Parrocchia San Pasquale


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Quaresima 2008

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S.E. Rev.ma Mons. BENIGNO LUIGI PAPA

Messaggio per la Quaresima 2008

«La pratica delle opere di misericordia corporale e spirituale è una testimonianza di carità e, a volte, un’opera di giustizia che rende più umana la vita della società»


Fratelli e Sorelle carissimi!

1. Il messaggio per la quaresima di quest’anno che consegno alla nostra comunità cristiana prende le mosse da una frase che leggiamo nella recente Lettera Enciclica del Santo Padre: « la misura dell’umanità si determina essenzialmente nel rapporto con la sofferenza e col sofferente. Questo vale per il singolo come per la società » (Spe salvi n. 38). Sono parole che si trovano all’interno di una trattazione che ha come tema l’agire e il soffrire come luoghi di apprendimento della speranza. È un capitolo dell’Enciclica davvero molto bello e interessante, che merita di essere approfondito e soprattutto tradotto in termini di vita concreta da parte delle singole persone e da parte della società come realtà istituzionale. È un capitolo che interpella in modo particolare noi cristiani e le nostre comunità ecclesiali. Essi hanno sempre fatto riferimento alla figura evangelica del buon samaritano come paradigma dell’esercizio della carità.

2. Le parole del Santo Padre, citate prima, attestano che il cristianesimo si manifesta, tra l’altro, come una religione che umanizza la vita proprio per la modalità con cui esso è capace di dare un senso alla sofferenza e di stare vicino ai sofferenti, perché essi avvertano di non essere soli e mantengano viva la speranza nella vita che Dio, nel suo infinito amore, ci ha donato nella persona di Gesù Cristo, morto e risorto per noi. Nella bimillenaria storia della Chiesa l’esercizio della carità ha trovato corpo nelle opere di misericordia con le quali i cristiani hanno prestato aiuto al prossimo nelle sue necessità corporali e spirituali. Nella tradizione cristiana sono chiamate opere di misericordia spirituale: istruire, consigliare, consolare, confortare, sopportare con pazienza, perdonare. Sono chiamate opere dio misericordia corporale: dare da mangiare a chi ha fame, ospitare i senza tetto, vestire chi ha bisogno di indumenti, visitare gli ammalati e i prigionieri, seppellire i morti.

3. Fratelli e sorelle carissimi, ho riproposto per la quaresima di quest’anno la pratica di queste opere di misericordia spirituale e corporale perché esse sono una modalità concreta, possibile a tutti di manifestare l’amore per i poveri e di aiutare coloro che si trovano a lottare con le forme più diverse di sofferenza umana. Invito la comunità cristiana e in modo particolare le comunità parrocchiali a continuare a proporre ai fedeli e a praticare esse stesse questa preziosa testimonianza di carità silenziosa e capillare. Anche con questi gesti le parrocchie si propongono al territorio come segno di speranza, come fattore decisivo per la umanizzazione della vita. È questo il motivo per cui la Diocesi ha deciso di preparare coloro che, animati da autentica carità cristiana, sono disponibili a stare vicino ai malati e alle loro famiglie, quando esse sono visitate dalla malattia. L’istituzione del ministero della consolazione va compreso e vissuto all’interno della logica della condivisione e dell’esercizio della carità che caratterizza, in maniera specifica, la nostra vita cristiana.

4. È interessante però notare che il Catechismo della Chiesa Cattolica parla delle opere di misericordia corporale e spirituale mentre illustra le esigenze del settimo comandamento. Non rubare. Questo significa che l’amore per i poveri è un dovere di giustizia dal momento che quando doniamo ai poveri le cose indispensabili, non facciamo loro delle elargizioni personali, ma rendiamo ciò che è loro. Più che un atto di carità adempiamo un dovere di giustizia (n. 2446). Meritano perciò ogni elogio tutti quegli enti, cooperative, associazioni di volontariato cattolici e non cattolici che operano per venire incontro alle fasce più deboli della nostra gente, mentre notiamo con tristezza che regioni, province e comuni hanno sempre meno risorse finanziare per il funzionamento dei servizi sociali. Accade così che alcune cooperative sociali (come La mimosa, tanto per fare un esempio) ed altri enti rischiano di non poter più offrire aiuto ai minori a rischio per mancanza di fondi economici. L’impegno per la promozione della giustizia e la testimonianza della carità accompagnano sempre la nostra esperienza storica e ci sollecitano a saper discernere come utilizzare al meglio le risorse disponibili per una società più giusta. Meno soldi ai megaconcerti e più soldi ai servizi sociali potrebbe essere, forse, una buona idea!

5. Con l’augurio che il cammino quaresimale rafforzi in tutti i valori della giustizia, della solidarietà e della carità cristiana, vi benedico di cuore con affetto paterno.

Dato a Taranto, dal Palazzo Arcivescovile, il giorno 6 febbraio, mercoledì delle Ceneri, dell’anno 2008, XVIII di Episcopato


06/02/2008

S.E. Rev.ma Mons. BENIGNO LUIGI PAPA



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