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I Patroni della chiesa di Crasciana:

Agiografia di San Frediano Vescovo di Lucca

Agiografia di San Giacomo Maggiore Apostolo

Agiografia di San Giacomo Maggiore Apostolo

San Giacomo (o Jacopo), nato a Betsàida circa dodici anni prima di Cristo, è detto “Maggiore” per distinguerlo dall’altro apostolo, Giacomo di Alfeo, detto il “Minore” data la sua più giovane età. San Giacomo era fratello di Giovanni Evangelista e figlio di Zebedeo e di Salomone e, prima della chiamata di Gesù, era pescatore di Betsàida, sul lago di Genezaret. Nel 31, in riva al lago, appena il Messia invitò Giacomo e Giovanni a seguirlo, entrambi non esitarono (Mt. 4, 21-22) ed entrarono a far parte dei dodici Apostoli scelti dal Signore, il quale li appellò, tra la lode e il rimprovero, “Boanerghes”, cioè “figli del tuono”, per sottolineare il loro inesauribile zelo e la loro indole forte e ardente (Mc. 3, 14-17; Lc. 9, 52-56). Insieme a Pietro e al fratello Giovanni fu testimone della Trasfigurazione del Signore sul monte Tabor (Mc. 9, 2-10; Mt. 17, 1-8; Lc. 9, 28-36), alla risurrezione della figlia di Giaro (Mc. 5, 22-43; Lc. 8, 41-56) e all’agonia nell’orto dei Getsemani alla vigilia della Passione (Mt. 26, 36-46; Mc. 14, 32-42; Lc. 22, 39-46; Gv. 18, 1). Dopo l’Ascensione Giacomo iniziò a predicare e a promuovere la Buona Novella. Il Vangelo di Matteo ci fa conoscere anche la madre, Salomone, che chiese a Gesù posti speciali nel suo Regno per i figli, che si dicono pronti a bere il calice che egli berrà (Mt. 20, 20-28). Gesù lo prese in parola e Giacomo rispettò puntualmente l’impegno preso, bevendo quel calice: fu in un primo momento incarcerato e flagellato e, successivamente, appena tornato in Palestina dopo aver portato il Vangelo in luoghi a noi sconosciuti, durante le feste pasquali del 42, per mano di Erode Agrippa, fu decapitato (Atti 12, 1). Secondo una tradizione, non anteriore al secolo VI, l'apostolo Giacomo sarebbe il primo evangelizzatore della Spagna. A rafforzare questa tradizione, nel secolo IX il vescovo Teodomiro di Iria affermò di aver rinvenuto le reliquie dell'apostolo. Da allora Iria, che prese il nome di Compostela, divenne meta di grandi pellegrinaggi, tanto che il luogo prese il nome di “Santiago” (da Sancti Jacobi, in spagnolo Sant-Yago). L’emblema del Santo è costituito da: cappello del pellegrino, conchiglia, stendardo. Il nome “Giacomo” deriva dall’ebraico e significa “che segue Dio”. Egli è il patrono morale di pellegrini, cavalieri, soldati ed è invocato contro le malattie reumatiche. La sua festa si celebra il 25 luglio, solennità nelle parrocchie ove è patrono.

Agiografia di San Frediano Vescovo di Lucca

Secondo la tradizione il monaco Frediano (anticamente Frigianu o Frigdianus) nacque in Irlanda (terra di evangelizzatori) intorno al 500. Probabilmente divenne monaco in patria, ma poi andò a Roma come pellegrino e studente. Nel viaggio di ritorno si stabilì nel pressi di Lucca come eremita, dove raccolse la stima e il rispetto dei cittadini e del clero locale a tal punto che, nel 560, decisero di eleggerlo loro Vescovo. Frediano fondò poi la chiesa di San Vincenzo, che fu successivamente a lui ridedicata e che oggi custodisce le sue spoglie, l’attuale basilica di San Frediano in Lucca. In quegli anni il territorio lucchese soffriva di un disordine idrogeologico: le acque del fiume Serchio, allora chiamato Auser e affluente dell’Arno, esondavano frequentemente trasformando i terreni coltivati in acquitrini. San Frediano, che si intendeva anche di idraulica, in accordo con i capi cittadini progettò e fece realizzare un canale di sbocco direttamente in mare, bonificando così il territorio. Successivamente la voce popolare trasformò la saggia iniziativa in miracolo: la leggenda racconta che San Frediano tracciò con un rastrello il nuovo corso del fiume, il quale obbedì e subito vi si incanalarono le acque. Altro miracolo sempre di “natura fluviale” a lui attribuito fu quello che sta all'origine del culto di San Frediano nell'Oltrarno fiorentino. Si racconta che il Vescovo lucchese si sarebbe recato ad omaggiare la tomba del martire fiorentino Miniato, ma l'Arno in piena avrebbe impedito ai traghettatori di trasportarlo sull’altra sponda. Allora Frediano si sarebbe raccolto in preghiera placando le acque del fiume. Proprio nel punto in cui egli sarebbe sbarcato gli fu dedicata una chiesa. Frediano fece costruire molte chiese nella sua diocesi e cercò di avvicinare i Longobardi alla Chiesa. Per opera sua nacque una comunità monastica, che ebbe vita plurisecolare, da cui, successivamente, derivarono i “Canonici di San Frediano”, poi chiamati dal Papa Alessandro II a guidare i canonici di San Giovanni in Laterano a Roma. Ricordiamo anche che gli eventi dell’epoca cancellarono quasi completamente le autorità civili, così spesso il Vescovo Frediano si trovò a supplirle, ma con estrema cordialità con la gente. Il suo carattere di maestro nella fede, ma anche di fratello del prossimo, lo hanno reso immensamente popolare. Frediano sarebbe morto, secondo la tradizione, il 18 marzo 588 e fu canonizzato non più di una decina di anni dopo. La sua festa si celebra invece il 18 novembre, giorno della traslazione del corpo nella basilica a lui intitolata, avvenuta tra il 1024 e il 1032, al tempo di Papa Giovanni XIX. Compatrono della città di Lucca e dell'Arcidiocesi, oltre che della nostra parrocchia e di altre parrocchie limitrofe, San Frediano è tipicamente rappresentato in abiti vescovili (con il Pastorale in mano), ma spesso anche con il rastrello, in ricordo del miracolo del Serchio. Il nome “Frediano” deriva dal tedesco e significa “portatore di pace”.