Lectio
Divina
V DOMENICA DI QUARESIMA – Anno C
Tema: Dio con il suo perdono ci fa nuova creatura.
I Lettura: Is 43,16-21
II Lettura: Fil 3,8-14
Canto
al Vangelo: “Io non voglio la morte del
peccatore, ma che si converta e viva.”(Ez 33,11)
v.
1-2: Introduzione;
v.
3-9a: Dialogo tra gli accusatori
della donna e Gesù;
v.
9b-11: Dialogo tra Gesù e la donna.
v. 1 – Monte degli
Ulivi: Si nota da parte di Gesù questo andare e venire
dal Monte degli Ulivi al tempio (cfr. Lc 21,37-38).
v. 2 – Si recò di
nuovo nel tempio:
Naturalmente si tratta del cortile esterno del tempio dove si potevano recare
tutti, mentre la parte dove avvenivano i sacrifici era riservata soltanto agli
addetti al culto e al fedele maschio quando portava la vittima per il
sacrificio.
v. 3 – Scribi: In questo vangelo sono nominati solo qui, mentre
gli altri evangelisti li presentano più spesso tra i nemici di Gesù.
v. 4 – Sorpresa in
flagrante adulterio: I primi
cinque libri della Bibbia (Legge) contenevano le norme per l’applicazione
della pena in tali casi (cfr. Lv 20; Dt 22). La pena prevista nel caso suddetto
era la morte dei colpevoli, anche se in questo caso non si ha notizia del
complice.
v. 5 – Tu che ne
dici?: Gli accusatori citando la Bibbia avevano già
decretato la lapidazione, ma non è chiaro se questa sentenza derivi dalla
decisione del tribunale. Gli accusatori (cfr. v. 6) cercano di trovare delle
accuse contro Gesù, non vogliono tanto sentire la sua opinione, la domanda era
una trappola, perché secondo la legge ebraica l’accusata doveva essere
lapidata secondo i romani invece il diritto di morte era riservato a loro (cfr.
18,31), quindi, se Gesù avesse risposto che la donna meritava la lapidazione si
sarebbe opposto ai romani, al contrario si sarebbe opposto alla legge ebraica.
Una trappola del genere è tesa a Gesù anche al riguardo del tributo dovuto a
Cesare (cfr. Lc 20,20-26).
v. 6 – Si mise a
scrivere con il dito per terra:
Questo particolare è ricordato due volte in questo racconto (cfr. v. 6.8). Gli
studiosi hanno cercato di voler determinare il significato di quest’azione di
Gesù, non si può pensare che Gesù scrivesse i peccati dei presenti per farli
desistere dalla loro accusa, ma sembra piuttosto un modo garbato per prendere
tempo e per invitare tacitamente gli accusatori ad aprirsi a considerazioni
diverse a quelle delle norme strettamente giuridiche.
v. 7 – Chi di voi è
senza peccato scagli per primo la pietra contro di lei:
Secondo la legge, concernente la lapidazione degli adulteri, i primi a scagliare
la pietra dovevano essere i testimoni (cfr. Dt 17,5-7). Gesù con questo detto
vuole che gli accusatori della donna domandino a se stessi se abbiano un reale
diritto di giudicare e se non siano peccatori anche loro.
v. 9 – Dai più
anziani: Non si tratta di persone che per essere più
avanti negli anni hanno più peccati delle altre, ma indica più che altro uno
stato, una responsabilità, cioè le persone ritenute più autorevoli e più
esemplari.
v. 11 – Nessuno,
Signore: Questa è l’unica parola che la donna pronunzia
nell’episodio.
- Neanche io ti
condanno, va ed ora in poi non peccare più: Gesù
non si limita a dire che non condanna la colpevole, ma con le parole seguenti
rivela il senso dell’intero racconto. Fa intendere che tutti gli accusatori
della donna sono peccatori e che essi come la donna non hanno bisogno di
condanna ma di perdono. Gesù intende affermare che la donna non diventa
innocente, ma dichiarandole che non la condanna vuole assicurarla del suo
perdono. Con questo perdono essa può cominciare una vita diversa da quella
passata.
Dal commento al vangelo secondo Giovanni di
S.Agostino, vescovo
Verità, bonta, giustizia e misericordia
Considerate ora in qual modo la
bontà del Signore fu posta alla prova dai suoi nemici. "Allora
gli scribi e i farisei conducono una donna sorpresa in adulterio, la posero in
mezzo e gli dissero. «Maestro, questa donna è stata colta in adulterio. Ora
Mosè nella legge ci ha comandato di lapidare tali donne: tu che ne dici?». E
questo dicevano per metterlo alla prova, in modo da poterlo accusare" (Gv
8,3-6). Accusarlo di cosa? Forse avevano colto anche lui in qual che delitto?...
E siccome i suoi nemici, per invidia e per rabbia, non riuscivano a sopportare
queste due qualità, cioè la sua dolcezza e la sua verità, cercarono allora di
tendergli un tranello sulla terza, cioè sulla giustizia… Cosa rispose il
Signore Gesù?…Considerate quanto la sua risposta sia contemporaneamente
carica di giustizia, di mansuetudine e di verità! Disse: "Chi
di voi è senza peccato scagli per primo una pietra contro di lei" (Gv
8,7). Risposta piena di saggezza! In che modo li costrinse a guardare dentro se
stessi? Essi infatti calunniavano gli altri, ma non scrutavano in se stessi:
vedevano l’adulterio della donna, non i loro peccati...L’avete sentita voi,
farisei, dottori della legge, custodi della legge, ma non avete compreso il
Legislatore… Ciascuno di voi consideri se stesso, entri in se medesimo, si
ponga dinanzi al tribunale della sua anima, si costituisca alla sua coscienza, e
obblighi se stesso a confessarsi. Egli solo sa chi è, poiché nessun uomo
conosce i segreti di un altro, se non lo spirito medesimo dell’uomo che è
dentro di lui. Ciascuno, guardando in se stesso, si scopre peccatore (cfr. 1Cor
2,11). Non c’è alcun dubbio su questo. Quindi, lasciate andare questa donna,
oppure accettate con lei le pene previste dalla legge. Se il Signore avesse
detto: Non lapidate l’adultera!, sarebbe stato accusato di ingiustizia; se
avesse detto: Lapidatela!, non sarebbe apparso mansueto. Che formuli dunque una
risposta che a lui si addice, che è mansueto e giusto: «Chi di voi è senza
peccato, scagli per primo una pietra contro di lei». Questa è la voce della
giustizia: si punisca la peccatrice, ma non siano i peccatori a punirla; sia
rispettata la legge, ma non siano i violatori della legge a imporne il rispetto.
Ben a ragione è la voce della giustizia. Essi, colpiti da queste parole come da
una freccia grossa quanto una trave, "uno
dopo l’altro se ne andarono" (Gv 8,9). Restano solo loro due, la
misera e la misericordia. E il Signore, dopo averli colpiti con la freccia della
giustizia, non si degna neppure di stare a vedere la loro umiliazione, ma,
voltando loro le spalle, "di nuovo
col dito scriveva in terra" (Gv 8,8). Quella donna era dunque rimasta
sola, poiché tutti se ne erano andati: Gesù allora levò i suoi occhi su di
lei. Abbiamo udito la voce della giustizia, udiamo ora anche quella della
dolcezza. Credo che quella donna fosse stata più degli altri colpita e
spaventata dalle parole che avete sentito dire dal Signore: «Chi di voi è
senza peccato, scagli per primo una pietra contro di lei». I farisei
esaminandosi e con la loro stessa partenza confessandosi colpevoli, avevano
lasciato la donna con un così grande peccato, insieme a colui che era senza
peccato. Ed essa, dopo avere udito: «Chi è senza peccato scagli per primo la
pietra contro di lei», temeva di essere punita da lui, nel quale non era
peccato. Ma egli, dopo avere cacciato i suoi nemici con la voce della giustizia,
levando su di lei gli occhi della mansuetudine, le chiese: "Nessuno
ti ha condannato?" (Gv 8,10). E quella rispose: "Nessuno,
o Signore" (Gv 8,11). Ed egli replicò: "Neppure
io ti condannerò (ibid.)",
tu che avevi temuto di essere punita da me, poiché in me non hai trovato
peccato. «Neppure io ti condannerò». Che vuol dire questo, Signore? Tu
favorisci dunque il peccato? No di certo. Sentite ciò che segue: "Va` e d’ora innanzi non peccare più (ibid.)".
In altre parole, il Signore condanna il peccato, non il peccatore… Il Signore
è mansueto, il Signore è longanime, è misericordioso; ma è anche giusto, è
anche verace. Ti dà il tempo di correggerti, ma tu preferisci godere di questa
dilazione piuttosto che emendarti. Fosti malvagio ieri? Sii buono oggi. Hai
passato nel male la giornata di oggi? Deciditi a cambiare domani. Ma tu aspetti
sempre a correggerti, sempre ti riprometti di usufruire della misericordia di
Dio, come se colui che ti ha promesso il perdono in cambio del pentimento, ti
avesse anche promesso una vita lunghissima. Come fai a sapere che per te ci sarà
anche il giorno di domani? Hai ragione quando dici nel tuo cuore: quando mi
correggerò, Dio mi rimetterà tutti i peccati. Non possiamo certo negare che
Dio ha promesso il perdono a tutti coloro che si correggono e che si convertono.
Ma in quella stessa profezia dove tu leggi che Dio promise indulgenza a chi si
pente, non puoi leggere che Dio ti ha promesso anche una lunghissima vita.
Contro due ostacoli gli uomini rischiano di naufragare la speranza presuntuosa e
la disperazione… A coloro dunque che sono in pericolo per la disperazione egli
indica il porto dell’indulgenza; per coloro che corrono rischi per la
eccessiva speranza e si illudono di avere sempre tempo, fa incerto il giorno
della morte. Tu non sai quando verrà l’ultimo giorno. Sei un ingrato, non
riconosci la grazia di Dio, che ti ha dato anche il giorno di oggi affinché tu
ti corregga.
1) Sappiamo “guardare” alla nostra vita prima di giudicare quella
degli altri?
2) Ci possiamo
considerare migliori della donna del brano?
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