La chiesa della Pieve

E' l'antichissima Pieve di S.Maria di Campiliola (o Campiola) situata, già nel sec.IX, all'interno del castello che, dall'alto della Pietra di Bismantova, dominava la vasta zona circostante.

Fu allora che sorsero diverse Signorie locali: fra esse quella dei Dallo, originaria forse della Garfagnana, che verso la metà del sec. XII prese possesso di Bismantova. Ai nuovi signorotti stava naturalmente a cuore la sicurezza del castello, sede del loro potere.
Ora, la presenza nel castello di una chiesa plebana nella quale accorrevano in certe solennità (soprattutto in quella di S. Maria Assunta - 15 agosto - alla quale la Chiesa era dedicata) grandi folle di persone, recava inquietudine ai Signori, poiché tra quelle folle potevano celarsi gruppi con armi nascoste sotto le vesti, capaci di tentare colpi di mano sul castello.
Questa fu la ragione (dimostrata da un documento del 1421) per cui la Chiesa venne riedificata, conservando il nome di Pieve di S.Maria di Campiliola, nel luogo ove si trova attualmente. Il trasporto avvenne alla metà del sec. XII, secondo alcuni, o attorno al 1225, secondo altri. La nuova Chiesa necessitò di restauri già nel 1375 e fu completamente ricostruita nel 1600 anche perchè l'aumentata popolazione di Castelnovo richiedeva un luogo di culto più grande.

Altare di S.Pancrazio - Proveniente dall'Oratorio situato sul Monte Castello

I legami con i Canossa sono attestati dalla presenza, citata in un documento del 1112, di Frogerio, già cappellano della Contessa Matilde, quale arciprete di Campiliola.
Nel XII sec. le vecchie e grandi famiglie nobiliari (Canossa, Malaspina, ecc.) si erano moltiplicate e frazionate, allentando il potere centrale esercitato sui territori dominati.
Esternamente alla Chiesa, sul lato sud (sagrato), sono scolpite due date - 1600 e 1666 - che rappresenterebbero l'inizio e la fine dei lavori. La nuova Chiesa, che conservò il titolo di N.S.Assunta, è ad una navata, a forma di croce romana, con 9 altari, su disegno dell'architetto Costa.

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Parti e reperti della vecchia chiesa romanica sono ancora ben visibili nel transetto di sinistra, presso il battistero, e nella sagrestia. Dopo il 1430 il nome di Campiliola andò in disuso e venne sostituito da quello che tuttora sussiste: Pieve di Castelnovo ne' Monti. Il Plebanato di Castelnovo è stato senz'altro il più vasto e tra i più importanti della Diocesi reggiana, avendo avuto sotto di sè molte cappelle e chiese figliali: nel 1543 erano addirittura 43. Per questa sua estensione era chiamato il Vescovado della Montagna. Recentemente, sulla Chiesa sono stati compiuti importanti lavori di consolidamento e di restauro che hanno ridonato a tinteggi, pavimentazione, ancone d'altare, affreschi e dipinti su tela la loro antica dignità.
L'altare maggiore "coram populo", pregevole opera lignea di artigiani della Val Gardena, è stato donato nel 1997 dai parrocchiani all'Arciprete Don Battista Giansoldati, in occasione del suo cinquantesimo di Sacerdozio.

Il 15 Agosto 2002 è stata inaugurata la Canonica adiacente alla Chiesa della Pieve dopo un lavoro di restauro durato un anno e mezzo.

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L'Altare di Santa Maria Assunta

Patrona della Parrocchia
- il dipinto di S.Maria Assunta in Cielo
- il Baldacchino
- gli affreschi (A - B - C - D)
- l'altare 'coram populo'

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1 - Altare di San Pellegrino
2 - Altare di Sant'Antonio da Padova
3 - Cappella dell'Immacolata Concezione e
quadro 'Morte di S.Giuseppe'

7 -  Altare della Madonna del Rosario 
9 -  Altare del Crocefisso 

13 - Quadro di San Gaetano
10 - Altare di San Rocco e

Pala dell'Annunciazione

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11 - Altare di San Pancrazio
12 - Altare di Sant'Antonio Abate
15 - Statua di Sant'Antonio Abate

4 - Altare della Madonna di Bismantova
5 - Altare laterale sinistro
6 - Altare laterale destro

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17 - il Battistero

L'Arciprete Giampaolo Palù, nel 1697, durante alcuni lavori di rifacimento della canonica, lo sposta dal luogo angusto e disagevole - sotto la torre - dove era collocato, dalla parte opposta della chiesa, in una cappella ricavata nello spazio occupato fino ad allora dalla cantina ed è lì che lo troviamo ancor oggi.
Il nuovo battistero comprendeva "un vaso di sasso d'otto faccie col piedistallo simile, con sopra un obelisco di legno con la sua serratura, dentro del quale v'è un vaso di rame grande a proporzione per l'acqua battesimale, una Mescola d'ottone, un scattolino d'argento per gli olii della Cresima e degli Esorcismi [...]".
Il fonte battesimale così descritto è, nelle parti principali, quello ancor oggi esistente. 

(Corrado Giansoldati, La Pieve di Castelnovo ne' Monti, 2016)

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