Fu una delle prime Pievi erette in Liguria ed è l'unica nel territorio della Diocesi di Genova da cui derivi li nome del paese. Costituì il centro del territorio denominato «Sauli» cioè «Sori» e pertanto il suo nome fu nei secoli «Pieve di Sori». Questo territorio comprendeva all'incirca la zona intercorrente fra Bogliasco e Recco, o meglio dal Pontetto ai Mulinetti. Va osservato che fino a quando durarono sulle coste della Riviera gli assalti dei pirati e cioè fino ai secoli decimosesto e decimosettimo le Chiese si costruivano quasi tutte sulle alture, come pure le abitazioni, e non lungo le coste le mare. Nel vicino paese di Bogliasco, ad esempio, la prima Parrocchia fu quella che è tuttora sul colle di Sessarego, a Voltri, ora ai limiti della Grande Genova, la Chiesa primitiva era l'attuale Santuario della Madonna delle Grazie, in origine dedicato a S. Nicolò. Questo per comprendere come la Chiesa di Pieve si trovi al di sopra di una discreta porzione del suo territorio. Esso aveva un'estensione assai più ampia che non ora dato che coll'andar del tempo venne ridotto coll'erigersi gradatamente in Parrocchie quelle che al principio costituivano le Chiese succursali. Non si conosce in modo preciso quale sia stata la prima, ma Canepa, Capreno, Busonengo hanno una bella antichità. Teriasca invece divenne Parrocchia nel 1755 e Sussisa soltanto nel 1925, S. Bernardo nel 1936. La Parrocchia che acquistò maggiore sviluppo ed importanza fu S. Margherita di Migavero, detta in seguito di Sori. Essa, s'ingrandì talmente da costituire un Comune a parte donde vennero le distinte denominazioni di Comune di Sori e Comune di Pieve di Sori. |
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Con Decreto Reale del primo settembre
1920 Pieve di Sori cambiò il nome in Pieve Ligure per evitare le sempre
più frequenti confusioni. La Chiesa di Pieve conservò tuttavia là sua
importanza. Di questa resta fra gli altri un ricordo nell'uso mai interrotto
nei secoli che i Parroci del Vicariato vi si rechino il Sabato Santo,
uso sanzionato in vari decreti degli Arcivescovi di Genova Nel 1770
l'Arcivescovo Mons. Giovanni Lercari conferiva agli Arcipreti di Pieve
il privilegio di usare il cappino violaceo. Mons. Edoardo Pulciano nella
visita pastorale del 1906 lo riconfermava. Quanto alla Chiesa edificio
materiale possiamo senz'altro scrivere che deve ritenersi fondata nei
secoli prima del mille avanti Cristo, risalendo a quelle epoche le origini
delle Pievi. Si afferma per tradizione costante che sorgesse dove ai
nostri giorni è la casa del Parroco. In seguito sembrerebbe nei secoli
decimoquinto o decimosesto se ne edificò un'altra più vasta che in sostanza
è 1'attuale. Essa venne sempre più ornata ed ampliata. Le notizie sono
piuttosto scarse. Nel 1582 Mons. Bosio, Vescovo di Novara, il visitatore
mandato a Genova dopo il Concilio dì Trento, nei decreti lasciati accenna
a sette altari e questo può dare un'idea della sua vastità.
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Nel 1610 avvenne un prolungamento e nel 1810 si costruirono altri due 'altari. Da allora si progredì sempre più nel renderla artistica e bella. L'opera pregevole più antica è il quadro del Battesimo di Cristo sopra il Battistero che risale al 1400. Il S. Michele della volta è attribuito a Pierin Del Vaga (1499-1547) discepolo del sommo Raffaello. Il suo vero nome era Pierino Bonaccorsi, ma fu detto Del Vaga dal pittore fiorentino Vaga che ne intuì l'ingegno e lo condusse seco a Roma dove dipinse nelle logge del Vaticano la Caduta di Gerico, la Cena degli Apostoli, etc. Dopo il famoso sacco di Roma del 1527 partì per Genova per dipingere il palazzo Doria sopra Principe, dove le sue opere sono tuttora ammirate e visitate. Una tradizione costante narra che nel viaggio da Roma a Genova per mare fece naufragio in vista di Pieve ed a.llora emise il voto che se riusciva a trarsi in salvo alla riva avrebbe eseguito un dipinto nella Chiesa che era così visibile dal mare. Giunto fortunatamenta terra, dipinse nella volta il titolare S. Michele. La tradizione è messa in dubbio da diversi e l'Arciprete Rollino nelle sue Memorie la rigetta. Si può osservare contro tutte le obiezioni questo: lo stile del dipinto è quello che si riscontra proprio nelle opere di Pierin Del Vaga come critici competenti hanno affermato. Tale argomento intrinseco ha un valore che nessuno può negare e per lo meno avvalora la tradizione. Sono anche assai pregevolii stucchi degli altorilievi in stile tiepolesco sopra gli altari laterali, benchè il visitatore in genere li trascuri. Si considerino, ad esempio, quelli del trionfo della Croce sopra l'altare di S. Gaetano e dell'Immacolata sopra l'altare omonimo. Nessuno potrà negare che posseggono elementi di bellezza più che comuni. Meritano pure un cenno le due conchiglie che servono da acquasantiere. Esse sono del tutto autentiche. Vennero donate da Pievesi che nei secoli passati solcarono i mari su bastimenti a vela ed esposti spesso ai pericoli di tempeste e venti. Al ritorno al paese seni e salvi portarono come segno di riconoscenza tali conchiglie acquistate lungo il viaggio. Gli affreschi dell'Altare maggiore che raffigurano La Nascita del Salvatore, la Visita della Madonna a S, Elisabetta, S. Michele e gli angeli in adorazione e quelli della volta riproducenti la Madonna del Rosario e la Regalità del S. Cuore furono eseguiti dal pittore Luigi Morgari. Si devono a lui anche i medaglioni dei quattro Evange1isti e le figure di S. Pietro e di S. Rodano. S'inaugurarono nel 1923 e sono indubbiamente di molto pregio. Luigi Morgari è infatti uno dei migliori artisti moderni della pittura. Fu allievo dell'Accademia Albertina di Torino e si dedicò di preferenza all'arte sacra dove lasciò un'impronta inconfondibile. In Liguria sono diverse le Chiese che conservano sue opere, ma fra tutte emerge il Santuario del S. Cuore a Bussana. Il quadro del trionfo regale del S. Cuore nella nostra Chiesa s'ispira a quello più vasto da lui dipinto appunto in quel Santuario. Nel 1961 la Ditta Comana di Bergamo procurò alla Parrocchia di Pieve l'artistico altare della Madonna del Rosario con marmi di giallo roano, rosso del Carso, verde di Val d'Aosta, malachite russa, etc. Esso è dovuto in gran parte alla generosità del Sig. Giuseppe Sommariva, già sindaco di Pieve e della sua signora. Non possiamo omettere di accennare al campanile che sovrasta tutta Pieve e si vede anche da molto lontano. Si dice che gli antichi Pievesi lo volessero così onde fosse avvistato per primo dai naviganti che dopo mesi ed anni di lontananza ritornavano in patria. Sembra che le basi del campanile siano costituite dai muri della vecchia Chiesa. Fu rifatto dagli inizi di questa più volte e reso sempre più alto e più bello. Attualmente ha l'altezza di quaranta metri. Un restauro radicale lo ebbe nel 1843 ed un altro nel 1938 per cura dell'Arciprete Ravano. In un inventario del 1748 è descritto come avente tre campane, ma senza dubbio anche prima ne era fornito. Nel 1798 se ne aggiunse una quarta. Nel 1820, essendosi rovinata la maggiore, la Ditta Picasso di Avegno la rifuse sul piazzale stesso della Chiesa. Al principio del 1900, la maggiore, forse perchè suonata a dondolo più delle altre, si guastò e l'Arciprete Rollino col concorso elltusiastico della popolazione provvide a dotare il campanile di un nuovo concerto di sei campane benedette da lui il primo settembre 1905. Esse erano state eseguite da Francesco Picasso di Recco. Queste campane durarono in efficienza per mezzo secolo e durante la seconda guerra mondiale servirono per dare l'allarme nei bombardamenti aerei. Negli anni 1952-53 le due più grandi si ruppero e grosse schegge caddero dal campanile senza recare fortunatamente danni alle persone. |
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Perciò nel 1954, in occasione dell'Anno
Mariano commemorante il centenario della Definizione Dogmatica dell'Immacolata
Concezione della Messa d'argento dell'Arciprete attuale (mons. Durante
n.d.r.), si decise di rifarle tutte e ancora la Ditta Francesco
Picasso si adoperò allo scopo. Le nuove campane di proporzioni maggiori
delle precedenti giunsero a Pieve la domenica di Pentecoste del 1954
e in quella successiva cadente il 13 giugno l'Arciprete le benedisse
circondato da tutti i Parroci del Vicariato e vicini e da una immensa
folla. Dopo il sacro rito annunciò che il Comune aveva deliberato di
mettere la Sigla Mariana sullo stemma di Pieve Ligure in omaggio alla
Madonna e qual segno e pegno di protezione elesse l'Atto di Consacrazione
di Pieve alla Madre Comune. Il primo squillo delle campane benedette
fu perciò di onore alla S.S. Trinità, di cui quel giorno si celebrava
la festa, e di supplica alla Mediatrice con Essa di tutte le grazie.
Il campanile possedeva anche un orologio di cui si ha qualche cenno
già nel 1700. L'Arciprete Rollino lo sostituì con un altro che però
in questi ultimi anni era ormai guasto ed inservibile. L'Arciprete ed
il Consiglio Amministrativo della, Parrocchia decisero pertanto di sostituirlo,
incaricando al riguardo la rinomata Ditta Federico Terrile di Recco.
Il giorno di Pasqua -14 aprile 1963 - il nuovo orologio era inaugurato
e benedetto. La popolazione contribuì generosamente tanto per le campane
come per l'orologio.
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Le informazioni ripostate in questa pagina sono state tratte dal Numero Speciale del Bollettino Parrocchiale del Febbraio 1969
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