Parrocchia S.Maria della Provvidenza


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Le Origini

L'OFS


IL TERZ'ORDINE
di Licia Lucugnano


Dopo la sua conversione, Francesco, insieme ai compagni venuti a raggiungerlo, crea in pochi anni una comunità la cui crescita è sorprendente.
Francesco non rimase a lungo solo; presto il Signore gli donò dei fratelli (FF 116) e con essi continuò l'avventura in comunità fraterna. Fin quando il gruppo era limitato, tra i compagni esistevano rapporti personali molto intimi e anche più tardi, con il rapido sviluppo dell'Ordine, la personalità di Francesco, chiamato il fratello (FF2342), rimase centro di comunione e di coesione.
Dapprima il loro legame era Francesco; più tardi un frate incaricato di incontrarli, aiutarli a conservare la vocazione e a mantenere la reciproca comunione diventò il ministro (o servo).
Tale servizio è necessario dal momento che una comunità esiste, è centro d'unità, un legame, uno stimolo; e il Vangelo ci indica lo spirito con cui deve essere vissuto: l'autorità non è un trampolino per la volontà di dominio, di potenza; anzi, ha un carattere specifico: deve essere, sull'esempio di Gesù, come il servizio di lavare i piedi ai fratelli.
Le origini dei Terzi Ordini Secolari si collegano storicamente al movimento penitenziale di conversione, molto diffuso nei secoli XI-XIII. In realtà, fin dal IV secolo si hanno notizie di un Ordine della Penitenza, sorto per ottenere il perdono dei peccati commessi dopo il Battesimo. Lungo i secoli successivi, coloro che erano spinti da un desiderio di perfezione, entravano volontariamente nell'Ordine della Penitenza: erano i cosiddetti conversi, gli oblati, gli eremiti, le recluse, i coniugi conversi, etc, gruppi che sfoceranno nei Fratelli e Sorelle della Penitenza, fra i quali pare che San Francesco iniziasse la sua vita dopo la conversione, ponendosi come oblato a servizio della Chiesa di San Damiano, e con lui i suoi primi compagni, conosciuti prima come Penitenti di Assisi e poi come Frati Minori.
La comunità francescana primitiva, dunque, si situa nettamente nella linea dei movimenti laici. Non assume nulla dalla struttura monastica: nessuna proprietà, né monasteri, né autarchia, né lavoro in proprio. I frati trovavano riparo in qualche capanna o stalla, nei lebbrosari, negli oratori disseminati nelle campagne dei monasteri: ciò consentiva di risolvere il problema dell'alloggio di un gruppo in continua espansione, mentre i mezzi di sussistenza venivano procurati mediante il lavoro presso terzi.
Alle origini il movimento francescano raggiungeva le persone nel loro ambiente di vita. Si comprende, così, la nascita della schiera di uomini e donne, che senza rompere i legami familiari e l'impegno sociale, hanno abbracciato una vita di conversione evangelica dello stesso genere, suscitando quello che è poi divenuto il Terz'Ordine: una presenza, un essere-con, in cose semplici e importanti della vita (locazione, lavoro, inserimento sociale) che offriva nuove possibilità all'annuncio del Vangelo, alimentando la vita di fede, il rispetto fraterno, l'amicizia, il servizio reciproco.
Attirati dal modo di vivere in fraternità di Francesco e dei suoi compagni, nella completa rinuncia ai beni, nell'assistenza ai lebbrosi e a tutti i bisognosi, nell'attaccamento alla Chiesa, nella preghiera e nel lavoro, richiamati dalla sua semplice ma sentita predicazione, molti chiesero di seguirlo:"…allora pensò di fare un terzo Ordine per universale salute di tutti" (FF1846).
Questo sviluppo non avvenne senza contrasti prima di diventare una realtà accettata dalla Chiesa e più tardi una istituzione riconosciuta e approvata: "Solo il movimento che fa capo a San Francesco, a San Domenico e all'apostolato dei loro Ordini, poté venire incontro ai cristiani animati da ideali evangelici, ma che restavano nelle loro case, e riuscì ad indirizzare le loro energie e bisogni spirituali, dando così forma e consistenza alla vita evangelica non monastica in un Ordine di Penitenti".
La prima forma di vita data da San Francesco è la Lettera a tutti i fedeli, tanto nella prima stesura che nella forma estesa, entrambe scritte fra il 1215 e il 1221. In essa San Francesco dà con linguaggio esortativo, ampie direttive, mentre in un ulteriore documento, il Memoriale Propositi, approvato "vivae vocis oraculo" da papa Onorio III nel 1221 e considerato come prima vera e propria Regola, è trattata anche l'organizzazione esterna dei gruppi di Penitenti.
Data la rapida diffusione dell'Ordine, anche per evitare le facili modifiche che tante volte le Fraternità apportavano al Memoriale, nel 1289 il Papa Francescano Nicolò IV emanò una nuova Regola, includendo nella Bolla Supra Montem la Regola riformata da fra Caro di Arezzo, composta di venti capitoli, e nella quale San Francesco è riconosciuto come fondatore dell'Ordine della Penitenza. In questa Regola compare per la prima volta l'obbligo di chiedere al Primo Ordine Francescano un frate per l'istruzione della Fraternità e un Visitatore ogni anno.
Solo più tardi la Santa Sede riconobbe ad altri Ordini Religiosi la possibilità di aggregare associazioni laicali simili al Terz'Ordine Francescano: così agli Agostiniani nel 1399, ai Domenicani nel 1405, ai Carmelitani nel 1452, etc, mentre già appariva la tendenza in parecchi Terziari, uomini e donne, ad unirsi in comunità di vita comune, dando inizio a quello che poi doveva portare alla costituzione del Terzo Ordine Regolare, approvato canonicamente da Papa Leone X nel 1521.
Da notare che con la separazione tra Conventuali e Osservanti, sancita nel 1517 da Papa Leone X, e con l'ulteriore separazione di un altro ramo, quello dei Cappuccini, in seguito alla nuova riforma del 1525, il Terzo Ordine Secolare iniziò la distinzione delle sue Fraternità a seconda dell'assistenza da parte dei diversi rami del Primo Ordine, creandosi così un'artificiosa divisione in quattro Famiglie, assistite rispettivamente dai Frati Minori, dai Frati minori Conventuali, dai Frati Minori Cappuccini e dai Terziari Regolari.
Fra le alterne vicende dei vari secoli, la Regola di Nicolò IV restò in vigore per quasi 600 anni, fino al 1883, quando Papa Leone XIII, Terziario Francescano, la ritoccò per adattarla ai tempi e ai diversi luoghi, cosa che d'altronde anche altri papi (Innocenzo XI, XII, XII e Benedetto XIII) avevano fatto negli ultimi secoli. Consistendo le basi del T:O:F: nello spirito del Vangelo, l'azione sociale dei fedeli avrebbe trovato in esso una vera e propria sorgente evangelica: "Voglio trovare nell'Ordine di San Francesco un sostegno vigile che mi aiuti a difendere i diritti della Chiesa e a realizzare la riforma sociale. E quando parlo di riforma sociale, penso specialmente al Terz'Ordine di San Francesco".
La Regola di Leone XIII è rimasta operante, arricchita nella sua applicazione pratica dalle Costituzioni Generali del 1957, fino al 1978, quando, dopo 12 anni di lavoro di varie commissioni internazionali, venne alla luce la nuova Regola di Paolo VI.
Di particolare interesse nelle Costituzioni Generali del 1957 è l'interobbedienzialità, come se esistessero, e di fatto esistevano, quattro distinti Terzi Ordini Francescani. E questo, come notava l'art.36 dello Statuto Nazionale Unificato del 1973, finche sarebbe durata la divisione in "Obbedienze" del Terzo Ordine: è il primo passo per raggiungere quell'unità dell'OFS esistente fin dall'inizio e poi man mano perdutasi per la suddivisione del Primo Ordine nelle diverse Famiglie.
Sotto l'impulso del Concilio Vaticano II, L'organizzazione è passata gradualmente nelle mani dei laici, assistiti naturalmente dai Religiosi ai vari livelli. Con la promulgazione della Regola da parte di Paolo VI nel 1978 e delle Costituzioni Generali nel 1991 l'OFS ha riacquistato una più distinta individualità nella secolarità, pur rimanendo strettamente legato al Primo Ordine e a tutta la Famiglia Francescana.
Si sa che l'OFS è costituito dall'insieme di tutte le Fraternità che sono nel mondo (Reg 2), che sono collegate a norma delle Costituzioni (Reg 30, CCGG 29,1).
Cellula base è la Fraternità locale costituita presso una casa religiosa (Reg 22, CCGG 28,3); l'insieme delle Fraternità locali in una Regione costituisce la Fraternità Regionale, il loro insieme in una Nazione la Fraternità Nazionale, il loro insieme nel mondo la Fraternità Internazionale.
L'organizzazione nelle singole Nazioni è regolata dagli Statuti Nazionali. Attualmente, in Italia, l'unità dell'OFS è un problema aperto, ma pare che stia arrivando alla risoluzione con la stesura del nuovo Statuto Nazionale, il cui travagliato iter, sotto forma di Norme Statutarie Transitorie, è a buon punto: il processo di unificazione dell'OFS italiano procederà concretamente con il prossimo Congresso Interobbedienziale. Sarà esso, infatti, ad orientare il futuro dell'Ordine Francescano Secolare in Italia.




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