San Felice - Galleria foto S. Felice e S. Maria Madre della Chiesa
Torrione Alto (Salerno)  
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S.Felice in Diocesi



Archivio  Riflessioni


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In riflessione con don Luigi
(Ottobre 2005)

Incontrarsi per la Catechesi ai Sacramenti rimane impegno fondamentale.

La Confermazione è il sacramento che ci pone in dimensione matura nel nostro essere Chiesa e non ritenerla una documentazione per il matrimonio o per fungere da padrino o madrina. Con essa siamo chiamati ad essere atleti di Dio nel mondo.
I doni dello Spirito: Sapienza, Intelletto, Consiglio, Fortezza, Scienza, Pietà, Timor di Dio.
La Cresima conferma il nostro essere battezzati. Siamo Chiesa e dobbiamo intuire che stupendo è essere 'umili lavoratori nella vigna del Signore.'

Per la preparazione al Matrimonio, dopo i chiarimenti sulla liturgia e gli impegni istruttoria della celebrazione, i temi proposti sono:
i sacramenti nel viaggio della vita;
il matrimonio come vocazione;
il matrimonio per crescere in umanità;
il matrimonio come ministri responsabili della vita;
il matrimonio come Chiesa domestica;
l'Eucaristia nel cammino insieme.



In riflessione con don Luigi
(Agosto-Settembre 2005)

Colonia 2005.
Dal grande evento epifanico della GMG 2005 nasce una luce: la Speranza.
Andare a Colonia non incontro da concerto o con un leader socio-politico-religioso ma incontro con una persona: Cristo.
Noi testimoni di questa speranza non svincolata dalla Carità e dalla Verità.

Non utopia ma impegno esistenziale per dare nuova luce alla dignità della persona nella geografia europea e mondiale.
Vedere stupendo il nostro essere chiesa e non cancellare la croce dalla nostra vita personale e pubblica.
La fede non come zaino che può portare peso al nostro cammino di carovana, ma con ali per volare e andare controcorrente.

I Magi per noi modello nel nostro cammino di ricerca accurata di Cristo per adorarlo pur tentati da mille bugie erodiane.
Importante fare ritorno per un sentiero diverso.
Cristo rimane stella amica che illumina i nostri passi nel nostro essere chiesa e nel cammino ecumenico e nel rapporto dialogico con tutte le religioni.
La nostra speranza essere presi dal progetto di Lui per essere amici e testimoni dell'amore in un mondo con tante pagine buie.



In riflessione con don Luigi
(Luglio 2005)

Vi dico buone vacanze...
E vi comunico che il Consiglio comunale, ad eccezione di qualche petalo di fiore politico e di qualche foglia di albero politico, ha approvato quanto già concesso in accordo preliminare.
Nel giardino politico che ha sapore di pluralismo piantiamo un grazie sincero.

Alle voci sparute del no e qualche voce di sottofondo nostalgico.
Anche noi sappiamo che ha sapore di antico quello che abbiamo visto e udito... Ma ad approvazione consiliare dei circa venticinque anni passati... mai partenza.
Ora una speranza che sta diventando certezza... E grazie a quanti hanno avuto attenzione al problema chiesa e al parco Galiziano. Ci sia cura e rispetto da parte di noi ed impegno di miglioramento e sicurezza come promesso. Il nostro progetto ad una rapidissima approvazione e dovuti adempimenti deve significare attuazione.

Gratitudine a quanti nei vari campi sono stati vicini.
Anche il buffet augurale ha significato solidarietà per la Nigeria e gesto di carità.



In riflessione con don Luigi
(Giugno 2005)

Carissimi, è  San Giovanni Battista 2005.
Quanti ne abbiamo vissuti? In questo del 2005 nascono nuovi spiragli di speranza... parlo direttamente al vostro cuore, so che mentre corriamo all'estate 2005 tu sceglierai un momento di spiritualità e ti dico e mi dico: Non pensi che è tempo di stanziare qualcosa nel nostro budget per vivere il Vangelo della Carità ? Non pensi che è giunta l'ora di eliminare una religiosità che si poggia sul vuoto e sulle parole ?

Giovanni Battista è profezia realizzata: duemila anni fa Dio si faceva Bambino. Oggi dobbiamo fare un po' di spazio nella nostra storia a Cristo, indicato da Giovanni Battista come l'Agnello di Dio. Spetta a noi entrare nel cuore del fratello, nella casa di chi è solo, di chi ha perduto la speranza. Ieri non ci fu posto per loro... ma non ti capita che oggi non c'è posto nel nostro cuore per il fratello ? Non c'è quando ci preoccupiamo di fare la nostra devozione, di illuminare solo le strade, di preparare un piatto in più e il nostro agire rimane arido e vecchio. Farsi un augurio è cancellare i vasti spazi in cui troviamo bimbi abbandonati, malati, venduti e maltrattati.

Può veramente spuntare una stella se non si progettano pagine di buio.
Cancellare il dormire indifferente in città, nel quartiere, in famiglia e nella nostra vita personale. Il viaggio è lungo e difficile, ma questa partita va giocata con Lui. Solo Lui scalda la nostra vita e sforziamoci di intuire le ebbrezze della vita. Essere Chiesa è Vangelo di vita e non barca che affonda. Su questa barca mettiamo la gioia del dialogo, la voglia dell'impegno 'storico' e la tenerezza del pregare, perché possa scorrere la fontana della pace.
Non più orizzonti di morte, ma strade di stelle che portano luce ai nostri passi. Questo momento di fede e di storia sarà sorgente di speranza. Non nostalgie di speranze perdute, ma mettiamoci in cammino senza paure.

Grazie Signore di questa speranza...

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In riflessione...
(Maggio 2005)

Santa Maria, Madre della Chiesa, il titolo dato alla nostra Parrocchia,  in aggiunta a quello di S. Felice, dell'attributo a Maria della maternità della Chiesa che genera Santi, ci invita a qualche riflessione, specialmente in questo mese tradizionalmente dedicato alla Madonna.
Non vogliamo sentirci dei privilegiati solo perché pochissime comunità parrocchiali nel mondo portano questo titolo, come in varie occasioni ci ha ricordato don Luigi; però almeno un po' più motivati a riflettere sul nostro essere battezzati, quindi generati nella Chiesa e Chiesa noi stessi, questo sì.
Un'antica preghiera cristiana recita "Per Maria a Cristo" : l'abbiamo appresa, non ricordiamo più quando e come, alimento spirituale unito al latte materno fin dai primi momenti di vita, dimenticato perché sommerso dall'abbagliante e spesso ingannevole luccichìo delle cose del mondo o dalle bufere incontrate nel crescere, ma forse non del tutto cancellato.

In questo mese, fin dalla creazione del mondo, la natura rinnova la vita offrendo al suo Creatore, in germe, le primizie di tutte le cose. E noi ?
Un tempo c'erano i "Fioretti". Ha senso parlarne ancora nell'era dei Messaggini e Videoimmagini ? Perché no ? Condividiamo con gli amici e le persone care le nostre gioie, rendiamoli anche consapevoli dei nostri problemi, se questo ci aiuta a vivere meglio, facciamoci portatori di speranza, ma condiamo sempre tutto con tanto amore, unito anche a gesti di concreta attenzione a chi ha più bisogno. Ogni occasione è buona, anche questo può essere tempo favorevole per tutti per un grazie a Dio di cuore per la vita che ci ha dato, e ci permette di vedere un altro tramonto o salutare una nuova alba che sorge.

Ecco i fioretti nel nostro cammino terreno:
- la piccola vita che sussulta nel grembo materno per dire ci sono e manda il suo messaggio di gratitudine alla mamma che la accoglie e protegge;
- il sorriso del bimbo che allieta la nuova famiglia;
- il giovane che sogna e progetta di essere protagonista di un mondo dove regni l'Amore vero;
- i giovani papà e mamma che sanno rendere grazie per il dono dei figli;
- l'anziano e il sofferente che non si sentono trascurati, ma fiduciosi si abbandonano come figli alle tenere cure della Mamma celeste, in silenzioso colloquio con Lei.
Questi i nostri fiori, sia pure modesti, che vogliamo offrire alla Madre della Chiesa e Madre nostra: tante piccole, semplici e forse ingenue preghiere che, unite a quelle di tanti altri nel mondo, diventano un coro di lode immensa, che sale verso il cielo a Lei e dalle Sue generose mani vengono presentate al Figlio, come umile ma sincera testimonianza della nostra fede.

Diacono Antonio Trelle   


In riflessione con don Luigi
(Aprile 2005)

E' tempo di scrivere nel nostro cuore - per il Sinodo che andiamo a vivere, se non vuole essere un'occasione perduta nella partita della vita - è tempo di scrivere silenzio per ascoltare e vivere il nostro essere Chiesa, come comunità che esce
- dall'essere stazione di servizio;
- dal pensare che solo quello che faccio io è intelligente;
- dal negare l'accoglienza;
- dal rifiutare il sentirci in missione;
- dal cancellare il coraggio della novità.
Noi quindi esprimiamo in questo time out che abbiamo delle 'luci accese', ma c'è anche tanta 'sera'. Il volto esistenziale dei nostri quartieri deve trovare nella parrocchia la dimensione di casa e comunione perché attorno al Campanile si possono scrivere tante pagine di vita, di perdono, di accoglienza, di dignità.
E' tempo di trovare nuove vie e nuove aperture per arricchire la comunità di nuove presenze. Interrogarsi è già inizio... non rimanere acqua stagnante.



Novembre 2004 - Pasqua 2005

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