L'Eucarestia

Un po' di storia:
Noi cristiani, fedeli al Signore Gesù, ci ritroviamo insieme ogni domenica per celebrare il memoriale della sua Pasqua di morte e di risurrezione, offrendo la Padre il suo sacrificio. La domenica, più che in qualunque altro giorno, il cristiano, mentre partecipa alla Messa, cerca di fare della propria vita un dono gradito a Dio. Con la comunione eucaristica egli unisce a Gesù che, nel suo sacrificio, ha offerto la propria vita al Padre, donando il proprio Corpo e versando il proprio Sangue per tutti.
Questa fede nella chiesa riguardo all'Eucarestia non cambia nei secoli. Ma la manifestazione esterna di questa profonda fede può cambiare i relazione ai tempi e alla cultura dei fedeli. Ne è un esempio il modo di ricevere la Comunione, mentre, fino a non molti anni fa, la Comunione veniva distribuita all'inizio o al termine della Messa (o anche al di fuori della Messa ), oggi la comunione al Corpo e al Sangue di Cristo raggiunge il suo significato più pieno perché avviene durante la celebrazione eucaristica. È qui, infatti, che appare nella massima evidenza la relazione tra il convito eucaristico e il sacrificio di Gesù. Inoltre, invece di inginocchiarsi alla balaustra come si faceva fino a pochi anni fa, oggi si va processionalmente all'altare e si riceve in piedi il pane eucaristico, esprimendo con il proprio " Amen" la fede nella presenza di Cristo. In determinati casi, poi, la Comunione viene fatta non solo con il pane eucaristico, ma anche al calice del vino consacrato.
  I ministri straordinari della Comunione:
Se la distribuzione della comunione rimane compito dei vescovi, dei sacerdoti e dei diaconi, in assenza di queste persone o quando c'è un gran numero di fedeli, tale compito può essere affidato dal vescovo anche ai laici: I ministri straordinari della Comunione.
Questi laici sono uomini e donne debitamente preparati (dopo un corso di formazione viene loro rilasciato un tesserino che deve essere rinnovato ogni anno) che possono anche portare la Comunione dall'altare della Messa domenicale a quanti, impediti dalla malattia o dall'età, rimarrebbero privi del conforto del Sacramento. L'autorizzazione a svolgere questo incarico è valida solo per la Parrocchia di appartenenza.

Comunione sulla mano o sulla lingua?
Per quasi mille anni i cristiani, durante la Messa, hanno ricevuto la Comunione sulla mano per mettere poi in bocca il pane consacrato. Poi, per vari motivi, si introdusse un nuovo uso: la Comunione sulla lingua. Dal 1969 la Chiesa reintrodusse la possibilità di ritornare all'uso antico. Finora hanno adottato questa possibilità i vescovi di oltre 60 nazioni sparse in tutto il mondo. Ora anche i vescovi italiani, nell'Assemblea Generale del maggio 1989, hanno deciso (d'intesa con la Santa Sede e con decreto del 19 luglio 1989) che dal 3 dicembre 1989 la Comunione possa essere distribuita in Italia anche depositando l'ostia sulla mano dei fedeli. Da questa data, quindi, in Italia i fedeli sono liberi di scegliere personalmente tra il ricevere la Comunione sulla lingua oppure riceverla sulla mano.
Il gesto di ricevere la Comunione sulla mano va compiuto con il necessario rispetto. Il fedele deve avvicinarsi al ministro della Comunione con la mano sinistra (libera da qualsiasi oggetto) appoggiata alla destra e con il palmo della mano rivolto verso l'alto. Le mani dovranno essere sufficientemente protese in avanti ed in alto, in modo da mostrare chiaramente il desiderio di ricevere il pane consacrato sulla mano. Ogni fedele, mentre riceve il Corpo di Cristo, risponde "Amen". È necessario precisare che il fedele non deve afferrare il pane eucaristico, ma attendere che sia deposto sulla sua mano. Quindi, davanti al ministro, o appena spostato di lato per consentire a chi lo segue di avanzare, porta alla bocca l'ostia consacrata prendendola con le dita della mano destra e facendo attenzione a non lasciar cadere nessun frammento. Solo a questo punto potrà ritornare al proprio posto. Naturalmente ognuno dovrà badare alla compostezza dei gesti e alla pulizia delle mani: anch'essi sono segni esterni della venerazione e della fede verso l'Eucarestia. Chi invece desidera ricevere la comunione sulla lingua deve semplicemente non protendere le mani. Così, in entrambi i casi, si eviterà confusione.
Questa possibilità di ricevere la Comunione sulla mano può essere un occasione per aumentare in tutti i fedeli la consapevolezza della loro dignità in quanto membri del Corpo mistico di Cristo - la Chiesa - nel quale sono inseriti in virtù del Battesimo e dell'Eucarestia. D'altra parte, la lingua non è più santa delle mani: l'intera persona è santa, nessuna parte di essa è meno santa di un'altra. Ciò che veramente importa è che la Comunione venga sempre ricevuta con grande Fede, Rispetto ed Impegno.




I testi sono tratti da:
Ufficio Liturgico Diocesano: Il Corpo di Cristo; ELLE DI CI, Leumann. TO