Comunità Pastorale "San Carlo Borromeo"
Angera - Ranco - Taino

Parrocchia Prepositurale "Santa Maria Assunta"

Angera (VA) - Decanato di Sesto Calende - Diocesi di Milano



IL NOSTRO STRUMENTO




                                                Organo Mascioni - 1966

Vincenzo Mascioni - Azzio (VA)
Opus 877 - Anno 1966
2 manuali 61 note - Pedaliera 32 note
Trasmissione elettrica



    1 Manuale

    2 Manuale

    Pedale

Bordone 16'

Principale 8'

Acustico 32'

Principale 8'

Bordone 8'

Subbasso 16

Flauto 8'

Viola 8'

Bordone 16'

Ottava 4'

Principalino 4'

Basso 8'

Flauto 4'

Flauto 4'

Bordone 8'

Decimaquinta 2'

Nazardo 2'2/3

Quinta 5'1/3

Sesquialtera 2'2/3-1'3/5

Flautino 2'

Ottava 4'

Ripieno (6 file) 1'1/3

Decimino 1'3/5

Flauto 4'

Tromba 8'

Pienino (3 file) 2'

Voce celeste 8'

Cornetto combinato (4 file)

Tremolo

Crescendo generale

Espressione 2 Manuale

4 aggiustabili

5 pistoncini PP-P-MF-F-FF

4 annullatori

Unioni e accoppiamenti



La benedizione e il concerto per l'inaugurazione avvennero il 4 dicembre 1966. Vi parteciparono il maestro Luigi Picchi, il tenore Bernardo Tapellini e la Schola Cantorum Parrocchiale diretta dal maestro Giulio Bardelli.

Il programma:
-- J. Pachelbel - Toccata (organo)
-- J. S. Bach - "Ti voglio star vicino" dalla Passione secondo san Matteo (tenore e organo)
-- F. Rusca - Toccata variata (organo)
-- G. Bardelli - "Il Signore è il mio pastore"- mottetto a 3 voci dispari (coro - all'organo Ettore Bardelli)
-- J. S. Bach - Toccata e fuga in Re minore (organo)
-- F. Mendelssonh - Sonata in Do minore (organo)
-- W. A. Mozart - Ave verum (tenore e organo)
-- L. Picchi - Pastorale (organo)
-- M. E. Bossi - Fanfara (organo)
-- G. Bardelli - Professione di fede dalla Messa "S. Carlo" a 3 voci dispari (coro - all'organo Ettore Bardelli)
-- J. Stanley - Suite in Re


Tra gli altri, hanno suonato sul nostro strumento: Giancarlo Parodi - Francesco Catena - Paolo Conti - Paolo Crivellaro - Giacomo Mezzalira - Gabriele Conti

Organista titolare: Ettore Bardelli




Una disavventura finita bene
(agosto e settembre 2003)

Ma perché l’organo non suona?
Già, perché l’organo non suona? Eh, bella domanda: perché l’organo è rotto; e se è rotto perché non si aggiusta? Non si aggiusta perché l’organaro è in ferie. Ci sembra giusto spiegare che la parola "organaro" non è una brutta parola, ma il nome specifico di chi fabbrica organi; chi suona l’organo invece si chiama organista.

Siamo talmente abituati a sentirlo suonare (per la cronaca il nostro strumento svolge egregiamente il suo compito dal dicembre 1966, festa dell’Immacolata Concezione) che ormai probabilmente non ci facciamo più caso, ma quando giovedì alla messa vespertina della vigilia della festa dell’Assunta non abbiamo sentito il suo bel suono ma qualcosa di diverso (era infatti una tastiera elettronica quella che suonava, strumento tecnologicamente buono, ma assolutamente non adatto per un servizio liturgico e per accompagnare i canti), ci siamo domandati il perché di quel suonare; anche tutte le messe della festa solenne della Madonna Assunta hanno avuto come sottofondo musicale le note della tastiera ed anche la domenica seguente ed ancora un’altra domenica.

Veduta generale

Una domanda allora ci è venuta spontanea: ma è proprio morto il nostro organo? No, solo che come abbiamo già detto l’organaro, anche se prontamente avvisato del guasto, era in ferie. In effetti l’organaro era già venuto la settimana precedente per sistemare alcune cose che non funzionavano a dovere: l'organo era stato accordato e la parte elettromeccanica sarebbe stata sistemata dopo le ferie. Purtroppo il guaio successo per ferragosto ha reso insuonabile il nostro strumento ed ecco il motivo del ricorso all'uso della tastiera elettronica. Bisogna sapere che un organo è composto da tantissimi pezzi e che per costruirlo e mantenerlo in efficienza occorre la collaborazione di diverse persone, ognuna specializzata nel suo settore di lavoro.

Torniamo però al nostro organo e vediamo di capire qualcosa in più, capire come è fatto e come funziona ed anche perché si rompe. E non suona più.

Le persone che ascoltano o ammirano un organo, a parte gli esperti, lo considerano semplicemente uno strumento musicale come potrebbe essere una tromba, un violino o un sassofono; pochi immaginano o sanno quanto lavoro in diversi campi c’è dietro a questo strumento. Principalmente un organo è composto di: mantici (e un elettroventilatore per produrre l’aria che serve a far suonare le canne), una o più tastiere (il nostro organo ha due tastiere, da suonare con le mani), una pedaliera (da suonare con i piedi, sì proprio con i piedi) e da un certo numero di canne (il nostro ne possiede circa 1.500; per curiosità diciamo che esistono organi che ne hanno 500, altri 4.000, altri 10.000 ed anche fino a 33.000, secondo la grandezza dello strumento).

Queste canne evidentemente non sono tutte uguali, altrimenti produrrebbero tutte lo stesso suono; il suono prodotto da una canna dipende dalla sua lunghezza: una canna lunga produce un suono più grave, una canna corta emette un suono più acuto. La lunghezza della canna si misura in piedi (che è una misura corrispondente a circa 33 centimetri) ed esistono canne con lunghezze che vanno da 32 piedi (circa 10 metri) a 1/16 di piede (circa due centimetri). Oltre che dalla lunghezza il suono dipende anche dalla forma della canna, dal diametro e da altre caratteristiche costruttive che lasciamo ai tecnici mettere in pratica.

Abbiamo detto che una canna lunga produce un suono grave e una più corta dà un suono più acuto, quindi se noi mettiamo in fila una serie di canne partendo da una misura di 8 piedi (che possiamo considerare una misura base nella costruzione di organi) e accostiamo le altre accorciandole secondo schemi ben definiti, avremo costruito una scala (per fare un esempio avremo: do, re, mi, fa, sol, la, si, do, re, ecc.); una fila completa di canne con forma e caratteristiche costruttive sempre uguali ma di lunghezza decrescente dà come risultato quello che si chiama un registro.Le canne del Grand'organo

Una tastiera del nostro organo comprende 61 tasti e dunque mettendo in fila 61 canne, costruite come abbiamo detto, otterremo un registro che prenderà il nome di Principale se le canne hanno le caratteristiche costruttive del Principale, oppure si chiamerà Ottava, oppure Flauto, oppure Bordone, oppure Tromba, oppure Viola, oppure Voce celeste sempre se ognuno di questi registri (cioè ogni fila di canne) rispetterà le proprie caratteristiche costruttive.

Il nostro organo possiede 28 registri, ovvero 28 file di canne che moltiplicato per 61 tasti danno come risultato 1708 canne; abbiamo detto invece che le canne sono circa 1500, perché innanzi tutto le note della pedaliera sono 32 e non 61, poi perché qualche fila di canne può essere usata da più registri.

Di che materiale sono fatte le canne? I materiali ora più usati per la costruzione di canne sono metallo e legno; in passato furono usati materiali diversi che ci possono apparire strani: cartone, tela rigida (inamidata o incollata), ceramica, alabastro e in Oriente anche il bambù. Tra i metalli troviamo: stagno, piombo, rame, zinco e latta. L’uso dei vari metalli dipende dalle caratteristiche che vogliamo ottenere: lo stagno quasi puro si usa per le canne di facciata, il piombo è particolarmente adatto alla costruzione delle canne piccole e per alcuni tipi di Flauto. Il rame, molto usato all’estero, sta tornando di moda anche da noi; non dimentichiamo che già i Greci e i Romani lo utilizzavano come metallo normale. Possiamo dire inoltre che lo stagno dà un suono più cristallino, mentre il suono della canna di piombo è più dolce e vellutato.

La consolle

I legnami più usati sono: abete bianco, acero, bosso, castagno, larice, noce, pero, pino, quercia e tra i legnami esotici, al primo posto, il mogano. Normalmente le tastiere sono ricavate dal cedro bianco d’America e le pedaliere sono in rovere di Slavonia. È superfluo ricordare che il legname per le canne (e per i somieri) deve essere perfettamente stagionato e privo di difetti. Tutto il legname è trattato con adatte vernici per una buona conservazione e una migliore resa sonora.

Dove sono messe le canne? Sono in ordine ben definito sul somiere; questo è una cassa di legno ben stagionato ed ermeticamente chiusa, in cui per mezzo di condotti appositi arriva l’aria dai mantici ed è provvisto di varie serie di fori su cui vanno appoggiate le canne. Le serie di fori corrispondono ai vari registri e le canne sono messe in ordine decrescente, cominciando con le più lunghe ai lati, per finire con quelle piccole al centro. Questa è normalmente la disposizione delle canne interne; quelle esterne sono disposte in ordine diverso, perché formando la facciata sono messe in modo che sia anche esteticamente valido.

Per poter suonare occorre azionare un comando che faccia arrivare l’aria alla serie di canne prescelta e premere il tasto della nota; quindi supponendo di voler suonare la nota DO del registro di Principale, dobbiamo prima azionare la placchetta del Principale (in gergo si dice inserire il registro) che porterà aria al canale ove sono appoggiate tutte le canne del Principale (ma che non suoneranno) e quindi premere il tasto del DO, in modo che l’aria contenuta nel condotto del Principale possa uscire attraverso la canna DO e produrre il suono desiderato. Allo stesso modo se volessimo suonare una nota del registro Ottava dobbiamo inserire la placchetta Ottava e premere il tasto della nota prescelta.

Se inseriamo contemporaneamente i due registri Principale e Ottava, è evidente che invieremo aria ai due canali e potremo quindi far suonare, premendo un tasto, due canne contemporaneamente: quella del Principale e quella dell’Ottava. Ne consegue che con più registri inseriamo, più canne suoneranno nello stesso momento: quindi inserendo cinque registri e premendo un tasto solo, potremo far suonare cinque canne; se premiamo due tasti, avremo come risultato il suono di dieci canne e inserendo dieci registri e suonando con dieci dita, avremo il suono di cento canne.

Domanda col trucco: inserendo tutti i ventotto registri, suonando con dieci dita e anche con due piedi, sapreste dire quante canne suonano?

La risposta alla domanda formulata presuppone la conoscenza di tutti i registri del nostro strumento: questo perché, come abbiamo detto, alcuni registri fanno suonare la stessa canna ed anche perché altri registri per loro natura ad un tasto fanno corrispondere più canne.

Ecco allora la lista completa dei registri, che in termini organistici si dice "disposizione fonica".
1a Tastiera
Bordone 16’ - Principale 8’ - Flauto 8’ - Ottava 4’ - Flauto 4’ - Decimaquinta 2’ - Ripieno (6 file) 1’1/3 - Sesquialtera (2 file) 2’2/3 e 1’3/5 - Tromba 8’
2a Tastiera
Principale 8’ – Bordone 8’ – Viola 8’ – Principalino 4’ – Flauto 4’ – Nazardo 2’2/3 - Flautino 2’ – Decimino 1’3/5 – Ripieno (3 file) 2’ – Voce celeste 8’ – Cornetto combinato (4 file)
Pedaliera
Basso acustico 32’ – Subbasso 16’ – Bordone 16’ – Basso 8’ – Bordone 8’ – Quinta 5’1/3 – Ottava 4’ – Flauto 4’

E dopo questo elenco, la risposta dovrebbe per tutti essere semplice, vero?

Il trucco consiste nel fatto che ad esempio il registro Bordone 16’ della 1a tastiera, il Bordone 16’ del Pedale, il Bordone 8’, il Flauto 4’ e il Flautino 2’ della 2a tastiera fanno suonare la stessa fila di canne, quindi alcuni tasti anche se premuti non danno origine ad alcun suono aggiuntivo in quanto la canna sta già suonando perché collegata ad un altro tasto. C’è poi anche la Sesquialtera della 1a tastiera che non ha 122 canne, pur essendo formata da due file, ma ha solo 98 canne; anche la Voce celeste della 2a tastiera ha solo 49 canne.

La pedaliera

Un trucco più grosso ci viene dal Cornetto della 2a tastiera, che conta come registro ai fini del numero registri, ma essendo combinato praticamente quando sono già inseriti i registri della sua combinazione non aggiunge nessuna canna. Ci sono poi le Unioni, vale a dire: si può premere un tasto della 1a tastiera e far suonare una canna che appartiene alla 2a tastiera, oppure premere un pedale e suonarne una della 1a tastiera o della 2a tastiera oppure tutte assieme; ci sono poi altri tipi di unione, detti accoppiamenti, che fanno suonare sempre con un tasto anche le canne più basse e quelle più alte, esattamente quelle alla distanza di un’ottava. Questa possibilità esiste sulla 1a tastiera, sulla 2a e sulla pedaliera, sia singolarmente che combinata.

Come si può vedere da questa breve descrizione del nostro strumento, l’organo è un meccanismo molto complesso e delicato nel suo funzionamento: ecco perché si guasta e bisogna ripararlo.

Comunque non ci si deve allarmare per questo: gli organi sono fatti per durare molti anni e compiere bene il loro servizio; ci sono organi costruiti nel 1600 che funzionano alla perfezione e organi costruiti pochi decenni fa che fanno le bizze; l’importante è che il materiale, la tecnica costruttiva e l’organaro costruttore siano validi e che lo strumento sia trattato come si deve.

Ah! Dimenticavo: le canne che suonano inserendo tutti i registri, dieci dita e due piedi sono………744.

E.B.


(Articolo pubblicato sul Bollettino Parrocchiale per informare i fedeli dei guai organistici)






Parrocchia Santa Maria Assunta - Angera

Omaggio a don Rino
in occasione del 50° di sacerdozio
20 settembre 2003 ore 21 - Chiesa Parrocchiale



Tra i tanti modi per dire "Grazie!" al nostro Parroco, noi organisti quale potevano scegliere? Quello per noi più naturale: suonare.

Ed ecco che è scaturita questa serata, durante la quale suoneremo per il nostro don Rino brani di musiche antiche e moderne (dal 1400 con Buchner ai nostri giorni con Conti): musiche che abbiamo scelto certamente non per fare "bella figura" o per sentirsi dire "bravi", ma semplicemente per esprimere la nostra gratitudine.

Grazie don Rino per tutti questi anni che hai vissuto con noi e guidato la nostra Comunità, per l'esempio che ci hai dato e per tutte le volte che in silenzio ci hai sopportato quando abbiamo suonato qualche nota "straniera".

Le note "straniere", per chi non lo sapesse, sono quelle che non sono scritte, ma che qualche volta purtroppo si suonano ugualmente: noi non siamo professionisti, ma semplici dilettanti e queste cose capitano.
Scusateci se anche questa sera ....



Saggin Avelino

- Albert Dietrich - Offertorio
- Luigi Bernasconi - Toccata
- Alessandro Stradella - "Pietà Signore!"
- Cristoforo W. Gluck - Finale


Bottin Alberto

- Georg F. Haendel - Marcia in sol maggiore
- Johann Pachelbel - Fantasia in re minore
- Johann S. Bach - "Jesu Decus" cantata 147
- Johann S. Bach - Finale solenne in do maggiore


Paietta Paolo

- Domenico Zipoli - Offertorio
- Domenico Zipoli - Elevazione
- Paolo Conti - Alla Madonna del Monte
- Johann S. Bach - Aria sulla quarta corda


Bardelli Ettore

- Hans Buchner - Quem Terra, Pontus
- Giambattista Martini - Largo
- Paolo Conti - Elevazione
- Johann Pachelbel - Preludio in re minore



                                                Il festeggiato e gli organisti
A. Saggin, A. Bottin, il festeggiato don Rino, P. Paietta, E. Bardelli



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Parrocchia "S. Maria Assunta" - Angera