Parrocchia San Pasquale


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La Storia

IL CONVENTO

CARISSIMI,

quanto pubblicato su questo sito della Parrocchia san Pasquale in Lizzano fa parte di una pubblicazione a disposizione dei fedeli che ne facessero richiesta. Essa è stata curata dalla Prof.ssa E. Tripaldi e data alle stampe dai frati del Convento che operano in Lizzano nel servizio pastorale parrocchiale. Il materiale qui riportato non può essere usato per ulteriori stampe, ma solo per l’immediata utilità del lettore.
A tutti auguro una buona lettura ed un conveniente utilizzo.

p. Antonio MARIGGIO’
Parrocchia San Pasquale - LIZZANO

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ELENA TRIPALDI

SAN PASQUALE BAYLON
Notizie storiche sul Convento e sulla Chiesa
di San Pasquale Baylon di Lizzano
e biografiche sul Santo, con tradizioni, preghiere e canti

LIZZANO 2007


Ai miei genitori Luisa Basile
e Francesco
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PRESENTAZIONE

Ho avuto modo di leggere il testo “ LIZZANO E IL CONVENTO DEGLI ALCANTARINI” (S. Giorgio Jonico [Ta] 1996) della Prof.ssa Elena TRIPALDI opera molto ricca di notizie storiche sul Convento e sulla presenza dei Frati in Lizzano. Mi sembra un’opera che, per l’ampiezza e per la ricchezza di notizie storiche, non sia molto adatta per la diffusione e la conoscenza della presenza dei frati minori in Lizzano a largo raggio; essa, a mio parere, è un’opera per studiosi in cerca di molte e documentate notizie che in detta opera sicuramente troveranno.
Ho avuto, quindi, l’idea di un’opera più ridotta a largo consumo popolare, ma che contenesse notizie ugualmente storiche accessibili al pellegrino e a colui che volesse sapere qualcosa sulla presenza dei frati e delle loro attività in loco oltre che le notizie sul Santo. Essendosi anche esaurito il testo della stessa autrice “SAN PASQUALE BAYLON” (Manduria 1982) ho accarezzato tale idea e l’ho comunicata alla stessa autrice, perché ne redigesse uno nuovo, partendo dal testo “GLI ALCANTARINI IN TERRA D’OTRANTO” di BENIGNO PERRONE, frate francescano, (Galatina 2006) e arrivando ai tempi nostri con l’inserimento delle notizie sulla vita di S. Pasquale, delle tradizioni locali e delle preghiere e dei canti in onore del Santo.
Plaudo a questo lavoro, fatto veramente con competenza e devozione al Santo, e mi auguro, che ogni lettore possa avere gli stessi sentimenti, leggendo quanto in esso è stato scritto.
Ringrazio la Prof. ssa E. TRIPALDI per la sua disponibilità e auguro ai lettori non solo una buona lettura, ma anche che serva come stimolo ad imitare l’esempio di vita del nostro santo protettore e invoco la Benedizione del Signore su quanti, dopo aver ascoltato quello che S. Pasquale ha fatto, si impegneranno ad imitarlo.

PADRE ANTONIO MARIGGIO’
SUPERIORE E PARROCO

LIZZANO 02 FEBBRAIO 07

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PARTE PRIMA


NOTIZIE STORICHE SUL CONVENTO E SULLA CHIESA
DI SAN PASQUALE BAYLON
IN LIZZANO


DALLE ORIGINI ALLA FONDAZIONE DELLA PARROCCHIA
DI B. F. PERRONE

Estratto da “ I FRATI MINORI ALCANTARINI DELLA PROVINCIA DI SAN PASQUALE BAYLON NELLA TERRA D’OTRANTO, Vol III, I Conventi, a cura di Luigi De Santis OFM, Congedo Galatina 2006, pp. 161-168

1 - Una fondazione architettonicamente esemplare (1734)
Il marchese di Lizzano Nicola Chyurlia nel 1732 inoltrò petizione alla S. Congregazione dei Vescovi e Regolari, chiedendo di poter fondare a sue spese a Lizzano un convento per i PP. Alcantarini. Egli, munendosi del consenso del capitolo, dell'università e dell'arcivescovo di Taranto Mons. Casimiro Rossi, si impegnò a versare annualmente, insieme ai suoi successosettantadue ducati e dodici tomoli di grano. Inoltre, finché non fosse stata ultimata la casa religiosa, concedeva ai frati un piccolo palazzo come ospizio, in cui avrebbero dimorato ed esercitato il loro ministero. Il giorno 8 maggio dello stesso anno anche il ministro provinciale P. Gaetano di S. Nicolò, allora residente a Napoli nel convento di S. Lucia al Monte ed il suo definitorio accettarono l'offerta del Marchese. Il 6 giugno 1734 P. Marcellino di S. Bartolomeo, come delegato del nuovo ministro P. Martino Farano della Croce prese possesso del suolo edificatorio e di quello destinato all'orto in contrada Monte dell'aira, di cui secondo il cronista P. Giovan Giuseppe Malagnino di Maria Addolorata, il marchese pensava di essere proprietario, ma che in realtà appartenevano all'università. In più lo stesso signore riserbò a sé anche lo jus patronatus (1) .
Realmente il marchese, avendo fatto disegnare il progetto da un competente architetto dette inizio alla fondazione della chiesa e della casa religiosa, che vennero dedicati a S. Pasquale Baylon. Tra il 29 e il 31 agosto 1742, essendo ultimata la costruzione, i frati Scalzi preéro"possesso della nuova dimora, che sorse su un colle poco distante da Lizzano. Il 12 ottobre dello stesso anno, nella congregazione capitolare di Parabita,nominarono primo guardiano Giosafat di S. Teresa.
Il medesimo marchese, utilizzando anche le offerte dei benefattori, era riuscito ad innalzare una chiesina barocca dalle linee eleganti ed un convento armonioso nei suoi corridoi e nel quadriportico, eseguiti in sintonia con la migliore tradizione francescana. I Frati Alcantarini furono sempre entusiasti delle linee architettoniche di questa loro dimora, munita dell'emblema araldico dei marchesi Chyurlia (2).

2. - Una fraternità che vive tra "inquietudini" e “liti" con la famiglia marchesale
Come il convento del SS. Crocifisso di Parabita emblematicamente può essere qualificato la dimora nella quale la comunità religiosa visse nella concordia con la famiglia ducale dei Ferrare, così la casa alcantarina di Lizzano costituì il "luogo" francescano in cui la fraternità minoritica visse agitata da "inquietudini" e da "liti", causate dalle diuturne frizioni con la famiglia marchesale dei Chyurlia, che sfociarono in azioni legali, dibattute nei tribunali del regno. Questi dissapori ebbero origine da un malinteso diritto di fondazione e di patronato preteso da parte del feuda
I religiosi avevano appena iniziato a dimorare nella nuova casa, quando il marchese Nicola Chyurlia, perché fondatore, tra l'altro pretese che le signore della sua famiglia a proprio arbitrio entrassero nella cerchia della clausura conventuale; che egli costruisse una villa accanto alla chiesa dalla quale a suo piacimento potesse accedere nel coro dei frati; che confermasse nel suo ufficio il padre guardiano e che ogni anno il superiore della casa restituisse a lui le chiavi della chiesa e del convento (3).1751, con un suo dispaccio, intervenne nella contesa il sovrano Carlo 111 di Borbone, che riconobbe a Nicola Chyurlia il diritto di possedere nella chiesa minoritica la sua tomba gentilizia e di apporre sulla sacra costruzione le insegne araldiche della sua famiglia, ma respinse le altre richieste (4).
Anche dopo il dispaccio reale ancora per decenni il marchese continuò nelle proprie pretese. Solo dopo la sua morte, nel 1781, essendo succeduto il figlio Pasquale, questi addivenne coni Frati Alcantarini ad una transazione, circa i diritti e i doveri delle parti contendenti, che ebbe come fondamento il dispaccio reale del 1751. Il 30 marzo 1771, il notaio Gaetano Orsi di Napoli firmò lo strumento dell'accordo con le relative clausole, che furono omologate a Lecce il 9 aprile del medesimo anno dal notaio leccese Giovar Battista Rebbecco. Finalmente dopo poco meno di cinquanta anni, il 21 aprile 1781 i Frati Scalzi presero legale possesso della chiesa, del convento e del giardino e Antonio Dea, agente del marchese, entrò in funzione dei diritti marchesale. Di questa cerimonia il notaio Domenico Tardio di S. Pietro Vernotico rogò un secondo atto pubblico (5).

3 - Le diete provinciali del 1776 e del 1799. Le due soppressioni dell'Ottocento e il duplice riscatto
I PP. Scalzi attraverso i secoli nella dimora di Lizzano celebrarono sodue capitoli provinciali rispettivamente il 22 aprile 1776 e il 24 ottobre 1799. La prima dieta rivestì capitale importanza nella provincia minoritinon solo perché regolò alcuni problemi concernenti i giovani studenti e le lezioni scolastiche, ma principalmente perché stabilì sagge norme riguardanti gli archivi. In virtù di tali disposizioni i superiori locali erano tenuti a compilare l'inventario dei documenti custoditi nelle raccolte conventuali e trasmettere copie autentiche per l'archivio provinciale. Dal canto loro i ministri dovevano vigilare sullo stato del medesimo (6). Nel secondo capitolo, che fu posticipato in conseguenza degli avvenimenti politici della Repubblica partenopea, presiedette l'assemblea il ministro provinciale R Andrea Mansi della SS. Trinità da Lariano, che con la sua saggezza riuscì a dare un ordinato governo alla provincia minoritica (7).
Pochi decenni dopo che si erano appianate le controversie con la famiglia Chyurlia, con la legge 7 agosto 1806, applicata il 25 maggio 1811, gli Alcantarini dovettero abbandonare Lizzano. In quegli anni la dimora religiosa fuusata come stalla e come deposito di paglia. Poiché si era estinta la famiglia marchesale, il civile governo la cedette all'ospedale di Taranto, amministrato dagli Ospedalieri di S. Giovanni di Dio, che possedettero il convento fino al 1862. Invece la chiesa non fu deturpata e nei giorni festivi fu aperta al culto (8).
Finalmente l'amministrazione comunale di Lizzano, col sindaco Domenico Maiorano, impenandosi di somministrare annualmente ai frati 60 ducati e di riscattare il convento col giardino, pagando un annuo caredimibile di 18 ducati e 34 grana, ottennero dal ministro provinciale P. Angelo Maria Casolaro della SS. Trinità da Napoli la riapertura della dimora minoritica. Effettivamente i Frati Scalzi ritornarono nel convento di S. Pasquale il 6 gennaio 1853. Nello stesso giorno il notaio Magno di Lizzano rogò il pubblico strumento sugli impegni presi dall'amministrazione comunale (9).
Era appena trascorso qualche decennio e, in forza della Legge 7 luglio 1866, applicata il 31 dicembre dello stesso anno, i Frati Alcantarini dovettero nuovamente abbandonare la loro dimora di Lizzano. Vi rimase solo come cappellano della chiesa il P. Alcantarino Saverio Amati. Il governo italiano cedette il Tempio, il convento e il giardino al comune di Lizzano che, il 17 agosto 1866 vendette lo stabile e il giardino alla signora Angelica Campo, la quale a sua volta li donò a P. Ferdinando Garganese di Francavilla Fontana. Questi però li rivendette alla medesima signora, che volle i frati per culto della chiesa(10).
Per questo, durante il periodo della soppressione, il 24 aprile 1873 il commissario provinciale P. Giovan Giuseppe Malagnino di Maria Addolorata tentò di radunare in questa sede il definitorio della provincia, per nominare il nuovo postulatore della causa di canonizzazione del Servo di Dio Frate Egidio da Taranto. La polizia però costrinse quei padri a sciogliere il convegno (11).
Il P. Garganese rimase a Lizzano fino a verso il 1886. Dal 1888 nel periodo della ripresa minoritica i Frati Alcantarini aprirono nella dimora francescana lo studentato e qui radunarono una discreta comunità. In quegli anni qui dimorò P. Bernardino del Nome di Maria, reiterato Ministro provinciale (12). Purtroppo dopo la morte della signora Campo le condizioni dei frati divennero insostenibili, per cui nel 1922 dovettero allontanarsi dal "luogo" francescano, che divenne caserma dei RR. Carabinieri (13).

Finalmente il popolo di Lizzano con pubbliche offerte riscattò il giardino e la dimora religiosa, nella quale i frati Minori ritornarono nel 1939. Mons. Guglielmo Motolese,arcivescovo di Taranto con decreto del 18 ottobre 1969 fondò la parrocchia di S. Pasquale Baylon nella chiesa conventuale omonima di Lizzano. Nello stesso giorno, d'intesa col ministro provinciale P. Guido Epifani, nominò vicario parrocchiale P. Stefano Marchionna(14).

NOTE
(1) AMFAL, Raccoglitore 16, Conventi di Castellana, Castellaneta (Lazzaretto), Chiaromonte, Lizzano, Oria, Parabita, Lecce (scalze o Alcantarinelle), Napoli (posillipo) per gli Alcantarini di Napoli e di Lecce, Cartella 7, Lizzano, Documenti vari. [N.d.R. L’autore annota in rosso: Nell’articolo sul bipolarismo della provincia alcantarina di Napoli ho messo che gli antichi documenti rimangono nell’Archivio di Lizzano]. G.G. Malagnino, Cronica della Francescana Scalza Provincia di S. Pasquale Baylon in terra d’Otranto, I, Napoli, Tip. Del Diogene, 1893. pp. 212-219; A. P. Coco, I Francescani nel Salento, II, Taranto, Stab. Tip. Pappacena, 1928, pp 208-211.
(2) G.G. MALAGNINO, Cronica…, cit.,I, pp. 219-222 e III, p. 67; A.P. Coco, I Francescani nel Salento, cit., II, p. 210.
(3) G.G. MALAGNINO,
Cronica…, cit.,I, pp. 221-223 e III, p. 67; A.P. Coco, I Francescani nel Salento, cit., II, p. 210-212.
(4) G.G. MALAGNINO,
Cronica…, cit.,I, pp. 224-225 e III, p. 67; A.P. Coco, I Francescani nel Salento, cit., II, p. 212-213.
(5) G.G. MALAGNINO,
Cronica…, cit.,I, pp. 226-228 e III, p. 67; A.P. Coco, I Francescani nel Salento, cit., II, p. 214.
(6) G.G. MALAGNINO,
Cronica…, cit.,I, pp. 221 e III, pp. 17-19.
(7) IBID., I, p. 221 e III, pp. 65-67
(8) IBID., pp. 229-230; A.P. Coco,
I Francescani nel Salento, cit., II, pp. 213-214.
(9)G.G. MALAGNINO,
Cronica…, cit.,I, pp. 230-233; A.P. Coco, I Francescani nel Salento, cit., II, p. 214-215.
(10) G.G. MALAGNINO,
Cronica…, cit.,I, pp. 233-234; A.P. Coco, I Francescani nel Salento, cit., II, p. 215. ID. Il Convento S. Francesco di Sava nei documenti inediti. Studio storico critico (Risposta), Taranto, Stab. Tip. A. Lo deserto, 1916, p.21.
(11) G.G. MALAGNINO,
Cronica…, cit.,Iii, pp. 231-233.
(12) A.P. Coco,
Il Convento di San Francesco di Sava…, cit., p.21.
(13) A.P. Coco, I Francescani nel Salento…, cit., II, pp. 215-216
(14) ARCHIVIO FULGENZIO LECCE (AFL), Raccoglitore 10-E Lizzano, Cartella 11. Convento S. Pasquale-Parrocchia, Documento n. 13 Decreto di erezione il 1° ottobre 1969; Documento n. 14 L’Arcivescovo nello stesso giorno nominò vicario P. Stefano Marchionna; A. PUTIGNANI , Francescane oasi di pace: il Convento di Lizzano, in Frate Francesco, 32 (1965), pp. 91-93. [ N.d.R. – Per gli ulteriori sviluppi del Convento e della Parrocchia cfr. l’ampio e ben documentato studio di E. TRIPALDI, Lizzano e il Convento degli Alcantarini, S. Giorgio Jonico, (Ta), Grafica Sud, 1996, con documenti archivistici e ricco corredo iconografico].

3. Gioiello di spiritualità e di arte
Il Convento e la Chiesa di San Pasquale Baylon sono ben tenuti dai Religiosi. Il Convento è una dimora serena e dignitosa per i Frati; è dotato di stanze fornite di servizi, di sale d’attesa e di una biblioteca.
Un piano della nuova costruzione è dato in uso alla Parrocchia per le sue specifiche attività. Esso è composto da aule per la catechesi e da un salone molto utile per gli incontri parrocchiali, ed è denominato “Salone Sant ’Egidio” o “Salone dei quadri”.
Esso è meno capiente di un altro che sorge sul lato nord della Chiesa, con ingresso, principale da Via 2 Giugno. E’ un’opera meravigliosa ed è plurifunzionale. In circostanze particolari puo’ anche accogliere circa mille persone, occupando tutti gli spazi disponibili. In esso, con vari accorgimenti, si celebrano funzioni religiose, spettacoli culturali e ricreativi.
Attigui al Convento,
in locali conformi alle nuove norme sull’edilizia scolastica ,vi sono l’Asilo Nido e la Scuola per l’infanzia Parrocchiale,che svolgono un’importante opera sociale.Convento è dotato di un Giardino, fornito di un pozzo artesiano e di tutto l’impianto necessario per innaffiare anche le piante più lontane.
Il giardino è maestoso, riccamente adorno da alberi sempreverdi e da frutta di varia natura, ed esotici, e di una serie di pergolati.
Gli alberi da frutta servono al sostentamento della Comunità,mentre il Giardino è per i Frati un luogo di svago e di ristoro,durante il tempo libero. Il Giardino,con tanto bellissimo verde, è diventato ormai,”un polmone” per Lizzano.
La Chiesa San Pasquale Baylon è stata riportata all’origine,valorizzando i pregi d’arte, che erano in abbandono e che rischiavano di scomparire, con i lavori di restauro effettuati dal 1977 al 1979 e dal 1990 al 1991.
Chiesa,attualmente,è bella e accogliente,nelle sue linee semplici e fresche; testimonianza concreta ed evidente della tradizione architettonica settecentesca salentina;sono un vero gioiello e sono un centro valido,attivo ed insopprimibile di spiritualità e di arte .(2)
4.Gli Alcantarini
Concludiamo queste notizie storiche, rispondendo a due domande che ci sono state poste frequentemente, dopo la pubblicazione del libro “LIZZANO E IL CONVENTO DEGLI ALCANTARINI” (S. Giorgio Jonico [TA] 1976) (al quale rimandiamo per ulteriori notizie sulla storia del Convento e della Chiesa):
“Perché il Convento di Lizzano è detto degli Alcantarini?”termine “alcantarino” deriva da Alcàntara, una piccola città, che si trova nella provincia dell’Estremadura in Spagna,luogo in cui ebbe i natali S.Pietro (1499-1562),colui che dettò le Costituzioni della Riforma Francescana,attuata, verso il 1500,dal Beato Giovanni da Guadalupe,secondo cui si viveva la vita religiosa con grande austerità ed in assoluta povertà;i frati avevano un solo abito,andavano sempre scalzi e dipendevano totalmente dalle elemosine.
Gli Alcantarini,quindi,erano i “figli”,i seguaci, di S.Pietro d’Alcàntara. Essi si stabilirono in Spagna ed in altre parti dell’Europa; agli inizi del XVII secolo,anche nel Regno di Napoli,dopo aver fondato numerose dimore in altre parti dell’Italia.
La vita penitente ed estremamente povera,ben presto,procurò agli Alcantarini la benevolenza dei popoli,che facevano a gara per averli nei loro centri abitati; dovunque andavano erano stimati,come esemplari di virtù e di perfezione.dei piú famosi Frati Alcantarini fu San Pasquale Baylon (1540-1592), l’amante appassionato di Gesù Eucarestia. (3)

NOTE
(1)-Cfr.il nostro Lizzano e il Convento degli Alcantarini, S.Giorgio Jonico [Ta.]1996, pp.607-780.
(2)IBIDEM pp. 687-688;690-696; 705-708; 731-733; 765-781; IDEM,
P. Domenico Imperiale, O.F.M., per il suo ottantesimo genetliaco, Francavilla Fontana (Br) 2000, pp. 27-29
(3) Cfr.
Cfr.il nostro Lizzano e il Convento degli Alcantarini, S.Giorgio Jonico [Ta.]1996, op. cit. pp.13-15.


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