L'indulgenza?
Che cos'è?


Alcune domande per capire

L’indulgenza è la "remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa". Si tratta di un dono che il fedele, debitamente disposto e a determinate condizioni, riceve "per intervento della Chiesa che, come ministra della redenzione, dispensa ed applica il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei santi" (cfr. Enchiridion indulgentiarum, p. 21).

Che differenza c’è tra indulgenza e Confessione?
Nel sacramento della Confessione, premessa indispensabile per poter accogliere l’indulgenza, veniamo liberati dalle colpe commesse, ritrovando così la nostra comunione con Dio. Il peccato, però, lascia comunque in noi dei "residui" che ci rendono incapaci di aprirci totalmente alla Grazia. E’ quello che la tradizione teologica ha indicato con il concetto di "pena temporale": dice, in sostanza, che la misericordia di Dio non ci raggiunge senza la nostra accettazione. E che, quindi, per accoglierla appieno ciascuno deve impegnarsi in un cammino di purificazione che ci liberi da quell’attaccamento eccessivo alla dimensione creata che è all’origine di ogni peccato. E’ un itinerario che inizia nella vita terrena, ma che se non completato prosegue anche nell’al di là nello stato di vita chiamato Purgatorio. Rimettendo la pena temporale l’indulgenza si inserisce come una particolare forma di aiuto divino in questo cammino.

L’indulgenza è uno "sconto"?
No. Lo ha ribadito con chiarezza Giovanni Paolo II, precisando come l’indulgenza sia un aiuto per "un impegno più pronto, generoso e radicale di conversione" (cfr Udienza generale, 29 settembre 1999). Non scavalca, quindi, ma compie quella purificazione che è il fine della pena temporale. Non a caso la prima condizione spirituale richiesta per poter ricevere l’indulgenza è l’esclusione "di ogni affetto verso qualunque peccato anche veniale" (cfr. Enchiridion indulgentiarum, p. 25).

Esiste una sola forma di indulgenza?
No. La tradizione della Chiesa distingue tra l’indulgenza plenaria (di cui una forma è quella giubiliare) e l’indulgenza parziale. La prima rimette interamente la pena temporale dei peccati già perdonati quanto alla colpa. La seconda, invece, rappresenta solo un passo avanti nel cammino di purificazione: un tempo era misurata in giorni; Paolo VI ha abolito questo tipo di conteggio per evitare malintesi.

Come si riceve?
L’indulgenza è strettamente legata a un itinerario sacramentale: "Tutto il cammino giubilare – si legge nelle Disposizioni della Penitenzieria apostolica annesse alla Bolla Incarnationis Mysterium – ha come punto di partenza e di arrivo la celebrazione del sacramento della Penitenza e di quello dell’Eucaristia: è questo l’incontro trasformante che apre al dono dell’indulgenza". A questi due momenti culminanti devono accompagnarsi altri due gesti: la testimonianza di comunione con la Chiesa, dispensatrice dell’indulgenza, che avviene attraverso la preghiera secondo le intenzioni del Papa. E poi l’esercizio di atti di carità e penitenza che esprimano l’impegno di conversione. E’ qui che si inserisce il pellegrinaggio, che deve essere vissuto con questo spirito.

Dove si riceve?
Le disposizioni già citate indicano quattro grandi "luoghi" dove ricevere l’indulgenza giubilare. Innanzitutto recandosi pellegrini a Roma, e qui partecipando a una celebrazione liturgica o compiendo una "pia visita" in una delle quattro basiliche patriarcali (San Pietro, San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore e San Paolo fuori le Mura), oppure nella basilica di Santa Croce in Gerusalemme, nella basilicha di San Lorenzo al Verano, al Santuario della Madonna del Divino Amore o alle Catacombe. In Terra Santa, invece, occorre visitare con le stesse modalità la basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme, la basilica della Natività a Betlemme o la basilica dell’Annunciazione a Nazareth (nella foto sotto). Ma al grande dono dell’Anno Santo ci si può accostare anche nella propria diocesi, compiendo un pelegrinaggio alla chiesa cattedrale o nelle altre chiese o luochi giubilari designati dal vescovo. Infine la Penitenzieria apostolica aggiunge che l’indulgenza giubilare si può riceve in ogni luogo, se ci si reca a visitare le persone sofferenti o in difficoltà ("quasi compiendo un pellegrinaggio verso Cristo presente in loro"), si dedica parte del proprio tempo libero al servizio degli altri o si attua in gesto penitenziale (ad esempio astenersi per un giorno da consumi superflui devolvendo una proporzionata somma di denaro ai poveri). Perché siano utili per ricevere l’indulgenza, però queste azioni devono comunque accompagnarsi alle altre condizioni: l’atteggiamento spirituale di conversione, la partecipazione ai sacramenti, la preghiera secondo le intenzioni del Papa.

E per chi non può recarsi a Roma o in Terra Santa, ci sono novità?
La Penitenzieria apostolica aggiunge che l’indulgenza giubilare si può riceve in ogni luogo, se ci si reca a visitare le persone sofferenti o in difficoltà ("quasi compiendo un pellegrinaggio verso Cristo presente in loro"), si dedica parte del proprio tempo libero al servizio degli altri o si attua in gesto penitenziale (ad esempio astenersi per un giorno da consumi superflui devolvendo una proporzionata somma di denaro ai poveri). Perché siano utili per ricevere l’indulgenza, però queste azioni devono comunque accompagnarsi alle altre condizioni: l’atteggiamento spirituale di conversione, la partecipazione ai sacramenti, la preghiera secondo le intenzioni del Papa.

Quante volte si può ricevere?
L’indulgenza plenaria si può ricevere fino a una volta al giorno. Il Papa nell’Incarnationis Mysterium raccomanda di "fruirne abbondantemente" durante l’arco dell’intero anno giubilare.

Per chi si può ricevere?
Ciascuno può ricevere per sé il dono dell’indulgenza. Ma è possibile anche applicarla ai defunti che nel Purgatorio ancora si stanno purificando per potersi aprire alla pienezza dell’amore. Questo in forza della comunione dei santi, che unisce i credenti a Cristo e vicendevolmente. Non si può, invece, applicare ad altre persone.


Le informazioni sono tratte da:
COMUNITA' PARROCCHIALE, Giornale della Parrocchia SS.Pietro e Paolo di Carmagnola, Anno II n.2
Registrazione presso il Tribunale di Torino del 03.04.1998 n.5131; Direttore Responsabile: Avataneo don Giancarlo