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Parrocchia S. Ottavio - Modugno

Cammino neocatecumenale 

Nella Chiesa antica, in mezzo al paganesimo, quando un uomo voleva farsi cristiano, doveva fare un itinerario di formazione al cristianesimo, che si chiamava “Catecumenato”, dalla parola catecheo che significa “faccio risuonare” ed al passivo “ascolto”.Il processo attuale di secolarizzazione ha portato tanta gente ad abbandonare la fede e la Chiesa o a viverla ad un livello molto superficiale. Anche la Catechesi Tradendae afferma che la situazione di molti cristiani nelle parrocchie è di “quasi-catecumeni”. Per questo è necessario aprire di nuovo un itinerario di formazione al Cristianesimo. Oggi molte diocesi stanno tentando di fare un itinerario di catechesi per adulti. Il Cammino Neocatecumenale è un aiuto alle parrocchie per aprire un cammino di Iniziazione Cristiana al Battesimo, per scoprire che cosa significa essere cristiani. È uno strumento al servizio dei Vescovi nelle parrocchie per riportare alla fede tanta gente che l’ha abbandonata. Il Neocatecumenato è una sintesi teologico-catechetica, un catechismo, un catecumenato per adulti, un itinerario di formazione cristiana per l’uomo contemporaneo. Viene proposto sopratutto a gente già battezzata ma che non ha sufficiente formazione cristiana. Il Cammino Neocatecumenale, dopo più di 40 anni di esperienza iniziata in uno dei sobborghi più poveri di Madrid, oggi si estende a più di 900 diocesi, 6.000 parrocchie, centocinque nazioni e oltre 20.000 comunità.

Non è difficile elencare i frutti del Cammino Neocatecumenale: famiglie che si sono riconciliate, che si sono aperte alla vita e sono grate alla Chiesa, che si offrono per andare a proclamare il Vangelo fino ai confini della terra... specialmente nelle aree più povere e scristianizzate. Da queste famiglie sorge anche un grande numero di vocazioni (3.000 sacerdoti, mille dei quali hanno studiato nei Seminari “Redemptoris Mater”, 1.500 seminaristi e 5.000 religiose).

Le famiglie ricostruite sono frutto della nuova natura che viene trasmessa dal battesimo e che dà la capacità di amare il nemico, come un dono gratuito dello Spirito Santo. Il Santo Padre ha potuto constatare i frutti di conversione e l’impulso missionario, conseguenza dell’avere esperimentato attraverso la predicazione, la vittoria di Gesù Cristo risorto sulla morte.

Nella lettera Ogniqualvolta del 1990 il Santo Padre Giovanni Paolo II  riconobbe il Cammino Neocatecumenale come un itinerario di formazione cattolica valido per la società ed i tempi moderni ed espresse l’auspicio che i Vescovi valorizzassero e appoggiassero questo strumento per la nuova evangelizzazione “così che esso possa essere attuato secondo le linee proposte dai suoi iniziatori”. Il Santo Padre offrì così alle diocesi uno strumento concreto di evangelizzazione senza però trasformare questo itinerario in un ordine religioso, in una associazione particolare o in un movimento.

Più volte nella storia della Chiesa i santi hanno tentato di far rivivere lo spirito del Vangelo nel popolo di Dio senza dover per forza circoscriverlo in un ordine religioso. I tempi non erano maturi. Oggi, dopo il Concilio Vaticano II, la situazione contemporanea di ateismo e secolarizzazione colloca la Chiesa in una posizione dove è imprescindibile il ripristino del catecumenato e della iniziazione cristiana. Questo itinerario offre alle diocesi uno strumento per evangelizzare che - ha detto il Santo Padre il 12 Aprile 1993 – può “rispondere alle sfide della secolarizzazione, della diffusione delle sette e alla mancanza delle vocazioni. La riflessione sulla parola di Dio e la partecipazione alla Eucaristia rendono possibile una iniziazione graduale nei sacri misteri, la formazione di cellule viventi della Chiesa ed il rinnovamento della vitalità delle parrocchie per mezzo di cristiani maturi in grado di rendere testimonianza alla verità attraverso una fede radicalmente vissuta”.

Il rinnovamento che è avvenuto nelle parrocchie, grazie al Neocatecumenato, ha provocato una sorprendente spinta missionaria che ha fatto sì che tantissimi catechisti ed intere famiglie siano disposti a partire dovunque sia necessario evangelizzare. Kiko Arguello nel suo intervento al Sinodo straordinario dei Vescovi d’Europa nel 1999 ha detto: “Uscire dalla grande città per entrare nella Gerusalemme celeste: ecco l’opera della Chiesa. E come? Ritornando al primissimo modello apostolico, come ha detto il Papa al VI Simposio delle Conferenze Episcopali d’Europa.

Una nuova evangelizzazione attraverso l’annunzio del kerygma fatto da apostoli itineranti senza borsa e senza bisaccia, che apra nelle diocesi e nelle parrocchie il fonte battesimale, mediante un cammino di iniziazione cristiana, che aiuti gli uomini ad uscire da Babilonia per essere cittadini del cielo”.

Si è potuto vedere – in oltre 30 anni di esperienza e in più di 100 nazioni – l’urgenza che le strutture della Chiesa vengano rinnovate; che la parrocchia, di fronte al “villaggio globale” di McLuhan, possa divenire “un villaggio celeste”, con una nuova estetica: un catecumenium, con spazi moderni, per il culto e per la vita delle piccole comunità, un modello sociale più umano, capace di aprire spazi per una nuova cultura.

In questo villaggio celeste, creativo, come nuovo concetto di parrocchia, abbiamo visto le famiglie ricostruite, migliaia di vocazioni, che hanno permesso ai Vescovi di erigere 63 seminari diocesani “Redemptoris Mater” in tutto il mondo.

Il 12 gennaio del 2006 il Santo Padre Benedetto XVI, ricevendo in udienza alcune Comunità del Cammino Neocatecumanale, fra cui 200 famiglie che nei giorni a seguire si sono recate in missione evangelizzatrice in diversi paesi del mondo, ha sottolineato “l’importanza della liturgia e, in particolare, della Santa Messa nell’evangelizzazione” e che - come “la vostra lunga esperienza può ben confermare” - “la centralità del mistero di Cristo celebrato nei riti liturgici costituisce una via privilegiata e indispensabile per costruire comunità cristiane vive e perseveranti”.

Terminato l’itinerario di iniziazione cristiana post-battesimale, la comunità entra nel processo di educazione permanente della fede, come richiesto dal Direttorio generale per la catechesi: “L’orazione di Gesù davanti al Padre, «che tutti siano uno. Come tu, Padre, sei in me e io in te, che anche essi siano uno in noi perché il mondo creda che tu mi hai mandato» è una chiamata incessante. Avvicinarsi gradualmente a questo ideale richiede, nella comunità, una fedeltà molto grande all’azione dello Spirito Santo, un costante alimentarsi del Corpo e del Sangue del Signore e una permanente educazione della fede nell’ascolto della Parola”. “Il vostro cammino" – ha detto Giovanni Paolo II – attinge allo spirito del Concilio Vaticano II per offrire un esempio di evangelizzazione che dà speranza alla vigilia del terzo millennio”.

 

Per gli approfondimenti:

 

il sito ufficiale del Cammino neocatecumenale:

http://www.camminoneocatecumenale.it/it/index.asp

 

il centro internazionale Domus galilaeae:

http://www.domusgalilaeae.org/it/ithome.htm

 

a cura di Mimmo Maggio responsabile parrocchiale

 

 

 
 

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