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Parrocchia di S. Quirico in Monte San Quirico - 55100 LUCCA


 

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La parola della liturgia domenicale

9 marzo 2014 - I domenica di Quaresima - (ANNO A)

Non di solo pane vivrà l’uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
(Mt 4,4b)

Antifona d'ingresso (Sal 91,15-16)
Egli mi invocherà e io lo esaudirò;
gli darò salvezza e gloria,
lo sazierò con una lunga vita.

Colletta
O Dio, nostro Padre, con la celebrazione di questa Quaresima,
segno sacramentale della nostra conversione,
concedi a noi tuoi fedeli di crescere nella conoscenza del mistero di Cristo
e di testimoniarlo con una degna condotta di vita.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Gen 2,7-9; 3,1-7)
La creazione dei progenitori e il loro peccato.
Dal libro della Gènesi

Il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente. Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l’uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, e l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male. Il serpente era il più astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto e disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: “Non dovete mangiare di alcun albero del giardino”?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: “Non dovete mangiarne e non lo dovete toccare, altrimenti morirete”». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male». Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.
Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 50)

Rit: Perdonaci, Signore: abbiamo peccato.

Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia cancella la mia iniquità.

Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro.

Sì, le mie iniquità io le riconosco,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.

Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto.

Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.

Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.

Rendimi la gioia della tua salvezza,
sostienimi con uno spirito generoso.

Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode.

SECONDA LETTURA (Rm 5,12-19)
Dove ha abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato, la morte, così in tutti gli uomini si è propagata la morte, poiché tutti hanno peccato. Fino alla Legge infatti c’era il peccato nel mondo e, anche se il peccato non può essere imputato quando manca la Legge, la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato a somiglianza della trasgressione di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire. Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo tutti morirono, molto di più la grazia di Dio, e il dono concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti. E nel caso del dono non è come nel caso di quel solo che ha peccato: il giudizio infatti viene da uno solo, ed è per la condanna, il dono di grazia invece da molte cadute, ed è per la giustificazione. Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo. Come dunque per la caduta di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l’opera giusta di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione, che dà vita. Infatti, come per la disobbedienza di un solo uomo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l’obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti.
Parola di Dio.

VANGELO (Mt 4,1-11)
Gesù digiuna per quaranta giorni nel deserto ed è tentato.
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”». Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”». Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”». Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

Parola del Signore

Riflessione

Con il Mercoledì delle Ceneri è iniziato il Tempo della Quaresima. Siamo chiamati a ritornare al Signore con il cuore e con la vita in un cammino di conversione e di apertura alla Grazia.
Le Letture di questa prima Domenica ci aiutano a crescere nella consapevolezza della nostra debolezza e del dono grande che abbiamo nell’aiuto del Signore. L’uomo plasmato da Dio e chiamato alla vita, si allontana subito da Lui, fa fatica a fidarsi di Lui, a riconoscersi sua creatura, a riconoscere che da Lui solo riceve il senso e la ragione della propria esistenza. Adamo ed Eva nel Giardino avevano tutto, godevano l’amicizia del Signore, ma non si sono fidati di Lui. Hanno dato ascolto alla voce del tentatore che con una domanda menzognera: È vero che Dio ha detto: non dovete mangiare di alcun albero del giardino”? ha instillato in loro il dubbio di essere ingannati e non amati, ha fatto loro pensare di poter trovare in se stessi il codice di interpretazione della vita, li ha staccati dalla vera Fonte di senso dell’esistenza. Si è così incrinato il rapporto di intimità con il Signore, conobbero di essere nudi…intrecciarono foglie e se ne fecero cinture.
Cedere alla tentazione è sempre ripetere in sé queste dinamiche. Prima si sente attrazione per qualcosa che sappiamo non essere buono e, “il frutto proibito” ci appare sempre più desiderabile acquistando spazio nei pensieri e nei desideri, ma, se raggiunto, quanta delusione o stanchezza interiore lascia. Quanta divisione in se stessi e nelle relazioni! Può sembrare di aver raggiunto la felicità che risulta però apparente e ci si scopre più fragili e vulnerabili, più schiavi e meno liberi. Ma il dono di grazia non è come la caduta, Dio non ci abbandona: se infatti per la caduta di uno solo tutti morirono, molto di più la grazia di Dio, e il dono concesso in grazia del solo Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti.
Gesù è l’Uomo nuovo, il Figlio totalmente aperto e rivolto al Padre che ci unisce a Sé e al suo sì, in Lui anche la nostra vita può essere sì. Gesù, il Figlio di Dio fatto carne, viene condotto dallo Spirito nel deserto per essere tentato dal diavolo. Il deserto è il luogo e il simbolo dell’intimità con il Signore, ma anche della prova, lì digiuna quaranta giorni e quaranta notti e ha fame. Il tentatore lo attacca in questa sua debolezza. Lo tenterà ancora: gettati giù…e poi: ti darò tutte queste cose se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai. Gli dirà provocatoriamente: Se tu sei figlio di Dio, come a dire “se veramente sei Figlio di Dio, dimostralo facendo quello che ti dico, se sei Figlio di Dio, fai quello che vuoi tu”! Ma Gesù risponde sempre riferendosi ad un Altro: Sta scritto. È dal Padre che riceve il suo essere Figlio ed è Lui il suo unico riferimento. Al versetto dell’Alleluia abbiamo cantato: “non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”.
Questo ha vissuto Gesù e questo siamo chiamati a vivere anche noi. La Parola del Signore, accolta nel cuore, meditata e gustata nella vita ci dà la forza per resistere alla tentazione, ci da la vera chiave interpretativa della realtà e trasformandoci il cuore ci aiuta ad affrontare le situazioni e la vita con “l’alfabeto del Signore”, fidandoci di Lui e credendo al suo Amore. Adamo ed Eva, hanno risposto alla tentazione facendo affidamento su se stessi, Gesù risponde facendo affidamento su Dio: Sta scritto. Lui, il cui cibo è fare la volontà del Padre, aiuti anche noi ad abbandonarci nelle sue braccia senza timore perché l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo.

Le Sorelle Carmelitane. Monastero “Regina Carmeli”

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