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settimanale della Diocesi di
Cesena-Sarsina |
prima pagina |
Un mulino che macina per il futuro
di Piero Altieri
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Ci risiamo un'altra volta. La recente campagna
elettorale ha fatto emergere di nuovo la delicata questione della linea politica del
nostro giornale. I toni spesso aggressivi di una battaglia che, prima e dopo il voto, si
è consumata e si sta svolgendo senza esclusione di colpi ci hanno visti abbastanza
estranei ad un clima politico che non ci ha particolarmente coinvolti.
Eppure, chi da una parte e chi dall'altra, tutti ci vorrebbero con loro. Allora torniamo
volentieri in argomento perché sappiamo che il Corriere fa parlare di sé, ma soprattutto
perché vogliamo ribadire, come avvenuto di recente in diverse occasioni, la linea del
giornale. Diciamo subito che non è nostra intenzione inseguire nessuna persona e nessun
schieramento. In perfetta sintonia con la Chiesa italiana del dopo Palermo, ci sentiamo
liberi nel nostro agire e non ci schieriamo a priori con alcuno dei contendenti in campo.
I cattolici sono ormai presenti in ogni schieramento e la pluralità delle scelte è un
dato di fatto. Oggi chi osa dichiararsi non cattolico? E chi può affermare di essere più
cattolico di altri? Chi ha l'ortodossia dell'impegno politico in qualità di cattolico?
Davanti a questi interrogativi è evidente che non ci sono risposte lapidarie. Allora non
ci sono altre vie d'uscita se non quelle che derivano da un impegno serio e costante nel
leggere, valutare, giudicare e agire alla luce del Vangelo. Altro, noi del Corriere, non
andiamo cercando. Che poi qualcuno si senta più difeso o più emarginato di un altro, non
è fatto che ci riguarda. Perché gli e gli altri ci vorrebbero schierati con loro? Per
dare loro una mano o per far cadere l'avversario politico? Noi siamo fuori da queste
logiche. Ci sentiamo molto più liberi. Liberi di scrivere, liberi di intervistare, liberi
di suggerire, liberi di intervenire. Talmente liberi che siamo proprio qui a ribadire,
davanti a tutti i lettori, il nostro modo di lavorare.
Per definizione, e per assurdo, potremmo anche dire che siccome ascoltiamo lamentale da
entrambi gli schieramenti, è molto probabile che ci troviamo sulla strada giusta. La
nostra certezza, comunque, non deriva solo dall'impegno di noi cesenati. E' una linea che
seguono anche tutti gli altri settimanali diocesani sparsi sul territorio nazionale e che
si ritrovano a ragionare assieme nella Fisc, la federazione italiana che raggruppa 144
testate.
Ma non solo. Le professionalità che mettiamo in campo ogni sette giorni, al di là del
volontariato e del tanto tempo impiegato da ciascuno di noi, sono lì a testimoniare un
impegno costante che cresce sempre più. La prossima Casa della comunicazione, a cui tiene
tanto il vescovo Lino e in cui troverà posto anche il Corriere, è una dimostrazione
chiara che la nostra Chiesa locale crede nei mass media e conferma fiducia in coloro che
vi operano dall'interno.
Altri scopi non abbiamo. Il nostro agire è sotto gli occhi di tutti e ciascuno lo può
giudicare come meglio crede. Gli equilibrismi che qualcuno ci vuole attribuire non ci
appartengono. Con ogni probabilità fanno parte del bagaglio culturale di chi vuole
ragionare con le dietrologie, forse perché più facile, ma anche molto più
qualunquistico. Al di là di una politica fatta solo di slogan, proponiamo una riflessione
più ragionata e più meditata. Gli approfondimenti che ogni settimana mettiamo in pagina
vogliono essere una "provocazione" concreta sulla quale ragionare assieme. Il
resto appartiene al passato. Un passato che non macina più. |
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dal 25 marzo al 30 settembre
2001 |
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