LA BELLEZZA SALVERA' IL MONDO
SOMMARIO

La bellezza salverà il mondo

Don Emanuele

Il Giubileo del 2000

Da padre Mariano a don Franco

I due Consigli...

Jack Frusciante...

Attenzione Attenzione

Caritas Parrocchiale

Spazio al dialogo

Preghiere "curiose"

 

"E' vero, principe, che voi diceste un giorno che il mondo lo salverà la 'bellezza'?" chiede l'ateo Ippolit, che sta morendo di tisi a 18 anni, al principe Myskin ne L'idiota di Dostoevskij. "Signori - gridò forte a tutti - il principe sostiene che il mondo sarà salvato dalla bellezza… Quale bellezza salverà il mondo?". Il principe non risponde alla domanda: la sua presenza silenziosa accanto a chi muore pare voglia dire che la bellezza che salva il mondo è l'amore che condivide il dolore. E il cardinale di Milano Martini, che dallo scrittore russo si è lasciato provocare nella sua ultima lettera pastorale, afferma: «La bellezza di cui parlo non è la bellezza seducente, che allontana dalla vera meta cui tende il nostro cuore inquieto: è invece la "bellezza tanto antica e tanto nuova", che Agostino confessa come oggetto del suo amore purificato dalla conversione, la bellezza di Dio; è la bellezza che caratterizza il Pastore che ci guida con fermezza e tenerezza sulle vie di Dio, che è detto dal Vangelo di Giovanni "il Pastore bello, che dà la vita per le sue pecore". E' la bellezza cui fa riferimento san Francesco nelle Lodi del Dio altissimo quando invoca l'Eterno dicendo: "Tu sei bellezza"».

Carissimi, è di nuovo Natale; un Natale particolare, quello di quest'anno, perché apre il grande Giubileo dell'Incarnazione. Dio, ancora più "bello" perché ci è dato di contemplarlo in un bambino, viene a prendere dimora in questa nostra storia che pare abbruttirsi sempre più; la sua venuta ci riporta alle origini della creazione, quando l'uomo è stato appena plasmato e l'Onnipotente guarda con pathos (come si esprime il Papa nella "Lettera agli artisti") la sua opera: "E Dio vide che tutto quel che aveva fatto era davvero molto bello" (Gen.1,31 - traduzione in lingua corrente). Che è successo poi? Forse che l'uomo non è capace di guardare anche lui "con pathos" al creatore, a se stesso e al proprio simile? Forse che non va ancora in cerca, con appassionata dedizione, di nuove "epifanie" della bellezza (è ancora il Papa a parlare di "epifanie")?

Dobbiamo pur ammetterlo: oggi si cerca in tutti i modi di farsi "belli"; fanno quasi tenerezza certe nonnine che han superato gli ottanta e ancora ci tengono, che so, a mettersi il rossetto, solo che ormai la vista e la mano ferma non accompagnano più e allora…; o la bambina che non ha nemmeno dieci anni e già usa la trousse della mamma e indossa gli ultimi vestitini alla moda; e i maschi non sono da meno. Se vogliamo ci aggiungiamo pure la palestra, la clinica di lusso dove "rifarsi" qualche parte del corpo, la dieta… ma, è questa la "bellezza"? Possibile mai che quando Dio vede l'uomo "bello", lo immagini appena uscito da qualche intervento di lifting, di quelli che oggi costano milioni? O bello per Lui significa buono, onesto, sincero, lavoratore, generoso, amante della vita; un po', insomma, la sua immagine? Gli piace di più Giorgio, figlio di papà, vestiti firmati, motorino, telefonino, sempre accerchiato da tante ragazzine o gli sta più a cuore Chiara, che non può camminare, al posto del motorino ha la sedia a rotelle, il corpo martoriato da più operazioni chirurgiche e, a vederla, preferiresti guardare altrove? Per carità: Dio a Natale viene per Giorgio e per Chiara, per Michele e per Francesca, ma… quanta incarnazione siamo disposti a vivere noi? Quanto pathos, quanta carica interiore siamo pronti a giocarci per le brutture di questo mondo, che sembra andare alla deriva? Basta deplorare e denunciare? Sicuramente no! E' urgente un "elettrocardiogramma spirituale" che ci illumini sulle condizioni del nostro cuore: batte all'unisono col cuore di Dio? E' disposto ad assumere - cioè a prendersi in carico - le gioie e le speranze, ma anche i dolori e i travagli dell'uomo del nostro tempo?

Il cardinal Martini: "Bisogna parlare con un cuore carico di amore compassionevole, con quella carità che dona con gioia e suscita entusiasmo; bisogna irradiare la bellezza di ciò che è vero e giusto nella vita, perché solo questa bellezza rapisce veramente i cuori e li rivolge a Dio".

Quanti cuori riuscirà a rapire la nostra bellezza per rivolgerli a Dio?

Buon Natale e… non dimentichiamolo: "Non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi" (da Il Piccolo Principe).

                                                                                                                         don Tonio