Testimonianze...

Don Marco in Kenya È come essere a Betlemme... Una campana per Lodokejek

Un giorno a Nairobi

    Il sogno di don Marco...

"Chissà se in occasione della giornata missionaria non riuscite ad aiutarci a realizzare un piccolo sogno molto concreto: quello di trovare due campane un po’ grandi (circa 50 cm. di diametro), perché la chiamata a riunirsi a pregare il Signore possa giungere anche a chi abita lontano dalla chiesa? Tante persone si affacciano al cancello della missione, gente che non ha niente, neanche il minimo per vivere, gente abbandonata, dimenticata da tutti, giovani senza una concreta speranza di vita o meglio di sopravvivenza. Ebbene, nonostante questo, incontro ogni giorno volti sorridenti, cuori sereni, perché volti di uomini e donne che hanno capito cosa vuole dire l’amore di Dio, e se si è amati, tutto il resto si può sopportare e superare - scrive don Marco nella lettera".
Il sogno di don Marco si è avverato. L’appello non è rimasto inascoltato: con la collaborazione della sua parrocchia di origine, quella di Baldissero e con quella di Gesù Operaio, l’ultima in cui ha operato in Italia, don Giancarlo si è messo all’opera e nel giro di breve tempo ha spedito in Africa le due campane. "Grazie alla collaborazione di queste tre parrocchie - dice soddisfatto il parroco - siamo riusciti in questo importante progetto e speriamo che per la notte di Natale, l'ultimo del Millenio, don Marco possa già far suonare queste due campane, simbolo di amicizia e solidarietà".
Nel febbraio del 2000 don Marco scrive a don Giancarlo: "Carissimo, ti scrivo anzitutto per ringraziare attraverso di te tutta la comunità della Collegiata per quanto state facendo per la missione. Ci avete fatto dono di una campana e per noi questo è un dono bellissimo, per noi Padri perché il motivo per cui ci troviamo qui, lontani da Torino, è proprio quello di far giungere anche a questa gente, così povera e dimenticata da tutti, la grande notizia che "Dio ci ha tanto amato da dare il suo Figlio unigenito" e per i nostri cari Samburu perché le campane siano un richiamo gioioso alla preghiera ed anche un suono attraverso cui sentiranno la vostra amicizia ed attenzione di fratelli nella fede. Insomma ci aiuteranno molto a testimoniare che nonostante nessuno nel mondo voglia i Samburu, nella Chiesa invece sono fratelli preziosi e desiderati e dunque le nostre parole saranno continuamente rafforzate da questo segno di affetto e di comunione nella fede".