San Felice - Galleria foto S. Felice e S. Maria Madre della Chiesa
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S.Felice in Diocesi



Archivio  Riflessioni


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In riflessione con don Luigi
(Marzo 2006)

Il cammino quaresima 2006
Quante volte abbiamo perso il tempo di questa stagione. Quanti momenti non cancellati di facile egoismo. Quanti no al nostro Dio-Amore e ai fratelli. Spesso il silenzio non ha toccato il nostro vivere esistenziale...
Abbiamo preferito parole e non la Parola.

Cerchiamo di intuire che noi cancelliamo la sua iniziativa... e i muri da noi costruiti non cadranno se non camminiamo con Lui, incontrandolo nella preghiera vera e cercando di scrivere pagine di emozioni.

Il silenzio, la preghiera, la carità : è questa la stagione quaresimale,
perché domani anche su un ramo secco possa sbocciare una gemma.
Tenere presente l'urgenza e l'emergenza, ma non metter lontano dal nostro cuore l'ottimismo della primavera.
«Dovunque il guardo io giro immenso Dio ti vedo».
L'eros di Dio per noi è la Croce e la Resurrezione.

In questa quaresima fa' o Signore che possiamo di più scrivere nel nostro cuore sentimenti di Amore.

La carità non deve corrugarci, anzi dobbiamo sorridere pensando all'amore di Dio per noi. Dobbiamo capire che il nostro vivere è gioia ed insieme capacità di asciugare le lagrime di Dio, dovunque Egli piange. Non chiudiamo il cuore alla Carità: DEUS CARITAS EST.


Lo sapevi ?
(Febbraio 2006)

da Antonino Zichichi
in 'Perché io credo in Colui che ha fatto il mondo'

Quel crocifisso nello studio di Pertini...

Disse: Toglierlo ?   Mai !
Per due motivi: in primo luogo ho un grande rispetto per quell'uomo finito sulla croce per dire cose giuste...; e poi quel Crocifisso è da molti amato e venerato e lei è tra questi, professor Zichichi, io no.
Ed io gliene sono grato per averlo lasciato lì, rispose...
Però lo dica al Papa puntualmente...

E Giovanni Paolo II disse:
dica al Presidente Pertini che 'la Fede ce l'ha negli occhi'.

Oggi... noi diciamo rispetto per i sentimenti di qualsiasi religiosità... ma coraggio a testimoniare il nostro essere chiesa, perché è stupendo credere nell' Eros di Dio: la croce e la resurrezione.


In riflessione con don Luigi
(Gennaio 2006)

Attendere...

Nostalgia...  per cancellare la menzogna che l'attesa è inutile. Mai dire:  fermate il treno della vita perché voglio scendere.

Progettare e dare nostalgia di Dio al mondo per scrivere pagine di fede, pace, giustizia eliminando quel facile nichilismo ed egoismo che si annidano nel nostro cammino esistenziale.

Andando a vivere questo tempo postepifanico che ci porta alla Pasqua 2006 camminiamo impegnati nella ricerca di maturare il nostro essere 'chiesa'.


In riflessione con don Luigi
(Dicembre 2005)

L' Avvento deve segnare in noi l'inizio di un nuovo percorso, un rimetterci in moto non per ripetere stancamente dei riti già noti, ma per inoltrarci in un cammino che dev'essere sempre nuovo, fatto di nuove scoperte, nuovi segni, nuovi impegni. Questo Natale può essere il giorno in cui il Signore fa irruzione nella nostra vita; dipende dal cammino e dall'intensità dell'amore che portiamo nel nostro cuore.

«Perché lasci indurire il nostro cuore... »
Il pericolo denunciato dal profeta è proprio quello di indurire il nostro cuore; di ridurre il cammino di fede a una ripetizione di gesti che non significano più nulla. L'invito di Isaia è innanzitutto a guardare seriamente la nostra vita, a cambiare rotta, a togliere l'iniquità, a lavare i nostri panni sporchi.
C'è il pericolo che il nostro cuore si indurisca, che diventi insensibile accogliendo la vita paganeggiante che ci circonda.

Nelle nostre case c'è di tutto, ma raramente c'è una Bibbia aperta. Il nostro maestro non è Cristo ma la banalità quotidiana. Nel salotto trovate riviste del pettegolezzo, giornali di ogni genere.
La televisione è sempre accesa come rumore di fondo. Non c'è silenzio, non c'è riflessione, il rischio è di passare da pettegolezzo a pettegolezzo. Dal pettegolezzo televisivo al pettegolezzo del vicino di casa. Gesù bussa alla nostra porta, ma entra solo se apriamo la porta. Come per ogni attesa bisogna avere orecchie aperte, restare col fiato sospeso per percepire il rumore dei passi della persona cara che si avvicina.

«Vegliate perché non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo...»
Il cammino di fede diventa bellissimo se è l'incontro con una persona, se è innamoramento. Se è attendere la persona amata che viene e bussa ogni giorno e ogni giorno è festa, è gioia di nuovo, dell'inedito, del sorprendente.


In riflessione con don Luigi
(Novembre 2005)

Iniziando con Sua Eccellenza il nuovo anno liturgico...
La sintonia di tutta la dimensione parrocchia con me parroco al Vescovo, che ci fa dono della sua presenza, rimane impegno, nel cammino Sinodo andando al momento Anno del Sacerdozio 2006, di servizio a Cristo e alla sua Chiesa.

Riecheggiando il pensiero di Sua Eccellenza cerchiamo nel nostro vivere la parrocchia di porre come linea di programma:
-  La Parola di Dio in dimensione prioritaria
-  l' Eucaristia come punto centrale del nostro essere Chiesa
-  la lettura della storia, carica di relativismo, fuori dal pensare 'tutto rimane scontato'
-  la dinamica di essere attenti a chi è lontano o alla soglia
-  l'attenzione ai momenti tradizione
-  lo spezzare il pane insieme: la condivisione
-  la conoscenza di Dio e l'inquietudine alla santità
riponendo in Dio uno e trino gli aneliti, le inquietudini per mano di Maria, madre della Chiesa, di cui la nostra parrocchia ha titolo con san Felice, martire e presbitero salernitano.



Aprile 2005  -  Ottobre 2005
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