Parrocchia San Giuseppe















































































































































Immagine di San Paolo collocata tra l'ingresso della Basilica ed il Battistero
Benchè San Paolo (Paolo di Tarso) non fosse uno dei dodici Apostoli gli è stata dedicata una delle quattro Basiliche Patriarcali per il suo grande impegno nella diffusione della fede Cristiana

 

La basilica di San Paolo fuori le mura è una delle quattro basiliche papali di Roma, la seconda più grande dopo quella di San Pietro in Vaticano. Sorge lungo la Via Ostiense, vicino alla riva sinistra del Tevere, a circa due km fuori dalle mura aureliane uscendo dalla Porta San Paolo. Si erge sul luogo che la tradizione indica come quello della sepoltura dell'apostolo Paolo (a circa 3 km dal luogo - detto "Tre Fontane" - in cui subì il martirio e fu decapitato); la tomba del santo si trova sotto l'altare maggiore, detto altare papale. Per questo, nel corso dei secoli, è stata sempre meta di pellegrinaggi; dal 1300, data del primo Anno Santo, fa parte dell'itinerario giubilare per ottenere l'indulgenza e vi si celebra il rito dell'apertura della Porta Santa. Fin dall'VIII secolo la cura della liturgia e della lampada votiva sulla tomba dell'Apostolo è stata affidata ai monaci benedettini dell'annessa Abbazia di San Paolo fuori le Mura.

L'intero complesso degli edifici non appartiene alla Repubblica Italiana ma è proprietà extraterritoriale della Santa Sede.
La basilica di San Paolo fuori le mura sorge sul luogo di sepoltura dell'omonimo apostolo, ed è una delle Basiliche dove, in occasione dell' Anno Santo, si celebra il rito dell'apertura della Porta Santa.
L'attuale struttura è di epoca recente in quanto fu ricostruita dopo un incendio che nel 1823 distrusse quasi completamente la basilica paleocristiana , danneggiando o distruggendo anche molte delle opere d'arte.

Inizialmente dove ora si trova l'imponente Basilica di San Paolo, vi era un semplice sepolcro eretto nel luogo dove San Paolo subi' il martirio
( anno 67), detto cella memoriae.

Fu l'imperatore Costantino ad edificare il primo vero edificio di culto in memoria di San Paolo.Questa prima Basilica fu consacrata dal Papa Silvestro nell'anno 324, insieme alla Basilica di San Pietro.
Di questo edificio non si ha piu' alcuna traccia e, data la quasi completa mancanza di riferimenti e di descrizioni, alcuni storici lo ritengono di fattura molto modesta.
Tra il 384 ed il 386 iniziarono i lavori per la costruzione di una basilica ad opera di tre imperatori : Valentiniano II, Teodosio e Arcadio.
Il nuovo edificio, detto la basilica dei "tre imperatori", fu ultimato da Onorio all'inizio del 400.
Questo edificio era simile all'attuale (costruito dopo il 1823 ) ad eclusione dell'ingresso che aveva cinque archi al posto dei sette presenti nella costruzione successiva e doveva essere veramente grandioso se si presta fede alle parole del poeta Prudenzio

La Basilica non cesserà lungo i secoli di essere oggetto di abbellimenti e di aggiunte da parte dei Papi, citiamo l’imponente cinta di fortificazioni innalzata contro le invasioni alla fine del IX secolo, il campanile e l’ammirevole porta bizantina del XI secolo, ed ancora i mosaici della facciata di Pietro Cavallini, il bel chiostro dei Vassalletto, il celebre baldacchino gotico di Arnolfo di Cambio e il candelabro pasquale di Nicola d’Angelo e Pietro Vassalletto, del XIII secolo.
La basilica, ultimata da Onorio, giunse praticamente inalterata fino al 1832,seppure con molti restauri e diverse vicissitudini, non ultimi saccheggi dei Longobardi e dei Saraceni che nell'anno 846 costrinsero Giovani VIII a fortificare la zona con poderose mura e torri, creando un borgo che prese il nome di Giovannopoli.
Nell'anno 1823, durante il pontificato di PioVII, vi fu uno spaventoso incendio, sembra dovuto alla disattenzione di uno stagnino, che causò la quasi completa distruzione della Basilica.
Al Papa PioVII, vecchio e molto provato, non vienne comunicato il fatto ed il Pontefice mori' il 20 Agosto dello stesso anno senza esserne a conoscenza.
I lavori di ricostruzione iniziarono con il successivo Pontefice Leone XII e, nel settembre 1824, furono affidati all'architetto Valadier.
Il progetto del Valadier prevedeva numerose modifiche all'architettura originale, tra cui la rotazione della facciata di 90 °, ed era di un costo enorme, tanto che nel 1825, Leone XII emano un'enciclica invitando i fedeli a contribuire.
Gli aiuti furono ragguardevoli, sia in denaro che in materiali pregiati.
Il Valadier, non finì il lavoro perchè nel 1825 fu sollevato dall'incarico che venne affidato a Belli, con un progetto classico escludendo modifiche architettoniche troppo rilevanti.
I lavori essenziali ultimarono nel 1840 con la consacrazine dell'altare ad opera del Pontefice Gregorio XVI, mentre il campanile fu ultimato nel 1860.
La decorazione pittorica e le rifiniture ebbero inizio nel 1857.
Dopo pochi anni , nel 1891 a causa dello scoppio di una polveriera andarono in frantumi tutte le vetrate che furono sostituite con lastre di Alabastro donate dall'Egitto, tra un finestrone e l’altro ora vi sono dei dipinti che rappresentano episodi della vita di San Paolo. Finalmente nel 1931 fu messa in opera la maestosa porta in bronzo, a conclusione dei lavori di ricostruzione durati oltre 100 anni.
L'attuale Basilica di San Paolo è alquanto diversa dalla precedente distrutta dall'incendio. Ha un solo campanile al posto dei due precedenti, che a parere di molti storici dell'arte non offre la stessa bellezza e maestosità.
Esterno della Basilica di San Paolo    Facciata e quadriportico
3) Il quadriportico è stato realizzato tra il 1890 ed il 1928, in sostituzine dell'antico "atrium" porticato, di dimensioni molto minori.
L'attuale quadriportico ha 70 mt di lato, con i fianchi laterali chiusi all'esterno con un muro rivestito di travertino. Al centro si trova la statua in marmo di San Paolo e la parte superiore è decorata con mosaici.
In corrispondenza della quattro testate del quadriportico si trovano imponenti propilei.
Sul fronte principale il quadriportico ha tre file di colonne e nelle lunette sono dipinti gli Apostoli ed il Cristo .
Nel vestibolo si aprono i tre portali di ingresso, due dei quali di grande interesse artistico : la porta Bizantina a protezione della Porta Santa, e la porta Bronzea a chiusura dell'ingresso principale.
Sempre nel vestibolo vi sono due edicole arquate con le statue di San Pietro e san Paolo.

 La porta bronzea all'ingresso principale
 della Basilica di San Paolo


All' ingresso principale della Basilica di San Paolo è posta una grande porta di bronzo ( altezza 7,48 mt e larghezza 3,35 mt ) realizzata tra il 1929 ed il 1931.
I battenti sono percorsi interamente da una croce sulla quale sono rappresentati nel montante i busti degli Apostoli e sulla traversa i simboli degli Evangelisti.
Ai lati della porta sono collocate le statue di San Pietro e San Paolo.



Campanile

Realizzato tra il 1840 ed il 1860 è interamente rivestito di travertino, ha un'altezza di 65 mt. ed è suddiviso in cinque piani.

Gli ultimi tre suno rispettivamente a sezione :

·         quadrata con colonne doriche
·    ottagonale con colonne ioniche
·    circolare con colonne corinzie.


All'interno ha forma circolare con diametro di 6 mt ed è provvisto di una scala a chiocciola.
Negli ultimi tre piani sono collocate sette campane di cui due provenienti dall'antica basilica.

La porta Bizantina a chiusura della Porta Santa

A chiusura della Porta Santa nel 1967 è stata collocata la porta Bizantina Realizzata nel 1070 prima dell'icendio era posta all'ingresso principale, ora chiuso dalla porta Bronzea.
La porta Bizantina è costituita da 54 pannelli originali in agemina di argento alcuni dei quali restaurati a seguito dei dani subiti nel 1823.
I pannelli raffigurano dodici scene di Cristo, i dodici Apostoli e i loro martiri, dodici profeti e iscrizioni in latino.

L' Arco Trionfale

L' Arco Trionfale sovrasta l' abside ed è completamente decorato a mosaico.
Questo mosaico, chiamato di Galla Placidia, sorella dell' Imperatore Onofrio, perchè fu lei a commissionarlo tra il 440 ed il 461, ha subito un totale rifacimento tra il secolo VIII ed il IX, successivamente di nuovo daneggiato durante l'incendio del 1853 ha subito numerosi restauri che non sono riusciti a ricreare l'antico splendore.
Le figure rappresentate sono : il Cristo,i simboli dei quattro Evangelisti, i Ventiquattro Vecchi dell' Apocalisse e gli Apostoli Pietro e Paolo.
Nella parte posteriore dell ' Arco Trionfale si trova parte della decorazione posta sulla facciata dell'antica Basilica.

La Confessione

E' il luogo piu' sacro della Basilica in quanto sede della sepoltura dell' Apostolo Paolo.
Il corpo dell'apostolo è deposto entro sarcofago di bronzo chiuso in altro di marmo, la lastra che ricopre il sarcofago con le sacre reliquie è databile al IV secolo ed una riproduzione si conserva nella pinacoteca
L’altare della Confessione è sormontato dal ciborio in stile gotico toscano salvatosi dalla furia distruttiva delle fiamme dell’incendio del 1823.
I timpani sono sorretti da quattro colonne di porfido. Nelle nicchie angolari vi sono quattro statuette di San Pietro, San Paolo, Timoteo e l’Abate Bartolomeo; ogni lato termina al centro con un triangolo ornato da una rosone sorretto da due angeli.
Il ciborio termina a punta fra guglie e pinnacoli con una croce alla sommità.
Completamente restaurato nel 2000, davanti all’”Altare della confessione” a destra della crociera,  è esposto il candelabro Pasquale, alto mt 5,60 è diviso in sette zone cilindriche; alla base vi sono figure antropomorfe, mostri, leoni ed arieti.
Nella seconda fascia motivi floreali.
Le tre fasce seguenti illustrano scene della vita di Gesù.
Le altre fasce sono motivi ornamentali ed alla sommità una grande coppa è disposta ad accogliere il cero Pasquale scolpito nel 1170 da Pietro Vassalletto e Nicolò D’Angelo.
Ai lati estremi del transetto vi sono due altari realizzati in blocchi di malachite con lapislazzuli e rifiniture di marmo color mattone screziato di bianco ed arricchiti da fregi di bronzo, che sono un dono dello Zar Nicola I di Russia
 L’altare di sinistra è sovrastato da una grande pittura con la "Conversione di San Paolo" e fiancheggiato dalle statue di S. Gregorio e San Bernardo
L 'ipogeo si trova sotto il ciborio e vi si accede tramite una doppia scala circondata da una balaustra di marmo bianco.
L'altare posto sotto il ciborio è detto l'altare Papale in quanto può celebrarvi solo il Papa e solo in particolari occasioni l'abate di San Paolo.
Il ciborio, daneggiato nell'incendio del 1823, fu smontato, restaurato e rimontato.

L’altare di destra accoglie un dipinto copia del mosaico “incoronazione della Vergine” su disegno originale di Raffaello, ma realizzato dai suoi discepoli che si trova conservato nella pinacoteca Vaticana.

Le due nicchie laterali sono occupate dalle statue di San Benedetto e Santa Scolastica.
 
Il soffitto ligneo è arricchito dagli stemmi di quattro papi: Pio VII, Leone XII, Pio VIII e Gregorio XVI.
Sulla parete di fondo del transetto, si aprono quattro cappelle.
All’estrema sinistra vi è la cappella di Santo Stefano.
Sulla parete sinistra è rappresentato “S. Stefano cacciato dal Sinedrio”
Indubbiamente la cappella più visitata e quella a sinistra dell’altare, del “Sacramento”; progettata nel 1625 è stata  ricostruita nel 1725 per volontà di Benedetto XIII.
Sull’altare vi è un bellissimo crocifisso ligneo probabile opera di Pietro Cavallini che lo scolpì ormai vecchio e cieco.
Si dice che questo Crocefisso abbia parlato a Santa Brigida di Svezia, che sostava solitamente in preghiera proprio davanti a questa effigie.
Infatti,  nella prima nicchia a sinistra vi è la statua della Santa raffigurata inginocchiata.
Accanto all’altare è visibile una statua lignea di San Paolo, che  nonostante un accuratissimo e delicatissimo restauro rimane alquanto deteriorata, opera di una artista anonimo del  XIV- XV secolo.
Sul lato opposto vi è un quadro a mosaico della madonna, risalente al XIII secolo, testimone dei voti solenni qui pronunciati da S. Ignazio di Loyola nell’aprile del 1541.
Nel transetto di destra si trova la Cappella di San Lorenzo; affrescata agli inizi del ventesimo secolo con scene sulla vita del Santo; i dipinti che ornavano la cappella nel 1625, sono purtroppo andati perduti,
Sull’altare è posto un  trittico marmoreo dei santi Antonio Abate, Dionisio e Giustina,  scolpito probabilmente nel primo Rinascimento
L’ultima cappella è dedicata a S. Benedetto; riproduce  la cella di un tempio pagano e le dodici colonne di marmo grigio provengono dall’antica Veio.
Sopra l’altare un’imponente statua di San Benedetto seduto che regge il Pastorale.
L’abside è sopraelevata rispetto al transetto ed il trono papale in marmo e bronzo dorato è posto sul fondo; sullo schienale vi è scolpito Cristo che consegna le chiavi a San Pietro; nella lunetta che lo sovrasta è dipinto il “rapimento di san Paolo in cielo”.
Un architrave in marmo di Carrara è sorretto da quattro imponenti colonne scanalate.
Nel grande catino a mosaico, rimasto quasi intatto, domina il fulgente “ Redentore Panteocratos”, voluto da Onorio III ed opera di artisti veneti.
E’ seduto e con la mano destra benedice alla foggia greca, unendo il pollice all’anulare.
Rivolti verso di Lui, ai lati, i Santi Pietro, Andrea, Luca e Paolo;
nella fascia sottostante, proprio sotto il Cristo campeggia la croce gemmata con i simboli della Passione e due angeli al lati. Sulla destra e sulla sinistra si snodano gli apostoli, separati da motivi floreali.
Sotto la croce vi è l’immagine del monaco Adinolfo, l’Abate di San Paolo al secolo Papa Niccolò III; fra loro cinque fanciulli bianco vestiti, ovvero i Cinque Santi Innocenti  le cui spoglie vennero trasferite a Santa Maria Maggiore  da Sisto V.
  

Medaglioni con i ritratti dei pontefici:

Sull’architrave della navata maggiore  incominciava la serie dei ritratti dei papi, ma dopo il disastroso incendio del 1823  ne rimasero intatti solo 42: da  san Pietro ad Innocenzo I. Dopo i restauri i medaglioni originali, distaccati, furono posti ed ancora conservati sulle pareti del corridoio del monastero, ma in questo “trasloco”, non ci si curò delle iscrizioni apposte né dell’ordine cronologico. Oggi si contano 266 medaglioni dipinti, e 28 ancora vuoti, sono stati rifatti a mosaico e per poterli leggere in ordine cronologico, si deve iniziare nel transetto a destra dell’abside. In ogni medaglione, oltre che il nome del pontefice, si può leggere anche la durata del terali ed anch’esse sono opera di insigni scultori del IXX e XX secolo.

Al centro del gigantesco arco trionfale vi è una raffigurazione di Cristo dall’aria piuttosto severa, contornato dai Signori dell’Apocalisse, Pietro e Paolo ed i simboli dei quattro evangelisti.

Il Battistero

Fu costruito nel 1930 a croce greca dall’architetto Arnaldo Foschini, con marmi policromi e antiche colonne ioniche; anche i dipinti sono antichi, E’ situato ad un livello più basso rispetto alla Basilica  e ricorda i primitivi battesimi che venivano somministrati per immersione. Sul coperchio del fonte battesimale vi è una preziosa incisione del “Battesimo di Gesù”.

Nel vestibolo che immette sulla Via Ostiense  si trova una colossale  statua di Gregorio XVI -  la “Madonna col Bambino tra due Santi” ed alcuni frammenti di mosaico A ridosso di una parete la tomba di Luigi Poletti (morto nel 1879), l’architetto che ricostruì la basilica dopo l’incendio.

Il chiostro

Fu iniziato nel 1205 periodo in cui era abate Pietro da Capua e proseguito dopo 20 anni di interruzione  dall’Abate Giovanni di Ardea,

La differenza di stili ben visibile  nella sequenza strabiliante delle colonnine  ornate e variopinte, testimoniano la mano di più artisti nel creare questo incomparabile gioiello architettonico, che nelle forme gli intrecci le scanalature, nei decori, nei fregi a fiori e palmette teste di mostri ed animali, si ricollega e ricorda l’antica rappresentazione scultorea etrusca.

Sotto il quadriportico sono disseminata monumenti, iscrizioni, bassorilievi, sarcofagi  che per la maggior parte provengono dall’attigua necropoli  della via Ostiense, databili  dal I sec. a.c. al III sec. d.c. 

Non trascurabile è la statua di Bonifacio IX  (1389-1404),


Di notevole interesse è un sarcofago del IV secolo sui cui fianchi  è rappresentata la “sfida di Marsia” e il “Supplizio di Marsia”; su di  un fronte sono raffigurate “Le muse” e sull’altro tre barche sulle quali vi giocano bimbi alati.


Una Schindler’s list all’italiana. Durante le riprese de "La Porta del Cielo” Vittorio De Sica scritturò 1200 comparse per salvarle dai rastrellamenti tedeschi. Erano Ebrei, partigiani ed intellettuali invisi al potere. Girarono per otto mesi chiusi nella basilica di San Paolo fuori le mura aspettando l’arrivo degli alleati e senza pellicola. 


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