Lectio Divina

 Anno B

Domenica delle Palme o di passione

 

Tema: Gesù il messia sofferente va incontro alla morte con libertà di Figlio.

I Lettura: Is 50,4-7

Dal Salmo 21(22) –Mio Dio, Mio Dio, perché mi hai abbandonato? .-

II Lettura: Fil 2,6-11

“Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte, e alla morte di croce;

Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è sopra ogni altro nome.” (Fil 2,8-9)

Vangelo: Mc 14,1-15,47

Vangelo: Mc 11,1-10

 

ANNOTAZIONI

v 1 - Bètfage: Frazione vicino a Gerusalemme sulle pendici del monte degli Ulivi, significa: “Casa dei fichi non maturi” ed ha relazione con i brani relativi al “fico sterile” (11,12-14.20-25).

- Betània: Altro villaggio un po’ più distante da Gerusalemme situato sul versante opposto della città. Significa: “Casa del povero, dell’umile, dell’afflitto”. Sarà il luogo dove Gesù si ritirerà durante il suo soggiorno a Gerusalemme (11,12.19; 14,3).

- Monte degli Ulivi: Situato di fronte al tempio. Al tempo dell’esilio in Babilonia e della distruzione di Gerusalemme il profeta Ezechiele aveva visto la “gloria di Dio” (cioè la presenza di Dio) sostare su questo monte prima di raggiungere gli esiliati in Babilonia (Ez 11,23). Il profeta Zaccaria aveva profetizzato il ritorno della “gloria” (Zc 14,1-9). Sarà il luogo dove Gesù farà ai discepoli il discorso che rivelerà il senso finale di tutta la storia (Mc 13); è anche il luogo dell’agonia, della “lotta” di Gesù (14,26.32).

v 2 - Asinello: (asinello). E’ un animale domestico, pacifico, compagno “familiare” del lavoro dell’uomo opposto al cavallo usato come animale da guerra e di prestigio (cfr. 2 Cr 1,14-17; Es 15,21; Pr 21,31; Salmo 20,8). La scena richiama la profezia di Zaccaria che annunzia il Messia, re umile che farà sparire la guerra (Zc 9,9-10).

v 7 - Egli vi montò sopra: Gesù come Signore, re vittorioso, siede sul puledro, sull’asinello come segno della sua messianicità, entrando così a Gerusalemme compie un gesto profetico che annuncia la sua pasqua in quella città. Tale gesto evoca Zc 9,9-10 e 1 Re 1,31.

v. 9 - Osanna ...: (cfr. Salmo 118,25-26): Questo Salmo si cantava durante la festa delle capanne, che faceva memoria del cammino del popolo nel  deserto verso la terra promessa, ma era anche la celebrazione della regalità universale di Dio e dell’attesa del Messia. “Osanna” significa: “Deh, salvaci!”, ma nel contesto del Vangelo e della liturgia cristiana ha perso il senso di invocazione d’aiuto per acquistare il valore di una semplice acclamazione.

v 10 - Benedetto il regno che viene del nostro padre Davide!: L’acclamazione in questa forma è presente solo in Marco, assume il significato di una attualizzazione fatta dalla folla in senso messianico (cfr. 2 Sam 7,12-16; Is 7,13-14). Naturalmente in questa attualizzazione c’è un fraintendimento: la folla attende un Messia che viene a regnare politicamente, al fine di scacciare l’invasore romano. Gesù invece instaura il regno in modo diverso (non a caso nella liturgia di questa Domenica oltre a questo brano evangelico “ingresso di Gesù a Gerusalemme” si legge anche il Vangelo della Passione).

  

 

Dal Sermone XI,” in Ramis palmarum” di un Anonimo del IX secolo

 

Salendo nostro Signore Gesù Cristo verso Gerusalemme, sei giorni prima della sua Passione, una folla numerosa, che si era adunata a Gerusalemme per celebrare la Pasqua secondo il precetto di Mosè, gli corse incontro portando rami di palme (cfr. Gv 12,12-13), per proclamare con quel mezzo la sua vittoria, quasi si trattasse di un re terreno del popolo d’Israele. Per un costume antico, infatti, si suole donare una palma ai vincitori. Alcuni peraltro, in quella stessa folla, spezzavano rami d’albero (cfr. Mt 21,8), soprattutto di ulivo, accadendo la cosa nei pressi del monte degli Ulivi, e li portavano dove occorreva, per stendere un tappeto sulla via del Signore che si avvicinava. Da qui deriva l’usanza della festa di portare in mano in questo giorno, cantando, rami di palma o d’ulivo, e di denominare detta festa «Rami di palma» o «Rami d’ulivo». Non è però privo di profondo significato il fatto di portare i rami di questi alberi. L’ulivo, in effetti, che contiene nel suo frutto di che curare dolori e fatiche, rappresenta le opere di misericordia - e misericordia in greco si dice appunto "oleos". Quanto alla palma, il suo tronco è rugoso, ma vanta al suo termine, cioè alla sua cima, una bellissima acconciatura, mostrando così che dobbiamo elevarci passando per le asprezze di questa vita fino agli splendori della patria celeste. Ecco perché anche David, il profeta salmista, canta a proposito del giusto: "Il giusto fiorirà come palma" (Sal 91,13). Teniamo perciò in mano i rami d’ulivo, mostrando nei nostri atti la misericordia. Prendiamo anche rami di palma, in modo da attendere, come premio della misericordia, non terrene consolazioni, ma la bellezza della patria di lassù, dove ci precede Cristo nostro Signore egli che è, secondo l’affermazione dell’Apostolo, "il termine della legge, perché sia giustificato chiunque crede" (Rm 10,4). Non trascuriamo poi il versetto del salmo che la folla cantava, applicandolo al Signore: Osanna nell’alto dei cieli, benedetto colui che viene nel nome del Signore, osanna nell’alto dei cieli (cfr. Mt 21,9). La venuta del Signore nella carne fu, in effetti, causa di salvezza non solo per gli uomini sulla terra, ma anche per gli angeli in cielo, poiché, mentre gli uomini sono salvati sulla terra, il numero degli angeli, diminuito con la caduta del diavolo, è completato in cielo. "Osanna nell’alto dei cieli" significa quindi: Salvaci, tu che sei anche la salvezza nei cieli. E perché chiedevano tale salvezza con molta devozione, ripeterono quelle parole e dissero per la seconda volta: Osanna nell’alto dei cieli. Che Cristo benedetto, Signore [nostro] vi accordi dunque di pervenire a quella salvezza, lui che viene nel nome di Dio Padre, con il quale vive e regna, Dio, nei secoli dei secoli. Amen.

 

 

Per la “Collatio” e la “Deliberatio”

1) Quali sono le nostre attese nei confronti di Gesù? Accogliamo Lui e il suo messaggio così come sono? Siamo interessati a Lui e al suo messaggio?

2) Di quali mezzi ci serviamo nei nostri rapporti con gli altri, nei diversi campi in cui ci troviamo e in cui operiamo?

  

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