La Collegiata Chiesa Giubilare? Si spieghi!
Che cos'è?
Un'insolito incontro per capire...
"Mi perdoni, don Gian Carlo: posso dirle due
parole?" Sono seduta in fondo, su uno degli ultimi banchi. Il
parroco, qualche metro più avanti, attraversa a grandi passi
la navata centrale della chiesa. È evidentemente molto impegnato.
Al vederlo mi frulla in testa una domanda, una delle solite, e così
lo fermo. Lo raggiungo. "Tra un mesetto tornerà la festa
dell’Immacolata: qualche novità?". Sorride. "Qualche
novità? Se ne avrà una grandissima. La nostra Collegiata
diverrà Chiesa Giubilare!".
Il mio sguardo interrogativo è subito colto. Seguo il Don
nel suo ufficio, un ambiente caldo, ordinato e accogliente. Si avvicina
ad uno scaffale e scorre il dito su una serie di grossi libroni,
tutti spessi, tutti uguali. Sono gli Atti del Cardinale Arcivescovo,
mi spiega. Ne apre uno con attenzione, sfoglia e si ferma a pagina
cinquecentosette. Volta il tomo dalla mia parte, affinché
possa leggerne il contenuto. "Grande Giubileo del Duemila"
è il titolo in grassetto che compare in alto; più
giù leggo "Designazione delle chiese dell’Arcidiocesi nelle
quali sarà possibile ricevere il dono dell’Indulgenza Giubilare".
Segue l’elenco delle chiese.
Scopro così che con atto del 25 aprile 1999 il Cardinale
Arcivescovo Giovanni Saldarini aveva stabilito che nel territorio
dell’Arcidiocesi, durante l’Anno Santo, cioè dal 25 dicembre
1999 al 6 gennaio 2001, sarebbe stato possibile per i fedeli del
nostro territorio ricevere il dono dell’indulgenza
giubilare in dodici chiese di Torino (tra di esse la Basilica
di Superga e la Basilica di Maria Ausiliatrice), nel Santuario di
Madonna dei Fiori di Bra, nel Tempio di S. Giovanni Bosco a Castelnuovo
Don Bosco e nei due santuari di Giaveno e di Valperga. "Ma qui
Carmagnola non c’è!" obietto confusa.
È la volta di un altro decreto.
Il decreto di mons. Poletto
Su un foglio bianco, in basso al centro, troneggia la firma
dell’Arcivescovo Metropolita di Torino, Monsignor Severino Poletto;
a fianco il suo timbro, proprio sotto la data del 14 febbraio 2000.
"Con il presente decreto stabilisco che nella festa della Immacolata
Concezione di Maria Vergine e in tutti i giorni della novena immediatamente
precedente sia possibile ricevere il dono dell’Indulgenza Giubilare
nella chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo Apostoli in Carmagnola".
Le cose si fanno più chiare. Il parroco mi spiega che durante
il periodo giubilare, in particolari situazioni locali e durante
alcune importanti celebrazioni, può essere opportuno offrire
ai fedeli una possibilità ancora più ampia per godere
dei frutti spirituali del Grande Giubileo: così, alle chiese
designate per essere Chiese Giubilari per tutto l’Anno Santo, se
ne affiancano altre, per un periodo più ristretto. Scopro
che tale importante opportunità è giunta a Carmagnola
in seguito ad una precisa richiesta di don Gian Carlo. Lui stesso
mi spiega il perché del suo gesto "Ho ritenuto importante
che Carmagnola potesse avere una Chiesa Giubilare in cui confluissero
tutti i fedeli non solo della città, ma anche delle cittadine
limitrofe, specie quelli che non possono spostarsi in altri luoghi
perché anziani o malati".
Cosa vuol dire "ottenere l’Indulgenza
Plenaria"?
È rimasto da dire qualcosa. Mentre sguinzaglio lo sguardo
sui documenti che ho di fronte, fermo il parroco, già in
procinto di andarsene per tornare al suo lavoro. "Non mi è
del tutto chiaro cosa si intenda per «Indulgenza Giubilare»:
possibile che sia tanto diverso dalla semplice confessione che ognuno
di noi esegue in chiesa, nel confessionale?".
Don Gian Carlo si ferma in mezzo alla porta e sorride. Mi fa segno
di seguirlo. Ci andiamo a sedere sulla panchina che sta di fuori,
nel cortiletto. Il sole è caldo e non fa freddo. "Cominciamo
dall’inizio" esclama con pazienza "L’obiettivo del Giubileo
è l’incontro con Dio Padre per mezzo di Cristo. Cristo è
la nostra porta, colui che viene nell’Anno Santo a far sentire più
forte la sua presenza. Questo incontro deve essere preparato bene.
Si sistema la giacca intorno al collo e prosegue "Ciò
che ci permette di prepararci come si deve è la forza dei
Sacramenti della Confessione e dell’Eucarestia, che ci aprono al
dono dell’Indulgenza. In poche parole, l’Indulgenza Giubilare è
la remissione, dinanzi a Dio, della pena temporale per i peccati,
già perdonati con la Confessione". "In verità
ne so meno di prima: pena temporale? Indulgenza e Confessione?"
Lui prosegue speranzoso "Pena temporale del peccato è
il nome con cui la Tradizione Teologica indica il peccato che lascia
in noi una traccia di debolezza, una specie di cicatrice, che la
sola Confessione non può togliere. Così la Chiesa,
durante il Giubileo, ci somministra l’Indulgenza, una medicina più
forte per riparare le conseguenze negative del peccato".
Seduta comodamente sulla panchina, scopro ancora molte altre cose
interessanti: per acquistare l’Indulgenza durante i giorni della
Novena dell’Immacolata dovrò partecipare alla Messa ed accostarmi
al Sacramento della Confessione e dell’Eucarestia, e dovrò
pregare con intensità, perché la preghiera è
l’espressione della comunione con la Chiesa. Ma ho ancora una domanda
"I malati e coloro che per vari motivi non possono visitare
una chiesa giubilare non otterranno l’Indulgenza?"
Ricevo un’ulteriore esauriente risposta: per gli ammalati la visita
alla chiesa giubilare non è necessaria perché la loro
casa diviene, per l’occasione, una piccola chiesa giubilare. Inoltre,
se non si può visitare una chiesa, si può acquistare
l’indulgenza pregando assiduamente e adempiendo alcune pratiche,
come il visitare assiduamente per un congruo periodo di tempo i
fratelli in difficoltà, il dedicare il proprio tempo libero
ad attività utili alla comunità…
Ora non ho più dubbi. Ringrazio il mio paziente
maestro e corro a scrivere un nuovo articolo, già immaginando
la nostra bella Madonna in piedi sul trono maestoso, che ci accoglierà
quest’anno con un sorriso più grande sul volto. Il sorriso
del Perdono di Dio.
Claudia Cravero
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