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Lettere al Corriere |
settimanale della Diocesi di
Cesena-Sarsina
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Anno XXXIV
n. 13
6 aprile 2001 |
vita
della diocesi
Il giorno del Signore:
"Le palme"
di Piero Morigi
In tutta la vicenda della Passione di Gesù non c'è nulla, per noi, che possa andare perduto.
Essa deve accendere la nostra contemplazione silenziosa, e nulla deve essere messo in secondo piano, come se qualche parte fosse meno interessante di altre.
Gesù è il protagonista unico che fa emergere la sua obbedienza al Padre, al suo progetto salvifico per noi.
I Profeti, soprattutto Isaia, parlano di Lui come del Servo sofferente, che volontariamente accetta la sua sofferenza fino alla croce, per amore nostro.
Anche Paolo (Fil 2) legge la Passione di Gesù come una sua scelta volontaria sempre per lo stesso motivo.
Questo intreccio tra l'obbedienza al Padre, la croce e l'amore per noi, rimane avvolto nel mistero di Dio, che ci ha creati e redenti. So con certezza che la croce di Cristo e la mia sono necessarie, ma di passaggio perché il punto finale per Lui, e quindi per me, è la risurrezione.
In questo racconto della Passione, secondo Luca, il personaggio che meglio ci interpreta, è Pietro con la sua irruenza nel promettere e la sua debolezza di fronte alla prova.
Quelle lacrime seguite allo sguardo di Gesù, sono il segno più evidente di tutta la storia di Pietro, fatta di amore e di debolezza.
Anche noi possiamo collocarci in questa vicenda di Gesù mettendoci nei panni di Pietro.
In tutti i nostri tradimenti perdonaci Signore, salvaci soprattutto dal calcolo traditore di Giuda.
Sappiamo bene che tu ti sei spogliato delle tue prerogative divine (Fil 2) umiliandoti e facendoti obbediente fino alla morte di croce per noi.
Hai presentato il dorso ai flagellatori (Is 50).
Pur celebrando la tua Passione e morte in croce, già pregustiamo il momento in cui Dio ti esalterà e tu risorgerai dalla tomba per essere sempre con noi.
Rendici capaci allora di stare con Te sulla croce per risorgere con Te dalla tomba. |
Il giorno del Signore
Le palme
Ragnarok: la
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