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Messaggio della Madonna di Medjugorie del 25 Marzo 2009
"Cari figli, in
questo tempo di primavera quando tutto si risveglia dal sonno
dell’inverno, svegliate anche voi le vostre anime con la preghiera
affinchè siano pronte ad accogliere la luce di Gesù risorto. Sia Lui,
figlioli, ad avvicinarvi al suo Cuore affinchè siate aperti alla vita
eterna. Prego per voi e intercedo presso l’Altissimo per la vostra
sincera conversione. Grazie per aver risposto alla mia chiamata."
| Editoriale |
Nell'editoriale del mese
di Marzo vi avevo parlato delle scritte atee apparse sugli autobus di
Genova e di come mi sembrasse assurdo che per noi cristiani non fosse
successo nulla, mi sembrava assurdo che nessuno si scandalizzasse e
alzasse la voce per difendere, non tanto i nostri diritti, quanto
piuttosto la nostra fede.
Bene, ora ci troviamo
difronte ad un episodio altrettanto spiacevole; al museo Pan di Napoli
un “artista” (mai virgolette sono state più appropriate ) ha presentato
un opera raffigurante un crocifisso velato da un preservativo.
Fortunatamente nei scorsi giorni l'opera è stata rimossa, ma ancora una
volta tutto ciò è avvenuto nel più assoluto silenzio e nella nostra più
assoluta indifferenza.
Vi ripeto di nuovo
quanto detto: diamoci una svegliata, difendiamo i nostri valori e
soprattutto ciò in cui crediamo fortemente: Gesù Cristo, Figlio di Dio
morto e risorto per noi !
Alessio
| La parola del Parroco | NOI ANNUNCIAMO GESU’ CRISTO CROCIFISSO Innalzato da terra attirerò tutti a me” Gv 12,20-33 Siamo
a Gerusalemme, in prossimità della festa di Pasqua. Gesù è entrato
trionfalmente nella città e il motivo di questo ingresso solenne viene
condensato dall’evangelista nell’ultima frase del brano: “Quando
sarò elevato da terra, attirerò tutti a me”. Il verbo “elevare” ha una
duplice valenza: da un lato richiama l’innalzamento del corpo di Gesù
sulla croce, dall’altro l’esaltazione che il Padre riserva al Figlio
per la sua obbediente accettazione della passione. Con la morte di
croce, Gesù, attirando tutti a sé, riunisce i figli di Dio che erano
dispersi e diviene così causa di salvezza per tutti. La presenza dei
Greci – pagani “simpatizzanti” della religione giudaica – sta ad
indicare che i benefici della morte di Gesù abbracciano tutto il mondo
e che l’inconsapevole profezia pronunciata in precedenza dai farisei
(“Tutto il mondo gli va dietro”: Gv 12,19) si sta già realizzando. I
Greci vogliono “vedere” Gesù, cioè muovono i primi passi per poter
credere in lui. Essi si rivolgono a Filippo, che ne parla ad Andrea.
Questi due apostoli, sono gli intermediari tra Gesù e gli stranieri. Il
messaggio sottostante a questa scena, per noi lettori non Giudei di
oggi, è che a Gesù si giunge attraverso la mediazione apostolica, la
mediazione della Chiesa. Con l’arrivo dei Greci, il “buon pastore” che
deve dare la vita per le pecore, anche per quelle di “altri ovili”, per
radunarle in un unico gregge (cfr. Gv 10,15-16), annuncia che è giunta
l’ora di dare la vita. Il sacrificio di Gesù è produttivo di per sé,
dà vita, ma anche l’uomo deve fare la sua parte. Gesù traccia per il
discepolo un cammino che sostanzialmente segue le orme del maestro: si
deve passare attraverso la morte per avere la vita. Seguire e servire
Gesù si concretizza nel preferire la vita eterna alla vita “in questo
mondo. La stessa drammatica esperienza che il Maestro visse al
Getsemani è riservata anche al suo discepolo. Giovanni non la riporta
nel suo Vangelo, ma se ne può sentire l’eco ora, nelle parole di Gesù
che esprime “turbamento” nell’anima e desiderio di essere “salvato da
quest’ora”. La glorificazione del Figlio è condanna del principe del
mondo, vittoria su Satana e sulle potenze ostili al bene. Sappiamo che
questa vittoria, già realizzata in Gesù, si sta compiendo lentamente,
nello spazio e nel tempo, nei suoi discepoli, cioè, in
noi.
(Conferenza Episcopale Italiana)
P.Luis Alfredo
| Quaresima |
Cristo nel volto del sofferente
Soffrire è umano, e la sofferenza è comune a tutti gli uomini. Diverse
sono, invece, le reazioni: durante un periodo difficile, molti si
avvicinano a Dio; altri invece se ne allontanano. Spesso ci capita, di
dimenticare, cosa Gesù ha dovuto affrontare nella sua vita: percorrere
la via crucis, non è solo un modo per ricordare gli attimi precedenti
alla crocifissione, ma è anche un modo per imparare e ricordare di come
dovrebbero essere vissuti i momenti più dolorosi della nostra vita.
Cristo era stato chiamato a sorreggere sulle sue spalle
una croce molto pesante; ma se noi contempliamo il suo volto, non solo
quel volto che ci mostrano le varie rappresentazioni figurative, ma
soprattutto il volto disegnato nel nostro cuore, allora potremo vedere
veramente l'aspetto di Gesù in quei momenti di grande sofferenza: un
volto ferito all'esterno, ma raggiante di preghiera, traboccante
d'amore. Un volto dolce; sofferente si, ma forte.
Ci sono persone che devono sostenere la loro croce ogni
giorno, ma la sostengono con un sorriso, con occhi che sembrano dire in
ogni momento "grazie Signore, per ogni piccola cosa che mi doni"; se
noi osserviamo con attenzione quegli occhi, non provando pietà, allora
saremo in grado di vedere il volto di Gesù. Queste persone non cadono
nella disperazione, forse non hanno le nostre stesse abilità, ma
sicuramente hanno qualcosa in più: un grande amore per la vita, amore
che noi spesso ci dimentichiamo, perché scoraggiati dai piccoli
accadimenti.
Qualche anno fa si è ammalata una persona a me molto
cara, e nonostante che la sua sofferenza, sia fisica che psichica,
fosse più grande della mia, io trovavo più conforto da lei, che lei da
me. Affrontava la sua malattia con una forza che non credevo potesse
essere possibile, ed è proprio grazie a lei che iniziai ad avvicinarmi
a Dio; perché in lei avevo visto l'Amore, avevo visto Gesù. Fu così che
la morte del suo corpo rappresentò la rinascita della mia anima, e
grazie a lei imparai a cercare, e quindi a trovare in Dio il rifugio
delle mie sofferenze. Quando siamo chiamati a fare i conti con i nostri
momenti tristi, dovremmo rivolgere il nostro sguardo al Gesù
crocifisso, e ricordarci di quanto lui ha sofferto per noi. Dovremo
trovare nella preghiera, la forza, il coraggio, il nostro sostegno.
Solo così, anche dietro ai nostri sguardi si potrà scorgere il volto di
Cristo; e il nostro comportamento potrà essere di conforto per altre
persone che, come noi soffrono, ma che purtroppo non hanno potuto
ancora conoscere nostro Signore Gesù.
Anna
| Percorso Quaresimale |
LA GMG
Il
5 aprile 2009, ovvero Domenica delle Palme, si terrà la XXIV giornata
mondiale della gioventù nazionale che avrà come tema: “abbiamo posto la
nostra speranza nel Dio Vivente”.Per questa occasione il Papa ha
ricordato nel suo messaggio l’incontro di Sidney del luglio scorso, in
cui migliaia di giovani rinnovati dallo Spirito Santo testimoniavano
gioia ed entusiasmo spirituale. Il papa insiste molto sul valore della
testimonianza da parte dei giovani, a diventare dei messaggeri
dell’Amore di Dio, capaci di costruire un futuro pieno di speranza.
Infatti qual è se non la giovinezza il tempo più adatto per la
speranza? Il tempo in cui si punta al futuro, con progetti, sogni e desideri? Sarebbe
bello moltiplicare questa gioia credendo nella risurrezione di Cristo.
I nostri desideri già da soli ci spingono ma senza Dio correremmo il
rischio di smarrirci, di perdere la Fiducia quando qualcosa non andrà
secondo i nostri piani, fuggendo dalla realtà. Ecco perché la nostra gioia aumenta se radicata nell’Amore di Cristo, perché ogni volta che cadremo sapremo chi ci rialzerà Perciò
occorre farci carico di questo impegno: non avere paura di testimoniare
il Cristo Risorto nella nostra vita! Attendere e sperare fino in fondo
anche a costo di perderci la faccia talvolta, sicuri che ne vale la
pena in vista di un guadagno maggiore. Penso che Dio non ci vuole per
forza come dei classici bravi ragazzi, tutti casa e chiesa, che credono
di non sbagliare mai e di non peccare mai... io credo che
testimoniare sia piuttosto mostrarci come persone autentiche,
vere, reali… che hanno il coraggio di mettersi in gioco, che vogliono
crescere per vivere pienamente la propria vita
Cecilia
| Giovedì Santo |
L’altare della reposizione nel giorno di giovedì Santo
La messa vespertina del giovedì
santo ha qualcosa di diverso da tutte le altre messe, perché fa memoria
di quella cena che per Gesù è stata l’ultima. E’ densa di significati:
è la cena del tradimento; è la cena del dono totale di Gesù manifestato
nel gesto semplice dell’offerta del pane e del vino; è la cena della
vittoria definitiva del suo amore capace di lavare tutti i nostri
tradimenti, solo che accettiamo di essere “lavati” da lui; è la cena
della consegna accorata, prima del silenzio della passione: ”Come ho
fatto io, fate anche voi”… A tale cerimonia si partecipa poi nelle
singole chiese e parrocchie, con la Passione, morte e Resurrezione di
Gesù. Ecco perché la Chiesa celebra oltre l’Istituzione
dell’Eucaristia, anche l’Istituzione dell’Ordine Sacro; è la “festa del
sacerdozio cristiano” e della fondazione della Chiesa. Sul Giovedì
Santo, ricordiamo che Gesù dopo la cena, si ritirò nell’Orto degli
Ulivi, luogo abituale delle sue preghiere a Gerusalemme, in compagnia
degli Apostoli, i quali però stanchi della giornata, delle forti
emozioni, della cena, dell’ora tarda, si addormentarono; più volte
furono svegliati da Gesù, che interrompeva la sua preghiera: “La mia
anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate”; “Vegliate e
pregate per non entrare in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne
è debole”; “Basta, è venuta l’ora: ecco il Figlio dell’uomo viene
consegnato nelle mani dei peccatori: alzatevi e andiamo! Ecco, colui
che mi tradisce è vicino”. alla morte. Restate qui e vegliate”;
“Vegliate e pregate per non entrare in tentazione; lo spirito è pronto,
ma la carne è debole”; “Basta, è venuta l’ora: ecco il Figlio dell’uomo
viene consegnato nelle mani dei peccatori: alzatevi e andiamo! Ecco,
colui che mi tradisce è vicino”. Era cominciata la ‘Passione’ che
la Chiesa ricorda il Venerdì Santo; i riti liturgici del Giovedì Santo
si concludono con la reposizione dell’Eucaristia in un cappella
laterale delle chiese, addobbata a festa per ricordare l’Istituzione
del Sacramento; cappella che sarà meta di devozione e adorazione, per
la rimanente sera e per tutto il giorno dopo, finché non iniziano i
riti del pomeriggio del Venerdì Santo.
Tutto il resto del tempio viene oscurato, in segno di dolore perché è
iniziata la Passione di Gesù; le campane tacciono, l’altare diventa
disadorno, il tabernacolo vuoto con la porticina aperta, i Crocifissi
coperti. Nella
devozione popolare, le madri raccomandavano ai figli di non giocare, di
non correre o saltare, perché Gesù stava a terra nel “sepolcro”, nome
erroneamente scaturito al tempo del Barocco e indicante l’ ”altare
della reposizione”, dove è posta in adorazione l’Eucaristia.Sono
davvero tanti gli spunti che la liturgia ci propone e che noi possiamo
sottolineare con una composizione di fiori: beninteso dovremo
privilegiarne uno solo, che sarà quello che sgorgherà dal nostro cuore
dopo che avremo pregato e meditato. È tradizione che nelle chiese gli altari della reposizione siano addobbati in modo solenne, con composizioni floreali o altri simboli, in omaggio all'Eucaristia che viene riposta e per invitare i fedeli all'adorazione. L'altare della reposizione rimane allestito fino al pomeriggio del Venerdì Santo, quando, durante la celebrazione della Passione del Signore, l'Eucaristia viene distribuita ai fedeli; se le ostie
consacrate non sono state consumate interamente, esse vengono
conservate in un luogo appartato, e l'altare viene dismesso, per
ricordare con austerità la morte in croce di Gesù, fino al giorno seguente, quando durante la Veglia pasquale si celebra la risurrezione di Gesù. Nella tradizione e nel linguaggio popolare gli altari della reposizione vengono comunemente chiamati Sepolcri. Tale terminologia è impropria, perché in essi viene risposta l'Eucaristia che la Chiesa crede essere il segno sacramentale
di Gesù Cristo vivo e risorto. L'altare della reposizione non è dunque
un sepolcro che simboleggia la morte di Gesù, ma un luogo in cui adorare l'Eucaristia
Gianluca
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| Settimana Maggiore |
Comunità Parrocchiale di S. Giuseppe
S. Cesareo. (Roma)
PASQUA 2009
Venerdì 3
aprile Via Crucis Cittadina
Ore 19.00
Raduno villini di san cesareo:
percorso: Strade all’interno dei Villini di San Cesareo
Sabato 4 aprile Celebrazione del Precetto Pasquale a Roma, Basilica di
San Paolo fuori le mua, per i bambini e ragazzi del catechismo.
Possono prenotarsi anche i genitori insieme ai loro figli.
Partenza ore 8.00- rientro ore 15.00 (circa)
Domenica 5 aprile Domenica DELLE PALME
S. Messa 08.00
Celebrazione della Giornata della Gioventù.
Benedizione delle Palme e processione in piazza Giulio Cesare 09.30
S. Messa
10.00 S. Messa (battesimi) 11.30
Catechesi Biblica- Confessioni
17.00- 18.00
S. Rosario
18.00
S. Messa 18.30
Lunedì 6 aprile
Adorazione Eucaristica
06.00
Santo
Rosario
07.00
Lodi e lettura spirituale
08.00 Coroncina della misericordia.
Confessioni
16.00 - 18.00
Meditazione
18.00
S. Messa
18.30
Confessioni
19.00
- 20.00
Martedì 7 aprile
Adorazione Eucaristica
06.00
Santo Rosario
07.00
Lodi e lettura spirituale
08.00 Coroncina della misericordia.
Confessioni
16.00 - 18.00
Meditazione
18.00
S. Messa 18.30
Confessioni
19.00-
20 Adorazione Eucaristica notturna fino al giorno dopo
Mercoledì 8 aprile S. Messa 07.30 (nella cappella delle Suore dello Spirito Santo)
La Chiesa Parrocchiale resta chiusa
per preparativi del Triduo Pasquale. L’adorazione eucaristica nella
cappella delle Suore dello Spirito Santo, fino alle ore 22)
SOLENNE TRIDUO PASQUALE
GIOVEDI’ SANTO 9 aprile
S. Messa Crismale (in cattedrale) 10.00
Confessioni 16.00
S. Messa “In Coena Domini” (in parrocchia)
Rito della Lavanda dei piedi 18.00
Adorazione Comunitaria 22.00
(Adorazione Eucaristica notturna- turni del venerdì notte)
VENERDI’ SANTO 10 aprile
Continua l’Adorazione Eucaristica
Incontro e adorazione con i ragazzi del Catechismo
11.00
(Scuole elementari e medie)
Confessioni
16.00-
17.00
Celebrazione della passione e morte di Gesù. 17.30
Segue la processione e il bacio al Cristo morto 19.00
(Via Cantore, Via Toti, Via Corridoni, Piazza Giulio Cesare)
Veglia di preghiera: Con Maria ai piedi della Croce. 21.00
Confessioni fino alle ore 22.00
SABATO SANTO 11 aprile
Lodi 08.00
Confessioni 16.00 – 19.00
Solenne Veglia Pasquale 22.00
DOMENICA 12 aprile PASQUA DI RISURREZIONE
S. MESSA 8.00
“ “ 10.00
“
“
11.30
“ “ 18.30
Lunedì di Pasqua 13 aprile S. Messa 18.30
Il catechismo e tutti gl’incontri dei gruppi ecclesiali sono
sospesi fino al 20 Aprile eccetto l’adorazione eucaristica per le
famiglie giovedì 23 aprile. Gli uffici parrocchiale resteranno chiusi dall’ 8 al 20 Aprile .
| Vita di Maria | (...continua dal numero di Gennaio)
… Maria abbassa la testa, i ricordi
scorrono nella sua mente come un fiume, la tristezza abbassa le sue
spalle come se un peso insopportabile le opprimesse, ma con un sospiro
riprende a raccontare…
L’ANNUNCIO DEL REGNO DI DIO
Ormai, Gesù, si allontanava, con i suoi discepoli, sempre più, a volte anche per giorni interi.
Erano finiti i tempi in cui stava sempre in casa, lavorando nel laboratorio di falegnameria, che era stato di Giuseppe. Quanti
momenti di felicità ho passato, mentre Lui era sempre con me. Ma
l’irrequietezza e il silenzio, in cui il suo sguardo si perdeva,
diventavano sempre più frequenti. Sentivo che qualcosa stava cambiando,
lasciandomi con il cuore in apprensione.
Infatti, dapprima si allontanava per poche ore, e poi, lentamente
per giorni. Una solitudine e un vuoto, senza fine, mi avvolgevano in un
silenzio fatto di pasti, sempre più frugali, consumati da sola.
Mi ricordai che, già da ragazzo, quando si smarrì a Gerusalemme,
mentre noi eravamo travolti dall’angoscia, ci disse parole, che
non capimmo… che doveva interessarsi delle cose del Padre suo… Ora mi
tornano sempre alla mente, e capisco
che un destino doloroso, predettomi, anche, al Tempio, quando
presentammo Gesù, faceva, sempre più, parte della mia vita,
inesorabilmente…
Anche se ogni volta che tornava , benché mi circondasse con
manifestazioni di grande tenerezza, con una stretta al cuore, percepivo
il suo allontanarsi da me. E io, ormai, senza più Giuseppe, incapace di
vivere questa solitudine, decisi di seguirlo, di sostenerlo, nel
silenzio, con tutto l’amore che dal mio cuore poteva sgorgare. Ormai
era arrivato il suo tempo, parlava, con i suoi discepoli,del Regno dei
Cieli, del Padre Celeste, dell’amore che lo legava a Lui, dello Spirito
di Dio che, come un fiume, scorreva tra di loro. Noi,
lo ascoltavamo, in silenzio, meravigliati dalla profondità delle sue
parole. La gente, sempre più. Si raccoglieva intorno a Lui, tutti
pendevano dalle sue labbra
Quello che raccontava, riempiva il vuoto che era dentro ognuno di
noi. Come acqua di sorgente, bevevamo, ristorati, le sue parole. Il
Regno di Dio, diveniva, con Lui, una realtà sempre più vicina, sempre
più comprensibile. La fama delle sue predicazioni si allargava fra le
genti. E per raggiungere le folle, dovette spostarsi da un paese
all’altro, … sempre più lontano da me … ormai, l’unico legame che ci
univa,a volte, era solo quanto mi veniva riportato dagli altri. Quindi
l’unica soluzione per non perderlo era seguirlo come un’ombra, in
silenzi….Le sue parole, così piene di Dio, e i suoi prodigi,
avvolgevano, in maniera crescente, in un amore sconfinato, tutti quanti
lo seguivano, lo cercavano. Spiegava come vivere secondo gli
insegnamenti del Padre, come potersi ricongiungere con Lui. L’Amore, era la forza che doveva muovere ogni nostra azione. La
mitezza d’animo doveva legarci al nostro prossimo, in un reciproco
scambio di affetto.
Perché, proprio l’Amore, era il profondo significato che ci univa
al Padre che stava nei cieli, e dove ci attendeva con la su
Misericordia infinita.
Con le parabole spiegava, a ognuno, le verità più profonde,
altrimenti incomprensibili alla maggior parte delle folle, che lo
seguivano.
Il Regno dei Cieli, sembrava sempre più vicino, gli animi di chi
lo ascoltava, si scioglievano nella dolcezza dell’amore che, da Gesù,
si stendeva su tutti, provenendo dal Cielo, da quel Paradiso, che
spalancava le sue porte a ognuno di noi, accogliendoci tra le braccia
paterne di Dio. Un fiume, inarrestabile, di saggezza, si riversava
dalle sue parole. Sempre più, la gente, assetata, veniva avvolta da
quella Luce, mentre, commossi, dall’amore che sentivamo nascere dentro
di noi, lo circondavamo per poterlo sfiorare, per poter baciare il suo
mantello, ascoltare la sua voce.
In Lui, c’era lo Spirito di Dio, e la nostra anima si rigenerava
anche solo con la sua vicinanza. La bontà e la misericordia
divina ci riempiva, trasformandoci gli uni con gli altri.
F. Montuschi
| Il Crocifisso |
IL CROCIFISSO NELL’ ARTE
Nella nostra parrocchia abbiamo due grandi e bei crocifissi
lignei, uno dei quali ha appena subito un restauro; è molto importante
preservare queste opere perché, anche se non posso definirsi opere
d’arte, anche se non sono famose, hanno un valore comunicativo che va
ben oltre quello quantificabile in moneta o in sola bellezza estetica.
Questi manufatti ci aiutano nella nostra preghiera
quotidiana, fanno sì che ci possiamo confrotare con la sofferenza
patita da Cristo per la nostra redenzione, ci permettono, a partire dai
nostri sensi, l’immersione nel mistero della passione, morte e
resurrezione di Cristo.
È molto bello che per questa Settimana Santa si possa riavere il
crocefisso e si possa così avere la possibilità di venerare il Cristo
in croce.
La croce è senza dubbio il simbolo per eccellenza della religione
cristiana ed in quanto tale, da moltissimi secoli, occupa una posizione
centrale, un ruolo preminente, nella produzione artistica mondiale.
A ben vedere, l’iconografia della crocifissione offre una notevole
varietà di tipologie basate sulla conbinazione di differenti varanti, a
partire dal periodo storico di appartenenza, al luogo di produzione, al
committente e soprattutto ai destinatari dell’ opera per non parlare
delle svariate tecniche di esecuzione ed i tipi di supporti.
Fare in questa sede un excursus, per quanto breve, dell’ intera
vicenda artistica delle crocefissioni è impresa troppo ardua e
rischierebbe comunque di essere enormemente lacunosa ed approssimativa.
Credo, dunque, che si possa solo accennare velocissimamente agli esordi di questo longevo genere artistico.
E’ doveroso partire da un basilare quanto fondamentale chiarimento:
quando si parla di crocefisso ci viene subito in mente una croce ma in
realtà con questo termine si vuole intendere IL CROCIFISSO per
eccellenza, L’ UOMO ed IL DIO appeso al legno della croce. Naturalmente
saranno citate solamente pochissime rappresentazioni, inerenti tutte,
comunque, al modello della croce latina e non alle altre tipologie di
croci.
Probabilmente, tra le prime attestazioni di croci e crocefissi in
Italia, si hanno i graffiti, le incisioni e le pitture paretali
presenti nelle necropoli e nelle catacombe, elementi tutto
sommmato molto meno diffusi di altri simboli cristiani quali ad esempio
il pesce, per citarne uno tra tanti.
Continua nel prossimo numero
| San Giuseppe
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PREGHIERE A SAN GIUSEPPE
Più volte vi ho invitati ad entrare nella conoscenza del nostro
Santo Patrono San Giuseppe, e di approfittare dell’amicizia che si
istaurerà fra noi e lui, per cercare di conoscere ed amare meglio Gesù,
fonte e origine di ogni pace e felicità.
E' qui di seguito riportata una raccolta di preghiere a San
Giuseppe: vi sono preghiere per intenzioni particolari, attraverso le
quali ognuno possa approfondire la propria conoscenza di San Giuseppe,
mantenere fresca la propria devozione verso di lui oppure iniziare a
conoscere questo grandissimo uomo.
Che San Giuseppe prenda a cuore ogni nostro bisogno con la stessa premura con cui si occupò in vita di Gesù e Maria. Amen
Per ottenere un favore speciale
O buon Giuseppe, o mio tenero padre,
fedele custode di Gesù, casto sposo della Madre di Dio,
io ti supplico e ti scongiuro di presentare a Dio Padre
Suo Figlio crocifisso per i peccatori.
Nel nome tre volte Santo di tuo figlio Gesù,
ottieni per noi dal Padre Eterno, il favore che sollecitiamo..
Domandagli misericordia per i tuoi figli.
Tra i tuoi splendori eterni, ricordati delle tristezze della terra;
ricordati di quelli che soffrono, di quelli che pregano,
di quelli che piangono.
Attraverso le Tue preghiere e quelle della tua Santa Sposa,
Gesù ci risponde e giustifica la nostra speranza. Amen
Per ottenere l'intesa familiare
San Giuseppe, sposo di
Maria, tu hai conosciuto come noi la vita familiare. Il tuo amore
reciproco è rivolto naturalmente verso il Figlio di Dio divenuto tuo
figlio. E come noi, hai dovuto far crescere il tuo amore in mezzo
alle gioie e alle difficoltà.San Giuseppe, proteggi oggi la nostra
famiglia. Aiutaci a comprendere. Fa' in modo che l'orgoglio
o l'egoismo non feriscano mai i nostri sentimenti. Rendici sempre più
fedeli verso i nostri incarichi e verso i ritmi delle nostre
giornate e fa' in modo che ci si possa avvicinare al Figlio di Dio
sempre vivo nel cuore di tutte le famiglie. Amen
Per un malato
Misericordioso san Giuseppe, tu sei la speranza dei
malati, e tutta la Potenza di Gesù è nelle tue mani. Dunque,
per te non c'è niente di impossibile. Ascolta con benevolenza
quelli che t'invocano in questo giorno a causa delle membra
sofferenti della Chiesa.
Noi ti preghiamo, addolcisci le pene di colui che
ti raccomandiamo in modo particolare. Dagli la grazia di una
totale sottomissione alla divina Volontà. Ma mostragli anche la
tua bontà trasmettendogli la pazienza e ridandogli la salute, con
la grazia di condurre una vita santa completamente gradita a Dio.
Buon san Giuseppe, non farci pregare invano, ma
degnati, per mezzo di questo nuovo favore, di accrescere la nostra
fiducia e la nostra riconoscenza verso di te e verso la divina
bontà. Amen
Per i Bambini che
devono nascere O
glorioso san Giuseppe, protettore della Santa
Famiglia, proteggi nel seno della loro madre tutti i bambini
piccoli che il Buon Dio chiama alla vita, come tu stesso hai
protetto il Bambin Gesù nel seno verginale di Maria.
San Giuseppe, gloria della vita di famiglia, prega
perché rinasca l'amore ed il rispetto del dono della vita nel
nostro Paese. Amen.
Preghiera di un giovane
San Giuseppe, il Figlio di Dio stesso ti ha scelto per
essere suo padre, la sua guida e il suo protettore durante l'infanzia,
la sua adolescenza e la sua giovinezza. Lui ha voluto essere condotto
da te lungo tutto il cammino della sua esistenza terrena. Tu hai
compiuto il tuo uffizio con grande fedeltà. Anch'io ti affido la mia
giovinezza. Nel nome di Gesù, io ti chiedo di essere la
mia guida ed il mio protettore, oso dire mio padre lungo il
pellegrinaggio della mia vita. Non permettere che io mi allontani dal
cammino della vita che è nei comandamenti di Dio. Desidera essere il
mio rifugio nelle avversità, la mia consolazione nelle pene, il mio
consigliere nei dubbi, fino a che salirò al Cielo, dove esulterò in
Gesù mio Salvatore con te, la tua Santissima Sposa Maria e tutti i
santi.
Amen
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| Cinema |
GRAN TORINO
Walt Kowalski (Clint Eastwood), ha
perso la moglie e la presenza dei figli, con le relative famiglie, al
funerale non gli è di alcun conforto. Così come non gli è gradita
l'insistenza con cui il giovane parroco cerca di convincerlo a
confessarsi. Walt è un veterano della guerra in Corea e non sopporta di
avere, nell'abitazione a fianco, una famiglia di asiatici di etnia
Hmong. Le uniche sue passioni, oltre alla birra, sono il suo cane e
un'auto modello Gran Torino che viene sottoposta a continua manutenzione.
La sua vita cambia il giorno in cui il giovane vicino Thao, spinto
dalla gang capeggiata dal cugino Spider, si introduce nel suo garage
avendo come mira l'auto. Walt lo fa fuggire ma di lì a poco tempo
assisterà a una violenta irruzione dei membri della gang con inatteso
sconfinamento nella sua proprietà. In quell'occasione sottrarrà Thao
alla violenza del branco ottenendo la riconoscenza della sua famiglia.
Clint Eastwood non smette mai di stupirci, ci immerge ora nel privato
di un uomo che ha fatto dell'astio nei confronti dei diversi
da sé (siano essi asiatici, neri o più semplicemente giovani) la sua
ragione di vita. Si è murato vivo nella sua casa e la prima pietra
dell'edificio è stata collocata a metà del secolo scorso quando ha
conosciuto la violenza e la morte in Corea.
Walt è un personaggio sicuramente nella linea di quelli da lui già
portati sullo schermo ma è molto più complesso di quanto non possa
apparire a prima vista. Il suo rapporto con l'auto e con le armi
(straordinario e determinante il segno di pollice e indice a
indicare la pistola come nei giochi dei bambini) ma anche quello con
l'unico essere umano che si potrebbe definire suo amico (il barbiere)
sono solo alcuni degli elementi che, insieme all'insorgere della
malattia, costituiscono il mosaico della personalità di un protagonista
non facile da dimenticare. Sonia
| Attività parrocchiali |
Recita del Santo Rosario
Ogni giorno alle ore 7,00
Sabato, Domenica e festivi ore 7,30
Incontro di preghiera gruppo San Pio
Lunedì ore 17.00
Adorazione Eucaristica
Dal Lunedì al Sabato dalle ore 6.00 alle ore 23.00 inoltre il martedì e il venerdì Adorazione Notturna
Coroncina della Misericordia
Dal Lunedì al Sabato ore 15.00
Prove coro adulti
Venerdì ore 21.00
Incontro Gruppo Giovani
Lunedì ore 21.00
Incontro Gruppo Giovanissimi
Martedì ore 18,00
Incontro Azione Cattolica Adulti
Venerdì ore 16,00
Incontro gruppo fidanzati
Martedì ore 20,00
Incontro gruppo Gesù Risorto
Lunedì ore 18.30
Incontro gruppo catechisti
Lunedì ore 19.30
Confessioni
Ogni giorno mezz'ora prima della S. Messa
Sante Messe Domenicali
Ore 8.00, 10.00, 11.30 e 18.30
Feriale: 18.30
Incontro comunità Neocatecumenale
Martedì ore 21,00 la Parola di Dio
Sabato ore 21,00 cel. Eucaristica
Adorazione gruppo famiglie
Martedì e Mercoledì ore 19,30 in famiglia
Giovedì ore 20,00 in chiesa
Venerdì ore 20,00 nelle case dei single
Programma Emittente Parrocchiale:
Ore 6.45: Santo Rosario;
Ore 8.00 (Lun e Sab): Lodi e Adorazione Eucaristica;
Ore
15.00:
Coroncina della Misericordia;
Ore 16.00 (Lun e Ven): Lettura Spirituale;
Ore
18.00: Santo
Rosario;
Ore
18.30: Santa
Messa;
Ore 19.00:
Adorazione Eucaristica;
Ore 8.00, 10,00 11,30 e 18.30: Sante Messe Domenicali
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