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settimanale della Diocesi di Cesena-Sarsina

Anno XXXIV
n. 13
6 aprile 2001

attualità

Il Periscopio
Pane al pane

di Zeta


Questa settimana mi sono arrivate un paio di segnalazioni da parte di amici del Corriere Cesenate e appassionati lettori di questa rubrica. La prima riguarda i quattro matrimoni gay celebrati in Olanda pochi istanti dopo l'entrata in vigore di una nuova legge che permette questo tipo di unioni. La seconda segnalazione è una storiella che circola su Internet. Se si prova a mettere a vivere insieme in un unico villaggio cento uomini che rappresentino l'intera umanità, subito potremmo toccare con mano le enormi differenze che esistono fra le varie parti del mondo. Fra i pochi che hanno tutto e i tantissimi che non hanno niente balzerebbero subito agli occhi le mostruosità in cui ci barcameniamo.
Dico subito che non ho alcuna intenzione di alzare steccati o di fare la morale a nessuno. Più d'uno mi ha fatto notare che non serve a niente e a nessuno tentare di dare lezioni dalle colonne di un giornale. Ho raccolto l'invito e lo rispedisco a chi rischia lui stesso di fare del qualunquismo. Non è facile per nessuno, al mondo d'oggi, districarsi fra miserie, facili costumi, libertà spinta all'eccesso e mode che cambiano di continuo. Tanto più per chi tenta un'esperienza cristiana che rischia di essere vista come una cosa vecchia, del passato. E per chi la vede sperimentata ogni giorno è vista come un esempio raro, eroico, da tenere col fucile puntato per sparargli addosso, al primo errore, alla prima incoerenza.
Non è facile per nessuno. Non posso, però, non rilevare come stia cambiando la nostra convivenza. Chi avrebbe mai detto che due gay si potessero sposare? E chi avrebbe mai immaginato che avrebbero potuto anche adottare dei figli? Chi lo avrebbe pensato anche solo venti anni fa? Chi alza la mano? E oggi chi si scandalizza, o per lo meno, tenta di riportare le situazioni nella loro giusta dimensione, viene tacciato di essere reazionario, retrogrado, antiquato, bigotto e via dicendo.
"Non è un bel mondo", a volte si dice come battuta. Oppure, "non c'è più religione". Che sia proprio vero? Cosa sta succedendo? Se pochi uomini al mondo si spartiscono le ricchezze della terra e gli altri muoiono di fame, come possiamo andare a letto tranquilli ogni sera? Come possiamo il giorno dopo agire come se nulla fosse stato? Se in ogni istante dei bambini soffrono la fame e la sete e rischiano la vita perché non hanno da mangiare, come riusciamo a lavorare, a sperperare tante sostanze e a gettare nei rifiuti ogni ben di Dio?
Non è qualunquismo il mio. Non vuole assolutamente esserlo. Anzi, non è proprio il mio stile. Dico solo che qualche volta dobbiamo fermarci, dobbiamo riflettere, dobbiamo metterci in discussione. Anche riguardo ai facili costumi che vengono avanti oggi. Il rispetto per le singole persone deve esser massimo. Ma nell'amicizia, nella sincerità e nella franchezza dei rapporti umani non possiamo non dire pane al pane e vino al vino. Se un comportamento è sbagliato non possiamo affermare che è giusto. Se oggi va di moda l'eccesso, non per questo non resta più eccesso. Eccesso resta e rimane, oggi e domani, esattamente come ieri. 
Ciò nulla toglie al fatto che si debba voler bene a tutti, ai bambini del terzo mondo come a quei gay che hanno voluto celebrare di corsa le loro nozze per essere i primi in assoluto. Ma mi chiedo, perché troppo spesso non c'è rispetto per chi, pur nella fatica quotidiana, tenta con immenso coraggio di essere testimone della vita di Cristo, oggi, nell'anno 2001, nel lavoro, nella scuola, in famiglia, in politica, in ogni altro ambito dell'esistenza? 


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