e simpatizzanti hanno organizzato: laboratori di teatro, laboratorio di oggetti Natalizi e laboratorio di dolci tipici. I laboratori sono già iniziati e l'interesse e la partecipazione degli addetti ai lavori è incoraggiante.
Lo stesso impegno lo si metterà per vivere appieno anche la Pasqua.
A conclusione dell'anno catechistico, che avrà “termine” con la festa di S. Antonio, i ragazzi e le famiglie prenderanno parte a una grande festa comunitaria con spirito francescano.
Si sa bene, tuttavia, che la catechesi non ha fine; l'impegno che ci prendiamo è anche organizzare campi scuola, uscite con le famiglie e momenti di condivisione.
Il vivere giornaliero con i catechisti, proponendo un modello di vita quotidiano, si pensa possa essere un modello d'esempio da seguire. Avere punti fermi oggi non è sempre possibile per i ragazzi e, molto spesso, lo è anche per gli adulti; il nostro impegno è incoraggiare il dialogo e far riscoprire luoghi sicuri e persone disponibili ad accogliere e ad aiutare.
In fondo anche il voler fare il catechista è una vocazione.

Antonio MARTUCCI


Parrocchia Cristo Re - Martina Franca (TA) - | sitocristore@yahoo.it

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