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Il
Consiglio pastorale diocesiano affronta il tema del prossimo anno
Tutto ruota attorno all'Eucaristia
Il vescovo:
riflettiamo sulla celebrazione della Messa e sulla comunità
di Ernesto Diaco
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Mentre nelle comunità parrocchiali proseguono le iniziative legate all'anno della Bibbia, nella riunione del 25 aprile il Consiglio pastorale diocesano (Cpd) ha iniziato la riflessione sul programma del prossimo anno, per il quale il vescovo ha già annunciato il tema: l'eucaristia.
Dalla Parola che salva al Pane di vita il passo è breve, specialmente quando a guidare il cammino della Chiesa locale - ormai da cinque anni - è il racconto biblico dei discepoli di Emmaus. La loro esperienza nel giorno di Pasqua - il cuore che arde ascoltando il Risorto e gli occhi che si aprono "allo spezzare del pane" - è quella che mons. Garavaglia desidera far fare alla sua Chiesa. Al Consiglio pastorale il compito di suggerirgli vie percorribili nella realtà locale.
Una riflessione di don Mario Morigi, vicario per il culto e i sacramenti, ha introdotto i lavori del Consiglio. "La celebrazione dell'eucaristia - ha affermato, sulla scorta del Concilio - è il centro di tutta la vita cristiana. L'eucaristia è la forma su cui modellare la vita delle comunità". C'è una verifica da fare nella pastorale diocesana e parrocchiale, provocati da una semplice domanda: la Messa trasforma la vita? "Il pericolo reale - ha continuato don Morigi - è che nelle nostre comunità, oberate da attività disparate, la Messa sia decentrata, sfocata e relegata in posizione secondaria. Se è fuori posto il centro, si deve temere che altri aspetti della vita comunitaria siano compromessi".
Nasce da questo bisogno di "ri-centrare" la spiritualità e l'azione, la scelta del vescovo di puntare lo sguardo sull'eucaristia, di cui mons. Garavaglia invita a sottolineare soprattutto due dimensioni: la celebrazione della Messa e la celebrazione festiva come momento di comunione della comunità. Un cammino, quello che si aprirà dopo l'estate, indirizzato verso il Congresso eucaristico diocesano, appuntamento straordinario cui prepararsi in modo capillare e approfondito.
Un'analisi della situazione e l'indicazione di alcune prospettive future hanno caratterizzato la discussione del Consiglio pastorale. Al rischio di vivere la Messa come abitudine o come obbligo - è stato più volte sottolineato - non si sfugge recuperandone la ritualità, ma rendendo sempre più vivo il rapporto personale con il Signore risorto. E' la fede nella sua presenza operante che può far cambiare la partecipazione e curare anche gli aspetti celebrativi.
La necessità di una più adeguata catechesi eucaristica e di combattere l'individualismo, che finisce per intaccare anche la partecipazione alla Messa, sono fra le urgenze sottolineate dai consiglieri, che hanno chiesto un'attenzione particolare per i bambini e i giovani. Il tema, infatti, è stato affrontato anche secondo l'angolatura del rapporto tra eucaristia e vocazioni. Decisiva è, a questo proposito, l'educazione alla Messa di cui possono rendersi protagoniste le famiglie. La centralità della Messa - è stato poi evidenziato - deve apparire anche dall'organizzazione delle iniziative pastorali e della vita. L'esperienza di misericordia e di unità che scaturisce dall'eucaristia contiene inoltre una forte carica missionaria, che diventa condivisione e capacità di operare da cristiani nella società.
Al termine del Consiglio, don Gabriele Foschi, responsabile del Centro diocesano per i ministeri, ha presentato il documento scaturito dalla precedente riunione del Cpd e dedicato alla ministerialità laicale. Il testo, fatto proprio dal vescovo e riconsegnato alle comunità, invita a valorizzare doni e compiti dei fedeli laici in tutta la loro varietà. |
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Anno XXXIV
n. 17
4 maggio 2001 |
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