Quest'anno
pastorale 2008-2009, oltre ai temi che di solito cerchiamo di far
capire ai nostri ragazzi, c'è il grande desiderio di far capire loro
anche quanto sia importante per ogni cristiano, il mettersi davanti al
nostro Dio, in atteggiamento continuo di perfetta adorazione, come
segno di una fede che accoglie la presenza di Dio in mezzo agli uomini,
e si chima per ringraziare e mettere la propria vita nelle mani del Dio
dell'Amore. A questo proposito vi offro una semplice riflessione che
aiuti a capire anche a noi perchè è importante adorare Dio.
Davanti
a ciò che è veramente bello, sublime, maestoso, mancano le parole;
possiamo solo far silenzio. Chi non ha sentito la propria piccolezza
guardando l'infinito di un cielo stellato? Eppure, questo Dio tanto
grande, tanto potente, giudice di tutti, è anche colui che si è
rivelato agli uomini come il Dio d'amore e nel quale possiamo
confidare. Possiamo dunque inchinarci con ammirazione davanti a colui
che supera tutto quello che può essere espresso. Questa è l'adorazione.
Poche parole, ma con l'anima ripiena della grandezza e dell'amore
insondabile di Dio.
Adorare consiste nel rendere onore, omaggio,
esprimere la sottomissione, l'ammirazione a Dio. Nella Bibbia, il verbo
tradotto con "adorare" evoca il gesto d'inchinarsi, prostrarsi con un
sentimento di profondo rispetto. Solo Dio ha diritto alla nostra
adorazione. Questa si esprime con parole o in silenzio, ma sempre con
la nostra sottomissione rispettosa davanti a lui, riconosciuto come
infinitamente superiore all'uomo, infinitamente giusto e buono. Adorare
non è un'attività facoltativa per noi, creature. E' un dovere
verso Dio e, nello stesso tempo, un grande privilegio.
L'adorazione si rivolge a Dio Padre ed anche al Figlio che ha rivelato
il Padre in tutto quello che è: Luce e Amore. E' per mezzo di Gesù che
la nostra lode sale al Padre. Iniziata sulla terra, l'adorazione
continuerà in perfezione nel cielo, e per l'eternità.
"Adoriamo e inchiniamoci, inginocchiamoci davanti al Signore che ci ha fatti Poichè egli è il nostro Dio." (Salmo 95,6-7)
"A Colui che siede sul trono, e all'Agnello, siano la lode, l'onore, la gloria e la potenza, nei secoli dei secoli" (Apocalisse 5,13)
Diventare adoratori
(Questo articolo è tratto dal libro Scoprire l'adorazione di Bob Sorge)
Attraverso la dichiarazione di Gesù, sappiamo che il Padre cerca adoratori (vedete Giovanni 4:23) e che gradisce lo stile di vita dei veri adoratori... Esaminiamo insieme, allora, questo passo in Luca 7:36-50 per vedere più chiaramente le qualità che caratterizzano l'adoratore.
Alcune qualità di un adoratore
LUCA 7:35-50
"Uno
dei farisei lo invitò a pranzo; ed egli entrato in casa del fariseo, si
mise a tavola. Ed ecco, una donna che era in quella città, una
peccatrice, saputo che egli era a tavola in casa del fariseo, portò un
vaso di alabastro pieno di olio profumato; e stando ai piedi di lui, di
dietro, piangendo, cominciò a rigarli di lacrime i piedi; e li
asciugava con i suoi capelli; e gli baciava e ribaciava i piedi e li
ungeva con l'olio. Il fariseo che lo aveva invitato, veduto
ciò disse fra sè: "Costui, se fosse profeta, saprebbe che donna è
questa che lo tocca; perchè è una peccatrice". E Gesù...voltandosi
verso la donna, disse a Simone: "Vedi questa donna? Io sono entrato in
casa tua e tu non mi hai dato dell'acqua per i piedi; ma lei mi ha
rigato i piedi di lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli... Perciò ti dico: i suoi molti peccati le sono perdonati"... La tua fede ti ha salvata; và in pace".
L'adoratore è un generoso donatore
La
prima lezione che si può imparare da questo racconto è che l'adoratore
è un generoso donatore. Questa donna diede a Gesù un olio profumato di
gran valore; il suo costo equivaleva circa al salario di un anno.
...l'unico modo per aprirlo era romperlo. Inoltre, una volta rotto,
tutto il suo contenuto doveva essere usato. La donna del nostro
racconto non esitò anche se sapeva bene che portando il vaso di profumo
a Gesù, non poteva dargliene solo una parte ma doveva darlo tutto. Sì,
o tutto o niente! Che gesto d'amore generoso e bello! E' allora biblico portare un dono quando andiamo ad adorare Dio. salmo 96:8-9 esorta: "Portategli offerte e venite nei suoi cortili. Prostratevi davanti all'Eterno nello splendore della sua santità" (Nuova
Diodati). Secondo il sistema sacrificale dell'Antico Testamento, gli
adoratori dovevano portare un agnello (o un capretto, un montone o due
tortore). Non potevano andare davanti a Dio senza un dono da offrirgli.
"Nessuno si presenterà davanti a me a mani vuote" (Esodo 23:15).
Alcuni credenti pensano di poter adorare anche se non danno, per
esempio, la decima e cercano di scroccare perfino nel regno di Dio
dimenticando che "gli scrocconi spirituali" non potranno mai
sperimentare le gioie del vero adoratore...
L'adoratore può essere profondamente commosso
Ma
torniamo alla donna che alla presenza di Gesù piangeva e manifestava un
cuore profondamente commosso davanti al suo Signore, un cuore
ravveduto, sottomesso e sincero. Questa non è una commedia! Oggi
le attrici di Hollywood riescono a piangere facilmente e senza
emozioni, però le lacrime di questa donna erano proprio genuine.
Personalmente devo confessare che sono poche le volte che riesco a
commuovermi davanti a Dio, perchè come uomo mi è difficile piangere e
ciò mi preoccupa. Gli dico: "Signore, il mio cuore è troppo duro davanti a Te? Desidero aver un cuore rotto e tenero nella Tua presenza!"
I momenti di adorazione più significativi per me sono quelli in cui
piango davanti al Signore perchè la contrizione e il pianto sono
veramente elementi chiave nell'adorazione...
L'adoratore può essere criticato
Un altro aspetto dell'adorazione si comprende nel pensiero dispregiativo di Simone: "Costui se fosse profeta, saprebbe che donna è questa che lo tocca; perchè è una peccatrice" (Luca 6:39).
L'adoratore riceverà senz'altro la critica di alcuni e l'approvazione
di altri. Quando per esempio, Davide, vestito di un efod di lino,
accompagnava l'arca del patto a Sion e danzava con forza davanti al
Signore, Mical (sua moglie) gli andò incontro e disse: "Bell'onore
si è fatto oggi il re d'Israele a scoprirsi davanti agli occhi delle
serve dei suoi servi come si scoprirebbe un uomo da nulla!" (II Samuele
6:20). A motivo di questa sua critica Mical fu sterile fino al giorno della sua morte. Così stiamo attenti e non critichiamo gli atti genuini d'adorazione perchè rischiamo la sterilità spirituale. Nella
chiesa di oggi l'adorazione è spesso argomento di controversia tanto
che alcune comunità si sono addirittura divise a causa delle questioni
intorno ad essa. La vera adorazione suscita la critica degli sterili
spirituali ma gli adoratori autentici sono pronti a pagarne il prezzo!
L'adoratore può essere libero dal senso di colpa
Le ultime parole di Gesù: "I tuoi peccati sono perdonati"
contengono una lezione meravigliosa; la donna ha prima adorato e poi ha
ricevuto perdono e purificazione. Ecco il punto: anche se c'è il
peccato nella nostra vita, è possibile avvicinarci a Dio in adorazione
per poi trovare purificazione. Troppe volte comunque, permettiamo ad un
sentimento di colpa di rubarci questa benedizione e lottiamo con la
condanna. Siamo così esperti nell'autocondanna che se non abbiamo
un motivo per sentirci colpevoli ne inventiamo subito un altro! Il
comandamento di Gesù: "Voi dunque siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste" (Matteo 5:48), sembra impossibile da raggiungere.
"E' veramente possibile essere liberati dai lacci della colpa e della condanna e adorare il Signore in libertà e santità!"
Non
c'è niente che possa indebolire così fortemente la nostra testimonianza
come la condanna e il senso di colpa. Infatti, questa è una delle
principali ragioni per cui molti degli eletti di Dio rimangono
lontani dal vivere vittoriosamente la vita cristiana. Eppure è
veramente possibile essere liberati dai lacci della colpa e della
condanna ed adorare il Signore in libertà e santità! Romani 8:1 risuona con forza e chiarezza: "Non c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù" - punto e basta... Ci
fu un periodo della mia vita in cui lottavo con un peccato specifico e
ricorrente che avevo difficoltà a scofiggere. Quanta colpa sentivo ogni
volta che cercavo di adorare! Non riuscivo a trovare liberà nel mio
spirito perchè mi sentivo un fallimento davanti a Dio. Mi sono
allontanato dal Signore pensando addirittura, che Egli non volesse
avere comunione con un Suo figlio dominato dal peccato e per anni la
colpa e la condanna mi hanno impedito di godere le benendizioni della
comunione costante con mio Padre! Ho imparato che non devo
permettere al peccato di bloccare l'intima comunione con Dio. Il
peccato nella nostra vita non sorprende affatto Dio ed Egli non ci
condanna e non ci respinge neanche quando pecchiamo. Dio ci convince di
peccato ma non ci condanna mai... Ecco l'affermazione di Gesù alla
donna colta in adulterio, dopo che i suoi accusatori se ne erano andati
uno dopo l'altro: "Neppure io ti condanno; và e non peccare più" (Giovanni 8:11). Il
senso di colpa e la condanna sono gli impedimenti più grandi nei culti
d'adorazione e da troppo tempo viene suggerita la soluzione sbagliata!
Ci dicono: "Prima dovete ravvedervi davanti al Signore, ricevere il Suo perdono e poi venire all'adorazione".
Dio non ci ha mai detto così: questa è la soluzione umana... Gesù
perdonò questa donna peccatrice dopo che lei aveva adorato il Signore
in un modo bellissimo ed eloquente. Ecco il giusto ordine: prima adorò
e poi fu perdonata...! L'unica occasione in cui non è appropriato
adorare Dio con il peccato nella propria vita, è quando non si ha
l'intenzione di cambiare... Spesso accade che nel momento in cui ci
troviamo nel dolore della colpa e della condanna, ci allontaniamo e ci
nascondiamo dalla fonte di guarigione e perdono. La condanna ci porta
via dall'unico balsamo che potrebbe risanare la nostra anima!
Atteggiamenti che impediscono l'adorazione
Superiamo gli atteggiamenti che impediscono l'adorazione!
Un senso di colpa
Oltre
alla condanna ed al senso di colpa (vedete sopra), rimangono molte
altre insidie ed impedimenti per l'adorazione. Il deterrente principale
dell'adorazione si trova negli atteggiamenti sbagliati della mente e
del cuore.
L'orgoglio
L'orgoglio
è senza dubbio l'ostacolo più grande all'adorazione ed è ciò che ha
rovinato più culti che tutte le forze dell'inferno insieme... Ricordiamoci
che l'essenza dell'adorazione è la sottomissione e l'umiltà,
infatti, adorare significa abbassare noi stessi e innalzare Dio. Eppure
abbiamo sviluppato la capacità straordinaria di adorare Dio senza
sacrificare la nostra compostezza... L'orgoglio è molto sensibile ai
giudizi altrui nell'adorazione e proprio nel momento in cui il Signore
dovrebbe prendere il primo posto, ci preoccupiamo più dell'opinione
degli uomini che di quella di Dio... E' importante che si partecipi
all'adorazione specialmente quando non ci si sente di farlo perchè se
lasciamo che i nostri sentimenti controllino l'adorazione, non
otterremo mai la vittoria nel nostro cammino cristiano. Noi non
adoriamo perchè ci sentiamo di farlo, ma perchè Gesù Cristo ne è degno!
La presunzione
Un
altro atteggiamento sbagliato nell'adorazione è quello della
presunzione. In modo frivolo e leggero arriviamo al culto d'adorazione
dicendo: "Ciao, Dio, è buono stare di nuovo con Te questa settimana".
Vantiamo il diritto di avvicinarci a Lui anche se abbiamo vissuto
egoisticamente tutta la settimana e pretendiamo la grazia di Dio
aspettando che lo Spirirto Suo ci benedica copiosamente senza nessun
sacrificio, senza nessun impegno nella preghiera e senza nessum
pentimento da parte nostra.
Lo spettatorismo
Un
altro male che può affliggere l'adorazione è lo "spettatorismo". E'
facile che siamo così tanto trascinati nell'osservare tutto ciò che
succede nel culto che non adoriamo affatto! L'Apostolo Paolo, nelle sue
epistole, non ha mai menzionato il "ministero dello spettatore", ma
siamo stati tutti chiamati a partecipare attivamente...
Il sentimentalismo
Anche
il sentimentalismo può ostacolare l'adorazione: quello che nasce quando
la musica ci appassiona più del messaggio dei canti. I canti più
familiari possono diventare sentimentali per noi e perdono la capictà di
stimolare la nostra mente verso l'adorazione. Chi guida la lode deve
considerare la potente influenza che la musica ha sulle emozioni e deve
scegliere canti che non diamo solo una risposta a livello emotivo ma
che tocchino tutto il nostro essere: corpo, anima, spirito. Dio sa
bene che siamo catturati facilmente da una bellissima melodia ma che
facciamo poca attenzione alle parole e, perciò , ogni tanto mentre
lodiamo, dovremmo chiederci se stiamo trascurando il messaggio del
canto che può trasformarci...
L'ipocrisia
Un
altro atteggiamento sbagliato nell'adorazione è fingere la devozione,
cioè pronunciare le parole di un canto sapendo che il nostro cuore non
partecipa al messaggio, Nulla è più ripugnante per il Signore
dell'indifferenza e dell'ipocrisia. Durante un'epoca della storia
d'Israele, il popolo faceva sacrifici agli dèi pagani e poi andava
ad offrire anche dei sacrifici a Dio, Notate ciò che Dio
disse tramite il profeta Amos: "Io
odio, disprezzo le vostre feste, non prendo piacere nelle vostre
assemblee solenni. Se mi offrite i vostri olocausti e le vostre
offerte, io non le gradisco; e non tengo conto delle bestie grasse che
mi offrite in sacrifici di riconoscenza. Allontana da me il rumore dei
tuoi canti! Non voglio più sentire il suono delle tue cetre!" (Amos
5:21-23). Dio preferisce vederci con la bocca chiusa piuttosto che sentire la nostra adorazione priva di sincerità.
La paura della manipolazione
Un altro atteggiamento pericoloso è la paura della manipolazione. C'è chi dice: "Non permetto che questo leader mi spinga. Voglio proprio vedere se riesce a farmi rispondere alla sua guida!"
E' irrilevante vedere se l'approccio di chi guida l'adorazione sia
appropriato o meno, infatti, spesso il vero problema è il rifiuto di
adorare solo perchè il modo in cui guida quella persona ci irrita. Dio
rimane degno dell'adorazione nonostante i limiti dei conduttori.
La paura di provare cose nuove
Un ultimo atteggiamento che bisogna cambiare, è quello nascosto nelle ultime parole d'una chiesa morente: "Noi non abbiamo mai fatto così". Proprio
per questo motivo dobbiamo farlo! Sicuramente l'adorazione andrà
migliorando se ci sforziamo di provare delle cose nuove e se siamo
disposti a scoprire tutto ciò che Dio vuole insegnarci riguardo ad essa. Diventare un adoratore è un privilegio e una sfida ma è, soprattutto, ciò che diletta il cuore di Dio più di ogni altra cosa. |