Parrocchia San Pasquale


Vai ai contenuti

LA PASSIONE

LITURGIA > OMELIE

La Passione di Gesù: ieri e oggi in Lizzano – san Pasquale
a cura di Michele IURLARO


La vita di Gesù è sempre stata al centro della riflessione umana che comunemente è riservata alla sfera intima e spirituale personale o comunitaria nella liturgia ma, spesso, si è tradotta in molteplici forme espressive dell’intero arco dell’esperienza dell’uomo. Da quelle artistiche come, ad esempio, la poesia, la pittura, la musica a quelle più semplici ed immediate quali quelle della religiosità popolare.
La
Passione di Gesù è una forma della religiosità cristiana, è quindi un modo con cui l’uomo traduce con gesti e parole la sua esigenza di comunione con Dio. La drammatizzazione degli ultimi momenti della vita di Gesù è una espressione di questa esigenza relazionale. Fin dal medioevo si usava rappresentare i momenti più significativi della vita di Gesù anche attraverso forme spettacolari, in qualche caso eseguiti all’interno stesso della liturgia. Per rimanere nell’ambito della passione di Gesù basta ricordare il Quem quaeritis, chi cercate, del X secolo che inscenava il dialogo dell’angelo con le Marie arrivate al sepolcro e la Passion di Jean Michel del XV secolo, composta da ben 62.000 versi e la cui rappresentazione richiedeva molti giorni.
La
Passione di Gesù è dunque un aspetto del dramma liturgico inerente alla religiosità popolare. E’ uno degli eventi più attesi del periodo quaresimale. Un monumentale appuntamento spettacolare di grande coinvolgimento spirituale che richiama tanta gente che con pazienza, con fede e nel silenzio il giorno delle Palme ripercorre le ultime vicende di Gesù.

Le origini

Era la domenica delle Palme del 4 aprile 1971 quando sul far di una sera funestata da un vento forte un gruppo di giovani della neonata parrocchia s. Pasquale rappresentava per la prima volta la Passione e Morte di Gesù.
La sacra manifestazione, ad uno sguardo retrospettivo, si colloca nel punto d’intersezione di alcuni fattori che combinandosi ed integrandosi ne hanno determinato la genesi. L’istituzione della parrocchia, la vivacità creativa di in gruppo di giovani , il desiderio di costruire un evento che potesse essere pari a quello già esistente nell’altra parrocchia e cioè alla
Calata dei Magi costituiscono alcuni elementi che, con pesi specifici diversi, devono essere tenuti presenti per comprendere la nascita della Passione e Morte di Gesù. La rappresentazione religiosa è inscrivibile in un ambito parrocchiale ed all’interno di questo è possibile reperirne sia le ragioni storiche della sua nascita sia le giustificazioni di un evento ancora oggi vivo.
Un ruolo incontestabile e determinante è l’istituzione della parrocchia.. Si può dire che la rappresentazione della
Passione e la parrocchia hanno quasi la stessa età, sono quasi coetanei c’è un solo anno di differenza. La parrocchia nasce il 1 ottobre 1969 praticamente poco più di un anno prima della prima rappresentazione della Passione. La neonata istituzione chiudeva un articolato e lungo itinerario ecclesiastico-amministrativo e ne apriva un altro con tutte le conseguenti implicazioni pastorali, ecclesiali e sociali che un tale evento comportava non escluse quelle delle relazioni con l’altra parrocchia. La Passione e Morte di Gesù nasce contestualmente al clima di fervore apostolico ed evangelico che animava la neoistituzione parrocchiale. In un ambiente, come quello del Convento dei frati francescani, in cui lo spiritualità serafica si nutre e si alimenta continuamente della meditazione sulla Passione di Gesù la rappresentazione della Passione non poteva che essere la naturale conseguenza di quella atmosfera francescana. La neonata parrocchia comincia a muovere i primi passi il primo ottobre 1969. Questo fa presupporre che necessariamente a monte vi fosse già stata una certa programmazione pastorale, deducibile dalle varie iniziative, certamente non casuali, intraprese per la fine del 1969 e del 1970. Negli orientamenti pastorali comunque non era inserita la manifestazione e né tanto meno si parlava di un suo progetto. Dalla documentazione non risulta nulla.
Emerge invece la testimonianza diretta dell’ ideatore e artefice della
Passione e Morte di Gesù, Michelangelo Iurlaro (ora avvocato a Roma) a cui venne l’idea di rappresentare la Passione di Gesù. Del progetto ne aveva parlato col gruppo dei giovani che già gravitavano numerosi intorno al Convento i quali approvarono l’iniziativa. Si recò quindi dal parroco p. Stefano Marchionna il quale accolse favorevolmente il progetto sostenendolo e non facendo mancare il suo incoraggiamento. Sarebbe stata una bella cartolina per la neoistituzione parrocchiale. Michelangelo Iurlaro e Vittorio Petraroli misero mano al progetto. Elaborarono un testo basato sui Vangeli, lo sottoposero al giudizio critico di Alfredo Maiorano, personalità culturale molto conosciuta a Lizzano, che prese visione del testo lasciandolo però invariato. La sopraggiunta malattia del parroco p. Stefano Marchionna non bloccò il progetto dei giovani anzi questi trovarono nel sostituto p. Domenico Imperiale e dal 1973 anche p. Guido Fiorino un appoggio sempre pronto per i loro bisogni. Il 1970 fu un anno preparatorio, in parallelo alla elaborazione del testo si lavorava alla preparazione delle scenografie e quindi alla preparazione degli attori. L’allestimento scenografico, lo studio del copione, la gioia di stare insieme e di fare qualcosa di grande erano il collante del gruppo dei giovani di azione cattolica. La presenza discreta dei frati, il fervore ed il sacrificio di questi giovani unitamente alla tenacia con cui lavorarono portò alla realizzazione del loro obiettivo: la Passione nasce, infatti, poco più di un anno dopo, il 4 aprile del 1971. Alla Passione del giorno delle Palme del 1971 parteciparono oltre 30 tra attori ed attrici, indizio questo di una realtà associativa già viva ed attiva. Quel giorno “nonostante il forte vento, moltissima gente si era data già convegno”.A questi giovani il parroco p. Stefano Marchionna promise una gita come premio “per la riuscita fatica”.
La
Passione e Morte di Gesù rappresentata il giorno delle Palme affiancava la Calata dei Magi che veniva proposta il giorno dell’Epifania. Un altro lume si accendeva nel cielo lizzanese: due lumi della stessa storia della salvezza che illuminavano il paese nel suo cammino lungo le strade tracciate da Gesù Cristo. La Calata e la Passione diventarono, in qualche modo, una liturgia annuale
scandita, ancora oggi, dai rintocchi dell’Epifania e delle Palme che rinnovano il memoriale della nascita e della morte di Gesù

Oggi
Sono praticamente 38 anni che la
Passione viene rappresentata e gli attori da 30 sono diventati oltre 100, diventano 200 se si prendono in considerazione i tecnici, addetti alla realizzazione delle scene, truccatrici, parrucchieri ed altri ancora. Le vecchie foto in bianco e nero degli anni ’70 sembrano spingere la manifestazione ancora più indietro nel tempo oltre quello della sua reale esistenza. Guardando ciò che è oggi rispetto a ieri si nota immediatamente il radicale cambiamento subito. Non c’è aspetto della primitiva rappresentazione che non abbia subito modifiche. Senza entrare nello specifico, sarebbe troppo lungo, ci si atterrà alle linee generali. Come scene all’inizio vi erano: l’Orto degli Ulivi, Giuda, Caifa, Pietro, Pilato, Via crucis e Crocifissione. A queste scene si sono aggiunte: l’ingresso a Gerusalemme, l’Ultima Cena con la Lavanda dei piedi, Erode, la Deposizione, la Resurrezione, il Discorso di Pietro.
Alla rudimentale scenografia iniziale, fatta semplicemente di qualche drappo, di alcuni pannelli pesanti usati come sfondo all’Orto degli Ulivi, a Caifa e a Pilato se ne è sostituita una più complessa e maestosa. La scenografia è quella che nel corso degli anni ha subito un radicale cambiamento. Dalla semplice tunica dei frati delle prime rappresentazioni all’odierna eleganza e preziosità, ad esempio, dei costumi di Erode o di Pilato. Ogni scena è sapientemente curata nei particolari e nulla è lasciato al caso. Lì dove e per quanto possibile si è cercata la fedeltà storica al contesto ambientale dell’epoca. Tessuti, colori e modelli sono fatti in modo da rispettare il contesto storico di cui sono espressione. L’ingresso solenne a Gerusalemme in un tripudio di palme e di Osanna, la ieraticità dell’Ultima Cena, la grandiosità severa del Sinedrio, la regale maestosità di Erode e della sua corte, l’imponenza imperiale di Pilato, la drammaticità della Crocifissione, la pietosa Deposizione, la luce Risurrezione sono alcuni degli indicatori del notevole livello raggiunto dalla manifestazione. Forme, colori, luci e suoni creano, lungo l’articolarsi delle scene, atmosfere di grande suggestione con una varietà di tonalità espressive a cui corrispondono altrettante sfumature emozionali. Dalla preghiera intima e sofferta dell’Orto degli ulivi fin all’urlo straziante sulla croce e alla pietosa deposizione: lo spettatore viene coinvolto da questa osmosi di immagini, luci e suoni che lo assorbono costituendolo parte integrante di questo processo. Queste atmosfere inducono chi assiste a partecipare emotivamente. Il susseguirsi delle scene scuotono l’animo dello spettatore che reagisce con una tensione emotiva generatrice di soffusi sussulti dello Spirito percepibile dagli sguardi degli spettatori. E’ superfluo far notare che l’acme del coinvolgimento spirituale dello spettatore è la Crocifissione con l’urlo lacerante un profondissimo silenzio, tragedia che riassume il crescendo drammatico degli eventi precedenti fino alla confluenza in una generale, silenziosissima e sommessa preghiera rotta dal pianto disperato della Madre.
La carica spirituale intrinseca che la
Passione custodisce in sé genera un dialogo impercettibile tra chi assiste e l’avvicendarsi delle scene che si dipanano lungo l’intera rappresentazione. Le scene che si susseguono sono delle provocazioni meditative a cui lo spettatore non resta indifferente. La Passione diventa in tal modo un momento in cui il messaggio del mistero della salvezza si fonde
intimamente con lo spettatore-fedele per trasformarsi in pura preghiera.
La povertà tecnica (semplici microfoni e trombe gracchianti!) delle prime rappresentazioni è solo un ricordo. Adesso il supporto tecnico (luci, audio, musiche) è in grado di sostenere e di soddisfare le esigenze che le scene comportano anche di quelle che presuppongono difficoltà tecniche di rilievo. Le soluzioni sceno-tecniche sempre più perfezionatesi permettono allo spettatore-fedele di poter seguire meglio lo sviluppo dell’azione drammatica. Ciò garantisce per altro una maggiore fruibilità dello spettatore che riesce a vedere meglio il quadro scenico e percepire con nitidezza i dialoghi anche nei momenti in cui la dialettica del dialogo è particolarmente vivace.
Evidenti e radicali sono i cambiamenti che hanno coinvolto i testi. Fondamentalmente sono rimasti legati ai Vangeli che ne formano il tessuto connettivo ma si sono arricchiti di ulteriori brani. Alcuni tratti dal Gesù di Zeffirelli, altri dagli Atti degli Apostoli. Tutto il testo è stato semplificato eliminando alcune parti che rendevano faticoso e artificioso il dialogo tra gli attori. In effetti il dialogo tra gli attori è oggi molto dinamico, elastico e coinvolgente.
Tutti questi mutamenti hanno consentito alla rappresentazione di raggiungere un notevole standard di eccellenza premiato dalla presenza assidua e numerosa della gente. Ma questo non si sarebbe potuto verificare se a sostegno di tutto non ci fosse stato il lavoro costante, sempre più raffinato e competente di quanti hanno speso parte del loro tempo nel portare la rappresentazione al livello raggiunto. Persone che spesso ne hanno fatto del Convento una seconda casa dove ritrovano il calore della famiglia e dell’accoglienza, l’entusiasmo di creare e costruire, l’amicizia e la solidarietà, la voglia di giocare e di divertirsi. Una casa dove la figura di Francesco d’Assisi aleggia invisibilmente su tutti permeando mente e cuore di ognuno. Il caro Convento di tutti dove, parafrasando Dante ognuno può dire: gioite ed esultate o voi che entrate a farne parte. P. Antonio Mariggiò, attuale parroco, ne ha aperto porte e finestre.
Per concludere nella
Passione si coglie con immediatezza folgorante l’intima tensione costruttiva e drammatico-narrativa dove per il memoriale della passione, morte e risurrezione di Gesù Cristo.
tutto si risolve in commozione interiore.
Quel nucleo originario di giovani che per tantissimi anni hanno portato avanti la manifestazione come semplice “Comitato della Passione” il 20 ottobre 2003 si è costituito in associazione Pietre Vive onlus. Pietre Vive come associazione onlus con i prerequisiti giuridico-istituzionali ha la possibilità di avere accesso a forme di finanziamento e promozionali che gli consentono di sostenere il complesso impianto strutturale sceno-tecnico. Il messaggio promozionale compatibilmente con le risorse arriva capillarmente dappertutto attraverso gli strumenti della comunicazione a disposizione. Negli ultimi anni la costruzione di un sito web ha permesso di far conoscere la
Passione “fino agli estremi confini della terra”. La manifestazione religiosa ha varcato dunque i limiti paesani e si è delocalizzata raggiungendo mete impensate.
Oggi la rappresentazione della
Passione è una grande e spettacolare rappresentazione sacra che perpetua attraverso un modo tutto suo, il Mistero della Salvezza non solo annunciato, proclamato ma anche rappresentato.
Di tutto questo rendiamo grazie a Dio per il dono del Figlio, a S. Francesco, a tutti i frati che nel tempo si sono avvicendati nel nostro Convento, casa nostra, casa del Padre, dei frati e dei fratelli.





Home Page | LA PARROCCHIA | IL CONVENTO | SAN PASQUALE | LITURGIA | CATECHESI | GRUPPI | IL SOCIALE | Mappa del sito


Parrocchia San Pasquale Baylon - Lizzano (TA) - | antonio.mariggio@alice.it

Torna ai contenuti | Torna al menu