La mia Africa...


Perchè ho scelto di fare il Missionario.

L'Africa ha bisogno d'amore. Con questo slogan riassumerei quella che è stata la mia prima esperienza (5 mesi) presso la missione di Lodokejek in Kenya, missione presso la quale mi sto preparando a trascorrere alcuni anni del mio servizio sacerdotale. Lodokejek si trova nel nord del Kenya nel distretto Sambum, immersa in una savana dagli orizzonti sconfinati e dal cielo perennemente azzurro.
I Samburu sono un popolo di pastori nomadi che fanno una vita stentata, legata alle vicende del bestiame e alle poche piogge che condizionano la sopravvivenza di questa zona semiarida. La loro è una vita estremamente povera e semplice, cadenzata dai ritmi delle stagioni e delle varie feste tradizionali che segnano i diversi passaggi della vita. Sono una popolo molto religioso che sa riconoscere, in fatto della propria esistenza, la presenza di un Dio (Nkai) trascendente, ma anche vicino ed attento alle vicende degli uomini.
Come ogni popolazione africana, anche i Samburu hanno bisogno d'amore perché sono un popolo dimenticato che non interessa a nessuno. La lotta quotidiana per la sopravvivenza li costringe ad una vita di profonda solitudine e disperazione, e quindi il loro cammino di rapporto con Dio richiede che qualcuno, con la propria umile presenza, testimoni che anche loro possono essere "compiacimento" del Signore. Ecco allora che la presenza della Chiesa in una terra così lontana assume un significato importante!
Potete dunque capire perché mi affascini l'idea di dedicare parte della mia vita a testimoniare a queste persone la presenza amorevole e misericordiosa del Signore: essere segno dell'amore di Dio per gli ultimi e per i dimenticati. Questo significa compiere un'opera che non è solo dell'uomo, ma anche di Dio e non è eroismo, ma semplicemente un ritorno alle radici più vere e profonde della nostra fede, del nostro essere uomini. Essere segno dell'Amore di Dio diventa anche riconoscere la propria povertà, la limitatezza della nostra vita di europei così piena di bisogni e di esigenze materiali che ci portano così lontano da ciò che è essenziale per vivere.
L'andare in Africa non è una fuga dall'occidente, ma è un'apertura del cuore e un confronto costante di sé con la povertà del fratello.
L'essere missionario in Africa diventa un dono che Dio ti fa per ritrovare nel volto dei fratelli il Suo volto crocifisso; diviene apertura alla speranza che il Cristo crocifisso ha donato all'umanità risorgendo dai morti e sconfiggendo ogni male, ogni peccato ed ogni morte; diviene toccare con mano come il "non amato" dall'uomo è veramente agli occhi di Dio "mio compiacimento".

don Marco