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Messaggio della Madonna di Medjugorie del 25 Aprile 2009
"Cari figli, oggi vi invito tutti a pregare per la pace e a
testimoniarla nelle vostre famiglie affinché la pace diventi il più grande
tesoro su questa terra senza pace. Io sono la vostra Regina della Pace e la
vostra madre. Desidero guidarvi sulla via della pace che viene solo da Dio. Per
questo pregate, pregate, pregate. Grazie per aver risposto alla mia
chiamata."
| | Editoriale |
E’ da alcuni giorni che in tv va in onda una strana
pubblicità; la pubblicità della renault Scenic, in cui per lodare la “straordinaria
comodità” della vettura il protagonista dello spot sottolinea la sua numerosa
“famiglia” composta da varie mogli e numerosi figli avuti ognuna con una donna
diversa. Sinceramente sono stanco! Stanco di vedere attaccata la
cosa più importante che c’è per un cristiano: la sacralità della Famiglia. La pubblicità dà' l'impressione che sia normale
cambiare moglie quattro volte, come è normale conservare una Renault. Sarebbe
invece da sottolineare come cambiare auto, anche se è una Renault, non ha conseguenze
particolari, e come invece le conseguenze in caso di divorzio, con bambini
abbandonati, sono molte e pericolose, soprattutto per quest’ultimi. Non spetta a me
ricordarvi quali “strani e sconvolgenti” fatti sono accaduti in questi giorni
nella nostra parrocchia; ebbene non sono questi frutto di situazioni familiari
particolari e disagiate? Difendiamo le nostre famiglia perché è su di essa che
si fondano le basi per una società migliore!!
Alessio
| | San Giuseppe | Ma chi era San Giuseppe?
Ma chi era San Giuseppe? In tutti gli scritti è considerato
uomo giusto. Nel vocabolario, la parola giusto, grosso modo è indicata così:
retto, onesto, leale. In effetti S. Giuseppe era tutto questo, ma non possiamo
davvero fermarci qui, diciamo che si comincia da qui. Giuseppe era un bel
giovane, che aveva scelto Maria come sposa. Certo aveva scelto bene, non ci
sono dubbi, ma non immaginava quello a cui andava incontro. Sul più bello ecco
il dramma di Giuseppe: come è possibile che questa ragazza aspetta un bambino?
Comincia per Giuseppe un’angoscia, un’incertezza, un dolore, tanti pensieri
contraddittori, non sa che pensare, che cosa fare. Lui era ebreo ed amava Dio. Dio lo guidava, anche se lui non lo sapeva, come succede
anche a noi e non lo sappiamo… ma Dio ci sta preparando per degli avvenimenti e
come S. Giuseppe anche noi dovremmo avere il cuore aperto all’ascolto e
predisporci alla sua volontà. Dio va in aiuto a S. Giuseppe e gli invia un angelo nel
sonno. Allora tutto è chiaro! Accetta questo avvenimento come un mistero e si
fida, sa che questo Dio è buono, quindi accetta Maria e non pensa più a
ripudiarla. Poi a Betlemme assiste meravigliato ed estasiato alla nascita di
questo bambino: la stella che illumina i pastori, gli angeli e i Re Magi. Giuseppe si trova lì, come Maria, al centro di questo
avvenimento ed in silenzio assiste un po’ confuso, ma vive quei momenti con
fede. Ma sul più bello ecco di nuovo un grosso imprevisto. Deve
fuggire! Così gli dice l’angelo mandato da Dio, e poi di nuovo ubbidisce quando
l’angelo lo avverte che può rientrare in Israele e si stabilisce
definitivamente a Nazareth. Lo ritroviamo dopo 12 anni, per l’episodio di Gesù al
tempio. Che cosa ha fatto S. Giuseppe in questi dodici anni? Silenzio assoluto da parte del Vangelo e non solo riguardo questo episodio, ma
diciamo che non se ne parla più. Questo significa che Giuseppe ha fatto una vita silenziosa,
senza nessuna estrosità, una vita piena di lavoro, doveva mantenere una
famiglia come ce n’erano molte altre nella zona. Questo figlio che Dio gli aveva affidato, andava amato,
sostenuto e guidato sotto tutti gli aspetti. Lui era il padre putativo, questo mi fa venire in mente che
oltre ad essere il protettore di tutti i padri di famiglia, di tutti i
lavoratori, potrebbe essere considerato, in modo particolare,protettore dei
padri che adottano un bambino, in fondo non lo sceglie, c’è un altro che
sceglie per lui, ed anche questo padre deve sostenere, guidare ed amare il
bambino come se fosse suo. In effetti poi lo diventa a tutti gli effetti con un grande
amore per questo bambino. Così è stato per S. Giuseppe e così è per tutti i
padri che adottano un bambino. Poi un giorno S. Giuseppe muore, lasciando un grande vuoto
nel cuore di Gesù e Maria. Un uomo così silenzioso durante la vita è poi diventato un
gran Santo dopo la morte. San Giuseppe è stato il primo Santo del Nuovo
Testamento. Si trova a cavallo tra il vecchio, perché è vissuto seguendo la religiosità
del Vecchio Testamento, ma con la
nascita di Gesù è entrato nel Nuovo. La sua santità non risulta ufficialmente
in nessuno scritto, ma ha fatto in tutto e sempre la volotnà di Dio, con piena
fede e perciò è stato eletto Santo a tutti gli effetti e noi così lo amiamo e
veneriamo da sempre.
| | Preghiera a MARIA AUSILIATRICE |
per i sacerdoti e per i fedeli della parrocchia 15 - 24 maggio Vergine santa, Ausiliatrice, Madre di Cristo, Madre, Patrona e Avvocata della Chiesa, intercedi per la Chiesa, per i sacerdoti, per il popolo di San Cesareo alla tua cura materna affidato. Infondi in tutti il desiderio di conoscere il disegno di amore del Padre, il coraggio di accogliere il Vangelo di Cristo, la volontà di crescere nello Spirito Santo. Allontana dai tuoi figli ogni tipo di male. Difendili dai pericoli del materialismo e dell'indifferenza religiosa. Suscita tra i giovani vocazioni sante, fedeli al servizio del Regno di Dio. Anche a noi, che attendiamo con fiducia dona la tua stessa fede, la tua passione e la tua sete per le anime; rendici fedeli al nostro impegno battesimale, alla missione sacerdotale e all'opzione in favore della gioventù povera e abbandonata. Dacci il coraggio di sognare, audacia nell'intraprendere, saggezza nell'agire con amore, perseveranza nel ndonarci totalmente alla missione, e una purezza di vita che rispecchi la tua. Tu, che a Cana affrettasti il tempo del tuo Figlio, esercita con premura la tua materna intercessione ed affretta per il tuo popolo l'aprirsi di nuovi orizzonti di libertà, di pace e d'ascolto del tuo Figlio. Amen
| | Prime Comunioni |
1° Maggio 2009 ….siamo arrivati al giorno della Prima
Comunione, si conclude un’altra volta un ciclo di incontri e so che dovrò lasciare questo gruppo per ricominciare……
Sembra ieri quando tre anni fa Padre Luis Alfredo mi ha
consegnato una lista con i nomi del nuovo gruppo a me affidato; quando li chiamavo mi si paravano davanti
dei bimbetti con l’aria un po’ intimidita e un po’ preoccupata nell’affrontare
un nuovo impegno di cui, sono certa,
non potevano capire ne’ l’importanza ne’ il significato .
Per molti di loro Gesù era una figura abbastanza
inquietante: un uomo sanguinante e inchiodato su una croce a ricordarci il dolore e la crudeltà degli uomini.
In questi tre anni di incontri ho provato in ogni modo , ovviamente con tutti i miei limiti, a raccontare
loro quanto invece Gesù è per tutti noi
una Testimonianza Viva e Presente di Un Amore Infinito e Misericordioso,
messaggio questo che rinnova continuamente la speranza dell’umanità di poter vivere
come fratelli con il cuore sereno cercando solo la pace.
Ho cercato di trasmettere l’emozione che provo ogni volta
che apro Il Vangelo e a caso leggo un brano o anche soltanto una frase e mi
rendo conto che sembra scritto per me, per aiutarmi a individuare la strada o
anche soltanto per rasserenarmi. Ho insistito nel ricordare loro che è solo l’amore che deve
imperniare i nostri rapporti con gli altri, che non si può amare con riserve,
che l’amore non sceglie, che l’amore si dona con generosità e più si
impegna la propria vita per gli altri più ci si sente ricchi e pieni.
Certo le immagini e i racconti che i bambini ricevono al
giorno d’oggi non sempre seguono questa direzione; spesso anche all’interno
delle stesse famiglie sperimentano sentimenti e situazioni che non hanno nulla
a che vedere con la condivisione, la tenerezza, il perdono e il rispetto dovuto
a tutti gli esseri umani , nessuno escluso, che il Vangelo ci insegna con tanta
chiarezza.
Ma non mi sono mai scoraggiata perché so che nella loro
mente innocente e nei loro cuori ancora puliti Gesù sa trovare lo spazio giusto per poter fare della Sua
Parola e dei suoi insegnamenti la
struttura basilare della loro Vita, ed
io in questo giorno che conclude la prima tappa del cammino da loro intrapreso,
vorrei poter dire che nel fuoco d’amore che Gesù accende nei cuori, una
piccolissima scintilla si è alimentata per merito mio.
Eppure so bene che in questi tre anni molte sono le volte in
cui mi sono chiesta se i toni, le parole scelte, le risposte e gli stessi temi
erano quelli veramente dettati dalla fede oppure c’era dentro il mio
egocentrismo, la voglia di mettermi in mostra e di rendermi interessante
dimenticando che i bambini sono quelli che capiscono molto più le emozioni vere
che non i bei discorsi enunciati in un linguaggio grammaticalmente corretto e scorrevole.
Ma non sono io la cosa importante di cui parlare.
E’ la loro emozione, quella dolcezza che si legge nei loro
occhi, quell’incertezza che improvvisamente li fa ammutolire davanti ad un
mistero di cui tanto si è parlato e di cui per la prima volta nella loro vita
fanno esperienza, sono le lacrime trattenute a stento dalle loro mamme guardandoli camminare un po’ intimiditi
lungo la navata con la tunichetta bianca e la candelina accesa in mano, sono i
sorrisi che mi rivolgono guardandomi e cercando nel mio sorriso la
rassicurazione che è proprio cosi che ci si sente quando ci si avvicina di più
a Gesù, che da senso a tutto quello che
si è fatto e detto insieme in questi tre anni di cammino.
E’ questo in fondo il momento in cui ci si rende conto che quei bimbetti di tre anni fa, ora ragazzini che si avviano verso l’adolescenza, che
incominciano a cambiare negli sguardi e nei sorrisi ma soprattutto negli interessi, che per tre anni ho sentito un
po’ come miei figli, hanno impresso nel
mio cuore un segno che non potrò più cancellare e che a conti fatti mi hanno
dato molto più di quanto io possa mai supporre di aver dato a ognuno di
loro.
Anche stavolta ho ricevuto un grande regalo, di cui sono
grata al Signore, che spero mi faccia crescere e mi aiuti a diventare un giorno una testimone degna e attendibile; per ora continuo a
pregare per questi bambini a me così cari, che guidati dalla potente parola del Cristo si
impegnino a costruire le fondamenta di
una civiltà basata sulla verità e
sull'amore e possano essere “il sale della
terra, e la luce del mondo”
(Mt 5, 13)
Laura, una catechista
| | Vita di Maria |
… Maria, sopraffatta dai ricordi, tace per un
momento, con un sospiro profondo, sembra come risvegliarsi, si guarda attorno e
con un filo di voce riprende il racconto…
LA TRASFIGURAZIONE
Come tutti i
giorni, Gesù, si appartava tra i campi con
suoi discepoli, e tra silenzi, a volte, lunghissimi, parlava insegnando
loro come avrebbero dovuto vivere la loro vita, secondo gli insegnamenti di
Dio. Un giorno si
allontanò assieme a Pietro, Giovanni e Giacomo nella campagna arrampicandosi
fra le rocce, e salì su un monte.
Lì rimase in silenzio, mentre i vento soffiava
sulle loro teste. Poi cominciò a parlare del Padre suo, con una voce, sommessa,
che a volte spariva sovrastata dal vento.
I discepoli, un
po’ intimoriti, si avvicinarono gli uni agli altri, come cercando coraggio e
protezione. Poi una luce, dapprima leggera come una pioggia splendente, scese
dal cielo.
Gesù, intanto, taceva rimanendo con gli
occhi chiusi e il viso rivolto verso l’alto. Poi la luce cambiò, aumentò sempre
di più, un fiume di splendore cominciò a scendere dal cielo. Il vento, sempre
più forte, turbinava sul monte, e , mentre i discepoli, spaventati, se ne
stavano sempre più stretti fra loro, sferzava le loro vesti, coprendo le loro
voci e assordandoli con un rumore di tempesta.
Gesù, separato da loro, sempre con
gli occhi rivolti in alto, sussurrava
una preghiera muta.
E
mentre la luce che, ormai, come una colonna di fuoco che si alzava fino
all’estremità del cielo, lo avvolgeva completamente, Gesù alzò le braccia verso
l’alto, e, piano piano, si librò alzandosi nell’aria.
I discepoli,
abbagliati da tanto splendore, restarono in estasi, abbandonati, chi in
ginocchio chi steso a terra, contemplando con gli occhi spalancati, la
meraviglia di quello che avveniva davanti a loro.
Poi, dopo un
tempo , che nessuno seppe definire quanto lungo, Gesù ridiscese lentamente a
terra, la luce si smorzò lentamente, e il vento si affievolì, fino a rimanere
una brezza.
I discepoli si ripresero come
risvegliandosi da un sogno. Nei loro occhi, lo splendore e la meraviglia di
quanto avevano visto, rimase brillando, ancora, nella profondità del loro sguardo.
E quella luce,
c’era ancora, quando al ritorno, tutti raccolti intorno a me, cercarono di
raccontarmi l’avvenuto.
Le loro voci si
sovrapponevano, a volte con versioni differenti, in una grande confusione,
E solo la
preghiera a cui tutti ci abbandonammo, ci ridonò la tranquillità, spegnendo
l’eccitazione del ricordo di quanto accaduto, e avvolgendoci in una serenità e
calma silenziosa.
L’ISTITUZIONE DELL’EUCARESTIA
Quella sera,
Gesù, ci disse di preparare una cena, a cui avrebbero partecipato tutti i
discepoli e noi donne che lo seguivamo.
La tavola venne imbandita e il cibo
preparato… poi nell’atmosfera di attesa, che si sentiva nell’aria, i discepoli
si sedettero con Lui, mentre noi donne ce ne rimanemmo, su un tappeto, in
disparte, a terra.
Un silenzio
profondo pervadeva tutti noi. Solo poche parole venivano scambiate…
Gesù, con
grande tristezza negli occhi, ci disse che il suo tempo stava per finire…, che
si sarebbe compiuto il suo destino.
Io sentivo che il cuore mi si stringeva
sempre di più. Avrei voluto chiedere, parlare, …ma la paura mi toglieva il
coraggio, la gola mi si stringeva e le parole non riuscivano a uscire.
Calai, allora,
il velo sul mio volto e, silenziosa, rimasi, con gli occhi chiusi, in attesa…
Tra gli
apostoli, attorno alla tavola, invece, una agitazione trepidante si propagò… ,
ognuno diceva: “…No… non ci lasciare, che significano le Tue parole?...”
Lui, con tristezza, continuò, dicendo,
che sarebbe partito, ma che il suo animo era sconfortato, perché sapeva di
lasciarci deboli e insicuri,… Disse che uno
di noi lo avrebbe tradito, che gli altri sarebbero fuggiti impauriti,
abbandonandolo…
Una
confusione di proteste si levò ovunque. Pietro gli prese le mani e con calore
cercò di confortarlo, tranquillizzarlo, che mai e poi mai avrebbero potuto fare
una cosa del genere …
Gesù, con
dolcezza, gli sorrise e stringendogli le mani, a sua volta, gli disse, che
prima dell’alba, proprio lui, lo avrebbe rinnegato tre volte.
Sotto lo
sguardo sgranato di Pietro, e lo stupore che gli aveva tolto la voce, un
silenzio grave sommerse ognuno di noi.
Ed, intanto,
io, seduta a terra, in disparte, sentivo che il mio cuore sprofondava sempre
più in un dolore senza fine.
Poi Gesù alzò gli occhi su ognuno di noi, e
mentre le ultime proteste morivano in gola, continuò a guardarci senza dire
nulla.
Ammutoliti,
ce ne restammo, in silenzio, in attesa delle sue parole. Ci disse che la sua
vita era giunta al termine, ma di non disperare, il suo sacrificio non sarebbe
stato inutile perchè avrebbe salvato le nostre anime .
Poi prese del
pane e, spezzatolo, ne diede un pezzo a ognuno di noi… Ci disse che sarebbe
diventato il suo corpo e che ogni volta che lo avessimo mangiato ci saremmo
riuniti, per sempre, con Lui.
Quelle parole
ci lasciarono incapaci di dire qualcosa, fummo presi da uno stupore
grandissimo, e sentimmo che qualcosa di grande stava avvenendo fra di noi.
Poi, nel silenzio generale, continuò, alzando
il bicchiere con del vino, e dopo aver benedetto la mensa, ci disse che quel
vino sarebbe diventato il suo sangue, che ci avrebbe purificati e guariti dal
male , unendoci, tutti, per sempre, a lui in una nuova Alleanza.
Poi, ci disse che ripetendo la
benedizione del pane e del vino, si sarebbe perpetuato il miracolo di quella Trasformazione,
riunendoci a lui, ogni volta.
Queste parole
furono dette con così tanto amore che il nostro cuore spaventato e rattristato,
da quanto ci aveva detto prima, fu pervaso da una grande consolazione, e, in
noi, crebbe la sicurezza che, in ogni momento e luogo, avremmo potuto
perpetuare la sua presenza, reale, tra noi.
La cena terminò lasciandoci
pensierosi e taciturni, e mentre noi donne rassettavamo la tavola, Lui, con
alcuni dei suoi discepoli, si allontanò nei campi per pregare.
F. Montuschi
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| | San Giuseppe |
San Giuseppe sempre più nei nostri cuori
Come ormai da tradizione anche
quest’anno, lo scorso 30 aprile abbiamo celebrato la ricorrenza di San Giuseppe
Artigiano patrono della nostra parrocchia. Il Vescovo Domenico Sigalini, ha
presieduto la Santa Messa concelebrata da padre Luis Alfredo, padre Cristian e
da altri sacerdoti amici che hanno voluto essere presenti in un occasione cosi
importante. Don Domenico nella sua omelia ha voluto sottolineare l’importanza
della famiglia e del lavoro, oggi come ai tempi di Gesù. Queste sono state le sue parole: “Gesù ha appreso lo stile di vita della
famiglia in cui è vissuto. Ha imparato la delicatezza che aveva nei confronti
del prossimo da Giuseppe e Maria. Tutto ha imparato Gesù dai suoi genitori. Dio
Padre, Figlio e Spirito Santo ha deciso di vivere la stessa vita dell’uomo,
quella di avere una famiglia ed un lavoro. Il lavoro è una realtà di
fondamentale importanza in ogni tempo e dovunque. Senza lavoro l’uomo perde la
sua dignità e va in crisi”.
Inoltre ha spronato i genitori presenti
ad avere coraggio e a spendersi totalmente per la loro famiglia perché “del bene che avrete verso i figli non verrà
perduta neanche una goccia”.
La Santa Messa del 30 aprile è anche
quella nella quale i giovani dell’Associazione “Amici di San Giuseppe”
rinnovano la promessa di affidamento al Santo. E proprio a loro il Vescovo ha
voluto rivolgere un invito o se vogliamo una sfida, quella cioè di attirare e
far crescere all’interno dell’associazione tanti giovanissimi che prenderanno
poi, nel tempo, il posto dei più grandi.
I ragazzi hanno garantito che stanno già
lavorando per questo e che si impegneranno ancora di più.
Al termine della Santa Messa la statua di
San Giuseppe è stata portata in processione per le strade del paese, seguita dalle
autorità locali e da tantissimi fedeli, accompagnata anche dalla banda musicale
de La Forma.
I giorni seguenti sono stati dedicati ai
festeggiamenti in piazza, ma di questo troverete già un dettagliato resoconto
su queste stesse pagine alle quali si rimanda.
Andrea
| | Il Crocifisso |
(continua dallo scorso numero)
Sarà soprattutto dopo
l’editto di Milano dell’imperatore Costantino, quindi dopo il 312-313 d.C., con il quale si accordava ai
cristiani di poter professare pubblicamente il loro culto, che appariranno
grandi rappresentazioni di croci, come ad esempio la maestosa “croce gemmata” nel mosaico absidale nella basilica di
Santa Pudenziana, ma appunto una croce dorata con pietre preziose, senza legno
e senza Gesù, che allude al trionfo di Cristo, alla Sua ressurezione non alla
sua morte. Non sarà infatti facile, nei
primi secoli del cristianesimo, rappresentare il crocefisso, prima per paura
delle persecuzioni e poi, per il ricordo ancora vivo di quel tipo di tremenda
uccisione. Poco oltre, nel V secolo,
troviamo nel bellissimo portale ligneo, ancora perfettamente conservato, di Santa
Sabina sull’Aventino, un Cristo con le braccia distese, tra i due ladroni, ma
in questo caso, come durante buona parte del medioevo, il Cristo non sarà
ancora sofferente. Per molto tempo ancora, sul legno della croce Egli sarà rappresentato
in piedi, con occhi ben aperti, capo diritto, quasi sorridente e alcune volte anche
senza i chiodi. Tra i più antichi possiamo considerare il crocefisso di Sarzana
(La Spezia) del XII secolo e quello più famoso di San Damiano. Un cristo
vittorioso sulla morte: Christus triumphans. Successivamente,
invece, prenderà il sopravvento un’ altra visione della croce, di derivazione
bizantina, incentrata sulla sofferenza di Cristo, sulla Sua passione ed il Suo
sacrificio estremo, avremo allora il Christus
patiens, caratterizzato da occhi
chiusi, capo reclinato, corpo incurvato. Tra
i primi artisti a rappresentare questo
tipo di crocefisso troviamo Giunta Pisano e Cimabue. Giotto,
modificherà ulteriormente questa rappresentazione, forse prendendo spunto dalla
scultura gotica e probabilmente da
Nicola Pisano, attribuendo peso al corpo, aggiungendo sempre più realismo,
gambe piegate, abolizione della grande inarcatura del corpo e piedi vicini,
uniti. Quindi, tredici secoli dopo la morte di Cristo,
troviamo finalmente codificati nell’arte i caratteri principali della
crocefissione; naturalmente nei secoli successivi ci saranno ulteriori
modificazioni, la principale delle quali sarà il separare le scene della
passione e gli altri personaggi presenti quali Maria, San Giovanni, la
Maddalena dal corpo stesso della croce; un cambiamento della muscolatura del
Cristo, rappresentato in maniere sempre più verosimile, maggior o minore colorazione
della materia, ed un maggiore o minore phathos
(a seconda delle nazioni di provenienza dell’ opera d’arte) fino ad arrivare ad
un modello più simile agli esemplari che possiamo ammmirare oggi nella nostra parrocchia.
Benedetta
| | Festa di San Giuseppe
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Terza Festa di San Giuseppe Lavoratore
Anche quest’anno i ragazzi dell’associazione “Amici di San
Giuseppe” hanno lavorato duramente per organizzare al meglio la festa di San
Giuseppe lavoratore; una festa che non è solo dei ragazzi dell’associazione, o
di coloro che frequentano abitualmente la parrocchia, ma di tutti i cittadini
di San Cesareo.
Questa ha avuto ufficialmente
inizio giovedì 30 Aprile, con la Santa Messa presieduta dal nostro vescovo
Domenico, e seguita dalla processione. Ad accompagnare il tutto vi era la
presenza, ma soprattutto la musica della band musicale de la Forma “F. Pais”.
I festeggiamenti in piazza si sono aperti nel pomeriggio del
venerdì, primo maggio. Per tutti i tre i giorni erano presenti, in piazza, vari
stand: da quello gastronomico, allo stand della “pesca”, agli stand dei giochi
(mini-golf, tiro a bersaglio, l’ormai consueto bowling gigante, torte in faccia
e tanti altri). Verso le 16.00, 16.30 si è dato inizio ai “giochi popolari”… le
persone si sono divise in gruppo, dando un nome ed un inno al proprio gruppo. I
vari gruppi hanno gareggiato tra loro, e come premio finale, ad ogni membro del
gruppo vincitore è stata offerta a cena allo stand gastronomico. Interessante
notare l’eterogeneità dei gruppi: da persone giovani, a persone meno giovani;
quasi sconosciuti che si sono trovati a collaborare tra loro.
Nella serata si sono
esibite band giovanili, nell’evento “alza il volume”, che hanno riempito la
piazza con la loro musica.
Nel pomeriggio seguente si è aperto il secondo concorso
culinario “dulcis in forno”, in cui sono stati presentati vari dolci, giudicati
nel gusto, e nella presentazione. Le torte, alla fine del concorso, sono state cedute alla stand gastronomico; le quali
potevano essere gustate, con una piccola consumazione, per la letizia dei
palati. Sempre nel pomeriggio si è svolta la finale del torneo di calcio
balilla.
Nella serata si è potuti godere dell’esibizione dei “Goodbye”,
cover band dei Pooh, seguita dal comico rumorista Alberto Chiazza. Un sabato
sera all’insegna di divertimento e risate, non senza piccoli intoppi, che
sicuramente non hanno bloccato il procedere dei festeggiamenti..
Si giunge così all’ultimo giorno… tutti in piazza alle
15.00, e tutto il pomeriggio è stato dedicato ai bambini. Si dà il via alla
“Strambapiazza”. Il paese era gremito di bambini, anche i grandi sono tornati
bambini: prima gli scivoli gonfiabili, poi l’animazione con il teatrino dei
burattini e la baby dance. In serata tutti si sono fermati per ammirare e gustare uno
spettacolo di danza, pieno di emozioni, della compagnia “Così si_amo”, guidato
da Suor Anna Nobili; al quale ha fatto seguito la presentazione di Simone Di Pasquale della “Stars dance
accademy”, con l’esibizione dei suoi allievi.
La festa si conclude, ma non il lavoro dei ragazzi: alla
fine della festa hanno lavorato per smontare e sistemare i vari stand. Il lavoro prima e dopo è molto, ma è anche tanto l’entusiasmo
e la passione per organizzarla, così che ogni anno la festa risulta un
successo. Questo anche grazie a chi, nonostante non sia parte
dell’associazione, si offre per dare una mano: piccolo o grande che sia,
pratico, economico o meno ogni vostro aiuto ha reso possibile la realizzazione
di tutto questo.
Anna
|
| | Cinema |
TERMINATOR
SALVATION
Il
quarto capitolo della saga di Terminator, sarà l'inizio di una nuova trilogia;
Una trilogia che ha origine nel futuro Skynet, un sistema computerizzato, che
combatte un guerra contro i suoi stessi creatori, gli umani, fino all’annientamento
quasi totale della razza umana. Dopo averli quasi sterminati con una catastrofe
nucleare, però, Skynet è prossimo alla sconfitta in quanto i pochi uomini
sopravvissuti si sono coalizzati attorno al loro capo John Connor,un grande
leader carismatico. Nel 2018 Skynet sta preparando il suo attacco finale e la
resistenza umana, guidata da Connor, si prepara al peggio. L'apparizione di un uomo, Marcus Wright, che
ricorda solo di essersi trovato in un braccio della morte, avvia il plot:
Marcus arriva dal futuro o dal passato? Indagando, Connor e Marcus si
imbarcheranno in un'odissea che li porterà a comprendere la portata del
progetto di distruzione dello Skynet, che
decide allora di inviare indietro nel tempo un T-800, un cyborg evoluto,
che ha come unico obiettivo quello di trovare e "terminare" Sarah
Connor, futura madre di John. A fermare il terribile robot ci dovrà pensare
Kyle Reese, il suo obiettivo è trovare Sarah prima del cyborg. Un classico, anzi, più di un classico, del
genere a cavallo tra lo sparatutto e la fantascienza. Già all’inizio del film,
si capisce la netta differenza tra il comportamento schematico e perfetto del
cyborg e le difficoltà fisiche e psichiche incontrate invece dal soldato
spedito dal futuro.
UNA
NOTTE AL MUSEO 2: LA FUGA
Sull'onda del successo
ricavato con Una notte
al museo,
gli sceneggiatori Ben Garant, Thomas Lennon hanno scritto un seguito titolato
“una notte al museo 2 : la fuga” , la sua data di uscita, il 22 maggio
2009, è stata decisa in quanto coindice col "Memorial Day
Weekend". La maggior parte delle
ambientazioni sono state filmate al Smithsonian Institution (Washington D.C.), altre sequenze sono state
riprese negli appositi set costruiti ai Vancouver Studios. In occasione di una chiusura del
museo, per restauri, tutti gli oggetti custoditi nel Museo di Scienze Naturali,
incluso il custode, vengono trasferiti allo Smithsonian, il più grande museo
del mondo con più di 136 milioni di elementi nelle sue collezioni. Lì inizia la
nuova avventura, con un nuovo perfido faraone e questo trasloco non farà
felice però tutti gli abitanti del Museo., due dei quali prenderanno vita con
volti nuovi. "Ogni personaggio tornerà per continuare la storia, e ci
saranno inserite nuove figure".
Sonia
| | Attività parrocchiali | |
Recita del Santo Rosario
Ogni giorno alle ore 7,00
Sabato, Domenica e festivi ore 7,30
Incontro di preghiera gruppo San Pio
Lunedì ore 17.00
Adorazione Eucaristica
Dal Lunedì al Sabato dalle ore 6.00 alle ore 23.00 inoltre il martedì e il venerdì Adorazione Notturna
Coroncina della Misericordia
Dal Lunedì al Sabato ore 15.00
Prove coro adulti
Venerdì ore 21.00
Incontro Gruppo Giovani
Lunedì ore 21.00
Incontro Gruppo Giovanissimi
Martedì ore 18,00
Incontro Azione Cattolica Adulti
Venerdì ore 16,00
Incontro gruppo fidanzati
Martedì ore 20,00
Incontro gruppo Gesù Risorto
Lunedì ore 19.30
Incontro gruppo catechisti
Lunedì ore 19.30
Confessioni
Ogni giorno mezz'ora prima della S. Messa
Sante Messe Domenicali
Ore 8.00, 10.00, 11.30 e 18.30
Feriale: 18.30
Incontro comunità Neocatecumenale
Martedì ore 21,00 la Parola di Dio
Sabato ore 21,00 cel. Eucaristica
Adorazione gruppo famiglie
Martedì e Mercoledì ore 19,30 in famiglia
Giovedì ore 20,00 in chiesa
Venerdì ore 20,00 nelle case dei single
Programma Emittente Parrocchiale:
Ore 6.45: Santo Rosario;
Ore 8.00 (Lun e Sab): Lodi e Adorazione Eucaristica;
Ore
15.00:
Coroncina della Misericordia;
Ore 16.00 (Lun e Ven): Lettura Spirituale;
Ore
18.00: Santo
Rosario;
Ore
18.30: Santa
Messa;
Ore 19.00:
Adorazione Eucaristica;
Ore 8.00, 10,00 11,30 e 18.30: Sante Messe Domenicali
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