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Celebrare l'eucristia nel giorno del SignoreIl Papa, nella lettera apostolica "Novo millennio ineunte" ha proposto a tutti i fedeli della Chiesa cattolica alcuni impegni essenziali per far risplendere il volto di Cristo davanti alle generazioni del nuovo millennio. Ne elenchiamo alcuni qui di seguito, in modo schematico, che riguardano la preghiera, il modo di "celebrare l'eucaristia nel Giorno del Signore", l'importanza del sacramento della riconciliazione nella nostra vita spirituale e la conoscenza della Bibbia. Occorre allora che "l'educazione alla preghiera diventi in qualche modo un punto qualificante di ogni programmazione pastorale": la recita di Lodi e Vespri è più pensabile di quanto ordinariamente non si creda. "Il massimo impegno - scrive il Papa - va posto dunque nella liturgia", dando "particolare rilievo all'Eucaristia domenicale e alla stessa domenica, sentita come giorno speciale della fede, giorno del Signore risorto e del dono dello Spirito, vera Pasqua della settimana" (n. 35). La partecipazione all'Eucaristia deve essere, per ogni battezzato, "il cuore della domenica", "un impegno irrinunciabile, da vivere non solo per assolvere un precetto, ma con bisogno di una vita cristiana veramente consapevole e coerente" (n. 36). Un rinnovato coraggio pastorale si richiede per "porre in modo suadente ed efficace la pratica del sacramento della Riconciliazione", compiendo "ogni sforzo per fronteggiare la crisi del senso del peccato, che si registra nella cultura contemporanea", e, soprattutto, aiutandolo a "far riscoprire Cristo come mysterium pietatis, colui nel quale Dio ci mostra il suo amore compassionevole e ci riconcilia pienamente a sé" (n. 37). L'esperienza fatta nell'anno giubilare, caratterizzata particolarmente dal ricorso alla penitenza sacramentale, anche da parte di tanti giovani, deve essere di stimolo ai sacerdoti a proporre "con maggiore fiducia, creatività e coraggio" la pratica di questo sacramento. Così dando nella programmazione pastorale il posto essenziale alla preghiera, personale e comunitaria, alla celebrazione dell'Eucaristia e la sacramento della Riconciliazione, viene rispettato "un principio essenziale della vita cristiana: il primato della grazia", cioè "il primato di Cristo e, in rapporto a lui, il primato della vita interiore e della santità" (n. 38). In realtà soltanto se tale primato è rispettato, i progetti pastorali non andranno incontro al fallimento. Ma "questo primato della santità e della preghiera non è concepibile che a partire da un rinnovato ascolto della parola di Dio" (n. 39). Dopo che il Concilio Vaticano II "ha sottolineato il ruolo preminente della parola di Dio nella vita della Chiesa", il ricorso alla Sacra Scrittura ha rivitalizzato non solo la vita dei singoli e delle comunità, ma soprattutto l'opera dell'evangelizzazione e della catechesi: "Occorre - scrive il Papa - consolidare e approfondire questa linea, anche mediante la diffusione nelle famiglie del libro della Bibbia. In particolare è necessario che l'ascolto della Parola diventi un incontro vitale, nell'antica e sempre valida tradizione della lectio divina, che fa cogliere nel testo biblico la parola viva che interpella, orienta, plasma l'esistenza" (n. 39). "Nutrirci della Parola per essere servi della Parola nell'impegno dell'evangelizzazione: questa è sicuramente una priorità per la Chiesa all'inizio del nuovo millennio". Anche nei Paesi di antica evangelizzazione è tramontata la "società cristiana". Perciò, nella nuova situazione in cui ci troviamo, segnata dalla globalizzazione e dall'intreccio mutevole di popoli e culture, è necessaria una "nuova evangelizzazione". È necessario "suscitare nella Chiesa una nuova missionarietà", che deve "coinvolgere la responsabilità di tutti i membri del popolo di Dio", e non solo di alcuni "specialisti". Si tratta, per il cristianesimo del terzo millennio, di rispondere sempre meglio, pur restando pienamente se stesso, nella totale fedeltà all'annuncio evangelico e alla tradizione ecclesiale, all'esigenza di inculturazione della fede nel nuovo contesto storico e culturale. Così esso "porterà anche il volto delle tante culture e dei tanti popoli in cui è accolto e radicato" (n. 40). La proposta di Cristo va fatta a tutti con fiducia, ma un posto particolare va dato alla pastorale giovanile: come ha mostrato il Giubileo, c'è nei giovani una "generosa disponibilità" che "bisogna valorizzare" e far fruttificare. |