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 Pagina di spiritualità

 

Maggio: mese di Maria

 

Alcune preghiere e temi tratti da:

Chi è Maria, di Georges Madore,

ed. Paoline 2000

 

1. LA VERGINE A MEZZOGIORNO

E’ mezzogiorno, vedo la.chiesa aperta, bisogna entrare.Madre di Gesù Cristo, io non vengo a pregare. Io non ho niente da offrire e niente da domandare. Io vengo solamente, o Madre, a vederti. Vederti, piangere di felicità, sapere che sono tuo figlio e che tu ci sei. Non più che per un istante, mentre tutto si arresta a mezzogiorno!

Restare con te, Maria, in quieto luogo dove stai tu. Non dir nulla, guardarti in viso, e far cantare al cuore canti nella sua lingua, non dir nulla, ma solo cantare perché si ha il cuore troppo pieno,come il merlo che va dietro a una sua idea in quelli specie di strofe improvvisate.

Perché tu sei bella, perché tu sei immacolata, la donna finalmente ristabilita in grazia, la creatura nel suo primo onore e nella sua fioritura ultima, così come è uscita da Dio nel mattino del suo splendore originale ineffabilmente intatta, perché sei la Madre di Gesú Cristo, che è la verità tra le tue braccia, la sola speranza e il solo frutto.

Perché tu sei la donna, l'Eden dell'antica tenerezza obliata, il cui sguardo trova subito il cuore e fa zampillare Ie lacrime accumulate ( ... ).

Perché è mezzogiorno, perché non siamo in questa giornata che è oggi. perché tu sei per sempre, semplicemente, perché tu sei Maria, semplicemente perché tu esisti, Madre di Gesù, sii ringraziata.

Paul Claudel 

 

2. LA VERGINE SENZA PIEDISTALLO

 

In una cappella delle suore della Presentazione si trova una statua della Vergine che ha questo particolare: essa non è posta su nessuna colonna, su nessun trono o piedistallo. Si scorge la Vergine Maria a destra del coro, arrivata da non si sa dove, discretamente, come un membro della Chiesa, per unirsi alla comunità che accoglie la Parola e celebra il suo Signore.

 

La si può sentir dire più o meno così:

Io, Maria, sono vostra sorella. Ho il vostro stesso Padre che mI ha creato dal nulla. Ho lo stesso Signore che mi ha salvata dal peccato. Cammino sul vostro stesso sentiero, condotta dalla stessa fede. Allora, non voglio piedistalli, né di bronzo, né di parole. Il mio posto è al livello del suolo, con voi. E’ qui che vi attendo, che vi comprendo, che vi amo.

Io, Maria, sono vostra Madre. E, il ruolo di una madre è quello di essere vicina per aiutare i suoi figli a venire al mondo, per insegnare loro ad accogliere la vita.

Così, voglio servirvi nel mostrarvi il mio Figlio che è la Vita e nell'insegnarvi ad accoglierlo.

Voglio essere con voi per insegnarvi a essere con DIO.

E per questo non ho bisogno di piedistalli, ma  del vostro cuore.

 

 

3. PREGHIERA A MARIA CHE INVECCHIA

 Penso a te Maria, penso alla tua vita che si è consumata da Betlemme a Nazaret, da Nazaret al Calvario... Tu, la più bella delle donne, sei invecchiata. Come tutti noi, hai sentito il tempo rodere le tue forze. Ma ogni giorno che ti faceva invecchiare ti rendeva più bella perché più amante, più piena dello Spirito del tuo Figlio. 0 Maria, fa che Io mi consumi come te. Che ciascuna delle mie rughe sia il segno dell'amore. E che con te, la mia vecchiaia mi avvicini a Gesù, la giovinezza di Dio per il nostro mondo. 

 

4. PREGHIERA ALLA VERGINE DELL’ANNO 2000 

Con i secoli che ci precedono e quelli che ci seguiranno,

con il millennio finito e quello  iniziato, noi ti diciamo:

Rallegrati Maria, donna della nostra stirpe, nella quale Dio si dona a noi.

Maria, madre del giorno, Madre del Cristo, apri i nostri cuori alla sua luce.

Maria, Madre della notte, Madre della fede che cerca,

tu che all'inizio dei tempi nuovi divieni la madre della nostra fede,

prendici per mano, prendi il nostro cuore

quando si aggirano intorno a noi il dubbio e lo sconforto.

Sii tu la gioia del nostro vivere quotidiano.

Sii tu la fede viva nelle nostre sofferenze.

Sii tu la nostra tranquilla speranza nell'ora della morte

per condurci verso il nostro Dio e nostro Padre. Amen 

 

5. Discepoli di Maria per essere meglio discepoli dei Cristo

 Dal posto di Maria che leggiamo all'inizio del vangelo deriva il senso completo della devozione mariana. Innanzitutto non si tratta di pregare Maria per chiedere dei favori, quantunque ciò non sia escluso anche come segno di fiducia. Ma la devozione mariana consiste prima di tutto nel contemplare Maria per diventare ciò che ella è, nell'accoglierla nel più profondo del nostro essere, affinché le rassomigliamo nell'accoglienza totale di Dio. Si tratta, dunque, di mettersi alla sua scuola per accogliere perfettamente ‑ in lei e con lei ‑ Dio che viene a noi. Un paragone usato da L. Grignion de Montfort può sembrare semplicistico, ma è eloquente. Quando voglio fare un dolce, cosa mi occorre? Sicuramente un forno, poi della pasta, ma anche uno stampo! Senza lo stampo, la pasta si spanderebbe in una massa informe. Maria è lo stampo del perfetto sì a Dio…

Quando mi guardo, constato che la mia volontà ferita dal peccato è piuttosto flebile, incostante, come la pasta del dolce. Cosa fare allora per offrire a Dio un « sì » perfetto? Versati in Maria, dice L. Grignion de Montfort, offrile tutto quello che sei, affinché ella ti conformi al suo sì perfetto e che Dio‑fatto‑carne sia perfettamente formato in te come lo è stato in Maria». Tale è il significato di ciò che si chiama la consacrazione a Gesù per Maria, cammino spirituale così caro a Giovanni Paolo II.

Contemplare per divenire: contemplare la Vergine nella sua accoglienza perfetta di Dio per essere trascinati con lei, in lei e per lei in questa accoglienza…   

DOCUMENTO 1

Sulle pareti delle catacombe: la Vergine e il bambino

 Non conosciamo il volto della Vergine Maria,  ha scritto sant'Agostino. Ciò non ha impedito però alla devozione cristiana di rappresentarla fin dall'inizio. Le immagini più antiche di Maria si trovano nelle catacombe. Spesso è stata dipinta (ad affresco) nel gesto di presentare il Bambino ai Magi, scena significativa per i romani che si riconoscevano in questi saggi venuti da paesi lontani. Nel cimitero di Priscilla, si può vedere un affresco, dell'inizio del III secolo, che illustra la profezia di Balaam come riportata dal libro dei Numeri (24,16ss). 

DOCUMENTO 2

Maria nel Corano 

Maria occupa un posto speciale nella pietà musulmana. Il Corano, l'insieme delle rivelazioni fatte a Maometto (morto nel 632) dall’Arcangelo Gabriele, descrive l'annuncio e la nascita di Gesù affermandone il concepimento verginale.

Il Corano parla di Maryam, di come abbandonò la sua famiglia e si ritirò nella parte orientale del tempio. Ella si coprì con un velo per nascondersi dal loro sguardo. Noi le inviammo il nostro spirito, che davanti a lei prese la forma di un uomo.

Maryam gli disse: « Io cerco per te un rifugio presso il Misericordioso; se tu lo temi... ».Egli rispose: « Non temere, io sono l'inviato del Signore per darti un bimbo santo ». « Ma, rispose ella, come potrò avere un figlio? Non ho mai avuto rapporti con un uomo, né sono una donna perduta». Egli le spiegò: « Ma è così! Ha affermato il tuo Signore: "Questo mi è facile! Egli sarà un segno per la gente e la prova della nostra misericordia. La decisione è presa ».

Maryam. divenne incinta e si ritirò in un luogo lontano. La colsero i dolori del parto vicino al tronco di una palma. Ella si rammaricò: Ahimè perché non sono morta prima? Perché non sono stata dimenticata per sempre?. Qualcuno la chiamò dal basso: «Non devi piangere. Sotto i tuoi piedi il tuo Signore ha fatto gorgogliare un ruscello. Scuoti il tronco della palma, ne cadranno datteri maturi. Mangia, bevi e stai contenta. Se per caso vedi un uomo mormora: "Ho fatto un voto al Misericordioso di digiunare: non parlerò con nessun uomo tutto il giorno ».

Si avviò verso casa con il bimbo in braccio. Le dissero: « Maryam, hai fatto una cosa insensata. 0 sorella di Aronne, tuo padre non era un malvagio, né tua madre una peccatrice! ». Maryam fece loro cenno di interrogare il figlio: « Ma come, rimbeccarono, ci metteremo a discutere con chi è nella cuna? ».

«Io sono il servo di Dio; egli mi ha dato il Libro e mi ha co stituito profeta...». Questi, questi è Gesù, figlio di Maryam, parola di verità su cui molti hanno dei dubbi. Certo Dio non può avere un figlio. Lungi da lui questa bestemmia! Quando egli ha decretato una cosa comanda: « Sii, ed essa è! ».

(Il Corano, sura XIX Maryam, vv. 16‑36)

 

DOCUMENTO 3 

Maria e la Chiesa

(testo di Isacco della Stella, cistercense inglese morto nel 1147) 

Gli uomini pur essendo molti per generazione carnale, sono con Cristo uno solo per generazione divina.

Il Cristo è unico, perché Capo e Corpo formano un tutt'uno. Il Cristo è unico perché è figlio di un unico Dio in cielo e di un'unica madre in terra.

Si hanno insieme molti figli e un solo figlio. Come infatti Capo e membra sono insieme un solo figlio e molti figli, così Maria e la Chiesa sono una sola e molte madri, una sola e molte vergini. Ambedue madri, ambedue vergini, ambedue concepiscono per opera dello Spirito Santo senza concupiscenza, ambedue danno al Padre figli senza peccato. Maria senza alcun peccato ha generato al corpo il Capo, la Chiesa nella remissione di tutti i peccati ha partorito al Capo il corpo.

Tutt'e due sono madri di Cristo, ma nessuna delle due genera il tutto senza l'altra.

Perciò giustamente nelle Scritture divinamente ispirate quel chi detto in generale della vergine madre Chiesa, s’ intende singolarmente della vergine madre Maria; e quel che si dice in modo speciale della vergine madre Maria, va riferito in generale alla vergine madre Chiesa; e quanto si dice d'una delle due, può essere inteso indifferentemente dell'una e dell'altra.

Anche la singola anima fedele può essere considerata come Sposa del Verbo di Dio, madre figlia e sorella di Cristo, vergine e feconda. Viene detto dunque in generale per la Chiesa, in modo speciale per Maria, in particolare anche per l'anima fedele, dalla stessa Sapienza di Dio che è il Verbo del Padre: « Fra tutti questi cercai un luogo di riposo e nell'eredità del Signore mi stabilii » (cfr. Sir 24,12). Eredità del Signore in modo universale è la Chiesa, in modo speciale Maria, in modo particolare ogni anima fedele. Nel tabernacolo del grembo di Maria Cristo dimorò nove mesi, nel tabernacolo della fede della Chiesa sino alla fine del mondo, nella conoscenza e nell'amore dell'anima fedele per l'eternità.

(Isacco della Stella, Omelia per l’Assunzione)

 

DOCUMENTO 4 

Piccola storia dell’Ave Maria 

Si può affermare senza timore che è la preghiera più recitata nel mondo cristiano insieme al Padre Nostro. Ma da dove viene questa preghiera? Ecco alcune date che ne scandiscono lo sviluppo.

Verso l'anno 80 dell'era cristiana: basandosi su tradizioni anteriori, Luca scrive il suo vangelo. Nel primo capitolo Maria è salutata due volte, prima da Gabriele poi da Elisabetta. Sono questi due saluti messi insieme a formare la prima parte dell'Ave Maria.

Il saluto dell'Angelo inizia con il termine greco: càire, che letteralmente significa « rallègrati ». Ma all'epoca in cui Luca scriveva, questo termine era divenuto il «buon giorno» e si usava per salutarsi. E proprio quest'ultimo significato che Girolamo usò nella traduzione dei vangeli dal greco al latino. Il càire greco diviene «Ave» Maria. Alcune traduzioni contemporanee, invece (come la traduzione ecumenica della Bibbia), più sensibili al carattere solenne del testo dell'annunciazione e alle suggestioni delle profezie, preferiscono tradurre: «Rallegrati». Il testo diviene allora una realizzazione della profezia di Sofonia: «Rallegrati, figlia di Sion, il Signore stesso è in te» (cfr. Sof 3,14).

«Piena di grazia»: il termine greco così tradotto è usato solo due volte nel Nuovo Testamento: qui e in Ef 1,6. E’ il nome dato a Maria, nome che si applica anche alla Chiesa. La sua etimologia evoca sia il favore dei re, sia l'affetto dell'innamorato.

IV e V secolo: nella liturgia greca, i due saluti di Gabriele e di Elisabetta sono riuniti in una stessa antifona: «Rallegrati piena di grazia, il Signore è con te, tu sei benedetta tra tutte le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, perché hai concepito il Salvatore delle nostre anime».

VI secolo: i due saluti congiunti appaiono come antífona di offertorio della IV domenica di Avvento. E’ sotto questa forma breve che l'Ave Maria si diffonderà lentamente in Occidente a cominciare dal monasteri.

1198: per la prima volta, un'ordinanza episcopale ‑ dovuta a Oddone di Soliac, vescovo di Parigi ‑ impone ai sacerdoti di insegnare al laici l'Ave Maria, oltre al Padre Nostro e al Credo.

XIII secolo: nel corso dei due secoli successivi si diffondono molti racconti di persone di ogni classe sociale salvate dalla recita dell'Ave Maria.

XIV secolo: diverse aggiunte compaiono alla fine della formula liturgica (benedetto è il frutto del tuo seno ... ):

‑ Gesù Cristo, amen (attribuita al papa Urbano IV)

‑ Santa Maria, prega per noi.

‑ Madre di Dio, prega per noi peccatori.

Queste aggiunte compaiono e scompaiono secondo gli umori teologici.

1563: nel piccolo ufficio della Vergine dell'Ordine dei Cistercensi è contenuta la più antica versione completa della seconda parte dell'Ave che si conosca oggi.

1568: Pio V introduce questa versione completa dell'Ave nel Messale Romano. ~ quella che usiamo ancora oggi.

 

DOCUMENTO 5

Inno di santa Ildegarda alla Vergine Maria

 

Ildegarda di Bíngen (1098‑1179) è una delle figure più notevoli del Medioevo. Mistica, scrittrice, donna d'azione e di scienza, s'interessa di tutto: scienze naturali, medicina, morale, musica.

Descrive la musica sacra come « un ricordo parziale dello stato primitivo dell'essere umano nell’Eden ». Le religiose del tempo conoscono il latino ed ella compone per la sua comunità alcuni ínni tra i quali la seguente lode alla Vergine:

 

Ave, Vergine magnanima, gloriosa e immacolata; gioiello di purezza, fonte di santità, in cui Dio si è compiaciuto!

In te discese questa grazia celeste: il Verbo eterno in te rivestì la nostra carne. 0 Giglio immacolato che più di ogni altra creatura Dio guarda con amore.

0 tutta bella, o tutta dolcezza; come Dio si è compiaciuto in te! Grazie all'abbraccio del suo amore che invase il tuo seno, suo Figlio si è nutrito del tuo latte.

La gioia invase il tuo cuore quando la celeste armonia cantò le tue lodi, perché, Vergine, tu portavi il Figlio di Dio e la tua purezza sbocciava in Dio.

Le tue viscere esultarono come l'erba che beve la rugiada che la rende smagliante di verde; così lo Spirito ti coprì con la sua ombra, o Madre di ogni gioia.

Che la Chiesa intera esploda in impeti di gioia e risuoni in cori armoniosi contemplando la dolcissima Vergine Maria, degna Madre di Dio.

 

 

DOCUMENTO 6

La corona del rosario, una storia complessa

 La storia del rosario (essendo la corona in realtà una terza parte del rosario) è molto complessa ed è rischioso tentare di riassumerla in poche righe. Il rosario non ha avuto origine da una persona ispirata che un giorno, improvvisamente, ha inventato la corona del rosario. Questa preghiera è il risultato di un lungo processo nel quale convergono tutte le forme di devozione mariana del Medioevo. Ecco a grandi linee quali sono le tappe che hanno prodotto la forma del rosario che oggi conosciamo.

IX secolo: alcuni laici «convertiti» alla vita religiosa (i «conversi») divengono membri di comunità monastiche, ma non sapendo leggere, non possono partecipare alla preghiera del breviario fatta con la recita di 150 salmi. Si suggerisce loro di recitare, al loro posto, 150 Padre Nostro, contandone il numero con piccoli sassi contenuti in un sacchetto, o con i nodi di una corda.

XI secolo: san Pier Damiani (morto nel 1072) ricorda la pratica della recita delle 150 Ave Maria invece del Padre Nostro. Questa recita è spesso molto « fisica», accompagnata da genuflessioni o prostrazioni a ogni Ave.

XII secolo: compaiono forme di preghiera in cui la ripetizione dell'Ave Maria è legata alla celebrazione di diversi «misteri»: le quindici gioie di Maria; i sette dolori di Maria; le set­te allegrezze di Maria...

XIII secolo: alcuni teologi, volendo esprimere il senso cristiano dei salmi dell'Antico Testamento, compongono dei «salteri di Nostro Signore Gesù Cristo», serie di 150 lodi in onore del Cristo basate su un'interpretazione cristiana dei salmi e sulle azioni e parole di Gesù. Poco dopo, appaiono «salteri della Vergine» che ricalcano lo stesso modello. Per molti anni, i cristiani potevano scegliere tra quattro tipi di « rosario »:

‑ 150 Padre Nostro,

‑ 150 Ave Maria,

‑ 150 lodi al Cristo,

‑ 150 lodi a Maria.

 XIV secolo: un monaco renano, Enrico di Kalkar, ha l'idea di dividere le 150 Ave del rosario in decine separate da un Padre Nostro.

XV secolo: nel 1470, il domenicano bretone Alain de la Roche fonda la prima confraternita del rosario. Questo movimento si espanderà in tutta l'Europa e contribuirà enormemente a diffondere la pratica del rosario. Lo stesso sacerdote compone una serie di versetti da leggere prima di ogni Ave. Egli chiama questo nuovo uso: «Il nuovo salterio della Vergine». Verso il 1410, un altro predicatore, Domenico il certosino, compone delle «clausole» da inserire in ciascuna Ave Maria per sostenere la meditazione dei misteri. Questi versetti o clausole ricordano tappe diverse della vita di Cristo e della Vergine.

XVI secolo: con la comparsa della stampa c'è la possibilità d'illustrare le 150 « lodi » del salterio della Vergine, tuttavia ci si limita solo a quindici. Da queste sono nati i quindici «misteri» che usiamo ancora oggi.

Possiamo, dunque, dire che la corona è nata dalla fusione di due modi di pregare: la ripetizione dell'Ave e la contemplazione della vita del Cristo e di sua Madre. Di conseguenza, è una preghiera completa alla quale partecipano il corpo e lo spirito, il primo attraverso il movimento delle labbra e delle dita, il secondo per mezzo della preghiera contempiativa.

Perché si parla dei « misteri del rosario? ». La scuola francese di spiritualità, che si sviluppò nel XVII secolo, incentrava la vita spirituale sull'incarnazione. Infatti, i gesti e le parole di Gesù ci svelano qualcosa della realtà eterna e inesauribile di Dio. Sono, dunque, altrettante «finestre» sul mistero di Dio. Pregare la corona è un po' come sedersi davanti a queste finestre che il Cristo ci ha aperto sull'essere eterno di Dio, per venire trasformati dalla loro luce.

Paolo VI ha riassunto molto bene le qualità della corona perché essa nutra veramente la nostra fede, quando ha scritto che il rosario è una preghiera di contemplazione, nella quale si «meditano i misteri della vita del Signore, visti attraverso il cuore di colei che fu la più vicina al Signore» (Maríalis cultus, 47). La corona del rosario non è, dunque, innanzitutto una preghiera di richiesta (non che la richiesta ne sia esclusa) ma di contemplazione. Non recito la corona affinché Dio faccia la mia volontà, al contrario, perché lentamente il progetto di Dio dimori in me e trasformi la mia vita e io entri, come il Cristo e Maria, nel grande progetto di Dio sul mondo. 

 

DOCUMENTO 7

L’Angelus 

Chi non ha mai visto su un qualche vecchio muro di presbiterio o di casa antica una riproduzione della celebre tela di Jean‑Francois Millet che rappresenta l'Angelus? Ecco in cosa consiste questa preghiera: si suonano le campane della chiesa (o del monastero) tre volte al giorno: alle sei, a mezzogiorno e alle diciotto. Al suono delle campane, si ripete la seguente preghiera: 

L’angelo del Signore portò l'annunzio a Maria.

Ed ella concepì per opera dello Spirito Santo.

Ave Maria...

Eccomi, sono la serva del Signore.

Si compia in me la tua parola.

Ave Maria...

E il Verbo si fece carne.

E venne ad abitare in mezzo a noi.

Ave Maria...

Prega per noi, santa Madre di Dio.

Perché siamo resi degni delle promesse di Cristo.

Preghiamo:

Infondi nel nostro spirito la tua grazia, o Padre; tu, che nell'annunzio dell'angelo ci hai rivelato l'incarnazione del tuo Figlio, per la sua passione e la sua croce guidaci alla gloria della risurrezione. Per Cristo nostro Signore. Amen 

Da dove nasce questa pratica? La sua origine forse è duplice: nelle città, si suonava la campana per segnalare il coprifuoco; le persone presero l'abitudine di pregare la Vergine quando sentivano il suono di questa campana. D'altro canto, nei monasteri, si decise di suonare la campana al momento della preghiera mariana serale. Questa consuetudine è segnalata fin dal 1250 tra i francescani. Giovanni XXII l'introdusse a Roma nel 1327. All'Angelus della sera si aggiunsero quello del mattino (segnalato a Pavia nel 1330) e quello del mezzogiorno, diffuso sotto Luigi XI (morto nel 1483) per chiedere la pace del regno. La forma definitiva di tale devozione si trova in un’opera pubblicata poco prima del 1572. Pietro Canisio l'inserì nel suo catechismo (1588) e la diffuse così in tutta la cristianità.

L’Angelus e il rosario sono le uniche due devozioni popolarí sulle quali si ferma Paolo VI nella sua esortazione apostolica sul culto mariano: «La nostra parola sull'Angelus vuol essere solo una semplice, ma viva esortazione a mantenere consueta la recita, dove e quando sia possibile. Tale preghiera non ha bisogno di restauro: la struttura semplice, il carattere biblico, l'origine storica, che la collega alla invocazione dell'incolumità nella pace, il ritmo quasi liturgico, che santifica momenti diversi della giornata, l'apertura al mistero pasquale ( ... ) fanno sì che essa conservi inalterato il suo valore e intatta la sua freschezza » (Marialis cultus 41).

 

 

DOCUMENTO 8

Il mese di Maria

 Fin dal V secolo, i cristiani d'Egitto (i Copti) praticavano questa forma di devozione mariana In ciascun giorno del mese di kyhak (dicembre), celebravano « l'ufficio delle theotokie » (lodi alla Vergine), a partire dalle profezie dell'Antico Testamento, dai testi del vangelo e da scritti di vari teologi. Questa celebrazione avveniva sempre di sera.

In Occidente, si trovano le prime tracce del mese di Maria in una poesia del XIII secolo di Alfonso il Saggio, re di Spagna:

Sii tu il benvenuto, mese di maggio, con le tue ricchezze, e noi chiediamo ancora nei nostri cantici a santa Maria davanti ai suoi altari di difenderci dalle grandi sventure.

 In seguito, un po’ dovunque, si diffonde l'idea di consacrare il mese di maggio alla Vergine. Se ne trova la pratica nel XVII secolo presso i domenicani italiani, poi presso i cappuccini di Germania, infine, nel XVIII secolo, in diverse regioni d'Italia (Napoli e Genova). Ma è soprattutto a partire dalla pubblicazione di libri che presentano alcuni esercizi del mese di maggio che questa devozione conosce una vasta diffusione. Tre opere, tutte dovute a gesuiti (i padri Dionisi, Lalomia e Muzzarelli), ebbero un grande successo e furono tradotte in diverse lingue. Il padre Muzzarelli nel 1785 scrisse a tutti i vescovi d'Italia per chiedere loro di promuovere questa pratica nelle loro diocesi. Il 21 marzo 1815, Pio VII diede la prima approvazione ufficiale a questa devozione. In Francia, nel 1817 don Querbes e fratel Champagnat introdussero questa pratica nelle loro comunità.

Il mese del rosario, nato in Spagna alla fine del XIX secolo, fu autorizzato e incoraggiato da Pio IX (28 luglio 1868).

 

DOCUMENTO 9

 

La madre dei dolori, secondo un «mistero» del Medioevo

 Il Medioevo fu attraversato da enormi sofferenze: guerre interminabili, fame, peste. Spontaneamente, i credenti si rivolsero a Maria, riconoscendo in lei la «Madre dolorosa» che capiva le loro sofferenze e poteva consolarli. Spesso, nei misteri, cioè nei brani recitati sul sagrato delle cattedrali, si vedeva la Vergine «mercanteggiare con suo Figlio», cercando di attenuare la sofferenza del Calvario suggerendogli modi meno penosi per salvare il mondo. 

Gesù:

Il buon Simeone, quando tra le sue braccia mi strinse, dei tuoi dolori profetizzò con compassione amara che la spada del mio dolore ti trapassava il cuore e l'anima. Per questo rassegnati, Madre mia, e cerca conforto in Dio. Sii forte; perché nessuna donna soffrirà mai come te ma soffrendo meriterai l'aureola di martire...

La Madonna:

Almeno, voglia tu, per tua grazia, morire di morte breve e lieve.

C.   Io morirò di morte molto amara.

M. Che non sia molto abbietta e vergognosa.

G.  Sarà molto ignominiosa.

M. Avvenga lontano da qui, se è possibile.

C.  Avverrà in mezzo a tutti i miei amici.

M. Avvenga almeno di notte, te ne prego.

G.  Invece avverrà in piena luce, a mezzogiorno.

M. Morirai dunque come i baroni.

C.  Morirò tra due ladroni.

M. Che sia nascosta e senza clamore!

C.  Sarò invece appeso a una croce.

M. Sarai almeno vestito?

G.  Sarò appeso tutto nudo.

M. Aspetta la vecchiaia.

C.: Avverrà nella mia giovinezza.

M.: E’ molto grande la tua carità; ma, per l'onore dell'umanità, non sia il tuo sangue versato.

G.  Sarò tirato e teso tanto che si conteranno le mie ossa; e sul mio dorso forgeranno i peccatori colmi di male poi foreranno piedi e mani con ferite e grandi piaghe.

M. Alle mie richieste materne dai solo dure risposte.

G.  Bisogna compiere le Scritture senza farne passare un solo punto. Essi vedranno il mio corpo trapassato,

e tutti i miei vestiti saranno arrossati dal mio sangue e tutto solo per la natura umana trarrò dal torchio la pena...

M. O feconda passione, dura per te, utile al peccatore, con la quale l'uomo fragile è reso alla sua innocenza io ti offro la mia mente, il mio corpo, le mie sofferenze, la mia anima e tutto il mio essere di donna per farne ciò che ti piacerà!

(Jean Michel, Le Mystère de la Passion,i Parigi 1490).

 

DOCUMENTO 10

Le apparizioni della Vergine In questi ultimi anni, le apparizioni della Vergine hanno fatto scorrere molto inchiostro, ma questo fenomeno non è nuovo. Già il vescovo Gregorio di Nissa (morto nel 355) riferisce di un'apparizione di Maria a Gregorio il Taumaturgo avvenuta nel 231. Ma è in Francia che troviamo i più antichi santuari mariani la cui origine storicamente può essere riportata a un’apparizione della Vergine: Nostra Signora di Le Puy (verso il 415) e Nostra Signora di Marillais (verso il 430). Quest'ultimo santuario fu ingrandito dallo stesso Carlo Magno, in ringraziamento alla Vergine per le vittorie militari.

Il XIX secolo ha conosciuto una vera «esplosione» di apparizioni mariane. In un’opera molto documentata su questi fenomeni, Yves Chiron elenca quindici apparizioni avvenute dal 1830 al 1933 e « riconosciute dalla Chiesa, in misura diversa » (p. 173). Si tratta delle seguenti apparizioni:

Rue du Bac (Parigi, 1830); La Salette (Francia, 1846); Cerreto (Italia, 1853); Porzus (Udine, Italia, 1855); Lourdes (Francia, 1858); Filippov (Repubblica Ceca, 1866); Pontmain (Francia, 1871); Saint~Bauzille (Francia, 1873); Pellevoisin (Francia, 1876); Gietrzwalde (Polonia, 1877); Knock Mhuire (Irlanda, 1879); Fatima (Portogallo, 1917); Beauraing (Belgio, 1932‑33); Banneaux (Belgio, 1933).

Per quanto riguarda le celebri apparizioni di Medjugorje, la conferenza episcopale della ex Iugoslavia ha dichiarato nel 1991: «Sulla base delle ricerche condotte finora, non è possibile affermare che si tratti di apparizioni o di rivelazioni soprannaturali. Tuttavia, la numerosa presenza di fedeli ( ... ) esige l'attenzione e la cura pastorale in primo luogo del vescovo diocesano, ma con lui anche degli altri vescovi, in modo che a Medjugorje e in rapporto con essa sia promossa una sana devozione verso la Beata Vergine Maria, secondo l'insegnamento della Chiesa». Queste affermazioni sono state riprese in un comunicato della Congregazione per la dottrina della fede, datato 23 marzo 1996 (La Documentation Catholique, 16 giugno 1996, n. 2140, pp. 598‑599). 

Processo di autenticazione                                                                                                                                              

Quest'abbondanza di apparizioni riconosciute non deve far dimenticare l'estrema prudenza della Chiesa in tale ambito. Infatti, dopo il 1900, su 362 pretese apparizioni, solamente 4 hanno ricevuto un'approvazione diretta (Fatima, 1917; Beauraing, 1932; Banneaux, 1933; Betania/Venezuela, 1976); 11 hanno ricevuto un appoggio indiretto con l'autorizzazione a erigervi un luogo di culto; 79 non sono state approvate. Quanto alle restanti 268, le autorità non hanno preso alcuna decisione. Ma come la Chiesa «approva » un’apparizione? Lo può fare in diversi modi. 

Approvazione ufficiale

Il vescovo del luogo costituisce una commissione d'inchiesta che comprende teologi, canonisti, scienziati (psicologi e medici). Questi procedono con interrogatori di cui si conservano i verbali. L’inchiesta riguarda tre aspetti:

‑ aspetto storico: gli avvenimenti hanno veramente avuto luogo? Le testimonianze concordano?

‑ aspetto psico‑morale: i veggesti danno prova di un buon equilibrio psicologico? Hanno disturbi della personalità? Cercano di trarre profitto da questi fenomeni? Sono modesti, discreti, umili, sinceri?

‑ aspetto teologico: la descrizione della visione e le sue parole contraddicono i dati della fede? Si può concludere circa l'origine soprannaturale dei fenomeni?

 A seguito dei suoi lavori, la commissione rimette le conclusioni al vescovo del luogo. Questi può, allora, astenersi da ogni dichiarazione. Egli può anche riferirne alla conferenza episcopale del paese o a Roma, che potrà chiedere un supplemento d'inchiesta, rimettendosi al giudizio del vescovo del luogo, o scegliere di astenersi da ogni dichiarazione. Infine, il vescovo del luogo può fare una dichiarazione ufficiale. Questa può assumere tre forme: 

‑ l'inchiesta non permette di constatare la soprannaturalità dei fatti;

‑ l'inchiesta permette di constatare la non soprannaturalità dei fatti;

‑ l'inchiesta permette di constatare la soprannaturalità dei fatti. 

Altri modi di approvazione

In molti casi, l'approvazione riveste modalità diverse, meno ufficiali:

‑ la costruzione autorizzata di un luogo di culto (per esempio Cerreto, Filippov, Saint‑Bauzille, Tre Fontane/Roma);

‑ riconoscimento del carattere miracoloso di una guarigione (per esempio Pellevolsin);

‑ canonizzazione del veggente o approvazione di una festa liturgica (per esempio Rue du Bac/Parigi);

‑ autorizzazione del culto privato o di pubblicazione sugli avvenimenti (per esempio Ile Bouchard);

‑ pellegrinaggio di un’autorità ecclesiale sul luogo (vescovo o papa) (per esempio Knock Mhuire). 

Significato e utilità delle apparizioni

«Beati coloro che hanno creduto senza vedere» dice Gesù a Tommaso (Gv 20,29). E le sue ultime parole agli apostoli sono: «Lo Spirito Santo verrà su di voi e riceverete da lui la forza per essermi testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giuoca, la Samaria, e fino alle estremità della terra » (At 1,8). Un'apparizione della Vergine non può, dunque, essere la base della nostra fede. Noi crediamo per la testimonianza esteriore ricevuta  dagli apostoli e per la conferma interiore che ce ne dà lo Spirito Santo.

Può darsi, tuttavia, che la Vergine di misericordia, così vicina a Dio e così vicina a noi, venga in nostro soccorso quando la fede cala o venga a sostenerci quando attraversiamo una difficile prova. Così, a Lourdes, a Fatima, a La Salette e a Cerreto, ella chiama alla conversione e alla preghiera. A Porzus (Udine) e a Saint‑Bauzille, invita al rispetto della domenica. Altre volte, ella viene ad esempio a confortare gli abitanti di Pontmain annunciando loro la fine della guerra o raggiunge Massimiliano Kolbe nella prigione per confortarlo. I «segreti» di Lourdes, di Fatima o della Salette sono sulla stessa linea di un invito al clero e al laicato a essere coraggiosi dinanzi alla probabilità della perdita della fede e a convertirsi. Infine, come a Lourdes e a Banneaux, la Vergine ripete la sua compassione verso i malati attraverso segni concreti come guarigioni o lo zampillare di una sorgente.

Non si scherza con la fede: è qualcosa di fragile e prezioso nel cuore umano. Ecco perché la Chiesa è di una estrema prudenza di fronte alle apparizioni e non obbliga nessuno a credervi. Nel 1875, la Congregazione dei riti affermava: « Le apparizioni o rivelazioni non sono né approvate né condannate dalla Santa Sede, ma solamente permesse e possono essere credute devotamente e con fede umana, seguendo ciò che se ne riporta e ciò che confermano le testimonianze che meritano credibilità ». La stessa affermazione fu ripresa da Pio X nella sua enciclica Pascendi (1907). La Chiesa rimane aperta, dunque, al segni meravigliosi ed eccezionali che ci offre la Vergine per sostenerci nel nostro cammino di fede.

 
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