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| La Nostra Storia | Tra
i terreni che l'arcidiacono Bernardo il 31 maggio 1047 donò
ai
canonici della cattedrale di Padova ce n'erano anche « infra
vico
Milanica. ..infra comitato Tervisiano ». E’ la
prima volta
che s'incontra Meianiga in un atto pubblico. Diventa «
Millaniga
" in una vendita del 9 novembre 1119 e in documenti successivi.
L'esistenza a Meianiga d'una cura d'anime organizzata parrebbe
testimoniata dalla presenza d'un Ruggero chierico “de
Millaniga” ad un processo del 12 novembre 1205. Di fatto la
decima papale del 1297 elenca fra le chiese delle "plebes [pievi] S.
Michaelis de Turre" anche "ecclesia S. Antonini de Melianica", retta
dal prete Antonio, coadiuvato dal chierico Tornimbene. Allora furono
scusati dal pagamento delle due
rate
della decima, ma nell'estimo papale del secolo seguente il beneficio
presbiterale è valutato 32 lire di piccoli, quello
chiericale 25. Il titolare della chiesa è S. Antonino, giovane ventenne martirizzato ad Apamea in Siria poco dopo la fine delle persecuzioni; soltanto a cominciare dalla visita pastorale del 13 settembre 1888 è chiamato presbitero, seguendo l'errata lezione del Martirologio Romano. Nella relazione della visita pastorale del vescovo Ormaneto il 1° giugno 1572 la chiesa di Meianiga è detta parrocchiale, il suo rettore “residet, per seipsum exercet curam animarum et inhabitat domum parochialem quae est prope ecclesiam” [risiede e esercita la cura della anime per suo conto e abita in una casa della parrocchia accanto alla chiesa]. Questa aveva tre altari e in fondo, a destra della porta meridionale, il battistero; il cimitero era attorno alla chiesa che aveva fabbriceria: insomma tutto quello che fin da allora si richiedeva in una parrocchia. Nella visita del 29 maggio 1680 S. Gregorio Barbarigo trovò la chiesa “magnifice ornata et praecipue altaria de novo pulcherrime renovata ac restaurata” [magnificamente ornata e in particolare gli altari in modo stupendo rinnovati e restaurati] per merito del rettore don Francesco Giglio, entrato in possesso il 30 dicembre 1675. Nonostante fosse stata nuovamente restaurata nel 1884-1886, quella chiesa era ormai troppo vecchia. Il 5 maggio 1906 ebbe inizio la costruzione di una nuova chiesa su disegno del parroco don Bortolo Guzzonato a croce latina con tre navate; nel 1911 era al coperto. Del tutto finita l' 8 maggio 1923, fu consacrata il 10 settembre 1962. Il nuovo campanile iniziato nel 1933, fu terminato 23 anni dopo, nel 1956 dalla ditta Tombola. |
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| La
‘passio’ del martire è andata persa, ma
quelle
notizie che rimangono nei ‘sinassari’, sono
sufficienti per
ricostruire il racconto della sua vita. Antonino nacque ad Aribazos nella Siria Seconda; scalpellino di mestiere, passando un giorno in una località vicino Apamea di Siria, antica città posta sul fiume Oronte, rimproverò i pagani che adoravano i loro idoli, (siamo nel I secolo); trascorse due anni presso un anacoreta di nome Teotimo ritornando poi presso Apamea, qui rivelando uno zelo che rasentava l’imprudenza, entrò nel tempio frantumando gli idoli, provocando così l’ira dei pagani, che lo percossero. Il vescovo di Apamea (questa città fu sede vescovile sin dal I secolo) gli chiese di costruire un chiesa in onore della SS Trinità, ma dopo aver iniziato il lavoro fu assalito dai pagani che si ritenevano offesi dalla sua sfuriata e l’uccisero, aveva solo vent’anni. Un altro ‘sinassario’ racconta che il corpo di Antonino fu dapprima smembrato e poi sepolto in una caverna ad Apamea, il vescovo della città fece costruire sulla stessa caverna, una basilica a lui dedicata, la quale fu poi distrutta da Cosroe II re di Persia († 628) nel VII secolo; questa basilica era già nota nel 518, menzionata negli atti di un Concilio della Siria. Da qui la storia di s. Antonino finisce e comincia quelle delle sue reliquie che sarebbero state portate da un certo Festo nella Noble-Val in Francia, dopo la distruzione di Apamea avvenuta nel 540 ad opera di Cosroe I di Persia; dalla Noble-Val alcune reliquie passarono a Pamiers e altre ancora trasferite a Palencia in Spagna. Col passare del tempo gli abitanti di Pamia (Pamiers) perduta la memoria della traslazione da Apamea, videro in Antonino un santo locale, discendente di re dei Goti, diventato prete, che evangelizzò Tolosa ed altre città e ritornato a Pamiers fu ucciso dai concittadini; questa credenza ha fatto sì che il martire viene chiamato anche s. Antonino di Pamiers. Tutti i ‘martirologi’ e ‘sinassari’ antichi lo riportano nei loro elenchi in date diverse; quello ‘Romano’ seguendo il ‘Geronimiano’ lo cita al 2 settembre, ma anche al 3 Antonino, martire del I secolo, nacque ad Aribazos, nella Siria Seconda. Scalpellino di mestiere, passando un giorno vicino ad Apamea, rimproverò i pagani che adoravano i loro idoli. Su richiesta del vescovo, iniziò in città la costruzione di una chiesa in onore della Santissima Trinità, ma fu assalito dai pagani ed ucciso. Riguardo al suo corpo, si racconta che fu smembrato e poi sepolto in una caverna dove il vescovo fece costruire una basilica a lui dedicata e distrutta nel VII secolo. Allora, le reliquie sarebbero state portate da un certo Festo nella Noble-Val in Francia. Ma da qui, alcune passarono a Pamiers, e altre furono trasferite a Palencia in Spagna. Col passare del tempo gli abitanti di Pamiers, perduta la memoria della traslazione, videro in Antonino un santo locale. Per questo, il martire è noto anche con il nome di Sant’Antonino di Pamiers. |
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