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GLI INIZI
Dal Liber Chronicus della Parrocchia - Anno Domini 1958
"Dicembre 1958.
Finalmente l'aspirazione di un gruppo di persone di Assemini, e in
modo particolare della frazione del Carmine, è appagata. Il
giorno 15 dicembre 1958 con Bolla Arcivescovile viene eretta la nuova
Parrocchia in Assemini sotto il titolo della Beata Vergine del
Carmine. Detta Parrocchia all'atto dell'erezione comprende il
seguente territorio, smembrato dalla Parrocchia di s. Pietro di
Assemini: è delimitata da una linea che comprende il rione del
carmine detto "Assemineddu" e le case sparse. Proseguendo per via
Cagliari, a destra di chi viene da Elmas, comprende tutto il vico
1,2,3,4 e finisce con la casa di Nioi G. . Di qui, svoltando a
sinistra, attraverso una linea ideale imbocca via Principe di
Piemonte, che gli appartiene tutto. Continua per via XX Settembre,
via s. Ceistoforo, costeggia via s. Francesco che pure gli appartiene
tutta, attraversa la via I. Coghe, anch'essa della nuova Parrocchia,
per ritornare al punto di partenza. Erano presenti alla cerimonia: il Rev. don Mario Isola, in quell'anno Vice Parroco nella Parrocchia di san Pietro di Assemini e le rappresentanze dei vari gruppi con gli stendardi della Parrocchia Madre. Nell'aprile del 1959 don Albino Mancosu iniziò le pratiche presso il Ministero degli Interni riguardanti l'approvazione civile della Parrocchia. Nel frattempo la Chiesetta del Carmine fungeva da Parrocchia, ma si pensava alla costruzione di un salone. Così vengono spediti circa 3.000 inviti alle famiglie per diventare Soci Onorari o Effettivi della Parrocchia. Per quasi un anno don Albino Mancosu e il signor Vincenzo Farci passarono di casa in casa bussando a tutte le porte per una Questua straordinaria. Alla fine si raccolgono cira 700.000 lire. Il 1° ottobre 1959, confidando nella Divina
Provvidenza, alla presenza di S.E. Mons. Paolo Botto Arcivescovo di
Cagliari e delle Autorità cittadine e Regionali, si posa la
prima pietra. Si colloca la pergamena con il seguente testo: I lavori iniziarono subito sotto la direzione del
Parroco don Albino; il salone misurava m. 40x11 e la sacrestia
annessa m. 12x2,80. Il 23 giugno 1960 S. Ecc.za Mons. Paolo Botto Arcivescovo di Cagliari benedice il nuovo salone che fungerà da Chiesa, aula per il catechismo, sala per le riunioni delle associazioni che nel frattempo cominciano a nascere. Il costo complessivo dell'opera sarà di
circa 9 milioni di lire, ma all'atto di chiudere i lavori rimarranno
circa 4 milioni di debiti, ma si spera nella Provvidenza. Nonostante le molte difficoltà il Parroco non rimase solo, tanti parrocchiani gli erano vicini e collaboravano per le varie necessità della nuova Parrocchia: pulizie in chiesa, catechismo, gruppi, associazioni, chierichetti, coro, ecc.. Il 3 luglio 1960 le Prime Comunioni contarono 42 bambini. Il 16 settembre dello stesso anno per la prima volta la Festa del Carmine si svolse nella nuova Parrocchia e l'8 dicembre per la Festa del Tesseramento aderirono all'Azione cattolica cirac 300 parrocchiani. Don Albino Mancosu adattandosi alle esigenze della parrocchia nei primi anni visse in affitto in un appartamento in via Carmine vicino alla Parrocchia. Quando poi fu terminato il salone, con l'aiuto dei parenti e di un cognato che abitava con lui, potè costruire dietro la chiesa una piccola casa parrocchiale, che rimarrà utilizzata fino al 1988. Aumentando le esigenze della vita parrocchiale, don Albino Mancosu capì che era venuto il momento di ampliare i locali e si impegnò alla realizzazione del Circolo per raccogliere il numeroso gruppo di giovani che si riuniva in parrocchia, vedendo in lui un amico, un padre che sapeva comprendere le loro debolezze, partecipare ai loro dubbi, incoraggiarli nei loro progetti, riprenderli con dolcezza, accettare la loro collaborazione. Il quel periodo giunsero ad Assemini le Suore Ancelle del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante (Lugo) per aprire una Scuola Materna: Don Albino le accolse con grande gioia e riconoscenza e a tutti diceva che era la Madonna ad avergliele mandate. Il 19 marzo 1969 don Albino ebbe la soddisfazione di vedere coronata la prima vocazione della parrocchia, quando fu ordinato sacerdote don Armando Sarigu. Verso la fine degli anni 60, la signora Anna Lai in Murenu, per l'interessamento del parroco di san Pietro di Assemini, Mons. Callisto Pili, fece dono del terreno sito in zona Sacro Cuore, ove sorgeva una piccola Cappella, per edificare la Chiesa e la Casa Parrocchiale. Si fece il progetto e il plastico cosicchè tutti i parrocchiani potevano ammirare in attesa della realizzazione. Purtroppo Don Albino Mancosu morì il 3
settembre 1971 senza la gioia di vedere realizzato il progetto di
Parrocchia che tanto aveva idealizzato. Due mesi dopo fu chiamato a continuare il cammino intrapreso il sacerdote Don Mario Isola. Il 14 marzo 2008 l'Amministrazione Comunale di Assemini, in riconoscenza per l'opera svolta da don Albino Mancosu di sviluppo della Chiesa asseminese, e in modo particolare della zona del Carmine, ha intitolato a suo nome la Scuola Elementare di Via Carmine. Contributo di Matteo VenturelliSono passati più di 30 anni da quando Don Albino Mancosu fondatore della parrocchia Beata Vergine del Carmine di Assemini all'età di quarantuno anni è ritornato alla casa del Padre. Da allora la parrocchia asseminese ha visto crescere enormemente i suoi parrocchiani e ha visto trasformare il suo territorio da agricolo a cittadino. Una cosa però non è cambiata: il ricordo e l'affetto per quel primo parroco originario di Samassi che ha saputo essere padre, figlio e fratello per tante persone, dedicando tutto se stesso senza riserve per realizzare il sogno di una parrocchia. Recentemente l'amministrazione comunale ha voluto concretizzare questo ricordo dedicando con una cerimonia la piccola scuola elementare di via Carmine al compianto parroco. La scuola che ieri ha visto crescere tutti i bambini del rione oggi ospita a causa degli spazi ristretti solamente le classi fino alla terza elementare, immutato però rimane il suo clima familiare che lega bambini, insegnanti e genitori. "Don Albino - ricorda la nipote - era una persona molto disponibile che ci insegnava a stare con gli altri e a stare con la cultura. Oltre a essere un uomo religioso era una persona di estrema cultura. Ricordo che da piccola lo vedevo sempre impegnato in parrocchia nelle mostre di pittura, o con il cinema. L'aspetto culturale lo aiutava a rendere la religione un ponte di dialogo con tutti anche con i più lontani". I bambini che allora entusiasti affollavano le stanze della piccola parrocchia oggi sono genitori che trasmettono ai propri figli il ricordo di un buon sacerdote di provincia." Intitolare questo plesso scolastico - sottolinea il portavoce dei genitori del secondo circolo didattico della cittadina - a don Albino Mancosu è molto importante perché vuol dire sottolineare l'operato di una persona umile, capace, molto vicina ai giovani che aveva sempre un buon consiglio per tutti e che amava i suoi parrocchiani. Le prima associazioni di giovani vicine alla parrocchia come la Gioventù d'Azione Cattolica o gli Scout, fino ad allora assenti, sono state create grazie alla forte volontà di Don Albino. A distanza di tanti anni dobbiamo fare tesoro dei suoi insegnamenti e riportare i nostri bambini a quello spirito di solidarietà, di associazionismo che in una società sordomuta mancano per lasciare il posto a effimeri valori materiali. Ritorniamo agli insegnamenti di personaggi di grande spessore come don Albino Mancosu, riavvicinandoci sempre di più e ritrovando quel dialogo ormai perso". La scuola elementare si aggiunge ora alla prima opera intitolata a don Albino, il teatro parrocchiale e il circolo, opere fortemente volute dal presule per venire incontro alle esigenze culturali e sociali della parrocchia. |