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La chiesa di San Rocco

La Parrocchia

 

Per chi volesse approfondire la biografia di San Rocco consigliamo:

http://www.sanroccomontpellier.com/contuzzi.htm 

 

Rocco di Montpellier

Rocco nasce a Montpellier, nella Linguadoca francese, tra il 1345 e il 1350. I suoi genitori, benestanti di titolo nobiliare, sono ricordati con i nomi di Jean e Libère. Secondo alcune fonti la madre era nata in Lombardia e si era trasferita a Montpellier per il matrimonio.

Cresce in un ambiente profondamente cristiano, studia probabilmente alla scuola dei padri domenicani e già nella sua adolescenza conosce il terribile flagello della peste, in particolare l'epidemia del 1361.

Verso i vent'anni perde entrambi i genitori e decide di seguire Cristo fino in fondo: abbandona ogni ricchezza per dedicarsi interamente all'imitazione di Cristo, una scelta che ha il suo noto riferimento evangelico nell'episodio del giovane ricco. Gesù, al giovane che gli chiedeva come meritare la vita eterna e che diceva di osservare i comandamenti, rispose così: «Ti manca ancora una cosa. Và, vendi tutto ciò che hai, dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi».

Rocco segue integralmente il consiglio di Gesù: vende tutti i suoi beni donando il ricavato ai poveri e indossato l'abito del pellegrino fa voto di recarsi a Roma a pregare sulla tomba degli Apostoli Pietro e Paolo.

Ma il suo lungo viaggio subisce continue deviazioni per «seguire» la diffusione della peste che sta colpendo l'Italia. Invece di sfuggir il contagio, si mette coraggiosamente a servizio dei malati, li aiuta e li conforta e riceve da Dio la capacità di guarirli miracolosamente.

Lo spirito evangelico che lo aveva indotto a rinunciare ai beni materiali lo spinge ora a mettersi al servizio dei poveri e dei bisognosi, lo aiuta ad affrontare con coraggio i rischi, le umiliazioni e le fatiche. In questa esemplare solidarietà cristiana, più che nelle miracolose guarigioni, va riconosciuta la grandezza di Rocco. Egli non diventa un apostolo della carità perché fa dei miracoli, ma riceve da Dio il dono di operare guarigioni proprio perché ha scelto di seguire Cristo a qualunque costo e si è consumato nell'esercizio della carità.

L’opera di Rocco è attestata soprattutto nel nord ovest e nel centro della nostra penisola e in particolare nell’Emilia Romagna. Le fonti riportano la sua presenza ad Acquapendente il 25 luglio del 1367 dove resta circa tre mesi a curare gli appestati. Poi si reca a Cesena ed anche qui continua la sua instancabile opera di assistenza agli appestati per circa due mesi.

Tra la fine del 1367 e l’inizio del 1368 Rocco arriva a Roma. Qui si prodiga subito nell’assistenza dei malati e compie miracolose guarigioni, tracciando il segno della croce sulla fronte degli appestati.

Ma egli non dimentica il voto fatto che può finalmente adempiere. E’ logico supporre che con ardore ed emozione indicibile, visiti e renda l’omaggio della sua profonda pietà a tutti i luoghi e a tutti i santuari più famosi della storia e della pietà religiosa: San Pietro, San Paolo, San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore e le catacombe, testimoni di infiniti eroismi da parte dei primi cristiani. A Roma si reca anche all’ospedale di Santo Spirito fondato dal Beato Guy, figlio di Guglielmo VII di Montepellier, per prestare la sua assistenza ai malati: qui guarisce dalla peste un prelato, reggente pro tempore della Sacra Penitenzieria, che sarebbe stato il tramite per il suo incontro con Urbano V, tornato da poco da Avignone, dove Clemente V aveva spostato la Sede Papale nel 1309.

Dopo l’udienza con il Papa per il placarsi dell’epidemia e per la partenza del Pontefice, ritrasferitosi ad Avignone a causa delle sempre più lacerate fazioni romane, il giovane pellegrino parte dalla Città Santa per far ritorno in Patria. Ma Rocco sa che le province italiane che si accinge ad attraversare per tornare nel suo paese natale continuano ad essere preda del flagello della peste, e nella sua ardente carità abbandonandosi nelle mani di Dio, intraprende il viaggio di ritorno. Nel mese di luglio del 1371 arriva a Piacenza, nell’ospedale di Nostra Signora di Betlemme adiacente alla chiesa di Sant’Anna. Qui prosegue la sua opera di conforto e di assistenza ai malati.

Ammalatosi egli stesso di peste si allontana dalla città e si rifugia nel boschetto di Sormato in una capanna vicino al fiume trebbia. Qui un cane lo trova, e lo salva dalla morte per fame portandogli ogni giorno un tozzo di pane, finché il suo ricco padrone, il nobile Gottardo, probabilmente della famiglia Pallastrelli, incuriosito dal comportamento del suo cane, lo segue e scopre il rifugio del santo. Da allora comincia a frequentarlo, diventa suo discepolo e decide anche lui di consacrarsi a Cristo: vende tutti i suoi beni e si dedica a una vita di santità.

Dopo la guarigione Rocco lascia il suo amico Gottardo e riprende il cammino per tornare in Patria. Sulla strada del ritorno si trova implicato nella precaria situazione politica del tempo nel bel mezzo di un pericolo stato di guerra durato dal 1371 al 1375, che vedeva contrapporsi il Ducato di Milano di Bernabò Visconti e di suo fratello Galeazzo II e la Lega ispirata da Papa Urbano V e capitanata da Amedeo di Savoia che difendeva i possedimenti pontifici dalle ambizioni Milanesi.

Guardato con sospetto per le sue miserevoli condizioni, viene arrestato come spia e condotto a Voghera. Interrogato per modestia rifiuta di svelare il proprio nome: dice solo di essere “un umile servitore di Gesù Cristo” e chiede a questo titolo di riprendere il cammino. La risposta viene giudicata equivoca e insolente, e così viene gettato in uno squallido carcere.

La morte lo coglie il 16 agosto 1379.

Vicino al suo corpo verrà trovato, secondo alcune fonti insieme ad una breve storia della sua vita che svela anche il suo nome, una tavoletta sulla quale una mano invisibile ha scritto “Color che, colpiti dalla peste, ricorreranno al nome e all’intercessione di Rocco, saranno liberati dal male”.

Rocco è l’uomo che ha vissuto alla sequela di Cristo fino in fondo, ogni giorno, attraverso scelte di fede autentiche, coraggiose ed eroiche. Rocco è un pellegrino che, con il suo camminare, richiama se stesso e glia altri all’umiltà della ricerca di Dio. Il suo passare fra le strade e òle città con gli abiti e l’aspetto del pellegrino, esprime una presenza “fisica” che la gente non può non vedere; é un invito a volgere lo sguardo alle realtà più alte, è una predica silenziosa ma efficace sui veri valori della vita, è il messaggero del Vangelo della Carità.

Il culto di San Rocco è sempre vivo nel cuore dei fedeli, ieri per la sua miracolosa intercessione contro le malattie epidemiche, oggi soprattutto per il fulgido esempio di carità cristiana, di abnegazione, di umanità, di servizio disinteressato ai poveri e ai sofferenti.