Parrocchia San Giuseppe






















































































































































































































































































































































































































Messaggio della Madonna di Medjugorie
del 25 Ottobre 2008

"Cari figli, vi invito tutti in modo speciale a pregare per le mie intenzioni affinché attraverso le vostre preghiere si fermi il piano di Satana su questa terra, che é ogni giorno più lontana da Dio, e mette se stesso al posto di Dio e distrugge tutto ciò che é bello e buono nell’anima di ognuno di voi. Per questo, figlioli, armatevi con la preghiera e il digiuno affinché siate consapevoli di quanto Dio vi ama e fate la volontà di Dio. Grazie per aver risposto alla mia chiamata ."
Editoriale

STRAGE NEL SILENZIO

E' questo il giusto titolo per quello che sta accadendo in Congo; una strage nel silenzio più generale dei media. Aprendo giornali e ascoltando TG troviamo solamente notizie sull' Alitalia, sulle elezioni americane, sul delitto di Perugia etc..  ma di quello che sta accadendo in Africa a nessuno importa, forse perché  non sono implicati giacimenti petroliferi tali da far richiamare l'attenzione dei potenti del mondo, fatto sta che da più di dieci anni gli scontri fra l'esercito regolare e i ribelli di Laurent Nkunda hanno provocato milioni di morti e almeno altrettanti profughi.
Spetta a noi rompere questo silenzio, spetta a noi sollecitare i vari governi europei e mondiali affinché intervengano con interventi umanitari e spetta a noi pregare, pregare per la pace di un popolo martoriato da anni di guerra.
Alessio

La parola del Parroco
 
DAVANTI ALLA VITA

Novembre ha un modo suo, tutto strano di metterci davanti alla vita. Mentre gli alberi si mostrano nei loro colori più intensi e più vari, cadono le prime foglie. La liturgia consacra un giorno particolare alla commemorazione dei defunti. Ci invita alla preghiera e ci conduce nei cimiteri, la dove più acute e vive si avvertono le ferite provocate dalla morte.
E tuttavia, paradossalmente, proprio quando veniamo posti nel modo più brutale davanti alla realtà della morte, noi avvertiamo in tutta la sua profondità il mistero della vita. Morte e vita si richiamano l’una con l’altra.
La morte ci toglie l’illusione dell’eterna giovinezza e ci spinge a fare i conti con il declino delle forze e con i mille agguati che mettono in pericolo la nostra fragile esistenza. Ma nello stesso tempo ci induce ad avere uno sguardo sapienziale di fronte alla vita e a cogliere quello che conta veramente. Non le apparenze effimere. Non gli inganni della carta patinata. Non gli aspetti superficiali.  
La vita vera è quella che sfocia nella vita eterna a arriva ad una felicità inimaginabile. La vita vera è quella che offre amore, continuamente, senza mai misurarlo. La vita vera é quella che partecipa fin d’ora alla comunione con Dio e si lascia trasfigurare della sua luce. Noi qua giù sulla terra preghiamo perché i nostri cari, siano ora, adesso, partecipi in modo pieno di questa vita. E fin che li ricordiamo nella preghiera, viviamo nella comunione dei santi.  
La festa di tutti mi Santi diventa, dunque, un modo per ridestare in noi quanto vi è di più nobile e grande. Un invito scoperto a fare della nostra esistenza qualcosa di grande per Dio e per gli altri
P.Luis Alfredo

Parrocchia

Chiese pulite: la casa del Re!

Da quando l'Angelo bianco ha detto che Cristo è risorto, è vivo, che non è più tra i morti, non ci è più lecito entrare in chiesa come le pie donne che andavano al Sepolcro, dove era stato deposto Gesù, e andavano "col viso rivolto a terra", annota l'evangelista S. Luca (24, 5), anche se avevano le mani cariche di aromi... per un morto!
Gesù è vivo: è questa la grande realtà della nostra fede! 
Il nostro viso, entrando in chiesa, deve fissare quel viso di luce che dolcemente ci guarda dal Tabernacolo!  Alziamo il capo e vicina sarà la nostra liberazione, proclama l'Apocalisse (1, 12) 
 "Non temete – ci risponde il Risorto - sono io, il vivente.  Fui morto ed eccomi vivo per i secoli dei secoli con in mano la chiave della morte e degli inferi!".
Ma nulla richiama, con più efficacia, la morte e niente dice con più eloquenza l'abbandono di un Dio, male amato dai credenti, la tragedia di una chiesa abbandonata. E 
come sembrano anime uccise, deturpate, denudate le chiese profanate e trasformate in garage, in stalle, in officine o anche in lussuosi musei!  Quanti cristiani cercano affannosamente una chiesa silenziosa per raccogliersi durante la pausa di mezzogiorno o all'uscita del lavoro e quante porte chiuse trovano, prima di trovare una chiesa aperta!  Forse che le nostre chiese sono musei e non luoghi di ristoro per lo spirito?  Quante chiese rimangono chiuse, sprangate per tutta la settimana a causa di ladri che tutto rubano?
Quanti sono stati costretti a sbattere contro la porta chiusa e a ripartire col loro peso sulle spalle poiché non poterono scaricarlo sulle braccia di Gesù?
E che dire poi della tristezza di tante chiese deserte? E quando nessuno vi passa un po' di tempo per riposare, per fare una breve visita, adorare il Signore del cielo e della terra!
Non odi i gemiti della tua chiesa quando è abbandonata dai suoi ragazzi, dai suoi giovani, dalle sue famiglie?  E il suo prete dov'è?
Tuttavia essa non è disertata dal Signore: la grande fiamma del Suo Cuore arde sempre aspettando... ma non basta deplorare, occorre “stare” in chiesa, almeno qualche credente, qualche sacerdote/ almeno io...
Ma sono tristi anche quelle chiese brutte perché costruite male, quando non sono ornate, quando il tabernacolo dove sta il Santissimo è riposto in un angolo e abbandonato.
Come sono tristi le chiese trascurate: la sporcizia, la trascuratezza, lo squallore in cui spesso sono lasciate alcune chiese non sono forse il segno quasi evidente di poca fede di chi le dovrebbe tenere pulite, degne e decorose?
La polvere un po' dovunque, i banchi fuori squadra, le suppellettili annerite, le lampade spente e cose simili sono solo il segno di una grande indifferenza 
gnore che sta giorno e notte per noi, vivo, in un tabernacolo, ad aspettare, e a chiamare, ad attendere invano!...
“Un altare spoglio in una chiesa buia, rassomiglia ad una Pietra nel deserto”.
C'è forse qualcosa di più grande e di più bello di una chiesa pulita, decorosa, persino profumata?
Anche solo il raccogliere con uno straccio uh po' di polvere nella casa di Dio non rimarrà senza ricompensa! Nella nostra parrocchia, il Signore ci ha dato la gioia di avere un piccolo gruppo di persone che hanno a cuore la cura della casa del Re. Unisciti anche tu, prenotati per il venerdì mattino, una volta al mese. Ti aspettiamo!
Ah! lo zelo! Fedeli e consacrati sancesaresi, uniti ai vostri sacerdoti sacerdote fate  a gara per tenere pulita, ornata, fiorita la propria casa di Dio/ se si crede davvero alla amorosa Presenza!


Ritiro

SEGUIAMO GESU' RISORTO:
speranza nella preghiera, nell'azione e nella sofferenza

Lo scorso 1-2 novembre, presso il convento dei frati minori di Fiuggi si è svolto il consueto ritiro dei gruppi giovani e giovanissimi della parrocchia San Giuseppe di San Cesareo.
Seguiamo Gesù Risorto: speranza nella preghiera, nell'azione e nella sofferenza!  E' stato questo il tema principale di questi due splendidi giorni trascorsi insieme; quel Gesù Cristo, morto e risorto per noi, visto come nostra guida, nostro faro, come punto di riferimento nella vita di noi giovani e soprattutto visto come SPERANZA DI VITA nelle sofferenze e nelle fatiche quotidiane.
Sono stati due giorni intensi, durante i quali si è avuto anche l'occasione di soffermarci e di capire l'importanza del 1 novembre giorno di Ogni Santi e di ricordare tutti i nostri defunti.
Ma sono stati soprattutto due giorni in cui si è riscoperta la condivisione: l'allegria nel mangiare  insieme, la gioia di pregare gli uni a fianco degli altri, la felicità nei giochi, nelle canzoni e in tutti quei momenti di svago che abbiamo davvero condiviso tutti insieme.
Se questi due giorni saranno ricordati a lungo il grosso del  merito va però a Fabio, Donatella e       P.Luis Alfredo, che ci hanno guidato nei  loro incontri, ed a Laura e Loredana che hanno cucinato per noi in maniera splendida per l'intero weekend. Un grazie conclusivo infine a tutti coloro che hanno partecipato, in particolare ai tutti quei giovanissimi ragazzi che hanno affrontato questa magnifica esperienza per la prima volta.
Vorrei lasciarvi cosi come ci siamo lasciati noi tutti domenica pomeriggio, abbiamo ricevuto “il nostro biglietto di ritorno” e di questo voglio rendervi partecipi affinché diventi anche il vostro “biglietto” in quel viaggio cosi magnifico che è la vita: ANCHE TU IN CRISTO DAI VITA ALLA SPERANZA !!

Alessio

Lettera Pastorale

Lettera di Mons.Domenico Sigalini,
Vescovo di Palestrina


Siamo tutti in cerca di una speranza viva, perchè di speranze morte ci stiamo riempiendo la vita ogni giorno. Ci siamo per troppo tempo affidati agli oroscopi delle nostre condizioni umane, giustamente amiamo il nostro lavoro, la nostra famiglia, ce la mettiamo tutta per portare a casa di che vivere. Non pochi di noi navigano nel-l'abbondanza, altri vivono con dignità la loro indigenza, molti fanno fatica ad arrivare alla fine del mese.
Tutti però viviamo al di sopra delle nostre possibilità, ma soprattutto siamo tentati di abbassare l'orizzonte alla sopravvivenza. Non riusciamo ad immaginare un futuro più bello come era consuetudine di tutte le famiglie fino a poco tempo fa. Se lavoro, vedrai che andrà meglio, riuscirò a mettere a posto la casa, mi comperò una buona automobile, farò delle belle ferie, mi metto via qualcosa così sono a posto quando vado in pensione. Tutti bei discorsi che oggi lentamente scompaiono non solo per la crisi economica, ma anche per la perdita di speranza, di grinta nell'affrontare le difficoltà, per l'adattamento a farci ciascuno i propri interessi, abbandonando i poveri alloro destino. Il bene comune è solo la somma dei beni di ciascuno e chi li ha se li tiene.
In questo nostro modo di vivere ci siamo dentro come cristiani e come parrocchie. Non siamo ricchi, anzi manchiamo del necessario soprattutto dal punto di vista educativo.
Le nostre parrocchie non sono assolutamente fonti di guadagno, non abbiamo comunque bisogno di soldi, ma di un capitale di fede per irradiare il dono che Dio ci ha dato che è l'affascinante persona di Gesù, il suo Figlio amato e donato fino all'ultima goccia, abbiamo bisogno d'amore e di generosità che ci permette di vivere con dignità e di esagerare nella solidarietà con i più poveri. La speranza più grande che abbiamo è il vangelo: la nostra vita, la nostra pienezza, la nostra felicità.

 
1. Il vangelo è Gesù
La nostra unica speranza è Gesù, il centro delle nostre aspirazioni è Gesù. Lui vogliamo mettere al primo posto nella nostra vita, conoscerlo, amarlo, obbedirgli, ascoltarlo, farlo conoscere. Lui è un uomo come noi. L’essere Figlio di Dio non gli toglie la dignità di essere uomo, di condividere con noi tutte le gioie e le debolezze dell’umanità, lo sforzo della crescita, il dono della condivisione, la prova della sofferenza, i tenui sentimenti dell’amicizia, l’ardore della gioia di vivere, la luce negli occhi per una scelta d’amore, la passione per una causa, la sofferenza della solitudine. Solo il peccato non condivide della nostra vita, perché Lui è l’amore fatto persona, Dio fatto uomo. Ogni nostra casa è la casa di Gesù, ogni nostro progetto lo affidiamo a Lui. La nostra comunità dice ordine a lui. Le nostre parrocchie ci sono per Gesù. Lui è la buona notizia per ogni uomo, lui è il vangelo.
Il vangelo è la luce nitida e gioiosa che si è accesa nella vita di ogni persona per dono di Dio, che offre orientamento e infonde forza, che si fa compagnia fedele e coinvolgente.
I cristiani sono coloro che fanno giungere al vangelo tutta la loro sete di Dio e voglia di vivere, tutte le loro angosce e tensioni, le loro gioie semplici e le soddisfazioni della vita quotidiana, i loro pentimenti e rimorsi, le aspirazioni a una vita nuova e la percezione di sentirsela donata oltre ogni merito da Dio.
Il vangelo è Gesù ancora una volta per le strade del mondo come lo è stato lungo le rive del lago di Galilea o le strade della Palestina. E’ la sua voce quotidiana che ci chiama, ci sradica dal male, ci dà speranza, ci fa apprezzare la vita e ci distacca dal torpore cui ci vorremmo adattare. Il vangelo è l’inizio della preghiera che ogni giornata vogliamo rivolgere al Padre, per continuare quella che Gesù di notte ripeteva col dolce nome di papà, abbà.   
Prendere in mano il vangelo, accoglierlo nella nostra mente e nella nostra vita ogni giorno è cercare la guarigione dai nostri mali che ad ogni alba che nasce rischiano di cambiare la nostra amicizia in abitudine, il nostro amore in possesso, il nostro lavoro in affanno, le nostre attese in angoscia, la nostra vita quotidiana in sopportazione, la nostra creatività in capriccio, i nostri dialoghi in processi, le nostre stesse preghiere in lamenti.
Accostarci al vangelo è lasciarci accogliere nella comunione con un popolo che in ogni casa, in ogni ambiente di studio o di lavoro si aspetta da Dio ogni giorno speranza. in un futuro di pace, perdono per i continui tradimenti della vita e forza per le spinte verso il bene che lo Spirito non fa mai mancare e che per la nostra pesantezza e superficialità sono percepite con difficoltà.
Avere il vangelo è sapere dove sta il centro della nostra vita di credenti, contare su una guida sicura nelle scelte quotidiane, sentirci rafforzati nelle prove, saper guardare alla croce e al Crocifisso con la speranza della risurrezione, incontrare Lui, il risorto, per le nostre strade. Spesso è trasfigurazione della vita, senza rifugio in tende consolatorie, con un velo di lacrime sugli occhi, ma con la certezza che nel la croce c’è una compagnia, una forza, una spinta, un perdono per il peccato, una guarigione per l’ infermità, la depressione.
Farsi accompagnare dal vangelo è offrire a tutti la vera vita cristiana, prima di ogni struttura o organizzazione; è vivere la vita da chiamati e non da impiegati, è guardare alla storia come un capitolo dell’avvento del Regno di Dio e non come la palestra in cui i malvagi si allenano per dominare Il vangelo è il primo e vero testo formativo di ogni famiglia, di ogni parrocchia, di ogni associazione o movimento o gruppo di cristiani, prima di ogni mediazione, di ogni schema e di ogni scambio di esperienze. E’ lì, persona e parola, spada a doppio taglio e balsamo, punto di riferimento e forza per partire. E’ da tenere nella bisaccia della vita, sul cruscotto dell’automobile o nella borsa della spesa, nello zaino della scuola o nella sacca del lavoro.
Il vangelo è soprattutto dare al nostro cuore la bellezza dell’incontro con colui che amiamo sopra ogni cosa. E’ la lettera, la telefonata, la certezza all’innamorato che sa di stare a cuore a colui che ama, a Gesù, e gli parla, lo incontra ogni giorno senza nessuna pretesa o richiesta o vantaggio: solo per amore.
 
Lo vogliamo conoscere
Siamo anche noi come il cieco di Gerico sul ciglio della strada a raccattare qualcosa per vivere, abbiamo sentito parlare di Gesù, ci ha incuriosito, ma vorremmo conoscerlo, vorremmo vederlo passare di qua nella nostra vita come Zaccheo che sale sulla pianta. Poi invece la nostra superficialità lascia correre, Gesù passa e non ci trova.
Abbiamo solo il poco tempo di una veloce messa festiva per affacciarci sulla soglia e tentare di incrociarne il volto, di sentirne una parola; spesso vorremmo, ma non ci vengono date occasioni di approfondimento e di contemplazione. Spesso pure ci
vengono proposte, ma diamo più credito ai talk show televisivi che alla Sua Parola, al vangelo. Leggiamo di Lui sempre in maniera distorta, crediamo veri i romanzi, le fiction e le telenovele e non abbiamo il coraggio di andare alle fonti della vera conoscenza di Lui: la chiesa e il vangelo come è letto nella Chiesa.
Il vangelo è poco conosciuto anche da chi frequenta la chiesa; occorre quindi una formazione continua alla Parola di Dio, occorre conoscere la Bibbia nella sua interezza
per comprendere chi siamo, per riappropriarci della identità cristia 
na. È necessario sentire parlare del vangelo e di Gesù, sentirlo annunciare con trasporto, con passione.
Dio è amore, e questo è un messaggio chiaro e forte...totalizzante! Occorre ritrovare una chiesa che sappia dare risposte cristiane alle problematiche del vissuto quotidiano della gente, il riferimento allora non può non essere al Vangelo e per
questo si possono strutturare centri di formazione di ascolto della Parola dislocati in diverse zone della diocesi.

Lo vogliamo lodare
Molti sono affascinati da Gesù e vorrebbero fare della loro vita una lode a lui, invece sono solo chiamati a fare, a organizzare, a costruire o disfare. Vogliono adorare Lui, il vangelo vivo e trovano solo esteriorità, contrapposizioni, piccoli o grandi palcoscenici
per apparire, per mettersi in mostra, mentre invece è Lui che dobbiamo sempre adorare e cantare. Ogni comunità cristiana, ogni associazione, deve privilegiare il vangelo prima di ogni attività, deve averlo sempre a portata di mano in ogni incontro prima di iniziare a organizzare, a decidere, a dialogare e con questa lettura dire un grande grazie a Dio per avercelo fatto conoscere.
(Continua nel prossimo numero di Dicembre)

Maria

VITA DI MARIA

Maria e’ vestita di scuro, un velo nero le copre il capo, nascondendo in parte anche il volto.
Solo le mani, bianche, risaltano su di lei, con esse porta un vaso di terracotta da cui esce un chiarore che a volte gli illumina il viso sotto il velo. Cammina, con passo lento, attraversa la navata centrale verso l’altare.  E’ seguita da due donne vestite di scuro che tengono tra le mani un rosario. Arrivata all’altare, siede da una parte, su una sedia e depone il vaso su un banchetto ai suoi piedi. Le due donne, nell’ombra, silenziose, rimangono in piedi dietro di lei. Con un sospiro profondo, solleva il velo che la copre,mostrando il volto. E, con uno sguardo profondo, si rivolge ai fedeli che gli stanno davanti. Poi, con una voce dolcissima e velata di tristezza, comincia a ricordare.


Misteri della gioia
1. ANNUNCIAZIONE
“… quanto mi mancano… la vita continua a scorrere, dentro di me, con una solitudine che a volte, niente, sembra colmare.
Il mio Gesù e il mio Giuseppe, ormai, non ci sono più. E, io, continuo a vivere consolandomi nel ricordo dei momenti di felicita, di tristezza e di dolore che ho diviso con loro..   … tutto cominciò un mattino, il sole era sorto da poco, e come tutti i giorni, mi ero recata alla fonte del villaggio dove vivevo con i miei genitori.  Ero così giovane, non avevo ancora quindici anni, vivevo spensierata sempre in contemplazione di tutto quello che mi circondava e guardavo la natura , attorno a me , con stupore come un dono del Signore.
Arrivata alla fonte, più a valle del villaggio, isolata tra cespugli e ciuffi di canne, mi avvicinai all’acqua che sgorgava tra le rocce, con un suono cristallino che vibrava nell’aria, disperdendosi, poi, tra l’erba alta. Non c’era nessuno, era molto presto. Intorno a me, mescolati con il profumo dei fiori e dell’erba, si sentivano solo il canto degli uccelli e il frinire delle cicale, risvegliati, ormai, dal sole che saliva lentamente.
Come più volte mi accadeva, la mia mente, trasportata da tanta bellezza, si perdeva come in un sogno, e i miei pensieri, dimenticando che ero là per l’acqua, si libravano, sopra di me, portandomi in mondi incantati, creati dalla mia fanciullezza. Poi, bruscamente, mi risvegliai da quell’incantamento.Gli uccelli e gli insetti, all’improvviso, tacevano. Un silenzio profondo si diffondeva tutto intorno, interrotto solo dallo sciabordio della  fonte 
Poi, piano piano, anche l’acqua si fermò, e io, un po’ spaventata, non capendo cosa stava accadendo, mi guardai attorno… nell’aria, immobile, c’era come un tremolio di luce, come polvere d’oro sospesa e illuminata dai raggi dl sole.
Piano piano, uno sfarfallio di luci colorate, trasparenti, appena percettibili, rilucevano attorno a me.  Poi un suono sommesso, fatto di voci lontane, legate da un canto dolcissimo, si diffuse ovunque. E davanti a me, che me ne stavo incantata, all’improvviso, una luce, appena  più forte, si formò mostrandomi un giovane… era bellissimo. Di lui percepivo solo la luce che lo avvolgeva, mentre trasparente, nell’aria, si librava leggero.
 Con occhi dolcissimi mi guardò e con una voce, che vibrava musicale, mi disse   “ Ave o Maria, piena di grazia, il Signore è con te… “
Lo stupore, dentro di me, superò la paura. Non capivo perché mi rivolgeva quelle parole, e rimasi immobile in silenzio…“ Il Signore ti ha scelta, partorirai un figlio, che cambierà e salverà il mondo intero… il suo nome sarà Gesù. “
Quelle parole mi risvegliarono dall’incanto in cui mi trovavo e, balbettando, dissi: “… Ma come sarà possibile… “
Sorrise alle mie parole, e disse: “ Lo Spirito Santo scenderà su di te, e la potenza del Signore si manifesterà in te… “
La mente mi si affollava di domande, ma non riuscivo a parlare… dopo alcuni minuti, con un soffio di voce, riuscii solamente a sussurrare: “Sia fatta la volontà di Dio, che faccia di me come Lui vuole…”
Piano piano, la luce si affievolì, il canto divenne sempre più sottile, sparendo lentamente.
Gli uccelli e gli insetti ripresero a riempire l’aria con il loro canto, e l’acqua tornò a gorgogliare dentro la brocca.
Con passo lento, tornai verso casa.
Mille interrogativi mi riempivano la mente, non vedevo l’ora di arrivare e poter raccontare tutto alla mamma…
Ma quando arrivai a casa c’erano delle donne che erano venute a visitarci, per cui dapprima rimandai il racconto e dopo… e poi non ne ebbi più il coraggio, e finii per tenerlo dentro di me.

 (Continua nel prossimo numero di Dicembre)

Festa di Ognissanti
LA FESTIVITA' DI OGNI SANTI

Le prime tracce di una celebrazione religiosa della festa di ogni santi sono attese ad Antiochia, e fanno riferimento alla Domenica successiva alla Pentecoste. La data di svolgimento fu spostata dal mese di maggio in concomitanza alla festa di Pentecoste, al primo giorno di novembre da parte di Papa Gregorio III; questo cambiamento fu adottato per farla coincidere con il Samhain, antica festa della Chiesa Irlandese. Papa Gregorio scelse il primo di novembre come data dell’Anniversario della consacrazione di una cappella a San Pietro alle reliquie “dei Santi apostoli e di tutti i santi, martiri e confessori, e di tutti i giusti resi perfetti che riposano in pace in tutto il mondo”. Arrivati ai tempi di Carlo Magno la festività novembrina di Ognissanti era diffusamente celebrata. Festeggiare tutti i santi è guardare coloro che già posseggono l’eredità della gloria eterna. Quelli che hanno voluto vivere della loro grazia di figli adottivi, che hanno lasciato che la misericordia del Padre vivificasse ogni istante della loro vita, ogni fibra del loro cuore. I santi contemplano il volto di Dio e gioiscono appieno di questa visione. Sono i fratelli maggiori che la Chiesa ci propone come modelli perché, peccatori come ognuno di noi, tutti hanno accettato di lasciarsi incontrare da Gesù, attraverso i loro desideri, le loro debolezze, le loro sofferenze, e anche le loro tristezze.
È Maria, la Regina di tutti i Santi, che li ha instancabilmente riportati a questa via di povertà, è al suo seguito che essi hanno imparato a ricevere tutto come un dono gratuito del Figlio; è con lei che essi vivono attualmente, nascosti nel segreto del Padre. I poveri di spirito sono i santi, perché la loro vera ricchezza è Dio. Santi sono i mansueti, perché la mansuetudine o umiltà è l’atteggiamento proprio degli uomini davanti al Creatore e Signore. Santi sono, allo stesso modo, coloro che piangono, perché le loro sono lacrime di pentimento per propri peccati e per quelli degli uomini, loro fratelli. Chi più dei santi ha fame e sete di giustizia, cioè, che Dio giustifichi e salvi l’umanità intera? I santi sono i più misericordiosi del mondo, perché esercitano la misericordia con i più derelitti della terra, che sono i peccatori. I puri di cuore sono i santi, perché il loro cuore e le loro pupille sono state lavate con il sangue dell’Agnello, affinché vedano con chiarezza divina le cose del cielo e quelle della terra. I santi sono coloro che più lavorano per la pace, ossia, perché si diano nella società umana quelle condizioni che favoriscano la concordia tra i popoli, e soprattutto lo sviluppo e il progresso umano e spiritual
e.
Gianluca 

Festa di Ognissanti

IL GIORNO DEDICATO AI NOSTRI CARI DEFUNTI

Nel percorso della nostra vita andiamo incontro a varie emozioni: feicità, gioia, tristezza... e tutto ciò ci caratterizza come esseri umani.
E come tali è inevitabile il confronto con la morte, la fine del nostro percorso terreno. Essere preparati ad essa è cosa difficile, se non impossibile: ci coglie improvvisamente, portando via ciò che a noi è più caro, rendendoci nostalgici e tristi.
E' usanza, il due novembre recarsi nei cimiteri, per far visita ai nosrti cari, ricordando i momenti felici trascorsi con loro. Noi, nella nostra umana imperfezione, ci affezioniamo troppo alle cose terrene, senza ricordarci del nostro lato divino: dimentichiamo che, a morire è solo il corpo e non l'anima, la quale è chiamata a vivere l'eternità, lodando e glorificando il Signore. Siamo stati chiamati a questa vita con lo scopo ultimo di ricongiungerci con i nostri cari ed i santi a Dio; questa che viviamo è sol  
tanto una vita di transizione, che ci permette di poter essere in terra testimoni della gloria che verrà.
Nel giorno dedicato ai nostri cari defunti, siamo invitati a pregare per loro e con loro; affinchè non venga da noi dimenticato, non solo l'aspetto umano, ma anche quello divino. La tristezza e la mancanza per la loro scomparsa, sono sentimenti più che normali. Ricordiamoci,però, che  Cristo, vincendo la morte, ci ha donato la grande speranza di poter risorgere con Lui, ed in Lui.
Cristo ci ha spalancato le porte alla vita eterna; invitandoci alla preghiera: "vegliamo dunque, perchè non sappiamo quando Egli verrà".
 Anna e Sonia

Cinema

IL PASSATO E' UNA TERRA STRANIERA

Giorgio ha ventidue anni e una vita normale. Studente di legge esemplare e fidanzato annoiato di Giulia, incontra Francesco, baro professionista che gioca pesante con le donne e le carte. Francesco, soccorso da Giorgio durante una rissa, invita lo studente al tavolo da gioco, rivelandogli molto presto i trucchi del mestiere. Diverse partite di poker dopo, i due ragazzi accumulano denaro e frustrazione per quella provincia, Bari, che comincia a sembrargli troppo stretta. Allontanatosi dalla famiglia e trascurati gli esami, Giorgio sviluppa una preoccupante dipendenza da Francesco che lo condurrà a Barcellona e verso un abisso di violenza e perdizione.
Il nuovo film di Daniele Vicari è la trasposizione “quasi fedele” del romanzo omonimo e celebre di Gianrico Carofiglio, magistrato e scrittore barese. L'occhio del regista si posa su Bari in modo folkloristico per ottenere dalla città caratteristiche di riconoscibilità immediata. 
I giocatori bari (a Bari) di Elio Germano e Michele Riondino non riescono a farsi inghiottire dal dannato destino dei locali di fumo e carte. Del testo di partenza rimane la vicenda, i protagonisti e l'ambientazione. Cambiano gli anni, si aggiungono personaggi e si annulla l'indagine di polizia e ogni presunta ambiguità. Il passato è una terra straniera è fatto di azioni e di gesti, strutturato di momenti topici, costruito con situazioni forti per dare prova di muscoli in un racconto di corruzione morale. Un film sull'identità e sull'incapacità di riconoscersi, sulla necessità di essere altri per essere se stessi, sulla bestialità dell'abuso carnale per sancire il proprio corpo e la propria diversità. Un film che non ha niente di rivelatorio da esprimere nei modi e nella sostanza e in cui tutto è statico ed evidente. Elio Germano, che sia studente o giocatore, sembra essere arrivato lì per caso, perfetto nel suo anonimato e nella sua totale incapacità di dominare il film con il suo corpo di attore. Un film giocato tutto su di lui: è sempre presente sulla scena e il passato è raccontato e trasfigurato attraverso i suoi occhi, buchi neri che innescano la memoria in una ricerca affannosa degli eventi accaduti e della propria identità.

Alessio, www.mymovies.it

Attività parrocchiali

Adorazione Eucaristica
        Dal Lunedì al Sabato dalle ore 6.00   alle ore 23.00
        inoltre il martedì e il venerdì Adorazione Notturna


Coroncina della Misericordia
                  Dal Lunedì al Sabato ore 15.00

Recita del Santo Rosario
                  Ogni giorno alle ore 7,00
                  Sabato, Domenica e festivi ore 7,30

Calendario incontri  settimanali

Azione  Cattolica Adulti
        Giovedì ore 17,00  

Caritas

        Giovedì ore 19,00
 
Catechisti

       Lunedì ore 19.00

Comunità Neocatecumenale

       Martedì ore 21,00 la Parola di Dio
         Sabato ore 21,00 cel. Eucaristica

Fidanzati      
       Martedì ore 20,00

Compagni di viaggio
  
      Giovedì  ore 20,00 in chiesa
 
Gruppo famiglie

      Mercoledì ore 19,00 in famiglia
Gruppo Giovani
       Lunedì ore 21.00

Gruppo Giovanissimi

       Martedì ore 18,00
 
Gruppo San Pio

        Lunedì ore 17.00
   
  
Prove Coro
  adulti      Mercoledì ore 21.00
  giovani    Venerdì ore 21.00
       

Confessioni
        Sabato dalle ore 18.30 alle 18.30    

Sante Messe Domenicali
Ore 8.00, 10.00, 11.30, 
17.30 (inv),  18.30 (est) 
Feriale: 17.30
(inv)  18.30 (est)    

Programma Emittente Parrocchiale:

Ore 6.45:                                  Santo Rosario;
Ore 8.00 (Lun e Sab):               Lodi e Adorazione Eucaristica;
Ore 15.00:                                Coroncina della Misericordia;
Ore 16.00 (Lun e Ven):             Lettura Spirituale;
Ore 17.00:                                Santo Rosario;
Ore 17.30:                                Santa Messa;
Ore 18.00:                                Adorazione Eucaristica;
Ore 8.00, 10,00 11,30, 17.30:   Sante Messe Domenica
Indietro

Aprile 2009

Marzo 2009

Febbraio 2009

Gennaio 2009

Dicembre 2009

Novembre 2008

Ottobre 2008