Corso Biblico
5ª Lezione

 

Numeri

Autore: Mosè

Data: c 1400 a.C opp. c.1200 a.C

 

Contenuto

Il libro dei Numeri narra le svariate esperienze che il popolo d’Israele fece nel deserto. Nei tempi antichi fino ai nostri giorni gli studiosi ebrei intitolano il libro "Nel deserto", dalle parole che segnano l’inizio del testo ebraico. Altri lo intitolano "Numeri", perché il censimento del popolo occupa una parte considerevole del libro. È difficile fare il riassunto di questo libro, perché è costituito da una raccolta di numerosi avvenimenti della vita d’Israele nel deserto. Sono descritti problemi, viaggi, giudizi, norme, ammonizioni, lamentele, battaglie e conflitti interni. Tutti questi elementi sono riportati allo scopo di mostrare che la vita umana è una serie di difficoltà che si debbono affrontare con l’aiuto della grazia di Dio. Se affrontate con questo atteggiamento, le difficoltà possono essere trasformate in benedizioni. Gli avvenimenti più importanti che segnano la storia d’Israele durante la peregrinazione nel deserto sono: La partenza dal Sinai; l'invio di spie ad esplorare la terra di Canaan, la Terra Promessa; la ribellione del popolo che si rifiutava di entrare nella terra; il giudizio di Dio, che condannò il popolo a quarant'anni di peregrinazione; l'insuccesso di Mosè; le vittorie finali al termine di quarant'anni di nomadismo nel deserto.

 

Spunti teologici

Dal punto di vista teologico il libro dei Numeri presenta i seguenti temi. Primo, il Tabernacolo occupa un posto centrale, e simboleggia la centralità di Dio nella vita del popolo. Sfortunatamente, il culto d’Israele degenerò in pratiche formali puramente esteriori: una lezione per tutti noi. Secondo, Dio ha sempre il controllo della situazione. Non c'è mai dubbio su chi effettivamente governi. Questo è per noi di conforto e di ammonimento: di conforto, perché possiamo rimanere sotto la potenza e la sovranità di Dio; di ammonimento, perché la ribellione si rivela un errore. Terzo, è chiaro che Dio si aspetta obbedienza. Non possiamo pretendere che faccia tutto lui per noi. Egli ci chiede, e ci impone, di combattere le nostre battaglie, di affrontare il nemico, di superare gli ostacoli: il tutto con il suo aiuto. Quarto, la vita è vista come un pellegrinaggio. Questo è evidente dall’uso che viene fatto del libro dei Numeri nel NT. Paolo in 1Cor.10, 10 - 11, dice che tutte queste cose sono state scritte per nostro ammonimento e come esempio. Infatti, è chiaro che il peccato è un problema che il popolo di Dio deve affrontare. È triste leggere che neppure Mosè era senza colpa davanti a Dio, ma il modo in cui risolse il suo problema è una lezione per tutti noi. La terra non è il cielo. Non è certo una novità, ma troppo spesso pretendiamo di vivere una vita pacifica, senza difficoltà e tentazioni. Il libro dei Numeri ci dice che quest’aspettativa è sbagliata. Dobbiamo stare sempre allerta per non "cadere nel deserto". Nel NT, la lettera agli Ebrei sottolinea con insistenza questo punto parlando del riposo che spetta al popolo di Dio e delle lotte che dobbiamo sostenere qui sulla terra (Eb. 4, 1-6).

 

Il messaggio dei Numeri

Nude statistiche, regole per il culto, racconti delle peregrinazioni del popolo nel deserto. Sono queste le impressioni immediate di lettori moderni del libro dei Numeri? Eppure ognuno di questi tre ingredienti può insegnarci molte cose. Numeri è la terza parte di una sequenza che comincia nell’Esodo con Dio che libera Israele dalla schiavitù, attraversa il Levitico, per poi portare gli Israeliti verso la fine dei Numeri ai confini della Terra Promessa. Per gli Israeliti di allora, le statistiche equivalevano ai nostri album di foto familiari. Esse erano un costante richiamo al fatto che Dio aveva promesso ad Abramo di far diventare i suoi discendenti una nazione potente. Le regole indicavano come Dio, che aveva liberato i loro padri, desiderava che si comportassero tra loro e con lui. I racconti poi, mentre ricordavano le azioni compiute da Dio, li mettevano i guardia circa quel che sarebbe potuto accadere se non avessero prestato attenzione a Dio. Noi guardiamo a tutto questo con un salto all’indietro di alcune migliaia di anni. Ne comprendiamo il senso se ci rendiamo conto che in tutto questo tempo i sentimenti di dio non sono mutati. E neppure la natura umana è cambiata più di tanto! I problemi degli Israeliti con la superbia, l’invidia, l’avidità sono vivi anche oggi. Le prescrizioni ci mostrano soprattutto che Dio è santo. Per noi la santità di Dio è come il piccolo nucleo di un reattore atomico. Chi si avvicina senza essere preparato rischia la morte. Gli Israeliti, come noi, erano impreparati a entrare in contatto con un Dio santo. La bontà di Dio è evidenziata dal fatto che egli stabilì un gruppo speciale, reso santo attraverso riti da lui stesso formulati, perché si avvicinasse a lui per il bene di tutta la nazione. Questi erano i sacerdoti e, associati a loro, i leviti. Le loro tende circondavano la tenda dell’incontro in modo da prevenire ogni entrata non autorizzata. Facevano da mediatori tra Dio e il popolo, presentando a lui la loro gratitudine e il loro pentimento attraverso i sacrifici. Inoltre intervenivano presso Dio, quando egli si adirava con il suo popolo, per ristabilire buone relazioni (questo è il senso profondo della"espiazione"). Il NT. ha eliminato la necessità di queste regole. Dio è sempre santo, e noi siamo ancora per natura non santi. Ma Gesù ha perfettamente adempiuto sia le prescrizioni che gli stessi sacrifici. È morto come i tori sacrificali al nostro posto, ottenendoci il perdono. Come sacerdote, egli fa da mediatore tra noi e Dio, in modo che nel suo nome e attraverso il suo sacrificio possiamo avvicinarci a Dio e fare pace con lui. Noi vediamo in Numeri che Dio si adira con quanti si avvicinano a lui in modo arrogante, sono invidiosi, ribelli, dissoluti, oppure non credono in lui. Il NT. pone in rilievo che queste vicende sono scritte anche per nostro ammonimento. E che proprio attraverso di esse Dio, che aveva dato inizio alla loro loro liberazione, proseguì in modo progressivo e amorevole il progetto di condurli alla Terra Promessa. Anche oggi il piano di Dio è la liberazione dall’oppressione della nostra natura segnata dal peccato, per farci diventare un popolo capace di portare a compimento i suoi progetti.

Schema

  1. Gli Israeliti al Sinai: 1, 1-12, 16
  2. Primo censimento e disposizione dell'accampamento: 1, 1-2, 34
  3. Censimento dei leviti e loro incarichi: 3, 1-4, 49
  4. Norme circa l'impurità rituale e la giustizia: 5, 1-6, 27
  5. I carri offerti per il trasporto della Tenda: 7, 1- 89
  6. L’organizzazione del culto: 8, 1-10,10
  7. Racconto della marcia e tre peccati di lamentela:10, 11-12,16
  1. Gli Israeliti a Kades: 13, 1-21, 35
  2. Narrazione: gli Israeliti hanno paura di entrare in Canaan: 13, 1-14 ,45
  3. Regole per le offerte: 15, 1-45
  4. Narrazione: la ribellione di Datan: 16, 1-17,13
  5. Prescrizioni per i sacerdoti e la purificazione: 18, 1-19,22
  6. Narrazione della marcia: altre proteste, sconfitta di nemici: 20, 1-21,35
  1. Gli Israeliti sull'altipiano di Moab: 22, 1-31,54
  2. Narrazione: Balaam e le sue quattro profezie: 22, 1-24,25
  3. Narrazione: gli Israeliti sedotti dai culti pagani: 25, 1-18
  4. Secondo censimento quarant’anni dopo: 26, 1-65
  5. Narrazione: Giosuè scelto per succedere a Mosè: 27, 1-23
  6. Norme sui sacrifici, le feste, le promesse: 28, 1-30, 16
  7. Narrazione: la vendetta d’Israele su Balaam e i Madianiti: 31, 1-54
  1. Verso le frontiere della terra di Canaan: 32, 1-36, 13
  2. La terra a est del Giordano: 32, 1-42
  3. Lista delle tappe dell’Esodo: 33, 1-56
  4. Confini, città rifugio, città dei leviti: 34, 1-35,34
  5. Norme per le nozze di donne con diritti di eredità: 36, 1-13

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