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Parabita, giugno 2002
CARISSIMO
apparentemente l'uomo di oggi, preso da mille occupazioni,
indaffarato nell'organizzare i pochi momenti di libertą che gli restano,
non ha tempo per far festa.
Apparentemente,
sicuro delle sue possibilitą e degli strumenti che la tecnologia mette a disposizione,
non sente la necessitą di invocare la presenza e la protezione di nessuno
che sia al di lą della povera storia degli uomini.
Apparentemente.
Perchč poi le feste andiamo a cercarcele anzi,
quasi fosse una necessita incoercibile, ne inventiamo di nuove,
prendendo a pretesto non solo le circostanze e le scadenze significative
della nostra vita, ma anche eventi che ci interessanopoco e ancora meno.
E quanto al bisogno di Dio...basta prestare attenzione all'evidenza dei fatti:
il continuo ricorso a maghi e santoni,
la mania dell'oroscopo e della scaramanzia,
il successo dell'occulto, in qualunque modo si proponga,
sono segni adulterati, degradati, spesso anche depravati,
ma pur sempre espressioni inquietanti del nostro bisogno di "credere"
In questo contesto di opposte tensioni,
la festa di S. Antonio, la "nostra festa",
si pone come opportunitą semplice eppure preziosa di preghiera,
di incontro, di gioia.
La nostra comunitą guarda al suo protettore
con la serenitą con cui il figlio guarda a sua madre,
con la fiducia dell'amico.
In S. Antonio, infatti, noi tutti troviamo un esempio da initareper giungere a Cristo,
un compagno in cui confidare per ricevere una boccata di coraggio
tra le difficoltą che spesso ci affannanoe qualche volta ci soffocano,
un punto di riferimento per vincere la noia delle nostre giornate
e per aprirci alla festa.
S. Antonio ci benedica e ci protegga,
perché grazie alla sua intercessione, il nostro cuore,
superata ogni angoscia e paura, vinta ogni sofferenza,
sereno e gioiso si orienti a Cristo.
Sac Salvatore Tundo