La Chiesa di Santa Croce


Su Pieve, s'innalza, ben visibile da ogni parte, il piccolo Santuario di S. Croce, meta di pellegrinaggi annuali della Parrocchia e di turisti e comitive, si può dire, ogni giorno. La storia di essi si perde nei secoli passati. Documenti del l200 e del 1300 attestano dell'esistenza sul monte di un ospedale o, a dir meglio, di un ospizio per pellegrini. Si tenga presente che le vie di passaggio fino a quando - e fu all'incirca nel 1600 - non cessarono le incursioni dei pirati, erano su per i monti e si comprenderà la necessità di questi punti di riferimento e ospitalità. Di ospizi se ne aveva uno in località Pozzolo, uno sul Monte S.Croce e uno a S. Bernardo di Favaro. Sembra anzi che a principio la Chiesa vicina a 'quest'ultimo fosse dedicata non a S. Bernardo di Chiaravalle, festeggiato attualmente, ma a S. Bernardo di Mentone. Questo è il protettore degli Ospizi, fra i quali sono famosi quelli del Piccolo e. del Gran S. Bernardo ai confini del- l'Italia. Quando e perchè sul monte venne eretta accanto all'ospizio la Chiesa di S. Croce?

Documenti precisi non se ne han-no, salvo uno, ma assai tardivo del 16 marzo 1748 in cui l'Arciprete Peragallo attesta che «vi è altra Cappella o Chiesa sotto il titolo di Santa Croce in un'altra cima di monte, Chiesa molto antica in cui si adora una Croce di marmo molto memorabile presso i circonvicini popoli». A quando risalga questa antichità il Peragallo non lo sa dire e l'Arciprete Rollilno nelle sue Memorie a proposito di essa scrive: "Dell'antichità di detta Cappella e della S. Croce ivi adorata non ho ritrovato alcun autentico documento, se non in quanto vi è di tradizione passata da padri in figlioli, ho inteso dai parrocchiani quivi essere adorata da tempi memorabili la S. Croce ed ancora essere stata ivi trovata con segni prodigiosi". Egli osserva poi: "Se noi confrontiamo tutti i dati relativi a S. Croce che possiamo concludere? Pare che l'unico modo di collegare e armonizzare tutto sia questo: sul monte era la via e l'ospizio che dalla Liguria e Lombardia si portavano in pellegrinaggio a Roma, donde ritornavano ricchi di sacre Reliquie, tra queste possono alcuni aver ricevuto una particella della S. Croce e, temendo di non poterla portare oltre senza pericolo di perderla, la nascosero sul monte in luogo sicuro, donde i custodi del romitorio l'avrebbero estratta e posta in venerazione. La Croce marmorea presenta un taglio di scalpello rimasto interrotto per cui si voleva forse conoscere l'interno contenuto". Può davvero essere accaduto così. Ma resterebbe a farsi una supposizione più semplice. Sul monte forse fu eretta in tempi antichissimi una gran Croce anche come punto di riferimento e come richiamo ai pellegrini. Da questo era facile il passaggio a una venerazione più inten- sa e conseguentemente alla costruzione d'una Cappella. Se tradizioni popolari di grazie ottenute confermerebbero il diffondersi del culto su quel monte alla S. Croce, anche se in esse vennero in seguito interpolati elementi leggendari o alme- no elementi della cui soprannaturalità non possiamo rimanere sicuri. Nel 1863 si innalzò nella Cappella un altare a S. Elena, la madre dell'imperatore Costantino, per l'opera della quale venne ritrovata sul Calvario la vera Croce del Salvatore. Nella prima metà del secolo scorso il Monte S. Croce divenne anche il centro della devozione di Pieve e paesi vicini alla Madonna della Guardia, il titolo tanto caro ai Liguri. L'Arciprete Rollino attesta che il sacerdote Alessandro Migone, già prevosto dell'Albergo dei Poveri di Genova, testimoniò più volte che per opera della sua famiglia e dello zio Sac. Paolo Migone si collocò nel Santuario di S. Croce una statua della Madonna della Guardia. Questo avvenne nel 1823. La statua è quella in marmo che si vede attualmente sopra la porta d'ingresso al Santuario. Essa fu donata dalla Sig. Paola Cavassa vedova Pallano ed era prima sopra un portale della zona popolare di Portoria in Genova. Quella zona è stata per Genova un focolare del culto alla Madonna della Guardia e la sua Parrocchia di S. Stefano ne venne denominata il Santuario cittadino. Il 31 agosto 1823 fu inaugurato il nuovo altare con il pio simulacro. Le cronache dicono che si ebbe in quel giorno "gran devozione e ogni pompa possibile » e numerosissimo popolo. Da allora in poi il culto alla Madonna della Guardia a Pieve aumentò talmente che ormai la sua festa è la principale della Parrocchia e il Monte S. Croce è anche il Monte ....... Figogna della Riviera di Levante. Nel 1913 la statua in marmo veniva sostituita da un'altra belissima in legno opera di Antonio Canepa, lo scultore cui si devono le statue venerate nel Santuario della Polcevera, di Velva e nella cappella dei Giardini Vaticani. L'iniziativa dell'acquisto di essa partì da una signora di Pieve residente in America di nome Massone Fortunata. Pieve si era rivolta alla Madonna della Guardia nell' epidemia colerica del 1911 e, a differenza della vicina Sori, non ebbe a registrare alcuna vittima, così pure nessuno dei soldati pievesi partecipanti alla guerra libica del 1912-13 patì danni di sorta. L'Arciprete Rollino propose anche di costruire un altare alla Madonna della Guardia nella Chiesa Parrocchiale che più tar- di si trasformò in un artistico tempietto su disegno di Luigi Morgari. Era sua intenzione collocarvi la statua in marmo che si sarebbe tolta dalla Cappella sul monte. In tal modo la riconoscenza per la prote- zione avuta sarebbe stata completa. La statua in legno giunse a Pieve la domenica 15 dicembre 1912 ed ebbe un'accoglienza trionfale. Più tardi, per opera del Sig. Alfonso Fontana, da Roma Mons. Nazareno Marzolini provvedeva una corona per la Madonna ed una per il S. Bambino che furono benedette da S. Pio X. Troppo artistica e invitante alla devozione si rivelava questa statua perchè i Pievesi si rassegnassero a vederla solo in alcune occasioni. Si decise perciò in seguito di trasportarla in Parrocchia e sull'altare del Santuario sul monte se ne espose un'altra uscita dai laboratori artistici di Val Gardena. Il culto alla Madonna della Guardia prendeva così un respiro sempre più vasto e proficuo che finora non solo non si è arrestato, ma aumenta di anno, in anno. Ricorderemo al riguardo le giornate memorande della "Peregrinatio Mariae" dei giorni 9-11 novembre 1948 quando Pieve accolse la statua della Madonna della Guardia venerata sul Monte Figogna. I missionari Mariani definirono quelle giornate sem plicemente "trionfali". S. Croce continuò in questi cinquant'anni ad attirare i devoti, specialmente nelle feste di maggio e dell'agosto. Durante la seconda guerra mondiale si stabilì sul monte da parte dell'autorità militare un posto di avvistamento e la Chiesa venne perciò deturpata in varie sue parti. Finita la guerra da pochi giorni, il 3 maggio 1945 l'Arciprete attuale, che da poco più di un anno era al governo della Parrocchia di Pieve, vi saliva per la prima volta per celebrarvi la S. Messa in ringraziamento della protezione avuta in quegli anni, circondato da un stuolo numerosissìmo di parrocchiani ed altre persone dei paesi vicini. Si decise in quel giorno di eseguire i restauri e tosto s'iniziò una vera gara d'amore e riconoscenza sia per raccogliere offerte, sia per trasportare materiali ed offrire la propria opera. Per parecchie sere era consolante spettacolo osservare salire sul monte una fila di uomini e giovani, ma anche di donne e ragazzi portanti chi pietre, chi ardesie, chi sabbia. Spesso era in testa, carico, il giovane Curato d'allora Don Carlo Caviglione. Il pittore Carlo Biscaldi decorò anche l'interno del Santuario e la domenica 30 settembre dello stesso anno s'inaugurarono i nuovi lavori. Il concorso fu straordinario tanto che si disse come a memoria d'uomo una moltitudine simile mai s'era vista a S. Croce. L'anno successivo 1946 si eresse la Via Crucis dal P. Francesco Ravera francescano e si espose la statua di Cristo risorto, dono dello scultore Innocenti, e in una lapide si perpetuò il ricordo dei morti nella seconda guerra mondiale. Ma le intemperie, i venti furibondi, il susseguirsi di temporali violenti deteriorarono più volte il tetto e i muri. Si fecero parziali riparazioni a varie riprese, però s'imponeva un lavoro radicale. E a questo si accinse nel 1962 una Commissione che ebbe ogni approvazione dall'Arciprete e la direzione costante del Curato D. Raffaele Tubino, il quale elargì anche molto del suo. Di essa fu ed c anima il sig. Pierino Picco. I lavori terminati s'inaugurarono la domenica 13 ottobre 1963, anniversario della più significativa manifestazione della Madonna a Fatima. La Commissione continuò ancora il suo lavoro, assecondata dalla popolazione di Pieve e da tanti che contribuirono con l'opera, le offerte, la propaganda. Si abbellì il piazzale, si ricostruì il piccolo ospizio, si procurarono miglioramenti nella sacristia, insomma si rese il Santuario così accogliente quale sino ora era mai stato. Ognuno che sale a S. Croce ne rimane assai bene impressionato e si deve dare un plauso ben meritato a quanti contribuirono a renderlo tale. Non scriviamo dei nomi perchè l'elenco sarebbe troppo lungo e potremmo cadere in omissioni non giuste. Su tutti di cuore però invochiamo costante la protezione della Madonna della Guardia. Nel corso dei secoli è stato meta di pellegrinaggi sia in gruppo che personali. Anche grazie al suo paesaggio, è infatti un luogo dove l'uomo non si sente solo, dove fa l'esperienza della pace che abbraccia Dio, sè stesso e lo stesso creato. Grazie ai passi fatti in precedenza da GLIAMICI DI SANTA CROCE, si è chiesto all'ArchitettoAnnalisa Para di fare una relazione sullo stato di salute dell'edificio religioso. Manifestando l'urgenza di realizzare il rifacimento del tetto, si è pertanto incaricato il suddetto professionista a redigere il progetto e la documentazione tecnica e la verifica della fattibilità con gli Enti competenti e la Curia. Successivamente si sono contattate diverse Ditte alle quali è stato fornito il capitolato per la gara d'appalto dei lavori. La difficoltà principale per la realizzazione dell'opera è dovuta alla particolare posizione in cui sorge H Santuario. Ancora una volta, oltre alle diverse istituzioni, verrà chiesto un aiuto dalla Comunità.

Le informazioni ripostate in questa pagina sono state tratte dal Numero Speciale del Bollettino Parrocchiale del Febbraio 1969


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